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Gay & Bisex

l'agricoltore


di pirlino
15.04.2023    |    2.044    |    2 9.8
"Mi buttai sul suo bel cazzo che era gia' bello duro cominciando a fargli un bel bocchino mentre lui mi accarezzava la testa ed il culetto..."
Anno 1974,19 anni, ritornavo al mio paese per le vacanze estive. Al paese nessuno sapeva della mia passione per il cazzo., soprattutto riguardo la mia passione per gli uomini maturi. Non molto lontano da casa nostra c'era un signore che aveva una piccola azienda agricola, e che rivendeva i suoi prodotti nella sua piccola bottega al centro del paese. Era molto usata dai paesani inquantoche' erano tutti prodotti che venivano dalle sue terre, come la cane di agnello e di maiale. Si chiamava Giuseppe lo conoscevo sin da quando ero piccolo, ed era sempre stato il mio sogno erotico. All'epoca aveva 54 anni spalle e petto largo braccia muscolose, sbarbato e villoso sulle braccia e credo anche sul petto da quel poco che si vedeva. Insomma perfetto per i miei gusti. Spesso con mia madre andavamo a comprare la carne, si scambiavano qualche gossip locale e poi via. Spesso lo vedevo quando facevo delle passeggiate e me lo gustavo a vederlo lavorare ,mentre col pensiero mi facevo delle belle seghe su di lui. Mai mi sarei aspettato quello che sarebbe successo un giorno. Era una domenica pomeriggio, stavo cercando qualche lavoretto per mantenermi durante l'estate e sulla strada del ritorno a casa decisi di passare per un sentiero mai fatto prima per tagliare strada. Quando da lontano vidi un capannone che apparteneva a Giuseppe, cosi' mi avvicinai nella speranza di trovarlo e parlare un poco con lui. Purtroppo di lui non c'era traccia, ma io entrai nel capannone lo stesso anche se sapevo che non era mica lecito farlo. Mentre giravo tra le balle di fieno e vari attrezzi, sentii il rumore della sua jeep avvicinarsi all'entrata e parcheggiare. Non so perche' lo feci, ma mi sentii come un ladro, quindi mi nascosi tra le balle di fieno, ma Giuseppe vedendo che la porta era aperta, aveva capito che qualcuno era entrato nella sua proprieta'. Lo sentii entrare e dopo qualche minuto e si accorse di me, "E te che ci fai qui?". Io completamente nel panico dissi "Giuseppe, scusami, non ho fatto nulla, stavo solo facendo un giro e vedere cosa c'era qui dentro". Ero bianco in viso pensavo alla brutta figura che avrei fatto quando mia madre sarebbe venuta a sapere che mi ero intrufolato nelle proprieta' altrui. Lui mi fisso e scoppio a ridere. Ad un certo punto mi disse che questa era la stranezza piu' buffa che aveva visto in vita sua. Lui mi disse di stare sereno, che mi conosceva e che sapeva che persona fossi. MI chiese del perche' io fossi li', ed io gli risposi che non ero mai stato in un fienile di campagna ed ero molto curioso di entrarci. Gli chiesi scusa e lui accettandole, mi chiese di aiutarlo a mettere alcune cose nel capanno. Mentre lo aiutavo comincio' a dirmi che anche lui da ragazzino aveva fatto delle stronzate e che non se la sentiva di giudicare la mia ,ma che avrei potuto chiedere e lui avrebbe di certo acconsentito a farmi entrare. La discussione poi prosegui chiedendomi cosa stessi facendo ora che avevo finito il liceo. poi una domanda che mi mise in difficolta "Sei fidanzato? hai la ragazza?". Risposi di no e lui mi rispose che facevo bene e che se fosse tornato indietro non si sarebbe sposato. Io gli dissi che era esagerato, ma lui mi disse che era molto tempo che oramai non faceva sesso con la moglie, erano quasi come separati. Continuo' poi con una frase enigmatica" Meglio se vai con gli uomini, almeno non avrai il problema dei figli ahahah". Io risi, ma ero alquanto imbarazzato. Finito il lavoretto mi disse che mi avrebbe riaccompagnato a casa con la sua auto. Salii e ci avviammo verso il paese. Mentre stava guidando ritorno' sul fatto di avermi beccato nel fienile e comincio a ridere e mi diede una pacca sulla coscia. Al tocco della sua mano ebbi un sussulto, e basto' per farmi eccitare, lo guardai e lui mi fece uno sguardo da marpione, come se avesse capito qualcosa. Alzo' la mano e la ripose sulla mia coscia, questa volta pero' inizio' ad accarezzarla. Ad un certo punto vidi che non andava verso casa mia, ma che giro' per un sentiero di campagna desolato. Continuo' a guidare ed oramai erano chiare le sue intenzioni. La strada fini' in un bosco e dopo un centinaio di metri si fermo'. Io non ebbi il coraggio di dire una parola, e lui ricomincio' a toccarmi la coscia. Io lo guardai e nel mentre inizio' ad avvicinarsi a me, ero pietrificato, ma eccitato al massimo e non opponendo resistenza comincio' a baciarmi le labbra. Mi sciolsi ed aprii le labbra per giocare con la sua lingua. Mi prese come un fuscello e mi porto' nel sedile posteriore. Ero tra le sue braccia come un fagotto, avevo