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Gay & Bisex

il mio amico camionista


di tanganica
22.06.2009    |    46.275    |    2 9.2
"Adesso però, torniamo a casa perché tra poco arriverà il capo officina e non abbiamo più tempo, ma il prossimo sabato pomeriggio preparati che ti insegnerò a..."
Il mio amico camionista

Ho sempre avuto una passione sfrenata per i camion e la vita del camionista, ricordo che da piccolo il mio giocattolo preferito era un camion rosso di plastica con il cassone ribaltabile che con un piccolo pezzo di corda mi tiravo sempre dietro. Con la mia fantasia facevo viaggi interminabili per il mondo trascinandomi dietro il mio camion, il regalo che più gradivo ricevere era quello avere regalato modellini di camion sempre diversi. La mia stanzetta era piena di modellini ed ero diventato talmente bravo da riconoscere i vari modelli anche quando l’incontravo per la strada. Diventando più grande oltre ad avere tutti i modellini dei camion in commercio, ho cominciato a comprare alcune riviste che trattavano di camion, ero diventato un vero esperto e non vedevo l’ora di avere l’età giusta per poter prendere la patente e guidare un camion.
Avevo appena compiuto sedici anni, quando nell’appartamento vicino a mio viene ad abitare Marco che come professione faceva proprio il camionista per una ditta di trasporti che si trovava in zona. Sapendo della sua professione ho cercato in tutti i modi di conoscerlo subito, così un giorno mentre mi trovavo in cortile a sfogliare il nuovo numero di una rivista, lui si avvicina e mi dice “ Vedo che ti piacciono molto i camion. Vuoi diventare anche tu camionista ?”
-“ Oh certamente – risposi- questo è il mio grande desiderio ma purtroppo ancora i camion li posso solo vedere nelle riviste fino a quando non prenderò la patente, adesso mi piacerebbe molto poter salire su un vero tir.”
“Io mi chiamo Marco e faccio il camionista e la ditta dove lavoro ha il suo deposito qui sulla statale se ti fa piacere qualche volta ti farò salire sul mio tir”. Io feci finta di non sapere che lui era un camionista e fingendo stupore dissi - “ Davvero! Sei un camionista ? e mi faresti salire sul tuo tir ? e quando ? “.
“Domani pomeriggio dovrò andare in deposito per preparare il mio tir per un viaggio in Germania, se non hai impegni potresti venire con me”.
“Domani non ho nessuno impegno, lo dirò ai miei genitori e ti aspetterò qui in cortile.”
Gli dissi il mio nome e subito dopo cominciammo a parlare di modelli di camion e di viaggi, lui rimase colpito dalle conoscenze tecniche che avevo sui vari modelli di camion, mentre io ero completamente affascinato dai racconti dei suoi viaggi. La sera dissi ai miei genitori che l’indomani pomeriggio sarei andato con il nuovo vicino di casa alla rimessa dei camion.
Da quella volta tutte le volte che Marco tornava dai suoi viaggi andavo con lui alla rimessa per preparare il camion per il prossimo viaggio, eravamo diventati amici e io cominciavo a sentirmi un vero camionista. Quando ero con lui nella rimessa ero felice, potevo salire sul suo tir, mettermi alla guida, sentirne il rumore del motore, vedere come si ripara e tante altre cose che mi affascinavano e tutte le volte tornavo a casa a malincuore.
