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Cose che capitano in Africa


di forrestsherman
14.05.2021    |    3.227    |    0 8.0
"Eravamo in viaggio in comitiva in uno stato del nord africa…..."
Eravamo in viaggio in comitiva in uno stato del nord africa…..io ero con una ragazza che stava con me da poco, Nadia, che era partita con il suo fidanzato me che poi si erano lasciati e era venuta nella tenda a dormire con me, mentre la mia fidanzata si era messa con un amico dopo una notte un po’ focosa in tre nella mia tenda.
Io e lei flirtavano normalmente ma penso che io non la attiravo particolarmente come fisico, ero basso, magro coi capelli ricci e gli occhiali, ero un perfezionsta pignolo e questo le dava sui nervi.
A me invece lei era sempre piaciuta per quel sto modo di ridere con aria scanzonata e di subire in modo scanzonato le allusioni sessuali che facevo al suo sedere e alle sue tette .
Lei era una che la dava facilmente, in discoteca si faceva trombare anche da tre ogni sera.
Dato che l’armonia nelle decisioni non regnava nel gruppo e c’erano tensioni in seguito a questi scambi di coppia, giunti nei pressi di un fiume un traghetto Bac poteva portare solo una macchina alla volta e ci fu confusione su chi doveva stare con chi in quel tratto, io avrei dovuto stare con la mia fidanzata che però preferì l’altra auto con sopra quell’amico con cui si era messa, e la fidanzata di questo era gelosa e incazzata e si infilò nella mia Land Rover e mi disse di aspettare, così perdemmo il passaggio e venne la notte rapida data la longitudine equatoriale.
Dovemmo dormire in macchina sul fiume, fino all’alba, sotto una pianta all’ombra, chiusi dentro per le zanzare, ma gli scomodi sedili non ci impedirono di spingerci oltre, forse perché l’idea di provare cosa sapevo fare io, il “precisetti”, come diceva lei, la incuriosiva.
Per dormire in auto lei si era tolta il reggiseno e se ne stava li coi bluejeans stretti che facevano vedere lo spacco e le tette nude.
Io timidamente mi appoggiai, e parlavo del suo ragazzo che lei avrebbe fatto ingelosire ……poi mi si avvicinò e mi prese la mano e la portò alle tette, e io gliele palpavo con due mani con moto circolare e le avvicinai la bocca al collo per baciarla.
Il trattamento pur banale le fece venire la pelle d’oca e il calore della mani sulle tette risvegliò in lei un certo “allupamento” anche se la situazione era un po’ imbarazzante e lei era ancora fredda e quasi ridendo mi tastò sui pantaloni , poi il suo interesse si destò sentendo che lui era bello duro, e a poco a poco mi fece spogliare completamente e quando mi riavvicinai, entrando nudo nelle sue gambe coperte dai jeans per baciarla sule seno il mio coso forzò la stoffa proprio in vicinanza della sua figa.
Allora lei si sbottonò i jeans e si sollevò per turarseli giù, e con loro vennero a metà anche gli slip e lei resto un po’ legata alle caviglie dalla sua roba, il che non le impedì di aprire le cosce e a quel punto io salendo con le ginocchia sui pantaloni di lei abbassati trovai facile infilarle il pisello diritto nella figa che si stava inumidendo.
Lei si leccò un amano e umettò il pisello e sentendolo entrare disse che il mio pisello era lunghissimo, più di quello del buttafuori che aveva scopato alla discoteca.
La piacevolezza della situazione ed il senso di libertà, ci indussero a finire in una masturbazione di lei fino al suo orgasmo e in un pompino suo fino al mio.
All’alba il Bac riprese il servizio e un grosso nero maneggiò la fune e ci traghettò, ma gli altri non ci avevano aspettato e così ci perdemmo rispetto agli altri, non funzionavano neppure i messaggi telefonici e pensavamo di trovarci poi alla prossima cittadina dove loro pensavamo che avessero passato la notte, ma dovevamo passare una frontiera da soli.
A questo punto per fare più in fretta e ritrovarci nella città più vicina prendemmo una strada secondaria non asfaltata che non sapevamo che passava attraverso uno staterello confinante e che non era in buona armonia con quello per il quale avevamo i visti.
La strada secondaria, era nella foresta e quando trovammo la dogana tra i due stati africani in mezzo ad una radura avevamo già perso divere ore e pensammo che fosse impossibile tornare indietro, avremmo tardato troppo e perso la comitiva. Decidemmo di tentare di passare attraverso quello stato, ma fu un grave errore.
Fermai la Land Rover affittata alla sbarra , non c’era nessuno, scendemmo.
Dopo un quarto d’ora comparvero due doganieri neri con magliette e pantaloni tattici non proprio nuovi.
Nadia era vestita da turista con maglietta e camiciona dello stesso colore dei pantaloni corti, forse troppo corti per quella situazione, che lasciavano vedere una generosa porzione di coscia abbronzata.
Loro la guardarono e lei si lasciava guardare
I due doganieri presero i documenti e di diressero nella casupola che conteneva gli uffici 
Noi gironzolavamo intorno alla jeep, e dopo un po’ lei si tolse la camiciona da viaggio e restò con i pantaloncini ed una maglietta stretta .
