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Amore di sposina ( di un altro )


di forrestsherman
13.07.2014    |    32.110    |    2 9.4
"Io ero un po’ imbarazzato per quello che era successo la sera prima e il mio aspetto da cucciolone spaventato deve averla commossa e mi si avvicinò..."
Ero diciottenne e fummo invitati da un amico di papà, socio di un albergo all’Arenal di Palma di Mallorca, il Biarritz, a trascorrere lì un mese, non ero solito fare vacanze con la mamma, ma data l’eccezionalità della situazione andammo tutta la famiglia, poi mio papà venne via e restammo noi due ed il cane Bamby.
Gli ospiti erano tutti stranieri, inglesi o belgi, che venivano per una settimana ad arrossare le loro chiare pelli al sole spagnolo.
Pur parlando inglese e francese, non era facile fare amicizia, anche se qualcuno cercava di approcciare mia mamma, che a meno di 50 anni era ancora un bella signora, ma lei scoraggiava le avances mettendomi anche in mezzo e non accettando di soffermarsi da sola con uomini senza di me.
Eravamo un po’ isolati e l’unico ragazzo della mia età era un francese di nome Gerard che per caso era anche lui lì con la mamma.
Alla sera uscivamo insieme e andavamo in qualche locale di Palma, dove trovavamo pane per i nostri denti, inglesine e nordiche disponibili e vogliose per due ragazzi come noi. Le nordiche erano troie, in 10 gironi ne scopammo venti in tutti i modi in innumerevoli incontri sulla spiaggia…e una volta anche in tre nella toilette dei bar
Sulla spiaggia dietro la cabina del bagnino Miguel, e nei bagni della piscina, nella sauna, sulle barche a noleggio e sui canotti in mare, sui tetti delle case in affitto poche nelle camere d’albergo.
Ma la cosa che non dimentico è l’amore che mi sbocciò per una sposina che si trovava in viaggio di nozze nell’albergo.
Ci eravamo conosciuti sul pullmino che ci portava in gita per l’isola e ci eravamo trovati simpatici.

