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Storia di Vanna 2


di forrestsherman
13.05.2021    |    6.409    |    0 8.1
"Io ero abbarbicata all'amica con gli occhi spalancati godendo il cazzo che mi penetrava sempre più forte e assecondavo i colpi col bacino tanto che lo sgabello..."
"La troietta e' tornata" mormorava il paese, ma in parte si sbagliavano.
Ormai mi ero rassegnata che Francesco era di Teresa, e iniziai a fare coppia fissa con Dani , e le malelingue restarono a bocca asciutta.
I mesi intanto volarono tra lavoro e scuola, e fu così che tra alti e bassi totalmente naturali arrivai al giorno del mio diciottesimo compleanno.
Fu organizzata una bellissima festa nel locale di Dani , ma soprattutto fu per me il classico inizio: patente, indipendenza e...possibilità di essere totalmente libera di ricevere il piacere dei maschi, il seme del mio uomo nel posto dove esso dovrebbe depositarsi...
Non ci furono particolari problemi ad ottenere dal dottore ciò che volevo, e nel giro di pochi giorni il mio uomo iniziò con foga e piacere a riempire la mia vagina di quantità di sperma.
Adoravo, e adoro tuttora il sentire il liquido della persona con cui fai sesso scorrere nella zona di massima intimità, sentire quel calore umido che invade il ventre.
Tutto sembrava perfetto, però il problema era con non ero innamorata di Dani, e lui non mi bastava, cercavo sempre qualche emozione in più ....
Per esempio, il biondino che consegnava la birra mi attirava. Approfittando del fatto che al mattino Danilo andava in paese in banca eccetera, io lo aspettavo in magazzino
Mi vestivo sexy, con una mini e una maglietta nera, e gli stivali.
Mentre scaricava la birra mi sedevo sulla panchetta . lui mi si sedeva di fronte, bevevamo una o due birre, poi gli tiravo fuori il cazzo, aveva imparato e non metteva gli slip, e mi toccava scostando i miei sotto la mini.
Aveva un cazzo grosso, ci masturbavamo a vicenda, poi glielo succhiavo, e poi mi sdraiavo sulla panca, lui mi leccava e quando ero tutta in calore gli saltavo addosso e mi facevo penetrare, poi mi giravo lo prendevo da dietro.
Era talmente grosso che credevo di morire , mi scopava in piedi, da dietro, stringendomi i capezzoli.
Mi martoriavo la figa e iniziavo a godere pisciando e, quando venivo, dovevo squirtare fuori la birra appena bevuta, poi mi giravo e lo facevo venire di bocca, ingoiando tutto.
Lui poi si rivestiva e scappava lasciandomi a pulire per terra il risultato dei miei orgasmi sul pavimento del magazzino.
Penso che lui si vantasse di quelle scopate perché venivano al bar sempre maschi nuovi che mi guardavano con curiosità, ma io di facciata volevo un bene enorme a Dani, ero la sua compagna e non davo confidenza a tutti.
Certo non sentivo di appartenergli, forse perché ero convinta che la cosa fosse reciproca.

