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Isabella mia cuginetta


di forrestsherman
12.08.2021    |    2.678    |    0 9.0
"Ma che faceva ? io non conoscevo le donne e non avevo idea se avessero anche loro impulsi sessuali o meno, e più ci pensavo e più mi dicevo che era..."
Avevo circa 14 anni e mezzo, metà anni '60, e da sempre passavo il settembre al paese dei miei genitori in campagna, un posto molto isolato ma che mi piaceva per la tranquillità, l’essere fuori dal mondo.

Nell’ultima settimana si teneva festa, e bambini e ragazzi potevano partecipare con gli adulti a serate danzanti e anche ballare con sorelle, zie, cugine, amichette.

In questa occasione il paese si animava un filo e la gente si vestiva bene e si passava qualche serata in allegria.

A quella età avevo forti istinti e spesso placavo con fantasie esagerate che finivano in seghe, piacere comunque potenziato dall’essere cosa proibita allora, da non fare e confessare e tenere rigorosamente per se.

I contatti con le femmine erano limitate gite in bicicletta in cui qualche gamba si vedeva sotto pantaloncini larghi o gonne volanti, ma finiva lì, non c’erano contatti fisici e il ricordo di giovani pubi in vista che si trovavano al mare nel mese di luglio e dei piccoli amoreggiamenti balneari, rendevano ancora più cocente l’isolamento campagnolo di quei tempi.

Per la festa della Nocciola, evento topico del paese, veniva una famiglia di parenti con una cuginetta, Isabella, di un anno e mezzo maggiore di me, simpatica, con cui per brevi periodi si stava in famiglia e si andava in bicicletta in giro per il paese, suscitando curiosità della gente del posto non usa a vedere giovani sfaccendati cittadini.

Con lei mi trovavo bene, aveva un anno più di me era simpatica e carina con un caschetto di capelli neri e la pelle molto bianca perché non andava mai al mare, i suoi non la portavano, prediligevano la campagna o la montagna.

Dormiva nella cameretta ricavata da una soffitta di fianco alla mia, dove c’era anche un bagno fatto mettere da mia nonna durante la guerra quando erano sfollati li.

La porta era di legno sottile e chiudeva appena a chiave, insomma si sentiva cosa faceva dentro.

Poi dalla finestra sul muro di fronte vedevo le ombre cinesi di lei che si spogliava e magari non si accorgeva o faceva apposta chissà. Il fatto era che io mi eccitavo vedendola togliere i vestiti e infilarsi una camicia da notte che supponevo corta., ma li non succedeva niente mi addormentavo pensando che al di la della parete c’era lei.

Ma che faceva ? io non conoscevo le donne e non avevo idea se avessero anche loro impulsi sessuali o meno, e più ci pensavo e più mi dicevo che era l’occasione buona per vedere..
Le persiane facevano trasparire la luce dei lampioni e quini dentro c’era un discreta luce…Raggiunsi la porta e piano piano guardavo dal classico buco della serratura .

Quella notte non vidi nulla di insolito , stava leggendo un libretto e stavo per andare via, quando, senza spegnere la luce, vidi che aveva buttato giù il libro e appoggiato al testa sul cuscino, poi aveva scostato le coperte

Con la luce ancora accesa vidi che lei si era sdraiata e aveva fatto scendere la camicia da notte scoprendo il seno che si stava accarezzando dolcemente. Iniziò a sospirare

La cosa mi eccitò molto e ancora di più vidi che una mano scendeva verso il pube , che non vedevo, c’era la coperta davanti ma indugiò molto e il sospiro aumento di frequenza, poi iniziò a gemere, parole incomprensibili , ma applicando l'orecchio riuscii a distinguerle.

Diceva ….” cazzo..Dario...dammi il cazzo...oddio..non riesco...ecco.. ecco...cazzo..lo...voglio...dentro..dentro..” poi con l'occhio nella serratura vidi che il braccio si muoveva freneticamente , la mano doveva essere nella figa....e questo per almeno 10 minuti e sentii più forte come un miagolio “.bagnami...bagnami...sborra..cazzo..vengo...vengo...siiii...cazzo...Dario....ecco...ecco...vengo..vengo...vengoooo ...Ven-goooo!” e vidi che si contraeva a scatti tutta e stringendo le gambe sostò la coperta si voltò verso di me vidi poi allargarsi le cosce e la mano lucida ancora nella figa che colava gocce dai peli...stingeva e allargava le gambe respirando forte, poi calmandosi col triangolo peloso che le intrappolava la mano.