Marco aveva trentadue anni, era di altezza media ed aveva un fisico molto tonico, le spalle larghe e dei grossi bicipiti tipici di tutti i camionisti. Amava indossare indumenti molto aderenti che mettevano in risalto il suo fisico, t-shirt bianca magari con sopra solo un giubbino di pelle nera, occhiali scuri Ry-ban, jeans molto stretti che oltre a mostrare le sue cosce muscolose davanti mostravano un grosso rigonfiamento, segno che dentro le mutande doveva contenere un bell’ attrezzo. A me oltre i camion piacevano ancor di più i camionisti e il suo vestire insieme al suo corpo mi faceva eccitare da matti ogni volta che stavo con lui, era diventato il camionista dei miei sogni. Un giorno mentre eravamo soli nell’officina della rimessa, io ero chinato a raccogliere alcune cose cadute per terra, essendoci poco spazio, Marco per passare dall’altro lato dell’officina ha strofinato il suo pacco in direzione del mio culo, procurandomi un piacevole brivido, tutto sembrava finito lì. Ma più tardi la cosa si ripete, Marco con la scusa di guardare meglio come girava il motore si appoggia completamente a me che già ero lì a guardare, questa volta sento più a lungo la pressione del suo pacco e mi sembra quasi di svenire, ma non dico niente e lo lascio fare.
Poi finito il lavoro andiamo in bagno per pulirci, mentre io mi lavo le mani lui entro in bagno per orinare, lasciando la porta aperta. Sopra il lavabo, c’era un piccolo specchio posto proprio in direzione della porta del bagno, per questo avendo lasciato la porta aperta ho potuto vedere Marco mentre tirava fuori il suo uccello, orinare e scrollarselo. Quando esce dal bagno tirandosi su la cerniera si avvicina a me e mettendomi una mano sulla natica mi dice – “ Ho visto che mi guardavi con interesse mentre orinavo. Il mio uccello piace a molti sai , se vuoi te lo farò assaggiare, tu hai una bella bocca per tirare dei bei pompini e quando mi sono appoggiato al tuo culo ho sentito che è bello sodo.” A queste parole diventai rosso come un peperone, non sapevo cosa rispondere. Ancora non avevo avuto nessuna esperienza sessuale, anche se sognavo facendomi delle belle seghe di avere un’ esperienza omosessuale con un camionista, adesso mi sembrava quasi di sognare.
Prendendo coraggio quasi balbettando risposi “ Sì è vero mi faceva piacere guardare il tuo uccello. Ma ancora non sono stato con nessuno e non so fare le cose che dici tu ”.
– “ Non ti preoccupare ci penserò io ad insegnartele, tu fai quello che ti dico e vedrai che dopo piacerà anche a te, anche se sei vergine cercherò di non farti male. Ma adesso sbrighiamoci perché potrebbe tornare il capo officina “.
Detto questo Marco tirò giù i pantaloni e prendendomi la mano la porta al suo uccello. Io non avevo mai toccato il cazzo di altri uomini, ma stringere un cazzo che non fosse il mio mi dava piacevoli sensazioni, che trasmettevo anche a Marco perché il suo uccello cominciava a irrigidirsi. Lo stringo nelle mani sentendolo diventare sempre più caldo e rigido, poi Marco mi dice di abbassarmi e prenderlo in bocca. Quando mi abbasso posso vedere meglio il suo cazzo che avevo visto solo allo specchio, era bello dritto di buone dimensioni, lo metto in bocca senza sapere cosa fare dopo. Allora Marco mi dice “ Bravo, adesso devi succhiare come se avessi in bocca una caramella e passare la lingua sulla cappella”. Io seguivo i suoi suggerimenti, con il risultato che il suo uccello si era ingrossato di più nella mia bocca e lui mugolando di piacere lo spingeva sempre di più. Anche a me piaceva quello che stavo facendo anche se non era una caramella quello che aveva in bocca, mi piaceva il suo sapore, perciò lo esco fuori dalla bocca e lo lecco tutto partendo dalla sua base, Marco gradisce molto e mi spinge la testa per farmi ingoiare il suo cazzo fino in fondo. Adesso ho preso in buon ritmo e da come mugola sicuramente gli sta piacendo, quindi continuo a leccare e succhiare il suo cazzo che entra ed esce dalla mia bocca. Poi Marco si ferma un po’ e mi dice
“ Luca, sto per venire, mi piacerebbe tanto sborrarti in bocca, vedrai che piacerà anche a te” . Accettai il suo consiglio e mentre lui quasi con un rantolo diceva “ Godoooo!!!” mi sento arrivare fino in fondo alla gola un copioso schizzo di sperma che mi riempie la bocca, mentre Marco spingeva sempre più il suo cazzo nella mia bocca. Stavo quasi per soffocare e senza volerlo inghiottii il suo sperma, mi è sembrato subito buono per questo quando Marco tirò fuori il suo uccello dalla mia bocca volli leccare tutto lo sperma che era rimasto sul suo uccello. “ Bravo Luca, vedo che impari bene, hai fatto un pompino degno di un professionista, non avevo goduto così bene. Hai sentito che buon sapore ha il mio sperma. Adesso però, torniamo a casa perché tra poco arriverà il capo officina e non abbiamo più tempo, ma il prossimo sabato pomeriggio preparati che ti insegnerò a farmi godere con il culo”.