Passò una mezz'ora, poi due ragazzi che avranno avuto meno di 20 anni uscirono dalla baracca con una improbabile divisa mezza da poliziotto e mezza da generale con spalline di latta. 
Iniziò così il mio incubo che si svolse senza darmi fiato.
Loro esciti dalla capanna mi dissero bruscamente di entrare 
Dentro sentivo un tanfo di chiuso , cibo avanzato, vidi due giacigli sconvolti , mi fecero sedere ad un tavolo unto 
Mi dissero in un francese primordiale che i miei documenti sono fuori legge , mancava i visti per il loro stato e la pena per aver “cercato” di entrare erano sono tre giorni di cella, se lo avessero detto al giudice, ma il giudice impiega una settimana a venire , insomma eravamo nei guai, avremmo passato le ferie in cella 
Dissi “ma dai.. io non volevo entrare, abbiamo sbagliato strada..,quanto volete che paghi? “ Loro inflessibili ghignando risposero “ No no no siamo incorruttibili …niente soldi…c’è la pena di morte…ma un modo ci sarebbe…Un modo ci sarebbe …
La sua donna ..la femme…nous sommesi ici..pas de femmes Noi siamo qui in questo avamposto ..Mai una donna …
Io dissi deciso “pas pas..c’est impossible, elle n’est pas ma femme..elle est libre..n’est pas une esclave..”
Ma loro sempre ridento “ Se la convinci bene sennò la prendiamo lo stesso..par nous meme… te donnond une heure …ti diamo un'ora ..pou la convaincre..per convincerla…Poi la mettiamo in galera e la violentiamo “
Sono sconvolto esco lei mi guarda 
Le dico siamo nei guai 
Mi vogliono mettere in galera e a te ...
Lei dice scappiamo 
Non si può senza documenti 
Io sconvolto butto lì…”dai prova… magari non ti fanno niente se li lisci un po’…pensa al buttafuori..” e lei “ che stronzo sei ? sei matto ? nooo… che schifo no no no, e poi quelli hanno un pisello enorme, mi spaccano ! “
E io “ ma allora come faccio? e poi se ci sparano? E poi ti violentano lo stesso”
Lei “ Nooo non voglio! … piangeva “ che uomo sei? ma come fai anche solo a pensarci? “
Mi insultava io dicevo “siamo in un vicolo cieco mi spiace mi spiace se non la fai volontariamente, ti violentano a freddo ti fanno male 
Senti ora glielo dico ma ...prova ad assecondarli..prova..” 
I due non mi lasciarono altro tempo , uscirono mi misero le manette mi portarono dentro.
Lei piangeva e disse in francese“ no.. sentez.. sentite va bene va bene e si appoggiò alla macchina “
Uno mi rinchiuse una cella da dove vedevo la macchina e lei appoggiata 
L'altro era fuori vicino a lei che piangeva 
Le tocco il seno , intanto usciva anche l'altro, erano muscolosi e toltasi la sudicia giacca da doganiere avevano delle con canottiere attillate che mettevano in evidenza possenti pettorali e spalle larghe.
Loro si avvicinarono alla macchina con le pistole in mano e io vedendo le pistole capii anche meglio che non era uno scherzo,
Quello che sembrava essere il capo, la guardava con aria superba,
poi in un italiano stentato, le disse di stare tranquilla, lui amico di Italia ma che per la legge era necessario che imparassimo la lezione.
Si fece dare tutti i soldi, il cellulare e poi fece cenno a Nadia di togliersi gli shorts
Immaginai cosa le stava aspettando.
Provai a protestare, ma per tutta risposta vidi rivolta verso di me, dalla finestra della cella la canna della pistola puntata.
Nadia aveva già capito tutto, e si stava chiedendo in
francese dove doveva mettersi e chi sarebbe stato il primo a scoparla.
Non se lo fanno ripetere due volte, in pochi istanti sono già eccitatissimi addosso alla Nadia . Uno si sdraia fa accomodare la donna sopra di lui e comincia a scoparla con gusto, subito l'altro glielo infila in bocca affondandolo fino alla gola, io mi coprivo gli occhi, lei cominciò a mugolare, io ero allucinato, non mi piaceva assistere a quelle violenze, ma successe qualcosa di incredibile.
Ben presto i mugolii si trasformarono in versi di evidente godimento, i nostri sguardi si incrociarono per un momento, ma lei abbassò lo sguardo per la vergogna del suo piacere, poi non resiste più e si lasciò andare ad un devastante orgasmo, urlando “siii ….questo è per quel porco di Marco ! e anche per te e per quella troia della Sissy! Scopatemi scopatemi basez moi ancore encore..“
Io divenni paonazzo e mi sentii mancare, quella troia della mia compagna di viaggio…non potevo credere che potesse godere in una situazione di simile sottomissione e violenza… mi sedetti nella cella.
I due continuarono a penetrare a turno Nadia e ben presto la riempirono in tutti i buchi.
La ragazza ora era nuda, sdraiata sul cofano della macchina a completa disposizione dei grossi neri che si erano ripresi, anche perché lei lottando per gestire la situazione aveva impugnato il membro di uno dei due e lo stava masturbando.
Vedere la sua mano su quel cazzo scuro enorme era terribilmente eccitante. Tutto durò’ un paio di minuti, finche’ l’uomo fece girare Nadia spostandola verso l’estremità’ del cofano . Adesso erano uno di fronte all’altro intenti a masturbare reciprocamente i sessi dell’altro. Il compagno nero teneva il suo membro vicino alla bocca della ragazza che non riusciva a tenere gli occhi aperti e martoriava con i denti il suo prepuzio .