Trascorsero così i mesi e le stagioni successive, il lavoro andava a gonfie vele e di conseguenza anche gli affari, e la nostra relazione era su un binario piuttosto standard, ma mi rendevo conto che il mio corpo attraeva, ed ero ancor più consapevole che il coltello dalla parte del manico lo avevo io, con quella cosa in mezzo alle gambe che mi permetteva di scegliere e decidere se, quando e chi poteva giocarci.
Dani a volte pareva geloso delle dicerie che giravano attorno alla mia propensione per i maschi, ma riuscivo a tenerlo a bada, raramente la cosa degenerava in litigi, e poi lavorando a stretto contatto era piuttosto semplice farlo tornare tranquillo con un pompino sotto il bancone del bar.
Sempre con discrezione, tuttavia non mi facevo mancare delle opportunità di distrarmi con i compagni di scuola o con qualche villeggiante.
Per celebrare la maggiore età, con una quindicina tra ragazzi e ragazze dello stesso anno di nascita, alcuni compagni di scuola e altri della stessa leva, si organizzò coi una festa in una baita sui monti vicini.
Raggiungemmo il casale nel tardo pomeriggio e iniziammo a brindare e cucinare. La serata fu molto piacevole, tra dialoghi intelligenti, sciocchi, risate...e vino e birra a volontà. Piano piano l'atmosfera si fece più audace, e iniziò a girare un po’ di fumo che, unito all’alcool fece salire la temperatura e diminuire le inibizioni. Ma gli scherzi e le mani addosso a noi ragazze all’inizio furono entro limiti di decenza.
Poi facemmo quel gioco coi numeri da estrarre, i pari ai maschi e i dispari alle femmine.
Fu un gran bella nottata, imparai molte cose e soprattutto a conoscere meglio le mie amiche. Vidi Marika, sdraiata a un metro da me a gambe nude, completamente divaricate, con la testa di un ragazzo, Walter, tra le sue cosce. Mentre Walter le scopava la figa con la lingua, la mia amica, normalmente così fine e misurata, era completamente fuori controllo. La cosa si consumò in breve tempo, lui le si mise sopra, la penetro' e dopo pochi minuti venne con tanto di gemiti e insulti, e lei non fu da meno.
Vidi Laura, la timiduccia della classe, che sorrideva, non sapevo perché. Forse voleva vedere se il suo fidanzato Giulio che era stato estratto per accoppiarsi con Cristina, sarebbe stato all’altezza delle sue vanterie, che faceva con lei, di essere un grande amatore. 
Cristina, la prima della classe, era seduta con la camicetta slacciata e la mini gonna un pò su che lasciva vedere le cosce vellutate da calze autoreggenti . Giulio si sedette vicino, lei si avvinghiò a lui, gli sbottonò la camicia , lo baciò sul collo iniziando a succhiare, poi lo leccò sui capezzoli e si insinuò sotto l’ascella. Lui lasciò fare e si fece guidare la mano sul reggiseno, che sollevò senza poterlo slacciare, in modo che i seni scappassero di sotto e iniziò a giocherellare coi capezzoli che si stavano gonfiando.  Con l’altra mano accarezzò il dorso delle cosce giungendo al confine delle calze, e insinuò il dito dal bordo e fin dentro la fica, lei ebbe un sussulto, strinse le gambe ma ormai la mano era in mezzo e due dita iniziarono a muoversi causando un piacere nuovo, e lei venne sbrodolandosi gemendo.

Poi si staccò dall’ascella e scese sul petto leccando fino ad incontrare i jeans e, sbottonandoli, aprì la patta, trovando il pisello durissimo, lo estrasse dal sopra dell’elastico, e con la mano alla base pompava le palle. Poi si chinò a baciarlo e con la bocca succhiò finchè lui eiaculò abbondantemente dicendo “ahh…mi fai…dai…sii..vengo vengo..”Tutti quelli intorno che erano rimasti immobili a guardare si eccitarono, alcuni si erano stretti il pisello e alcune si stavano accarezzando la fica sopra la gonna o i jeans…
Cristina, sentendosi la bocca piena di liquido salino la ingoiò, ma aveva la mano di lui fino in fondo alla fica e le premeva il clitoride con il pollice e venne improvvisamente con un doppio orgasmo gemendo, con la sua vocina: “mmhhhmhhh…mi piacee , mi pia-ce..“

Daniela si era tolta il reggiseno, sentendo i mugolii di Cristina, e si accarezzava le tette, e quando Marco le fu vicino, gli portò la mano a palparla, e a farle ballare le tette, e faceva ingelosire Mimmo, che comunque doveva stare buono, avendo accettato le regole del gioco, ma comuqne, preso dall’eccitazione nel vedere Marco che faceva ballare le tette della sua ragazza, Mimmo disse “ io sono il 6 ed estraggo..” si avvicinò all’urna..” la ….Cinque!” che era abbinato a Paola ,che era in cucina e aspettava seduta sul tavolo, se era tolta gli slip , le piaceva Mimmo, che era stato con lei diverse volte e l’aveva scopata benissimo, ma poi quella troia di Sofia, che, secondo lei e secondo molti, era ninfomane, glielo aveva soffiato. Paola era morbosa, spesso li spiava quando limonavano in discoteca e perfino una volta li aveva seguiti di nascosto, vedendoli scopare in macchina. Lei era una che la dava facilmente, tutti si ricordavano di una volta in discoteca che si fece trombare da un buttafuori nel bagno dei maschi, e qualcuno era entrato e l’aveva sentita miagolare, aveva guardato sopra il muro e l’aveva vista essere scopata da dietro da un grosso ragazzone, e poi aveva ovviamente diffuso la notizia a tutti. 