Tornato a casa cominciai a pensare a quello che mi era successo e allo stesso tempo a come poteva essere il prossimo sabato, tutto era stato come lo avevo sognato. Arrivato il sabato Marco tornato dal suo viaggio mi chiama per andare all’officina della rimessa, dopo aver preparato il tir per il prossimo viaggio Marco si avvicina a me dicendomi - “Luca oggi dovremo continuare quello che non abbiamo fatto sabato scorso, oggi il capo officina non verrà quindi potremo stare tranquilli”. Questa volta non andammo in bagno, ma Marco mi portò in una specie di ufficio dove c’era una vecchia scrivania e un divano. Dopo la bella esperienza avuta col pompino adesso volevo provare la gioia di essere inculato da Marco, sicuro che anche questo mi sarebbe piaciuto. Entrati nella stanza Marco cala giù i pantaloni mostrando il suo uccello che molliccio pendeva tra le gambe, ormai sapevo come farglielo diventare duro perciò mi abbasso e lo stringo tra le mani segandolo un po’ e sentendolo crescere sempre di più poi lo porto alla bocca ripetendo gli stessi movimenti che lui mi aveva insegnato la volta scorsa, in poco tempo diventa duro. Marco di dice di alzarmi e appoggiarmi alla scrivania perché era giunto il momento che mi avrebbe inculato, mi alzo, calo i pantaloni mostrandogli il culo, che lui comincia a toccare e stringere e poi aprendo le natiche per vedere il buco, dice - “ Hai proprio un bel culo piccolo ma sodo, proprio come l’immaginavo, il buco deve essere piccolo e stretto, e non vedo l’ora di aprirtelo, forse ti farò male la prima volta ma dopo ti farà solo piacere. Tu cerca di rilassarti quando ti sto per penetrare così potrai sentire meno male”. Intanto che diceva queste parole mentre con le mani mi allargava le natiche con il cazzo puntava al mio culo, sentivo la sua cappella premere sul mio sfintere ma nonostante volessi rilassarmi sentivo un forte dolore e gli chiesi di fermarsi. Lui si fermò facendomi allargare ancora di più le gambe e facendomi rilassare ancora un po’, riprovò a penetrarmi, ma anche stavolta io mi sentivo bloccato e non ci riuscii. Marco era così eccitato che desiderava penetrarmi ad ogni costo, ed anch’io lo desideravo ma nonostante tutti i miei sforzi non riuscivo a rilassarmi. Poi Marco si allontana da me dicendo - “ Non ti muovere torno subito”. Infatti ritornò subito dopo con in mano un tubetto e dopo aver spremuto un po’ di prodotto dal tubetto sulle dita lo spalmò intorno al buco del mio culo entrando con un dito dentro, quella doveva essere vaselina, e quando puntò il suo cazzo in direzione del culo per ben due volte lo sentii scivolare lungo il solco. Al terzo tentativo sentivo la sua cappella spingere lentamente la pelle del mio sfintere che si apriva per cominciare ad accogliere il suo cazzo, la vaselina aveva reso tutto più semplice e il dolore non era così forte come nei primi tentativi ma si era trasformato in un piacevole bruciore.