Poi si girò di nuovo vero la luce che spense.

Io avevo sborrato ed ero tutto bagnato e senza far rumore corsi a letto e mi feci una sega, poi crollai esausto.

Giungemmo alla serata di festa con i parenti . Io ero imbranatissimo allora dopo un po’ di risate i miei dissero “Isabella fai ballare Lucio!”

Era la prima volta che avvicinavo così un donna . sentivo il seno che premeva sul mio petto, ero altino per l’età e il lento ballonzolando la tenevo per i fianchi sentendo sotto il vestito di lino l’elastico delle mutandine.

La cosa mi fece eccitare e lei sentì il cazzo che le premeva la pancia...si strofinò un po'...poi sussurrò...” dai Lucio...siamo cugini...”

C’era confusione e l’ultimo ricordo è lo sbuffo di profumo proveniente dal mezzo del seno quando ci staccammo sorridendo..
Poi lei ballò con vari ragazzi più grandi e in particolare con Dario a lungo e vedevo che si stringevano particolarmente e lei strifinava la pancia come aveva fatto con me, ma per tutto il ballo.

Quella sera probabilmente era stata eccitata dal ballo e forse in particolare dalla stretta delle braccia del Dario. Era ormai le 2 di notte dopo che rientrammo verso l’una, e allora la mia osservazione diede i suoi frutti
Si masturbò a lungo gemendo e venne due volte, e mentre veniva la seconda addirittura le uscì un urlo e vidi che schizzava un getto dalla figa e quando continuò a toccasi si sentiva un rumore cik cik cik, acquoso...

Il giorno dopo andammo come al solito in bicicletta fin verso una sorgente contornata da dei campi dove a volte ci stendevamo nell’erba, come facemmo quella volta solo che nel sedersi un silo d’erba duro le fece un taglietto nella parte posteriore di un coscia sopra il ginocchio, e lei si toccava a vedeva del sangue.

Io dissi, fammi vedere e lei da sdraiata aprì le gambe per farmi vedere sotto la coscia , io vidi questo taglietto lungo circa 3 dita da cui usciva sangue che sulla pelle bianchissima mi faceva effetto.

Dissi non è niente, adesso te lo lecco via che la saliva disinfetta, e lei non disse niente

Quindi accostai la bocca all’interno della coscia sinistra mentre la gonna tirata un po su faceva da tenda e leccai il sangue nella lunghezza del taglietto. Il sangue usci ancora per un po’ e quindi dovetti entrare ed uscire daquella specie di tenda tre o quattro volte e ogni volta vedevo l’inguine con il pelo nero che usciva dai bordi delle mutandine rosa e le teneva un po’ gonfie.

Non potevo fare a meno di pensare al suo orgasmo della sera precedente e indugiai un po’ con quella leccatina che tendeva a risalire in alto lungo la cosce finchè arrivai a un palmo dalla gnocca e leccavo ormai un pelle morbidissima e non tagliata.

Lei restava sdraiata guardando il cielo, con le gambe allargate e mi sembrava rilassata e che le piacesse , feci l’ultimo balzo e la lingua aderì al cotone delle mutandine, bagnandole leggermente.

A quel punto si agitò un po, io ero tutto sotto la gonna, potevano vederci i passanti sulla strada.. lei fece un sospiro, io sentivo che il bagnato non era solo a causa delle mia lingua e preso dalla frenesia allungai un mano per scostare il sottile tessuto , ci riuscii in parte e arrivai a leccarle un lato delle labbra che uscivano, tra i peli...per un pò si lasciò leccare, e il suo respiro si fece più frequente .
Ma dopo qualche secondo, chiuse le gambe e mi scostò la faccia, dicendo..” no Lucio, cosa fai? Non si può.....siamo cugini! Possono vederci. “

Io diventai paonazzo e dissi eh, non esce più sangue, niente possiamo andare , lei si alzo di scatto passandosi un mano sulla ferita che non sanguinava più ma io sapevo che c’era un’altra ferita molto molto umida.

Facemmo il nostro giro senza dire nulla e la giornata continuò normalmente.

La sera vidi nelle ombre che si spogliava e quando fu a letto mi rimisi a guardare dallo spiraglio , e dopo un po’ lei riprese a masturbarsi e questa volta era più decisa, e la mano al pube si muoveva velocemente, io premetti tanto l’occhio nello spiraglio che spinsi la porta che scricchiolò e lei si interruppe, si alzò e venne verso di me.

