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Nel nome del Padre, del Figlio... (ossia Orgia in Famiglia)


di mezzasuora
14.12.2011    |    71.339    |    11 9.3
"“Appoggia qui il piede, così riesco meglio”, disse Mario indicando con lo sguardo la seduta della poltrona..."
Mi sento lo sperma di Mario, il mio compagno, ancora colare lungo le gambe. Umido e appiccicoso. Sono qui al portatile e voglio scrivere cosa mi è successo. Non riesco a crederci. Ha dell’incredibile su cosa è successo l’altra notte…
Vivo con Mario, suo figlio Daniele e mia figlia Monica in un delizioso appartamento in una grande città. Mario, il mio convivente, separato, classe ‘63, è un ruspante insegnante di liceo linguistico. Un galletto in un pollaio con tante galline e troppe oche, come dice lui. Ha i capelli brizzolati, profondi occhi scuri, alto, snello e, cavoli, ispira sesso anche quando dorme e russa. Io ho 46 anni, divorziata, tette che fortunatamente non raccolgono lo sporco a terra, non sono più (ahimè) magra, sono bionda, occhi castani e faccio la direttrice d’orchestra di una nota orchestra sinfonica del Nord Italia. Daniele è il classico truzzo: 18 anni, cavallo dei pantaloni che quasi tocca terra, gel tra i capelli, scarpe Adidas slegate… Studia da geometra, ma il suo sogno è diventare allevatore di cavalli. Ma con il pantaloni che indossa non riuscirebbe nemmeno a montare su un pony, figuriamoci su un cavallo di 150 cm al garrese!!! Mia figlia Monica è la mia vita: 17 anni, secchiona, bionda, non particolarmente attraente (nel senso che non è la classica figona-attira-ragazzi), alta, in carne e tanto tanto intelligente. Come mio marito, professore universitario, e come me.
Tutto iniziò un pomeriggio a pranzo. Io ero a casa a mangiare con Monica (Mario e Daniele erano fuori casa).
“Mamma, voglio perdere la verginità!”, disse mia figlia tutto a un tratto mentre mangiava la pasta.
“Mmh, ma sai cosa comporta ciò? E con chi, scusa?”, non volevo essere acida, ma la cosa mi incuriosiva.
“Con Mario”.
Mio silenzio.
Il boccone mi rimase in bocca. Nemmeno un morso. Era lì, intatto e cicciotto.
“Con il NOSTRO Mario?”, chiesi esterrefatta io.
“Quanti ne conosci, Mami?”, mi rispose lei.
“Ma Mario è il mio compagno, quindi anche il mio uomo in senso stretto”, risposi cercando una scappatoia.
“Mami, non mi prendere per il culo! Lo so che tu e lui fate sesso anche con altre coppie e che siete scambisti. Lo sa anche Daniele… Quindi cosa vi cambia se io faccio sesso con Mario?”, disse.
“Non voglio sapere come lo sai…”, ma come aveva fatto a saperlo?
Finimmo di mangiare la pasta, poi passammo all’insalata con il formaggio e infine al budino. A casa nostra la frutta non entra: o dolci o niente.
Spreparai tavola e mi rintanai in ufficio a studiare una partitura di Vivaldi per l’indomani. Ma avevo altro per la testa.
Passarono diversi giorni, quando una sera io e Mario eravamo davanti alla tv a guardare un dvd di Totò. I ragazzi erano di sopra a finire di studiare. Ad un tratto entrò nel salotto Monica. Era completamente nuda, completamente depilata, senza più un pelo. I suoi capezzoli turgidi rendevano attraenti i suoi seni sodi.
“Ma cosa fai?”, esclamò Mario con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa.
“Voglio fare l’amore con te e voglio che mamma ci guardi”, disse mia figlia, “e mamma sa già tutto, vero Mami?”
Mario mi guardò.
“Cazzo dice ‘sta qui? Tu sei complice di cosa?”, mi disse Mario arrabbiato.
Poi, il suo lato suino ebbe il sopravvento…
“Tu lo sai cosa vuol dire se io e te facciamo sesso?”, chiese il mio compagno.
“Si, lo so. E mi prendo le mie responsabilità”, disse mia figlia.
“Avvicinati, fatti un po’ vedere come tua mamma ti ha fatta”, disse Mario, “Voglio vedere i dettagli del tuo corpo splendido”.
Monica si avvicinò e Mario, stando seduto sulla poltrona, allungò le sue belle mani verso il pube di mia figlia. Con le dita aprì leggermente le grandi labbra.
“Appoggia qui il piede, così riesco meglio”, disse Mario indicando con lo sguardo la seduta della poltrona.
Una vampata di calore mi colse in pieno. Volevo anche io godere…
Il mio uomo fece passare il suo dito disteso dal perineo al monte di Venere di Monica.
“Vedo che sei bella eccitata, bimba mia”, disse lui e si portò il dito al naso per annusare.
“Si , ho voglia di cazzo”, disse Monica e io rimasi sbalordita per il suo linguaggio da scostumata.
Mario si calò i pantaloni e i boxer. Il suo pene era bello rosso e duro.
“Non ti chiedo di prenderlo in bocca, mi sembra ancora presto.”, disse, “ma adesso siediti sopra”.
Mi a figlia si mise a cavalcioni di Mario e cercò di infilare il suo pene nella vagina. Io ero un lago di eccitazione.