Marco, riuscendo nel suo intento, spingeva lentamente per non farmi sentire altro dolore, il mio sfintere ormai si era aperto tutto per far entrare completamente il suo uccello, dopo la cappella entra anche parte del cazzo, man mano che con la sua asta entra dentro di me sento il culo riempirsi di qualcosa di caldo. Marco si ferma quando ormai il suo cazzo è tutto dentro le mie viscere, il mio sfintere adesso lo stringe quasi a non lasciarselo sfuggire. Mi rendo conto solo adesso che sono stato appena sverginato, che per la prima volta un’ uomo aveva violato il mio culo ma lo aveva fatto senza procurarmi grande dolore.
“ Bravo Luca, hai visto come è stato bello, così non ti ho fatto male, adesso proverai altro piacere”. Detto questo cominciò a pomparmi dentro con dei movimenti molto lenti, a sentire il suo cazzo che si muoveva su e giù dentro il culo, senza rendermene conto sborro sulla scrivania.
“ Luca hai visto ti sta piacendo molto quello che ti sto facendo, hai goduto subito, ma rilassati che ti farò godere ancora ”.
Io ero letteralmente appoggiato alla scrivania mentre Marco dietro di me stava pompandomi con movimenti adesso più veloci, il dolore era del tutto scomparso e sentivo un’ immenso piacere nel sentire affondare il suo cazzo nel culo. Dopo un bel po’ stanchi di quella posizione Marco mi fa mettere con la schiena sulla scrivania e mettendosi le mie gambe sulle spalle punta nuovamente il suo cazzo verso il culo. - “Adesso ti farò sentire il mio cazzo fino ai coglioni “. Questa volta il suo cazzo favorito dalla vaselina e dal mio buco ormai sverginato entra con più facilità e come Marco aveva detto sentivo i suoi coglioni sbattere sul mio culo. Era bellissimo quello che stavo provando, il cazzo mi era tornato duro e in quella posizione potevo anche menarmelo, tanto che per il piacere sborrai nuovamente. Ma anche Marco stava per godere lo potevo vedere dal suo viso, i suoi movimenti si erano fatti sempre più veloci e il suo cazzo si era indurito di più.
Poi con un grido quasi liberatorio -“ Luca, sto per venire nel tuo culo, GODOOOOO!!!”.
In quello stesso momento sento arrivare nel mio intestino un liquido caldo che dal cazzo di Marco si riversa nel mio culo, mentre lui continua a dare colpi per schizzarlo il più a fondo possibile, non avevo mai provato una sensazione così piacevole, sentire il calore del suo sperma e il suo uccello che spingeva dentro di me era qualcosa di celestiale.Mentre mi schizzava dentro potevo vedere il piacere sul volto di Marco, la sua soddisfazione perciò lasciai che restasse sopra di me con il suo cazzo piantato nel culo fino a quando non si ammosciò e lo tirò fuori.
Quando ci alzammo eravamo esausti, io avevo ormai perso la verginità ma Marco mi aveva fatto provare sensazioni bellissime, anche lui per come mi aveva scopato era soddisfatto.
-“ Luca – mi disse- come ho scopato bene con te ancora non mi è capitato con nessuno, se a te farà piacere, tutte le volte che torno a casa vorrei che scopassimo come abbiamo fatto oggi.”