Paola disse “ ti piacciono le troie eh?.. sono diventata troia anch’io se vuoi provare” e così dicendo gli sbottonò i pantaloni ed estrasse il cazzo, e glielo menava con risoluta gentilezza. e lo spompinava come un aspirapolvere”
Lui era eccitato e le toccò le tette e lei guidò il suo cazzo nella figa dicendo “ohhh ti voglio…. scopami… sono bagnata ….vienimi dentro…”
E lui diceva “ sii...troia lo so…vuoi il mio uccello...il più bello…te lo do...te.lo do… a te…Sofia l’ha allenato…prendilo”
Laura si era eccitata e disse “ ora pesco io, che sono la 7 , e io ne voglio due !!” ed estrasse Carlo e Federico Nessuno ebbe nulla in contrario visto che si era in 13 e si era già dato per scontato che due maschi avrebbero dovuto fare godere una singola femmina 
Lei aveva i blue jeans stretti che facevano vedere lo spacco e le tette ormai nude, in quanto si era tolta maglietta e reggiseno per accarezzarsi i capezzoli ed eccitarsi, vedendo e sentendo gli altri che amoreggiavano. Quando Carlo si avvicinò, subito gli prese la mano e la portò alle tette, e anche lui, che era vestito, iniziò a palpargliele con due mani con moto circolare e le avvicinò la bocca al collo per baciarlo. Intanto anche Federico, chiamato in più, si era avvicinato ai due e lei lo tastò sui pantaloni sentendo che era già duro e le pareva anche piuttosto dotato. Carlo si spogliò completamente e quando le si riavvicino entrando nudo nelle sue gambe coperte dai jeans per baciarla sul seno il suo coso forzo la stoffa proprio in vicinanza della sua figa. Federico con la mano le sbottonò i jeans e lei si sollevò per tirarseli giù, e con essi vennero a metà anche gli slip e lei resto un po’ legata alle caviglie dalla sua roba, il che non le impedì di aprire le cosce e a quel punto Carlo salendo con le ginocchia sui pantaloni di lei abbassati trovò facile infilarle il cazzo diritto nella figa che si stava inumidendo. 
Lei si lecco una mano e umettò il pisello, ed emise un gemito mentre lui forzava dentro di lei e Federico inginocchiatosi sul tavolo le porgeva il suo pisello duro e lei lo prese in bocca . La durezza del cazzo che la penetrava, la lingua di lui che non smetteva di stimolare i capezzoli, il pisello di Federico nella sua bocca, le fecero dire frasi smozzicate, che riusciva a dir estraendo il pisello che le riempiva la bocca… “ noo…no… mi fate godere… dai ..dai…sei forte …che lungo .... .. che duro …. che cazzo… ohh…. vai in fondo vai…. noo non farlo uscire …..!” e premeva le palle di Carlo con una mano e quelle di Federico con l’altra.Le gambe immobilizzate dai pantaloni le sembravano i filo di “bondage” e Federico contorcendosi le toccava il clitoride e lo eccitava con furia e diceva “sei una troia …..lo sapevo che ti sarebbe piaciuto…..avere due cazzi da gestire..”
Carlo la stantuffava con lentezza e precisione lei diceva “ adesso in fondo dai colpiscimi ….mi piaaaace… Fede te lo succhio dai dai sborra anche tu …..scaldami”! e lui diceva..” finalmente …. Prendi…. vengo …vengo … sborro “ e le sborrò dentro inondandola mentre anche Federico veniva sulle sue tette e anche lei godeva con tremiti soffocati.
Mentre succedeva questo Lucia urlò, sopra i gemiti, il suo numero e il numero estratto che era Massimo, l’ex fidanzato di Isabella. Lucia era un poetessa, e la chiamavano così, faceva tutte le cose in modo aulico, non si scaldava subito, e sempre per ragioni più romantiche che prettamente fisiche. Partecipava al gioco per vedere se poteva trovare un appagamento anche fisico, ma cercava un appagamento spirituale, era iscritta a diversi gruppi di Yoga e meditazione. Non era troppo eccitata, era single per un amore finito male, ma la situazione non poteva non farle dimenticare i suoi guai . Quando Massimo le si avvicinò, lei lo abbracciò da dietro, le sue mani corsero lungo il suo corpo, s'insinuano sotto i vestiti, le sue labbra baciavano il collo di lui, la lingua guizzava su di esso. 