Girò la chiave e apri io feci finta di passare di li per caso, “ciao..ecco..io..cercavo..delle chiavi..ehm..per la ..bici..” ma non era credibile essendo quasi le 11.

Mi guardò con sorrisetto ironico e indicando il cazzo duro nei blue jeans disse, “ Lucio, ti masturbi guardandomi?”

Io rimasi imbarazzato e dissi scusa..sai oggi, nel campo, ….la ferita, a proposito è guarita e lei sollevando la gamba tesa in modo che la sua peluria uscisse dalla camicia da notte disse “si si ha la crosta, merito delle tue leccate”.

“Beh andiamo a dormire..” ma non mi mossi, restai qualche secondo in silenzio a guardarci .

Poi lei disse vieni dentro, ti racconto.

Mi raccontò che era innamorata del Dario. Ma che i suoi non volevano che lo vedesse perché lo consideravano di ceto inferiore, anche se era figlio di un geometra, loro avevano un piccola azienda.

Allora lei disse che lui la faceva impazzire e se l’aiutavo a combinare con lui un incontro mi avrebbe ricompensato.

Io dissi “ok, ma come? “

Per tutta risposta mi sbottonò il pantaloni lei si distese sul letto io in piedi a destra e cacciò la mano sopra l’elastico delle mutande tirando fuori il cazzo che già stava indurendosi e iniziò a maneggiarlo con cura.

Intanto con l’altra mano si accarezzò il seno sinistro e scese alla figa, che era nuda sotto la camicia da notte, infilandoci un dito e con il pollice muovendosi sopa, e continuava con la mano a menarmelo finchè addirittura me lo scappellò.

Essendo non praticante il sesso la pelle del glande era stretta, pur essendo giovane ed elastica, ma lo scappellamento portò a strozzare la parte anteriore che divenne paonazza e durissima..questo rallentò la sborrata.

Ma poi appena vidi lei che chiudeva gli occhi dopo aver rovesciato all’indietro le pupille e veniva scossa da tremiti di orgasmo venni e bagnai tutto il suo seno e la camicia da notte.

Lei scosse la mano bagnata prese un dito di liquido sul suo seno e lo portò al naso aspirandone l’odore e fu scossa da un ultimo tremito.

Sussurrò..” mi piace l'odore della sborra! “

Ripreso fiato mi guardò e disse questa ricompensa.

Io con fatica rimisi a posto la pelle sul pisello che mi faceva anche male ed era ancora mezzo gonfio, e dissi senza voce solo “ciao..”e la lasciai.

Nel mio letto ripensandoci mi feci ancora una sega e poi dormii.

Al risveglio iniziai a pensare seriamente a come mettere in atto un piano che mi permettesse di ricevere lo stesso trattamento o anche meglio.

Elaborai rapidamente un piano, sapevo che c’era una cascina un po’ “delabree” di proprietà di mio zio, completamente arredata dentro ma chiusa e non usata dai proprietari che avevano altre mete.

Sapevo, per esservi entrato, che la porta del retro era chiusa solo con un fil di ferro dal dentro e che tirandola e avendo una cesoia si poteva facilmente tagliarlo ed entrare.

Feci un sopralluogo ed in effetti era perfetta, isolata nella campagna, con una strada sterrata e senza alcun vicino curioso.

Entrai dopo aver tagliato la chiusura e mi aggirai in tutte le camere fino alla torretta.
La camera ideale era quella da letto con un grande letto di una volta con i pagliericci coperti da un lenzuolo.

Esaminai attentamente tutto, la cosa si poteva fare, convocare li Dario e Isabella e poi vedere cosa succedeva.

Ma non volevo solo fare da chaperon ma avrei voluto con piacere assistere alla rappresentazione che stavo organizzando.

Controllai la serratura ma non dava visuale sul letto, cercai e poi trovai la soluzione nel senso che la parete antistante il letto confinava con la prima parte della scala per la torretta.

Ad un certo un gradino, spostando la lastra, si poteva vedere quello che succedeva nella camera, me l’aveva fatto vedere mio cugino ed era da dove mia zia spiava mio zio quando stava a letto con le sue zoccole tedesche .

Con una cazzuola da muratore cercai di allargare il taglio tra due mattoni e l’intonaco e con un bella ora di lavoro avevo un perfetta feritoia tipo quelle dei bunker da guerra.

Dal letto non si vedeva nulla perché sembrava solo un’ombra del fregio. Ombra, ma con che luce? dipendeva dall’ora in cui avrei organizzato l’incontro.

Ora occorreva mettere in contatto la coppia.