Infatti dopo questa prima volta ad ogni sabato o domenica che Marco tornava dal suo viaggio di lavoro andavamo nell’officina della rimessa o a casa sua a scopare. Marco era diventato anche amico dei miei genitori, e per questo lo potevo frequentare liberamente, inoltre i miei genitori mi avevano promesso che se fossi stato promosso con buoni voti avrei potuto fare un viaggio in camion con lui. Quando arrivò giugno e finì la scuola, come mi aspettavo vennero anche i buoni voti e di conseguenza anche il viaggio premio con Marco. Riempito un piccolo borsone con alcuni indumenti
un lunedì mattina parto con Marco sul suo tir per un viaggio che ci doveva portare ad Amburgo in Germania, inutile dire che mi sentivo al settimo cielo e quando ci siamo immessi sull’autostrada mi sentivo un piccolo cow-boy che parte all’avventura. Mi piaceva sentire il suono dei clacson che i camionisti si scambiavano quando si incontravano fra di loro, vedere dall’alto del mio sedile le auto che ci passavano accanto, incontrare tir provenienti da ogni parte dell’Europa vedere paesaggi nuovi. Dopo un paio d’ore di viaggio ci fermiamo in un’area di sosta alberata dove poter mangiare qualcosa e riposarci un po’.
Dopo aver mangiato pensiamo di dormire un po’ perciò recliniamo i sedili per stare comodi, mentre stavo con gli occhi chiusi cercando di riposarmi sento il rumore della zip di Marco seduto accanto a me e aprendo un occhio lo vedo mentre tira fuori il suo uccello e tenendo gli occhi chiusi inizia a segarselo. Allora si accorge che mi sono svegliato e lo sto guardando e sorridendomi mi dice “ Vorresti continuare tu? “.
Mi avvicino tolgo la sua mano e tenendolo nella mia mi abbasso per prenderlo in bocca, lui chiude gli occhi, mentre io comincio a lavorare il suo cazzo proprio come lui mi aveva insegnato, fino a quando dal suo uccello esce quella crema che a me piace tanto, dopo aver assaporato il suo nettare pulisco per bene il suo uccello lo rimetto dentro gli slip, alzo la cerniera, guardo il viso di Marco che ha gli occhi ancora chiusi ma un’espressione molto soddisfatta e mi rimetto a dormire. Continuiamo il nostro viaggio lungo l’autostrada fino a quando si fa buio, ci fermiamo in un’ autogrill per cenare e passare la notte. Entrando in autogrill Marco incontra un suo amico camionista che si trovava lì anche lui per cenare, si salutano molto calorosamente e mi viene presentato. Si decide di cenare insieme, Marco e Giulio, così si chiama questo amico, cominciano a raccontarmi delle loro avventure e dei loro viaggi in giro per i vari paesi, li ascolto affascinato e mi sento quasi uno di loro desiderando anch’io fare le loro stesse esperienze. Mentre loro continuano a parlare mi alzo per prendere al distributore una bottiglia d’acqua, quando ritorno al tavolo riesco a sentire alcune frasi che Marco e Giulio si stanno dicendo e che parlano di me, non riesco a comprenderne il significato ma quando arrivo loro si interrompono subito parlando di altro. Restiamo ancora al tavolo parlando e scherzando, poi ci alziamo per andare a dormire dentro i nostri tir. Quando siamo fuori Marco mi chiama in disparte e mi dice - “ Luca, vorrei chiederti un grosso favore, vedi io e Giulio siamo molto amici, abbiamo diviso insieme molte cose e ci vogliamo molto bene, gli ho raccontato di te e lui mi ha detto che tu gli piaci molto e vorrebbe scopare con te, volevo chiederti se tu saresti disposto a farlo. Se lo facessi te ne sarei molto grato, perché faresti felice anche me, ma se non ti va dillo pure”. Non mi sarei mai aspettato una proposta del genere ma non volevo scontentare Marco Giulio era una persona simpatica, quindi acconsentii. Marco fu felice della mia decisione e la comunicò subito a Giulio, poi venne da me e disse “ Se ti può fare piacere verrò anch’io con voi. “. La cabina dei nostri tir era piccola per stare in tre perciò Giulio suggerì di usare il cassone del suo tir che era vuoto. Salimmo dentro il cassone che vuoto era molto grande, Marco si sedette in un angolo mentre Giulio si avvicinò a me toccandomi il culo e mettendo la mia mano sulla patta dei suoi pantaloni, poi abbassandosi i pantaloni disse - “ Marco mi ha detto che sei molto bravo a succhiare il cazzo, perché non provi anche con il mio ?”.