Massimo non esitò, con le mani le prese i seni, li estrasse dalla camicetta sfiorano i capezzoli, sempre più ritti e vogliosi, continuando carezze, lente e studiate, poi con la mano che doveva tenere dietro il suo corpo, trovò la via tra le gambe di lei e sotto la gonna di lanetta arrivò alle mutandine.Poi si girò, la masturbò lentamente, la spinse su una poltrona, la spogliò, sfilò le mutandine. 

Con la bocca si gettò sul sesso, la lingua guizzava, rapidissima, da destra a sinistra, mentre esplorava contemporaneamente dall'alto in basso tutto il sesso, della poetessa, profumato di femmina... Si fermò sul clitoride, fin quasi a farla godere, si fermò sentendo che vibrava,... il sapore cambiava rapidamente, capiva che il suo piacere era vicinissimo, indugiò, ma poi la fece venire.

La Poetessa si irrigidì , strinse le cosce sulla faccia di lui, e poi le lasciò andare di colpo, godendo nella sua bocca. Massimo infilo dentro la lingua, sollevando le gambe con un braccio per entrare dentro di lei . Posò le sue caviglie sulle spalle e la penetrò, fino a toccarle il fondo. La scopò a lungo, variando il ritmo per darle il massimo piacere, faceva roteare il bacino per toccarla dentro in ogni punto.La Poetessa prese il membro di Massimo ancora duro tra le tue labbra. lo fece sborrare e gustò le ultime gocce di seme ancora rimaste. 

Edoardo estrasse Isabella , una mora alta, sempre un po’ “prude, una bella ragazza bruna, alta, belle gambe, due labbra un po’ pretesa, da baciare, ma si sapeva che aveva rifiutato sempre tutti i pretendenti, dicendo che lei era un ragazza pura, che era educata dalle suore, che aspettava in vero grande amore, e nessuno se l’era mai fatta, nella compagnia.
Si vede che aveva cambiato idea, con Edo, perché lo attirò a se, stando semisdraiata su un divano, e lui iniziò a spogliarla lentamente iniziando dalla camicetta, poi il reggiseno, aveva una bellissima collana di perle che creava un contrasto stupendo con la sua pelle e che si adagiava perfettamente sulle sue tette.

Le tolse anche la gonna e vide che indossava delle autoreggenti e un minuscolo perizoma che a stento conteneva la sua figona...lo sfilò e si mise a cavalcioni su di lei. Le incrociò le mani sulla testa e prese a succhiarle i capezzoli che già erano molto sensibili, lei iniziò ad ansimare forte...godeva già anche solo succhiandola.Le allargò le gambe e la penetrò in un lago di umori, poi prese a pompare come un forsennato, tanto che a volte il suo cazzo scivolava fuori e nel rimetterlo spesso sbagliava buco ma senza penetrarla...vedevo comunque che le piaceva e senza chiedere se l'avesse mai fatto le alzò le gambe sulle sue spalle puntò al buchetto e con un colpo secco, anche facilitato dall'abbondante lubrificazione che le era colato sull'ano, glielo spinse tutto dentro...