Lei si chiamava Laura, era bellina, certo non un star, ma aveva un bel sedere e un bel pancino , un seno piccolo ma sodo, e lui, Dario, era un uomo molto simpatico.
Fermandosi a Manacor in un fabbrica di pelle, lei si provava delle gonne e noi avemmo occasione di accorgerci di una cosa: Gèrard mi disse guarda di qui, in un fessura che dal laboratorio dava su negozio e lei era proprio lì dentro, si era tolta il prendisole ed era in mutandine sottili e si metteva e toglieva delle gonne di pelle.
La cosa mi eccitò e mi innamorai di lei, era la prima donna un po’ matura che vedevo, due belle gambe, un bel boschetto curato che premeva verso la seta delle mutandine.
Per tutto il tempo del viaggio poi guardavo le cosce di lei che uscivano della stretta gonna di pelle scamosciata che si era comprata e aveva tenuto su, che le disegnava il ventre vellutandolo e saliva sulle cosce fino a fare intravedere quello che avevamo visto prima nel camerino.
Lei se ne accorgeva, era dietro sugli ultimi sedili, allargava un po’ le gambe per scherzo o per dileggiare noi ragazzi, finchè suo marito le disse con una mano sulla cosca “ Ma cosa fai ?” e lei disse e mi scappa la pipì…e allora lui fece fermare il pullmino in una bar e lei finse di andare urgentemente.
Il camerino era un po’ precario, con una porta bassa e il cubicolo, attorniata da una palizzata. Io la seguii, e quando lei uscì indugiavo sulla porta, le sussurrai che belle gambe, ti sta bene la gonna…ero rozzo da ragazzo, non sapevo fare bene i complimenti ad una donna adulta , lei avrà avuto 29 anni…dieci più di me…ma le piacquero lo stesso, si vede che si eccitava… sorrise, disse dai, c’è mio marito e con un sorriso malizioso fece il gesto a mulinello e dopo …
Dopo si sedette di fianco a me, mentre suo marito era intento a filmare dal posto di fianco all’autista.
Chiacchierammo un pò, lei mi chiese “ma a Milano, hai una ragazza?” e al mio dire si, in effetti, Carolina, una compagna di scuola, una bruna, con belle tette, “ma quando ti sei messo con lei? “vi siete baciati? Fate l’amore?”
Io cercavo di stare sulle generali, dicendo “si mi piace, la trovo bellissima”, non sapevo se sbilanciarmi, “ … in effetti era bello confidarsi con lei, era eccitante, morboso, la situazione, l’acqua, il sesso era una nuvola presente, raccontai..” che ridere...in effetti prima dell’estate dopo lungo corteggiamento, fin da Natale, quando era venuta per combinazione coi suoi in montagna il val d’aosta a dove ero io…siamo stati in un bar davanti al castello sforzesco, ...ci eravamo un pò limonati, era sera, nessun cliente nel separè sopra, lei mi aveva aperto la camicia mi baciava sul petto, io le toccavo i seni poi ero arrivato a metterle una mano tra le gambe aveva gli hot jeans, un pò spessi, avevo dovuto sbottonarli, lei mi aveva infilato una mano nei pantaloni, mi aveva impugnato il pisello e io accarezzandole la figa tutta bagnata e sentendo la sua mano che pulsava, e baciandola, alla fine ero venuto nei pantaloni, lei aveva riso, aveva ritratto la mano, l’aveva un pò leccata, poi si era abbassata i jeans e aveva guidato per farmi entrare le dita e io avevo continuato a masturbarla con la bocca vicina alla sua che sospirava sempre più affannosa finchè avevo sentito che chiudeva le gambe e si bagnava a fiotti poi mi mugolava in un orecchio..vengooo e poi io avevo ancora bagnato un pò i pantaloni, poi ci siamo limonati ancora, e poi usciti dal separè, io la tenevo davanti per non farmi vedere i pantaloni bagnati..”
La Signora seguiva questi racconti con gli occhi chiusi….vedevo che le piaceva ..proseguii raccontando..” poi, al cinema, le toccai il seno, lei sospirava, apriva le gambe, io la masturbai sotto la minigonna, lei mi fece una sega…Insomma si siamo stati un po’ insieme…ma perchè le racconto queste cose? Mi fa vergognare… “
Lei disse non devi vergognarti, i segreti erotici sono belli, da raccontare su un terrazzo caldo, alle otte di sera, davanti al mare…io per esempio…ma suo marito tornò e io gli cedetti il posto ma il mio pensiero si rivolse a lei, nell'atto di toccarsi, immaginando le sue dita scorrere tra le sue cosce, accarezzandosela fino a godere facendo pensieri impuri.

Tornati tutti all’albergo erano le sette di sera, ci salutammo e lei mi in un orecchio “…fra mezzora… sul tetto..”
Il tetto era in realtà un grande terrazzo dove le cameriere mettevano ad asciugare le lenzuola, .
Ci nascondemmo tra le lenzuola stese disse che suo marito era andato a fare un riposino e avevamo un’oretta per stare soli, ci sedemmo su una cassa di legno e mi girai verso di lei iniziando a baciarla, lei si strinse a me, sentivo i suoi piccoli duri seni contro il mio petto, passando la mano scorrendo su una coscia salendo sotto la sua gonna di pelle che si apriva a portafolio e l'altra mano passò sotto la maglia, raggiungendo il suo seno, spogliandolo e liberandolo dal reggiseno. Le mie dita strinsero con forza un suo capezzolo, sentendo il suo sospiri di piacere.
Ci stavano baciando appassionatamente, con le lingue che si sfioravano, che si intrecciavano, lei mi tirò il pisello era fuori dai jeans bello duro, poi lei mi prese una mano e me la condusse sotto la gonna di pelle che teneva un pò aperta con le cosce divaricate e la spinse contro la mutandina bagnata che mi fece accarezzare in modo circolare .La continuai ad accarezzare finchè venne, e sentendola tremare aumentai la penetrazione con le dita fino a sentire una certa resistenza...era quasi vergine, sposina novella…come molte ragazze di allora.
Io ansimavo e muovevo il bacino avanti e indietro, mentre lei teneva ferma la mano sul mio pisello e prima che io eiaculassi tra le sue gambe sulle sue mutandine, sotto la pancia .
A sentire quel fluido tiepido lei ebbe degli scatti, chiuse le gambe, sentii stringere forte il pisello, lei gemette come una gatta in calore, poi le spostai la mano ansimando e la baciai sulla bocca, mentre con l’altra lei finiva di farmi uscire il seme per terra…restammo un po’ così, abbracciati a riprendere fiato, poi lei disse…andiamo…gli altri ci aspettano...si rimise a posto le mutandine tutte bagnate e la gonna, io riposi il mio, ci scuotemmo la polvere e tornammo dai nostri famigliari.