Mi abbasso e tiro fuori dagli slip il suo uccello, è già quasi in erezione ma non ha le stesse dimensioni di quello di Marco, è più piccolo, lo meno un po’ e lo metto in bocca cominciando a lavorarlo con la lingua, nella mia bocca raggiunge la massima erezione per questo Giulio inizia a mugolare di piacere, dicendo a Marco che mi aveva istruito proprio bene. Il forte desiderio di scoparmi o il perfetto lavoro che la mia bocca era capace di fare produssero l’effetto che dopo pochi minuti Giulio mi sborrò in bocca, come facevo con Marco anche con lui inghiottii il suo sperma trovandolo di un gusto un po’ amarognolo. Giulio mi ringrazia per il lavoretto che avevo fatto al suo uccello e che quando si sarà ripreso vorrà saggiare anche la bontà del mio culo, intanto Marco che era rimasto a guardare si stava facendo una sega contento del mio comportamento mi invita a spogliarmi. Sono completamente nudo quando Marco viene accanto a me e comincia a strofinare il cazzo sulle mie natiche mi fa appoggiare le mani alla parete del cassone e punta il cazzo in direzione del buco penetrandomi all’ in piedi, dando colpi dal basso verso l’alto facendomi sentire la durezza del suo cazzo. Giulio si era svestito anche lui e si era avvicinato a noi, il suo uccello era tornato in erezione e voleva anche lui la sua parte, Marco allora si staccò da me per dare posto a Giulio, il quale preferì che mi mettessi a quattro zampe per penetrarmi come piaceva a lui. Messomi a quattro zampe mi allargò le natiche e spinse il suo uccello nel culo che entrò con facilità e iniziò a pomparmi, Marco rimasto con il cazzo eccitato si avvicina a me e lo spinge in bocca. Mi trovavo in una situazione che mai avrei immaginato si potesse verificare, in bocca avevo un cazzo che me la riempiva e nel culo un altro che mi sbatteva con violenza. Continuammo a scopare così a lungo cambiando varie posizioni e con Marco e Giulio che si alternavano nel mettermi il loro cazzo in bocca e nel culo facendomi sentire un piacere così profondo che mai scorderò.
Alla fine Giulio al culmine dell’eccitazione sborrò nel mio culo tenendomi per i fianchi e scaricandomi tutto il suo sperma dentro, anche Marco che aveva il suo uccello nella mia bocca voleva sborrarmi dentro, perciò fece alzare Giulio che lo aveva appena fatto, mi penetrò e dopo un paio di colpi anche lui mi sborrò nel culo. Avevo il culo riempito da litri di caldo sperma, sentivo il cazzo di Marco sguazzare in tutto quello sperma, mi sentivo completamente riempito e sazio di piacere, era tutto cosi meraviglioso. Quando Marco tirò fuori il suo uccello dal mio culo, sul cassone cominciò a gocciolare parte dello sperma che loro due mi avevano riversato copiosamente dentro. La mia prima esperienza con Marco mi era servita per soddisfare un solo cazzo, ma stavolta invece i cazzi erano due contemporaneamente che mi scopavano sia la bocca che il culo e mi avevano dato il doppio del piacere, per questo ero contento di aver acconsentito alla proposta di Marco. Intanto il nostro viaggio verso Amburgo prosegue, attraversiamo le meravigliose montagne della Svizzera e le loro caratteristiche cittadine e subito dopo anche le pianure della Germania con i loro sterminati campi coltivati a patate. Finalmente giungiamo ad Amburgo dove lasciamo il nostro tir in un deposito che avrebbe provveduto a scaricarne la merce e caricarne altra da portare in Italia.