Ma Isabella era vergine lì! … cacciò un urlo disumano e tentò di svincolarsi…Edo con dolcezza le disse "..stai calma...ora passa e godrai.." e stette fermo per un pò per lasciarla abituare, poi riprese a pompare lentamente e più pompavo più lei si adattava...Nel frattempo le infilò un pollice in fica mentre con un dito massaggiava il clitoride...Isabella iniziò ad ansimare forte, sempre più forte e a dimenare la testa da un lato all'altro, dicendo parole sconnesse, "spingi....di più...dammelo tutto...spaccami tutta"...Finchè ebbe un forte orgasmo come non le era mai capitato.

Edo se ne accorse e le lascò il tempo di riprendersi, era rossa in viso ed ansimava..."E' stato bellissimo....ma potevi avvertirmi...non ero preparata", "Ti ho fatta male?" "Un pò", rispose, "ma ora sto bene...", "lo tolgo?" "...sei pazzo?, lascialo lì dov'è". Infatti lui era ancora duro dentro di lei e senza uscire se la mise sopra.
Ero eccitata a vedere lo spettacolo di Isabella, la perfettina, inculata e con la fica aperta...indifesa, violata.
Ero eccitata e ubriaca quando venni estratta col numero 11 mi accorsi che un ragazzo che non avevo mai considerato, non gli avevo neanche parlato, Stefano, lo vedevo in discoteca. E aveva preso il mio numero! Lui mi sussurrò "Adesso scopiamo, vediamo se sei troietta come dicono".

Immediatamente cercai di dire che non mi piaceva questo approccio, ma ero troppo intontita e il fisico di quel maschio era troppo più forte di me. Con l'altra mano mi sbottonò i pantaloni mentre con le gambe teneva ferme le mie.. Mi abbassò i pantaloni e me li sfilò solo in una gamba. Le mutande vennero strappate con forza e in un colpo solo e con forza mi fece aprire le gambe, col movimento delle sue.

Ero prigioniera, aperta, indifesa, e sentii la punta del suo cazzo che puntava sulla mia vagina. Non rimase lì molto. Un colpo secco ed entrò, anche perché ero un po’ lubrificata dall’eccitazione di tutte le scene viste