Il giorno dopo ci trovammo tutti in spiaggia…lei venne sotto il tucul di paglia , mentre suo marito era andato a fare una uscita di sub, nei disse che ne aveva paura.
Io ero un po’ imbarazzato per quello che era successo la sera prima e il mio aspetto da cucciolone spaventato deve averla commossa e mi si avvicinò accarezzandomi, disse, “dai , ho capito, sei venuto prima…son cose da ragazzi, magari i problemi fossero tutti così nella vita!”, le facevo tenerezza, voleva tirarmi su….magari tirarmelo su..
Mi resi conto di un certo trasporto fisico vero di me, la carezza sulle spalle era durata attimi più della semplice carezza di consolazione, poi arrivò una carezza sul petto, disse “uhm che muscoli..” in effetti a quel tempo avevo un petto e una pancia belli muscolosi.
La mia erezione aumentava , ero in uno stato euforico, di ebbrezza, per l’avventura, il profumo della Signora che emergeva dal prendisole che faceva trasparire il costume di liscio nylon bianco coi suoi pizzi, per questo non potei impedire alla mia mano di prendere la sua e lei lasciò fare e stavamo un po’ così come fidanzatini.
Mi lasciò la mano…mi chiesi perché…, ma speravo in un suo incoraggiamento…. Disse “facciamo il bagno, ci buttammo in acqua e con una trentina di bracciate eravamo a 300 metri dalla riva…
Era un momento di intimità…lei mi disse, “sai ho visto che ti piaccio, tanto da non aspettare , ma tu ti masturbi? “ Io mi imbarazzai ancora di più, dissi, ma sai con le ragazze che vedo qui riesco a scopare… riesco a durare un po’…ma tu mi fai impazzire…e tu? Ma tuo marito …non ti soddisfa?” ..lei disse si così così, sai mi piace, mio marito è brutale, me lo mette dentro e mi sbatte, spesso non mi eccito abbastanza…io sono delicata…lavoro di fantasia e mi svelò un suo piccolo segreto erotico, che occupava la sua mente durante la masturbazione: le sarebbe piaciuto essere baciata, più coccolata, leccata, e non presa con forza da un uomo e non nascose il desiderio che fossi io il protagonista delle tenerezze…
Galleggiavamo abbracciati, stando attenti a non dare troppo nell’occhio…Qualche ondina ci veniva in faccia, sputavamo acqua ma ci baciavamo e la fica mi succhiava, non potevamo essere visti da nessuno sulla spiaggia e non c’era nessuno in acqua intorno a noi e in punta di piedi si toccava appena , la sabbia degradava dolcemente io toccavo bene, lei si aggrappava a me.., con la mano le stringevo il culo... strusciavo e premevo, facendole sentire il mio membro duro contro i suoi slip
Una sua mano accarezzava il mio fondo schiena premendolo contro di lei: voleva sentire tutta la mia eccitazione sfregare contro la sua figa e con l'altra scorreva sul mio petto, strizzando i miei capezzoli, intanto mi accarezzò di nuovo il pisello sul costume, che mi faceva ancora più sesso, poi si girò del tutto e mi baciò sulla bocca..il seno era tutti sul mio petto io risposi, toccandolo, abbassai il reggiseno… lei ebbe un fremito di piacere, mi abbracciò anche con le gambe, i capezzoli erano rosei perché il seno non era abbronzato,……. ma quello era troppo, mi divincolai, stavo per sborrarmi addosso di nuovo, non volevo, sennò mi debilitavo, con la sua mano sul mio pisello, come prima! Mi spingeva e mi riportò dove toccavamo appena appena, mi abbracciò nell’acqua con le braccia e le gambe, io mi indurivo di nuovo, lei mi abbassò il costume estrasse il pisello e lo diresse verso la fica, mi abbracciò e mi baciò avvinghiandomi col le gambe, si scostò lo slip in modo da offrire la sua natura aperta e scostò il costume anche a me e me lo fece introdurre,guidandomelo dentro di lei … disse “..aaspetta …aspetta …che vengo anch’io!” La zona bassa della la sua pancia, che si stringeva a me, con lo slip che si muoveva nell’acqua mi solleticava la pancia, mi leccò dentro l’orecchio e disse tra le onde,” aspetta che ti insegno io, trattieniti, ti voglio scopare, stai calmo, poi farai bella figura con Carolina, Benedetta o chi vuoi tu..”
Mentre galleggiavo con lei che mi diceva queste parole, mi eccitai oltre ogni limite e quando lei mi toccò le palle non capii più nulla e sborrai alla grande nella sua fica, e lei, sentendo il contrasto del mio liquido caldo a 37 gradi rispetto ai 24 gradi dell’acqua stralunò gli occhi in su come se svenisse, vedevo il bianco dei suoi occhi mentre mi attraeva tutta a se per un intenso orgasmo,