Ad un certo punto il primo uomo la fece stendere sul cofano facendole divaricare le gambe, con incominciò a puntare la fica. Non potevo pensare che quella cosa enorme potesse entrare dentro la ragazzina . La cappella andò a muoversi sulle grandi labbra e sul clitoride e ora uno le piantava con foga il cazzo in corpo. Vedere quella grossa nerchia nera sparire nella fighetta di Nadia creava un contrasto morboso ed eccitante, anche perché lei ora urlava di godimento senza ritegno mentre vedevo i capezzoli dritti verso di me , come dita che mi accusavano, e rideva e piangeva mentre le braccia muscolose la tenevano per i fianchi, sentiva tutta la forza di quel corpo muscoloso che la violava con autorità selvaggia.
Gli occhi di Nadia incominciarono a lacrimare, sicuramente i primi schizzi di sborra erano andati di traverso nella sua gola, e così quel cazzo possente incominciò ad inondare il viso e i capelli
A poco a poco si abbandonò e dal rumore che gli addominali del nero facevano ad ogni affondo, sbattendo sul suo inguine capii che era fradicia nonostante la situazione.
Li vidi venire assieme dopo un paio di colpi che sembrarono alzarla da terra, lei urlò a voce altissima "ahhhhhhhh noooooo"
Vidi poi che il nero le stava sborrando nella figa con molto di più che colava fuori, mi sorpresi a pensare che la sborra da un cazzo così nero venisse fuori così bianca,,,
Il nero si ritirò passandola ad un amico che la girò maliziosamente perché potessi vedere la sborrata che le colava dalla figa.
Quello che l’aveva appena riempita glielo mise in bocca, ma la situazione era talmente eccitante a fare s esso con una bianca che venne di nuovo spuzzandola sulle labbra , lei si trovò la bocca piena e ingoiò tutto e lui, venendo, con la dita era entrato fino in fondo alla fica e le premeva il clitoride gonfio con il pollice fino a che lei spuzzò pipì dappertutto. Lei faceva così quando provava un orgasmo intenso...era capitato poche volte, solo quando avevamo fatto degli scambi con amici.

Mi accucciai sconvolto nella cella e lasciai passare qualche minuto e quando mi alzai da terra e ripresi a guardare vidi la mia compagna di viaggio e con cui avevo fatto l’amore in macchina poche ora prima sdraiata sul cofano della Land Rover con un rivolo bianco che le usciva tra le cosce e dalla bocca e ora mi guardava con uno sguardo allucinato, sconvolta da se stessa, come per chiedere aiuto... ma non potevo fare nulla, ero impietrito dal terrore, la rabbia si mescolava all'eccitazione,

Passarono degli interminabili secondi, poi il suo corpo, abbandonato come di pezza sul cofano fu rimesso in piedi dai neri, che la portarono vicino ad una tinozza di acqua e le permisero di lavarsi.

Poi mi vennero a prendere, aprirono la cella, disseo ok tu est livre..ta famme est très cochonne..heureux toi…ne parle jamais pas avec aucun de ce que tu as vu…ou nous te trouverons et te tuerons…”

Quando risalimmo in macchina per dirigerci a casa, dove ci saremmo finalmente potuti dare una ripulita, nessuno aveva il coraggio di parlare per primo, fu Nadia a rompere il ghiaccio "io non mi sono mai divertita tanto"disse.

La guardai allibito , poi lei disse "ho goduto come una cagna pazza” . Scoppiammo a ridere, avevamo fretta di arrivare alla città ad incontrare gli altri e fare una doccia calda.
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