Con lo sconosciuto mi sentivo violentata ma il mio corpo, dava segni di piacere, scostandosi da quel che il cervello cercava inutilmente di imporre. " ti piace , Vanna…ah, è vero quel che si dice in giro, che sei una ninfomane.." e sentii il suo cazzo fermarsi, pulsare e scaricare. “Ho preso la pillola..! “ Pensai, si fermò dentro di me, col suo membro che non dava segni di cedimento, e riprese a spingere, nella sua sborra e nei miei vergognosi umori.
Ad un tratto lo sfilò, mi mise supina, divaricò nuovamente le mie gambe e lo appoggio al mio sfintere. Senza ritegno lo infilò nel mio culetto. Non trovò molta resistenza dato quello che era successo con Dani e disse "ma guarda guarda, la Vanna è esperta anche dietro...". Stavo godendo ancora come una pazza, sentivo il mio liquido uscire dalla mia figa, mischiato e macchiato dallo sperma che avevo in corpo. E intanto il mio lato B era martoriato dai violenti colpi del ragazzo. Dopo un tempo eterno lo sentii svuotarsi per la seconda volta dentro di me.
Non sapevo se piangere o sorridere, se sentirmi troia per aver goduto o vittima di violenza. Tra questi pensieri, sopraffatta da stanchezza e tutto ciò che avevo bevuto e fumato, mi addormentai, con rivoli di sborra che colavano da entrambi i miei buchi....
Il giorno che scendemmo tutti facevano finta che non fosse successo nulla, le coppie si ripresero o si separarono, io sperai che Stefano, non restasse il mio "gioco" di una notte,in sostanza, mi ero preso una bella cotta per lui. Gli lasciai i miei contatti e infatti poco dopo, una sera, intenta come al solito a lavorare con Dani dietro al bancone del bar, sentii una voce non nuova "ciao, per favore potremmo avere due birre?".
Restai un secondo immobile, alzai leggermente la testa e i miei occhietti videro due ragazzi, di cui uno era proprio Stefano...
Mi diedi subito della cretina ad avergli detto cosa facevo, ma lui mi sorrise con quel volto leggermente ambrato e quei denti bianchissimi, splendenti che feci a malapena in tempo a borbottare "su-subito, ciao" che mi bagnai istantaneamente.
Il cielo volle che Dani non si fosse accorto di nulla, data la quantità di gente e di lavoro, ma io ero in crisi nera.
Stefano passò delle ore seduto al banco, approfittando di ogni volta che gli passavo davanti per chiedermi come stavo, dirmi che ero bella, che gli sono mancata....ma io stavo per mancare !!!! , la mia patatina ventre scoppiava di calore e di umori e il mio cervello cercava di simulare indifferenza.
Lo strazio ebbe fine verso l'una di notte quando il mio spasimante e oggetto di desiderio carnale, se ne andò con un suadente "a domani" che mi sciolse le membra, e poco dopo chiudemmo.
Quella notte mi feci montare come una puledra, anzi montai io Dani pensando che fosse Stefano.
Volevo sesso selvaggio, dovevo placare e forse anche punire il mio corpo. Lo feci venire quattro volte, in ogni mio buco...all'alba avevo fighetta e culetto aperti e in fiamme, pieni del suo seme, la bocca avida che per ben due volte si era dissetata del suo sperma e ne voleva ancora.
Dani era distrutto ma io non mi sarei fermata per niente al mondo. Così lo costrinsi a praticarmi del sesso orale e penetrarmi con le dita di entrambe le mani sia davanti che dietro. Esplosi in svariati orgasmi, ero indemoniata, quando improvvisamente fui sopraffatta dal sonno e nuda crollai a letto al suo fianco mentre colavo la sua sborra .
Da quando si era diffusa la voce che ero poco seria l'atteggiamento di molti ragazzi e anche uomini maturi e di molte donne cambiarono
Alcune ragazze che condividevano la mia stessa passione per il sesso mi divennero più amiche a iniziai a condividere le loro storie
C'era Valeria, quella grassottella che, dopo una storia in auto in cui i due l’avevano sverginata, aveva continuato ad andare in discoteca, spesso scopava sui divani e ormai era una abitue' delle scopate e pompini nel parcheggio
Poi Marta che voleva fare l'attrice hard, ma incontrava sempre finti produttori e registi che le facevano fare provini che si concludevano sempre con docce di sborra su di lei e nessun contratto
Poi Michela che quando andava al mare aveva la iniziato a fare pompini ai marinai del battello turistico e poi in una cabina dello stabilimento balneare.
Una sera avevo un mini di pelle ed ero seduta proprio con Marta al bancone del bar della discoteca .
Il barman ci aveva chiesto cosa volessimo, avevamo iniziato con “ due dayquiri, grazie!” e poi lui ci passò gratis due o tre altri drink, disse" sono pagati da un ammiratore!" e noi non ci chiedemmo chi era, eravamo un po’ brille, ci stavamo scambiando pettegolezzi e racconti piccanti. Mi raccontava l'ultimo provino cui era stata invitata, e che poi il fotografo l'aveva scopata, e come compagne di venture, ci siamo anche baciate sulla bocca, ridendo...