Galleggiamo un po’ insieme, poi con qualche bracciata tornammo a riva. Dopo alcuni minuti tornò suo marito tutto contento con una povero pesce morto infilzato su un fiocina. Io pensavo che forse avrebbe fatto meglio a stare con la sua sposina! ….ma meglio per me.

Il mattino dopo partimmo, era finito il periodo, mia mamma mi vedeva un po’ triste e disse “ dai , ci torneremo, ti sei divertito cos’ tanto?” Non volevo dirle la vera ragione del mio turbamento, non rivedere più Laura , e invece mi sbagliavo…e lei che capiva i miei pensieri disse, “anch’io lascio qualcuno che mi piaceva….sai, quel Henry, il bagnino ….” E guardavamo dal finestrino dell’aereo Majorca che si allontanava, con i suoi ricordi, chissà quanti, chissà di chi..

Ritrovai Laura in un ufficio di selezione del personale, tre anni dopo per caso, in una società di Viale Abbruzzi.
Avevo risposto ad una inserzione pIl mattino dopo partimmo, era finito il periodo, mia mamma mi vedeva un po’ triste e disse “ dai , ci torneremo, ti sei divertito cos’ tanto?” Non volevo dirle la vera ragione del mio turbamento, non rivedere più Laura , e invece mi sbagliavo…e lei che capiva i miei pensieri disse, “anch’io lascio qualcuno che mi piaceva….sai, quel Henry, il bagnino ….” E guardavamo dal finestrino dell’aereo Majorca che si allontanava, con i suoi ricordi, chissà quanti, chissà di chi..er stage riguardante l’offerta di uno stage in una progettazione di pompe per l’energia.
Mi riconobbe subito e io lei, ma facemmo ambedue finta di niente.
Mi fece il colloquio seriamente. Poi mi lasciò in mano un indirizzo e-mail privato. La ricontattai subito. Mi piaceva sempre, io ero fidanzato con una ragazza, ci demmo un appuntamento in un autogrill .
Scopammo nella mia macchina....e poi almeno una volta al mese....per un anno ....finchè fini...Fu l'amore più intenso della mia gioventù.
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