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Nel Nome del Padre, del Figlio... 2 (Ossia Orgia in Famiglia)


di mezzasuora
02.10.2012    |    52.102    |    3 7.1
"Ha iniziato a muoversi ritmicamente, dentro- fuori, poi di nuovo, ma senza far uscire il suo pene dall’ano..."
Mi presento: mi chiamo Annamaria, tutto attaccato, non Anna e Maria. Ho 18 anni e aiuto i miei genitori in campagna. Sono una brava ragazza, non ho mai studiato, ma amo la musica che sento alla radio, adoro i Beatles (si scrive così, ma si legge Bitòls, è in inglese) e mi fanno impazzire con la loro musica. Che papà e zio definiscono blasfema, opera del demonio. Io canticchio le loro canzoni quando mungo le vacche al mattino, poi vado a messa e al mercato, cucino e lavo con mia madre. In attesa di un buon ragazzo da sposare. Sono molto alta, bionda, occhi azzurri, prosperosa. Ho un bel seno e mia madre dice sempre che sarò una grande mamma per i miei figli.
La mia è una grande famiglia. Viviamo in un cascinale dove mio padre Adolfo e mio zio, suo fratello Benito, lavorano come latifondisti. Le nostre mamme, Vilma e Teresa, sono casalinghe. Noi ragazzi e ragazza, 8 in tutto, me compresa, abbiamo un’età che varia dai 17 ai 24 anni. Io sono l’unica ragazza in mezzo a tanti uomini. Ho due fratelli gemelli, Carlo Alberto e Carlo Felice (Carlo era il nome di mio nonno materno, disperso durante la prima guerra mondiale), di 17 anni. I miei cugini sono Amedeo ed Umberto (19, nati uno a gennaio e l’altro a novembre), Alberto (20), Tommaso (21), Ferdinando (22), Eugenio (24).
Ora mi appresto a raccontarvi cosa è successo sabato sera, durante il vespro. Noi giovani eravamo a casa nella stalla seduti sul fieno, infreddoliti a scaldarci, visto che eravamo tutti ammalati: chi influenzato, chi raffreddato, chi con la tosse… Insomma, un lazzaretto! I nostri genitori erano a messa, come il buon Dio comanda alle brave persone. Io stavo sorseggiando il mio latte caldo con il miele quando mio cugino Tommaso si è avvicinato a me. Mi ha infilato la mano nella camicia e ha afferrato il mio seno sinistro. Io sono sussultata. Non me l’aspettavo. I cugini e i miei fratelli si sono avvicinati e mi hanno circondata. Eugenio, che è il più grande e il capo dei cugini, si è messo di fronte a me, mi ha strappato la camicia e mi ha lasciata attonita. Non sapevo cosa fare o cosa dire. Non me lo sarei mai aspettato. Si è chinato e si è messo a giocherellare con i miei capezzoli. Poi si è tirato su in piedi. I suoi pantaloni avevano uno strano rigonfiamento. Eugenio ha afferrato la mia mano e l’ha messa sopra. Oddio che cosa dura! Si è calato i pantaloni e mi ha mostrato il suo pene. Io gli ho chiesto cosa volesse fare, che eravamo cugini e certe cose non si fanno. Il parroco dice che è gran peccato. Lui mi ha detto che è tutto relativo, che possiamo fare le cose senza che io perda la verginità. Gli ho chiesto come e lui mi ha detto di girarmi. Ma io mi vergognavo a fare quelle cose davanti a tutti. Eugenio mi ha detto che quella cosa che voleva farmi non avrebbe rovinato la mia reputazione perché non mi avrebbe penetrata da davanti. Mi ha spinta contro il muro, mi ha fatta chinare ad angolo retto e poi mi ha sollevato la gonna. Mi ha calato i mutandoni e poi l’ho sentito sputare tra le mani. Ha appoggiato il suo bastone duro al buco del mio culetto e poi ha spinto dentro. Lì dentro. Da dove faccio i miei bisogni. Ha iniziato a muoversi ritmicamente, dentro- fuori, poi di nuovo, ma senza far uscire il suo pene dall’ano. Poi l’ho sentito contorcersi e allontanarsi. Non so quanto tempo fosse passato, ma non tanto. Poi è arrivato Tommaso e ha fatto uguale a suo fratello, ma lui mi ha strizzato i seni. Io sentivo uno strano bruciore… Poi Ferdinando, oddio, non devo pensarci, mi ha tentato di infilarmi il suo bestione nel culetto, ma è scivolato ed è andato giù, nel buco sbagliato, quello davanti. Ha iniziato a spingere con forza e a me piaceva un sacco. Poi mi ha detto che il mio culo era molto umido, più di quello delle puttane del bordello di Torino (dove va quando porta il vitello al mattatoio) (nella stanza ho sentito dei risolini). Ho sentito una strana sensazione e poi, boh, calore e le gambe mi tremavano. Una sensazione piacevole. Anche lui si è irrigidito e poi si è tirato indietro.
“Ummadonna, il mio cazzo è sporco di sangue!”, ha esclamato Tommaso.
“Facci vedere!”, hanno detto in coro i cugini e i miei fratelli.
“Oddio, sto morendo!”, ho detto io.
“No, Annamaria, Tommaso ha sbagliato buco…!”, ha detto Ferdinando.
Mi sono tranquillizzata, non stavo morendo.
Carlo Alberto e Carlo Felice mi hanno guardata in faccia. So cosa volevano, aspettavano il loro turno famelici. Amedeo mi ha abbracciata e con una spinta di reni mi ha infilato il suo pene nella vagina. Ha iniziato a muoversi con dolcezza. Alberto mi è entrato da dietro, sodomizzandomi, ma lentamente, adeguandosi al ritmo di suo fratello. A me piaceva moltissimo, mi sentivo esplodere di piacere. Ma ad Amedeo è successo come ai suoi fratelli, e si è tirato indietro. Io ero stanca e mi sono messa a quattro zampe come i cani mentre mio cugino continuava a spingere. Ho visto i miei fratelli inginocchiarsi di fronte a me completamente nudi da vita in giù. Poi mi hanno messo i loro peni in bocca e io ho iniziato a succhiarli contemporaneamente. Loro spingevano e mugolavano. Poi Alberto si è allontanato e ha borbottato che voleva finire da solo. Io ho continuato a leccare e succhiare i peni dei miei fratelli. Puzzavano di latrina, ma il fatto che li succhiassi li rendeva molto felici. Poi Carlo Alberto mi ha riempito la bocca di un succo salato, mentre Carlo Felice si accarezzava il suo pene allontanandolo dalla mia bocca. Ha continuato a menarselo e poi il suo succo mi è finito in fronte e ha iniziato a colare sul mio viso. Io mi sono pulita con la manica e tutti, cugini e fratelli, si sono messi a ridere.
“Ti è piaciuto?”, mi ha chiesto Eugenio.
“Si”, ho risposto io.
“Ebbene, allora domani sera si ripete!”, mi ha detto il mio cugino più vecchio mentre gli altri si sfregavano le mani soddisfatti.
Ho sorriso, pensando a quello che l'indomani avremmo combinato...
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