“Non riesco, è troppo grosso”, mugugnò Monica e Mario gongolò.
“Stai tranquilla, è la tua prima volta. Rilassati…”, sussurrò Mario.
Il pene affondò nelle viscere di mia figlia. Ringraziai il cielo che qualche mese prima aveva iniziato a prendere la pillola contro una leggera peluria sul viso (che ora era scomparsa). Monica iniziò a muoversi su e giù e il mio uomo, impazzito dalla lussuria, iniziò a giocherellare con le sue tette sode. Mario abbandonò i suoi seni e, infilando una mano tra le cosce di mia figlia, iniziò a titillarle il clitoride.
Io nel frattempo mi ero sfilata i pantaloni e mi stavo masturbando con violenza. L’odore di sesso nella stanza era favoloso. Vidi il corpo di mia figlia irrigidirsi e poi lasciarsi andare, aveva raggiunto il suo primo orgasmo. Monica continuò a scoparsi Mario finchè anche questi venne.
Mi avvicinai a mia figlia. La sua fighetta grondava di sangue, umori e sperma. Iniziai a leccare lungo le sue cosce quel ben di Dio. Dolce e buono.
“Cosa succede qui?”, esclamò Daniele entrando in salotto.
“Cazzo”, disse Mario scioccato.
“Cosa state facendo? Sesso? Un’orgia in famiglia?”, continuò il ragazzo, “e non mi invitate?”
Talis pater…
Si calò i pantaloni e si avvicinò a me.
“Continua a leccarla, io adesso ti faccio un po’ di festa…”, disse Daniele.
Mi misi alla pecorina perché avesse una visuale migliore del mio didietro.
Uno sputo tra le mani, un colpo di reni e il pene enorme (più di quello del padre) mi sfondò l’ano.
“Adesso ti faccio godere io!”, disse il ragazzo e iniziò a spingere il suo tir nel mio intestino.
Monica si allontanò da me e Mario ne approfittò per infilarmi il suo pene ancora fradicio di umori, sperma e sangue nella mia bocca. Stavo facendo sesso con padre e figlio… Daniele si appoggiò col busto sul mio corpo e mi iniziò a titillare il clitoride. Poi, e la cosa mi dispiacque, afferrò le mie tette con violenza, sempre continuando a spingere il suo bolide dentro di me. Io continuavo a pulire con la lingua e la bocca il pene di suo padre (che era molto lontano dall’irrigidirsi).
Daniele sfilò il suo cazzo dal mio culetto e lo portò nella mia fighetta. Era calda, accogliente e umida. Mmmh, favoloso… Daniele spingeva con la stessa forza di un toro da monta.
“Oddio… scopami con violenza!”, dissi al ragazzo e lui diede un colpo deciso. Rimasi senza fiato. Tolse il suo gingillo e me lo riinfilò nell’ano.
“Non voglio venirti dentro… Ma quanto sei troia?”, disse Daniele.
Mario si allontanò da me e si coricò sul tappeto.
“Vieni qui, Moni, che ti pulisco un po’”, disse Mario e mia figlia, intuendo cosa il mio compagno voleva farle, si mise con la figa sopra il viso del mio amato.
Daniele vide la scena e, dopo pochi colpi, venne. Mi riempì l’intestino del suo seme abbondante. Io cercai di sollevarmi in piedi, ma un dito mi si infilò nell’intestino.
“Così non coli”, era Daniele che mi stava tappando il buchetto santo perché non sporcassi. Che ometto di casa!
Mario continuava a lappare la fighetta di mia figlia.
“Basta, smetti… Mi sento strana…”, mugugnò mia figlia.
“E’ perché stai per venire di nuovo!”, disse Mario.
Mia figlia si irrigidì e raggiunse l’orgasmo, probabilmente più intenso di prima. Vidi gli umori della ragazza colare lungo il viso del mio compagno che, goloso come pochi, continuava a leccare la sua fighetta.
“Dio mio… che libidine!”, esclamò Monica e si accasciò sul tappeto a fianco di Mario.
“Sono stanco morto!”, disse Daniele “ora vado a dormire”. Mi stampò un bacio sulla bocca e lo seguii nel suo letto per vedere se riuscivo a combinare ancora qualcosetta…
Mario si alzò, afferrò la coperta dal divano e si coricò sul tappeto a fianco di mia figlia. Si coprirono e restarono abbracciati nudi fino all’indomani.
Al mattino mi alzai dopo aver condiviso il lettone con Daniele (e aver fatto un bel 69 prima di scendere). Vidi mia figlia addormentata a fianco di Mario. Il mio compagno era sveglio e mi sorrise.
“Fantastico, ragazza mia!”, disse.
Vidi che aveva un’erezione enorme e lo presi per la mano. Mi misi alla pecorina stando sopra il divano.
“Ora scopami… Ho voglia solo del tuo cazzo!”,dissi piano per non svegliare mia figlia.
“Non vedevo l’ora di incontrare di nuovo la tua fregna!”, sussurrò lui.
Mario mi infilò il suo cazzone in vagina.
Dio… che piacere immenso!
“Ma di nuovo? Ma non siete mai sazi?”, esclamò Daniele entrando in salotto.
“Taci!”, gli disse suo padre e il ragazzo tornò in camera sua. Mia figlia, oramai sveglia, stette a guardare sua madre che veniva scopata dal compagno.
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