Sapevo che Dario andava sempre al bar di fronte alla chiesa a bere il caffè, lo conoscevo e lui mi rispettava in quanto cugino della ragazza che gli piaceva.

Disse cosa vuoi? “Un ghiacciolo..al lampone” grazie, e mentre lo succhiavo dissi con noncuranza Isabella vorrebbe vederti e lui subito diventò attento…prese una reclame della festa del paese vicino che dietro era bianco e scrisse qualcosa lo piegò e me lo diede da recapitare a chi di dovere.


Quando tornai con il bigliettino la trovai in casa che studiava qualcosa, glielo diedi e lei disse “Domani? Alle 2? Alla Pozzolina? Come hai fatto? E se non mi lasciano? ”

Io dissi che lui l’avrebbe attesa per un’ora.

Si mangiava alle 12.30 e quindi appena finito alle 13.15 la vidi partire con la bicicletta, disse a sua zia “vado a fare un giro, torno fra due ore”.

Io sapevo dove andava e le diedi un quarto d’ora di vantaggio e quasi la raggiunsi sula salita verso quella villa, ma lei non mi notò.

Quando giunse e fu entrata secondo le mie precise istruzioni io nascosi la bici nei cespugli e quatto quatto entrai senza far rumore e mi portai al posto di osservazione sulla scaletta della torretta.


Io ero appostato nelle scale della torretta dove sapevo che prima o poi i due piccioncini sarebbero arrivati, era il posto più comodo per fare sesso.

Infatti loro si erano trovati, non avevano molta dimestichezza tra loro nonostante i vari furtivi incontri che erano riusciti a procurarsi, sfuggendo lei al controllo dei genitori.

Ma questa volta l’ambiente era favorevole ad un incontro completo d’amore.

Infatti li sentivo aggirarsi per la casa, commentando l’arredamento o la vista dalle finestre e anche penso per sincerarsi di essere veramente soli.

Sperai che non volessero salire in torretta, ma nel caso sapevo come nascondermi nella botola di accesso.

Sentivo che parlavano sempre meno e pensai che stessero baciandosi infatti dopo un po’ entrarono nella camera da letto che avevano già ispezionato e vidi che, in piedi, si baciarono appassionatamente.

Dopo alcuni minuti di slinguamento feroce e di abbracci stretti si buttarono sul pagliericcio , lui si sistemò al suo fianco e le iniziò ad accarezzare la pancia e i seni, lei apriva le gambe sollevando la gonna leggera e io aspettavo che lo facesse … ed infatti eccolo, a frugare con le dita tra i peli della vagina, di cui vedevo illuminate delle gocce di umori, poi si avvicinò e la baciò.

Lei chiudeva languida gli occhi ma si scostava gli slip e si toccava la figa......pensai quanto sapeva essere puttana, mentre continuava a masturbarsi con dolcezza e determinazione.
La mano della cuginetta mi nascondeva la figa e solo quando Dario cominciò a leccare la mano e cercava di aprire le dita che la nascondevano la figa
Le dita a si aprirono lentamente finchè lui ebbe la facoltà di metterle la bocca la bocca contro e la scopò con la lingua
Isa venne con un gemito profondo sussurando “ Ahhhhhhhhh godoooo…godoooo… bellooo.
M mentre lei era un attimo inebetita lui si girò con ancora i jeans sul sedere, e il cazzo fuori , entrando tra le sue gambe e le mise il cazzo dentro la figa boscosa.
Isabella iniziò a gridare fortissimo, “ ahhhh.. siiii..dammi il cazzooo..amoreee...fammelo sentire...sono tuaaa...” menomale che la casa era isolata.
Mi stupii che non fosse vergine, a quel tempo non tutte le ragazzine di 16 anni l'avevano già data..pensai di chiederglielo poi.
Dario dava grandi colpi di reni, e il bacino della cuginetta gli veniva incontro senza più remore, scossa dai colpi che facevano sobbalzare le tettine.
Ad un certo punto .si immobilizzò spalancando gli occhii, disse “senti che telo succhio, Oh adesso . . . adesso . . . ohhh Dariooo . . . dentro . . . ti voglio dentro . . . tutto . . . tuttooooo . . . Ahhhh . . . . ahhhh . . .- Si . . . ecco . . . ecco . . Isaaa . prendi, prendiiii . . . oh amore . . . ohhh! ! ! 
Lui grugniva “ prebdilo tutto ..mi fai impazzire,,ohh ohh. Ora vengo..vengo..ti sborro dentro...sei protetta? “ e lei “ dai dai dai, sborrami...bagnami ho il ..” e dice una cosa che non capisco..
Io non avevo mai visto un accoppiamento vero e quello era fantastico, tanto che non mi accorsi di essermi venuto addosso.