Poi, stavamo per andarcene a casa, quando come in un sogno, arrivò proprio lui, Stefano! Quello che mi aveva fatto godere la notte della festa di leva.Si avvicinò da dietro e a sorpresa mi disse “ciao Vanna bellissima! Che gioia vederti qui! come stai! “mi accarezzo leggermente il seno e si mise dietro di me. Io rimasi shockata, era tanto che desideravo rivederlo, e avevo sognato spesso di fare l’amore con lui, ma, in quell’ambiente, mi sentii imbarazzata e cercavo di coprirmi le cosce che uscivano quasi tutte dalla mini, lasciando intravedere l'elastico delle calze.
Mi sussurrò all’orecchio “ che figa! mi fa morire!” e mi si mise proprio dietro, baciandomi sul collo, e palpandomi i seni sopra la camicetta . "Sono io che vi ho offerto da bere.."
Michela sgranava gli occhi a vedere che lasciavo fare quelle cose in pubblico ad uno che lei pensava sconosciuto…ma poi le sussurrai “è lui quello della leva..” di cui e avevo raccontato le esperienze, sorrise e distolse gli occhi, attirando l'attenzione di un altro avventore che le si avvicinò al bancone del bar, senza dirle nulla.
Ero preoccupata di dare spettacolo, non sapevo chi ci fosse tra la folla, sapevo che Dani non c’era, ma molti suoi amici avrebbero potuto riferirgli, ma mi stavo eccitando troppo per le pesanti attenzioni di Stefano...mi si rivoltarono gli occhi mentre lui mi accarezzava sui seni e proprio per aiutarlo a prenderli bene e sentirli, mi sporsi un pò in avanti trattenuta dalle mani di lui che mi trattenevano il busto, e così la mini mi si sollevò sul sedere, e la figa si espose agli occhi di tutti velata solo dal sottile filo del tanga.
Stefano, approfittando della confusione, si avvicinò alla mia figa che era proprio all'altezza del suo inguine e mi sentii scostare il tanga e sentii il suo cazzo penetrarmi, facilitato da come mi ero bagnata.
Mi sentii improvvisamente in bilico tra la vergogna essere scopata in pubblico in un locale e la voglia di godermi il cazzo di Stefano che mi piaceva da impazzire.
Strabuzzai gli occhi e mi piegai in avanti verso l’amica e vidi che un ragazzo che non conoscevo le teneva il braccio sulle spalle.
Michela mi aiutò a resistere baciandomi, mentre Stefano mi pompava e io gli toccavo con la mano il cazzo dietro di me, cercando di assecondare quello che stava per farmi, e così girai la faccia e lui mi baciò con la lingua . Il barman guardava con indifferenza asciugando uno shaker, l'amica mi teneva tra le braccia e quando io smisi di baciare Stefano che mi stava scopando, iniziò a slinguarla , toccandola tra le cosce aperte, e guardava me, dopo essersi tirato fuori il cazzo e tenendolo in mano.
Io ero abbarbicata all'amica con gli occhi spalancati godendo il cazzo che mi penetrava sempre più forte e assecondavo i colpi col bacino tanto che lo sgabello si inclinava pericolosamente. La vista dei quel sesso mi eccitò ulteriormente e presa da una frenesia erotica e, sorretta da Michela, mi spinsi e presi in bocca quell’arnese duro.
Ormai fuori di me, ero appoggiata allo sgabello con la gonna sollevate e tutta piegata in due con il cazzo di Stefano che usciva dai pantaloni dentro la figa, che andava e veniva , abbracciata all’amica, succhiando il di uno sconosciuto che intanto le baciava il collo e aveva tirato fuori un seno dall'elegante vestito e ne spremeva il capezzolo indurito, poi con l’altra mano raggiunse la figa di Michela e la masturbava .
In quel momento non avevo certo attenzione perché stavo venendo come una cagna, e sentivo il cazzo di Stefano riempirmi la pancia e poco dopo quello che succhiavo mi spruzzò in bocca e in faccia e sporcò la coscia di Michela.
Lei sapeva che ero così fuori che avrei voluto leccargliela e si protese un po' sullo sgabello perché potessi farlo-
Quando lo feci le vidi che le dita dell’uomo le tenevano aperta e oscenamente esposta a tutti la figa, da cui colavano umori sullo sgabello nero e per terra.
Cinque o sei avventori che stavano slinguandosi tra maschio e femmina e due coppie di donne guardavano il gratuito spettacolo. Qualcuno aveva tirato fuori l’i-phone e filmava, ma io non me ne accorsi in quel momento, l’avrei saputo dopo…
Passò una camerierina in super miniabito e si accosciò a pulire con uno straccetto, mostrando le chiappe e la figa trattenuta da slip dorati.
Tutti noi che avevamo dato spettacolo cercammo di riprenderci e ci ricomponemmo, mentre i voyer si disperdevano tra la folla della discoteca.
Ordinammo dei liquori forti e Stefano mi presentò lo sconosciuto di cui avevo succhiato il cazzo, come un suo amico fidato, Gianni.
Si erano fatte le cinque e ci salutammo con la promessa di rivederci al più presto.



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