La Cena

Grazie a mio padre, ormai ero diventata una brava donnina di casa, giravo in tacchi e mini abiti, facendo le faccende domestiche: pulivo, cucinavo sempre in versione sexy e mio ladre al bisogno mi prendeva e si faceva svuotare. Un giorno mi disse che aveva invitato amici a casa e che dovevo preparare una cena succulenta per sei. Mi disse che dovevo servirli vestita in abiti succinti con autoreggenti, minigonna, tacchi a spillo e con un plug nel culetto. Poi mi disse che durante la cena avrei dovuto allietare gli ospiti ed una volta serviti i pasti sarei dovuta sgattaiolare sotto il tavolo per fare dei lavoretti di bocca ad ognuno di loro mentre erano intenti a cenare.
Presto arrivò il giorno della Cena, mi vestii e truccai di tutto punto fino al momento in cui sentii suonare il campanello.
Andai ad aprire e mi si presentò davanti un bel maschio alto e massiccio.
"Piacere io sono Remo" mi disse " tu dovresti essere la famosa Nicole giusto? Sei ancora meglio di come tuo padre ti ha descritta".
Lo accompagnai in sala e lungo il corridoio le sue mani palpavano le mie natiche e mi spingevano indietro verso di lui fino al punto di appoggiarmi col culetto sulla sua nerchia già dura. "Ti faremo una bella festa! " - sussurò. Di lì a poco arrivarono tutti e sei gli amici e dopo un brindisi di benvenuto si sedettero a tavola. Iniziai a servire le pietanze a quell'allegro gruppo che non perdeva tempo di palmare, tastare ed entrare con le dita nei miei pertugi. Poi con un occhiolino mio padre mi fece capire che era ora di fare il mio dovere e mi inginocchiai sotto al tavolo. Iniziai a slacciare la patta del primo ospite e la sorpresa che si presentò davanti fu molto gradita: un arnese bello largo che iniziai a spompinare avidamente, gli ospiti intanto chiacchieravano del piu e del meno e le risate si alternavano a mugolii di piacere che i maschi emettavano grazie ai lavoretti di bocca che facevo. Presto assaggiai tutti i cazzoni e poi decisi che era giunta l'ora che anche io dovevo fare cena. A turno svuotai i sei cazzoni più quello di mio padre, ingoiai tanta buona sborra che mi saziò abbondantemente. I maschi ansimavano, gridavano chiamandomi con epiteti da prostituta. Li feci schizzare tutti e poi offrii loro il dessert: la mia fichetta anala slabbrata dal plug. Loro oemai di nuovo carichi iniziarono a turno a scoparmi a gambe aperte sulla tavola imbandita, mio padre li incentivava ad inseminarmi e così fecero. Remo fu l' ultimo mi prese in braccio e mi scopò in piedi mentre ero aggrappata al suo collo. In quella posizione la sborra degli altri maschi che avevo nel culo colava dal buco e lui nel vedere ciò non riuscì a trattenersi. ORMAI ERO ANCHE SUA!