Lui con un colpo che la fa urlare e rimane conficcato qualche istante e vedo che aspetta, la sborrata, poi esce, si gira e lei resta con le gambe larghe, si mette un dito e vedo che aiuta la sborra a uscire e vedo chiaramente un rivolo di sborra che esce dai peli neri della cuginetta.

Non ne potevo più e non volevo neppure continuare a spiare, e poi era meglio tornare a casa, quindi me la svignai e riscoperto la bici dai cespugli la inforcai e me ne andai un po’ a zonzo, non senza essermi fermato al bar per una gazzosa.

La sera tornai e mi chiusi in camera ripensando alle sensazioni del giorno. Non volli neppure sapere quando lei rientrò e cosa fece. Passai la notte masturbandomi al ricordo e a pensare quando avrei potuto riscuotere il premio.. forse il giorno dopo?

Andando in bici la mattina dopo chiacchieravamo e quando fummo lontani dal paese e dalle orecchie della gente le chiesi “allora ieri..com’è andata?”

Lei non mi guardò fingendosi impegnata nella guida e disse “grazie! È stato bello e molto romantico, era tanto che desideravo stare un pò sola con lui.”

E io insinuai ingenuamente” ma cos’avete fatto? L’amore?” e lei “ eh no io per quelle cose lì aspetto, sono seria, ci siamo solo limonati a lungo, e abbracciati, ma niente di più, sai, io sono vergine...”.

Io dissi “ ahh ecco” e pensavo al biancore che usciva dalle se gambe poco prima che me andassi e…vergine.... bugiardella, excusatio non petita, accusatio manifesta ..sapevo già il latino che allora si studiava dalla prima media! .” ma va bene certe cose sono riservate, anche tra complici.

Ma dissi “ allora se ti è piaciuto ti aiuto a riprendere un appuntamento?” Lei disse, “forse, non so…ci penserò e te lo dico stasera quando ci vediamo”.

Il resto della giornata passò come al solito.

Alla sera, alla solita ora risposi all’invito e sgattaiolai nella sua camera mentre tutti dormivano.

Tutto il giorno ero percorso da un desiderio di stare con Isabella, e dovevo reprimere le pulsioni ….ma , mentre eravamo seduti insieme sul letto sfogliando fumetti Tex, Rin Tin Tin, Il Monello, Tiramolla e Topolino, i nostri sguardi si incrociarono.

Era un po’ pensierosa. Chiesi “cos’hai? Sei stanca ? “

La rividi sorridere, “ no, solo pensavo a Dario...” e mi schioccò un bacino sulla guancia: fui soddisfatto di sentirla un po' più felice.

Ad un tratto, ci avvicinammo praticamente fino a toccarci coscia con coscia... avvertivo un leggero calore a quel contatto fisico, ma mai avrei immaginato quel che sarebbe successo da lì a pochi minuti...

“Tu mi trovi carina?” - chiese sorridendo e mi sorrise maliziosa... io, a dire il vero, iniziavo a dar segni di insofferenza, il cazzo si era svegliato, trovavo scuse per dimenarmi, col risultato che lei aveva capito

Lei si sfregava la gamba contro la mia , non so quanto ingenuamente... Ad un certo punto, visto che rischiavo la figuraccia col cazzo duro, dissi con voce fioca…”il premio”… così, all'improvviso, iniziai a massaggiarle l'interno coscia... la sentivo ansimare, e feci finta di nulla.

Ero tentato di andare avanti, ma avevo paura di aver equivocato, e la paura di una figuraccia mi bloccò.

Lei intanto continuava a respirare in fretta !
Era un massaggio innocente, ma quando per gioco le solleticai i fianchi, mi resi conto che potevo osare.

Di colpo si girò di scatto: "Oddio - pensai dentro di me -, ora arriva il casino"...

E invece, senza nemmeno guardarmi negli occhi , sussurrò: " sai che piace anche a me – quando ci tocchiamo...- mi disse - E il fatto che siamo praticamente soli in tutto questo piano mi fa eccitare ancora di più. Però sono combattuta".