Ci viene data una macchina per poterci recare in un’ albergo cittadino dove poter soggiornare fino al giorno della partenza. Dopo esserci lavati e riposati, Marco mi invita ad uscire e fare un giro per la città, cominciamo a girare dapprima per le vie principali poi ci dirigiamo verso le vie del porto che Marco sembra conoscere molto bene, fino ad entrare in una via molto illuminata con tantissime insegne e frequentata da moltissime persone. Guardando bene mi accorgo che tutte quelle belle insegne illuminate altri non sono che insegne di locali che pubblicizzano spogliarelli o spettacoli di sesso dal vivo, eravamo entrati nel famoso quartiere a luci rosse di Amburgo. Marco posteggia l’auto in un vicolo e cominciamo a camminare per le vie di questo quartiere, c’ è parecchia gente soprattutto uomini che si fermano a guardare attraverso le vetrine, dove si mettono in mostra belle ragazze o che entra nei locali dove si fa lo spogliarello. Per strada passeggiano anche delle belle ragazze che in abiti molto succinti offrono sesso ai passanti. Tutto questo per me è nuovo ed eccitante e cammino divertito guardando dappertutto, poi Marco si ferma a parlare con una bella ragazza che sicuramente gli propone di fare sesso con lei, dopo aver parlato un po’ Marco si avvicina a me dicendomi “ Aspettami qua, il tempo necessario a scoparmi questa bella tedescona e sarò di ritorno “, ed entrò con lei in un vecchio portone mentre io rimasi fuori ad aspettare e osservare tutte quelle persone che circolavano per il quartiere. Dopo più di un ora Marco ritornò tutto contento - “ Vedi Luca a me piace tanto il tuo culo e scopare con te, ma ogni volta che arrivo in Germania vengo qui per scopare con una bella ragazza perché mi piace anche infilare il mio uccello anche in una calda e accogliente fica e leccare due belle tette”. L’indomani ripartiamo per far ritorno in Italia, quando siamo arrivati quasi al confine con la Svizzera è quasi notte e ci fermiamo in un grande autogrill per mangiare e passare lì la notte. Scendendo dal tir Marco si dirige verso il ristorante mentre io gli dico che prima devo andare in bagno. Entro in un bagno molto pulito e grande trovandolo stranamente vuoto, per questo per i miei bisogni uso l’orinatoio a parete, sto ancora urinando quando accanto a me si mette un’altra persona che in tutta fretta tira fuori l’uccello e comincia a orinare con un rumore tale che incuriosito giro lo sguardo per capire come potesse fare tutto quel rumore. Quello che vedo è un cazzo di quasi venti centimetri che spruzza urina a forte velocità dentro l’orinatoio, ancora uccelli di quelle dimensioni non ne avevo visti e anche se io avevo già finito di orinare rimasi fermo ad aspettare che anche lui finisse. Quando finì e stava per rimettere l’uccello dentro i pantaloni si accorse che ero rimasto lì a guardare, mi sorrise e io ricambiai il suo sorriso facendogli intendere che avrei molto gradito saggiare il suo arnese. Mi prese per la mano e mi fece entrare con lui in un bagno con la porta, chiuse la porta e tirò immediatamente fuori il suo uccello mi fece sedere sul water e lo piantò dritto in bocca, le sue dimensioni erano troppo grandi per la mia bocca e ne potei mettere solo una parte, ma cominciai a leccargli il glande che era di un bel colore violaceo e con la lingua presi a leccare quei venti centimetri di carne che pendeva tra le sue gambe e che cresceva sempre più. I venti centimetri di prima ora che si era eccitato erano diventati quasi trenta e malgrado tutti gli sforzi che facevo ogni volta che lo spingeva in gola quasi morivo soffocato. Dopo un paio di