il cazzo che mi scoppiava, ero in estasi. Si fermo' e disse "Ora ho capito perche' eri nel fienile". Io sorrisi e continuammo a baciarci. Eravamo cosi eccitati che appena ci togliemmo i jeans e glielo presi in mano, nemmeno il tempo di prenderglielo in bocca che mi sborro' tutto in faccia, ed io invece nella sua mano. Aveva un bel cazzo ricurvo all'insu',con belle palle a penzoloni tutte pelose. Dopo averci ripuliti mi confido' che aveva sempre visto il modo in cui lo guardavo e che a lui piacevano molto i ragazzi della mia eta',confessandomi anche che ce ne erano altri due in paese con cui a volte ci faceva sesso. Non dicendomi pero' chi fossero, gli sarebbe piaciuto continuare con piu' calma quello che avevamo iniziato. Lui fu subito chiaro "A me piacciono i culetti giovani, ma non voglio problemi a casa" .Gli risposi che andava benissimo per me e che non avrei creato nessun problema per lui. Mentre parlavamo continuavamo a toccarci. Presi il suo pollice ed iniziai a leccarlo come fosse un cazzo. Dopo pochi minuti fu di nuovo eccitato, lo mise fuori ed io mi abbassai per prenderlo in bocca "Si, dai, puttanella, succhiami il cazzo, ciuccia zoccoletta. Anche lui mi prese il cazzo in mano e questa volta dopo un 5 minuti mi riempi' la bocca di sborra, ed io gli venni di nuovo in mano, ma questa volta volle anche che la leccassi insieme a lui. Ci rivestimmo e mi riporto' in paese, ma prima di lasciami sotto casa mi promise che la prossima volta insieme avrebbe accontentato sia me che lui. Tre giorni dopo mia madre mi chiese di andare da Giuseppe, perche' aveva ordinato della carne. Scappai a gambe levate, e quando ero nella sua bottega si avvicino' e mi disse sottovoce di farmi trovare al fienile la domenica successiva. Appena arrivai al fienile lui era gia' ad aspettarmi. Dopo avermi baciato disse" Ora questo posto sara' la nostra camera da letto".io risi e lui mi alzo' e mi bacio' con passione. Aveva predisposto delle lenzuola su delle balle di fieno come fosse un letto. Ci buttamo sul "letto e cominciammo a pomiciare spogliandoci entrambi. Mi buttai sul suo bel cazzo che era gia' bello duro cominciando a fargli un bel bocchino mentre lui mi accarezzava la testa ed il culetto. Poi si alzo e prese del lubrificante e dei preservativi. Mi volle a pecora e comincio' a mettermi del gel nel buco del culo per poi introdurci prima una poi due dita. Io gemevo come una cagnetta. "Segati il cazzo che tra poco te lo metto dentro".Io iniziai a smanettarmi e lui entro' non senza dolore, a dire il vero ne avevo presi di molto piu' grossi del suo, ma essendo da oltre tre settimane che non venivo inculato, era di nuovo stretto. Volle che mi sedessi sul suo cazzo e cosi feci sempre segandomi davanti ai suoi occhi. Ancora 5 minuti di su e giu e gli sborrai sul petto e sul mento. Scoppio a ridere, ma continuava a sballottarmi sul suo cazzo. Mi sedetti sopra di lui e lo guardavo, con l'ano bello allargato lo potevo sentire tutto dentro di me, mi tiro' a se e mi bacio' in bocca, per poi sussurrarmi nell orecchio che ero ora la sua troietta. Poi comincio' a urlare "che bel culetto che hai, ora sei mia, sei la mia zoccola, ti apro in due, hai capito?" Senza dirmi niente e con il suo cazzo dentro di me, mi prese e si alzo' in piedi. Mi sentivo di volare. Continuava a martellarmi il buco ed io mi aggrappavo alle sue spalle. Passarono pochi minuti e gli dissi che volevo che mi sborrasse dentro. Lui mi rispose che se era quello che volevo allora sarebbe stato quello che avrei avuto. Mi poso' sulle lenzuola, estrasse il cazzo, si tolse il preservativo e me lo rimise dentro inculandomi alla missionaria. Cominciai a urlare sia per gioia che per il dolore che mi dava ogni volta che mi sfondava. Mise una mano sulla mia bocca dicendomi "Zitto frocetto e' quello che vuoi ed e' quello che ti sto dando".Vedevo quell'enorme maschio sopra di me che mi sfondava ed io godevo sentirmi suo. Mi montava con energia, poi decise di venirmi dentro e sentii un ondata di sperma caldo riempirmi le visceri ed io venni di nuovo. Eravamo entrambi in estasi e ci abbandonammo in un abbraccio da amanti. Quando tiro' fuori il suo cazzo, dal mio buco martoriato usci' fuori sia sborra che alcune gocce di sangue. Mi aveva rotto il culo nel vero senso della parola. Quella non fu l'unica volta, infatti venni scopato di nuovo dopo nemmeno un ora. Questa volta volle chiavarmi a pecora e ci mise oltre 20 minuti prima che mi facesse un altro clistere di sborra. La nostra tresca duro' per tutta l'estate ed un giorno Giuseppe volle che mi unissi a lui ed ad un altro giovincello del paese, di cui tutto pensavo, ma che gli piacesse prenderlo nel culo, ed era anche piu' zoccola di me, questo ve lo narrerro' in un prossimo capitolo altrimenti saro' troppo lungo.
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