“Oh Isabella per favore” - risi – “attenta ..sono un maschietto completo...intendo quella cosa... parlo seriamente”

Presi il coraggio a due mani, le alzai la camicia da notte e iniziai a lisciarle gli slip: non sapevo che le femmine eccitandosi si bagnano e fanno uscire dei liquidi bianchi dalla figa.....sentii le mutandine bagnate tra le cosce ...

"Ahhh - esclamò – no dai...mi vergogno, queste cose con te, un cugino...

"Ssshhh... - le dissi tappandole la bocca -. Hai voluto la bicicletta? E ora pedala"...e iniziai ad armeggiare dentro le sue mutandine nere.... non sapevo bene cosa toccare, sentivo un punto che sporgeva, che poi seppi chiamarsi la clitoride...lo sfregavo col medio, mentre l'indice cercava di entrare il quella figa che avevo vista riempita dalla sborra di Dario.

"no, no..basta ti prego... - iniziò a dire con un filo di voce - mi farai morire...e pensare che ci conosciamo da anni, ….iiiiiiiiii... ahhhh ahhhhh basta ti pregoooooooo".

Naturalmente non avevo intenzione di smettere, e continuavo il mio giochino: le presi gli slip e glieli tirai su, in modo che la striscia sul davanti le strusciasse la vagina, mentre io giocavo con la sua folta peluria.
 
Erano passati già dieci minuti dall'inizio di questa avventura, e volevo lasciare il segno... Fu così che stavolta entrai di nuovo con due dita in quelle mutandine fradicie, ma volli andare al massimo: con l'indice sfregavo le grandi labbra e trovai il pertugio per infilare il medio e girai attorno a quel buchetto in senso circolare... "ahhhhhhh bastaaaaaa – sussurrava perché i suoi che dormivano sotto non sentissero.” mi farai morire"...

"Nooooooo, cosa fai ? Noooo noooo..oddiooo vengoooo.. Luciooo noooo ."..lei stringeva e allargava le gambe aveva delle contrazioni all'addome,
io mi sborrai addosso...."Ahhhhh, oddioooooooooo vengo "... e poi calò il silenzio.

Adesso anche lei mi guardava; nel suo sguardo mi sembrò di leggere un qualcosa che si stava affacciando anche nella mia mente. I nostri occhi si incontrarono, e quello sguardo valse più di mille parole.

Isabella si girò verso di me e, in un attimo, le nostre labbra si cercarono, le bocche si unirono e le lingue si abbracciarono avide. Fu un bacio pieno di passione e di desiderio, come una miccia di una bomba pronta per esplodere. e pensare che eravamo cugini!

Restò seduta su di me con la testa china,
“E tu non hai goduto però ? - mi disse ricomponendosi - mi sento in debito ancora ".

No no, io io...si ..ehm..ho..sborrato...” fai vedere,- disse- mi spiace...” e mi tirò fuori il cazzo semirigido tutto bagnato di sborra.

Mi sussurrò 2 oddio... non vorrai mica continuare così...sai che ti sono debitrice".

Mi disse mettiti qui , mi alzai in piedi davanti a lei, e avevo ancora il cazzo semi duro, appena venuto..... lei lo notò e sorrise e me lo prese in bocca, inizio a succhiarlo, lei sospirò lievemente

“ quanto mi piace il sapore della sborra...” e poi si portò una mano al seno e iniziò a carezzarsi lentamente, sfiorando con le dita il capezzolo che, non aveva ridotto il suo gonfiore.

Poi l’altra mano aveva iniziato a tirarsi un calezzolo come se lo mungesse e poi tornava verso l'inguine. Ansimava piano, con gli occhi chiusi, e, succhiandomelo, l'aveva pulito...gemeva di nuovo e si agitava preda di una eccitazione montante.

Ora la lingua di Isabella scorreva sul mio ventre teso: la sua bocca, le sue calde labbra sembravano scivolare sul mio cazzo fremente.

Stavo impazzendo. Provavo sensazioni così forti da non capire più nulla; volevo sentire anche io la pelle di Isabella sotto la mia lingua, volevo che lei vibrasse al contatto della mia bocca.

Lentamente mi spostai mettendomi in ginocchio sul letto: Isabella si sdraiò e si impossessò del mio cazzo e lo succhiava, guardandomi desiderosa mentre continuava ad accarezzarsi i seni.

Feci scivolare una mano fra le gambe, le dita a massaggiare la figa che sentivo gonfia e bagnata.

Ci masturbammo così, lei sdraiata ed io in ginocchio, fino a godere entrambi di un orgasmo dirompente ed eccelso.

Restammo un attimo a guardarci, ansimanti: domani sarebbe stato un altro giorno.


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