minuti di questo trattamento mi fa alzare e appoggiare al muro mi cala i pantaloni mi allarga le gambe e con il suo cazzo lungo e dritto punta verso il mio culo, temendo il peggio per il povero mio sfintere cerco di rilassarmi il più possibile e di trovare la posizione migliore per favorire la penetrazione. Ma le sue dimensioni sono troppe per il mio culo, ancora alle prime esperienze, perciò quando sento la punta del suo cazzo premere contro il mio culo stringo i denti per non gridare dal dolore, lui spinge senza pensare che il suo cazzo era troppo grande per il mio culo e man mano che entra con il suo bastone dentro di me sento la pelle dello sfintere lacerarsi al suo passaggio. Volevo piangere dal dolore, ma ormai me lo aveva piantato tutto dentro e dopo essere rimasto fermo un po’ inizia a far muovere molto lentamente suoi trenta centimetri di uccello nel mio culo con una delicatezza che adesso quel suo entrare ed uscire mi era diventato piacevole, sentivo il mio culo prima svuotarsi e poi riempirsi nuovamente del suo cazzo. Mentre mi sta inculando mi tocca l’uccello facendomi sborrare nella sua mano che porta alla mia bocca affinché la pulisca. Ogni affondo che da è un momento di goduria e il mio sfintere ormai si è adattato alle dimensioni del suo uccello che adesso si muove più liberamente, poi sento accelerare il ritmo dei suoi affondi e i suoi coglioni battere con violenza sulle natiche, il suo respiro farsi affannoso e infine qualcosa di molto caldo che come un fiume in piena riempie le mie viscere. Tenendomi per i fianchi per poter spingere il più a fondo possibile il suo cazzo continua a schizzare sborra nel mio culo. Finito questo, tira fuori il suo uccello e facendomi sedere nuovamente sul water mi dice di pulirlo, cosa che faccio con grande piacere, dopichè si alza i pantaloni e senza nemmeno dire “ grazie “ apre la porta e se ne va, lasciandomi seduto sul water a controllare i danni che il suo cazzo aveva procurato al mio culo. Tornato al ristorante dell’autogrill, Marco aveva quasi finito di mangiare e mi chiede quasi infastidito come mai ci avevo messo tanto a stare in bagno, risposi perché erano ormai quattro giorni che non andavo di colpo e ho voluto stare di più, cenai anch’io e poi insieme andammo sul tir a dormire. Stavo per prendere sonno, quando Marco mi sveglia e mi dice
“ Luca potresti venire accanto a me, mentre cercavo di dormire ho pensato a quella bella ragazza che ho scopato ad Amburgo e mi è venuto il cazzo duro ed ora non riesco a dormire se non scopo”
Mi sposto e mi mette accanto a lui che già aveva l’uccello fuori dai pantaloni, lo prendo in bocca pensando che bastasse solo un pompino per farlo calmare, ma vuole che lo prenda anche nel culo, quindi mi cala i pantaloni e mira dritto per incularmi. La cosa gli riesce con estrema facilità tanto che mi dice “ Luca, certo che ti sei liberato bene in bagno, stavolta ti ho penetrato senza incontrare nessuna resistenza “. Certo non potevo dirgli che il merito era stato invece di uno sconosciuto che con i suoi trenta centimetri di verga mi aveva allargato così bene il culo che il suo cazzo adesso ci entrava ed usciva in tutta facilità, la sua sborra servì a rinfrescare il mio sfintere che ancora bruciava per la precedente inculata.
Questo mio primo viaggio con Marco è stato ricco di esperienze che mi lasciato bellissimi ricordi, con lui ne ho fatto altri in giro per l’ Europa poi anch’io ho avuto il mio tir e ho conosciuto in viaggio o nei bagni altri camionisti che mi hanno regalato altre piacevoli esperienze.

p.s
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