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Prime Esperienze

La cagna di tutti


di AntonellaTrav6
29.01.2024    |    2.978    |    4 9.8
"Con piglio decisionale, il più massiccio dei tre mi alza la minigonna al bancone, per poi infilarmi tre dita tutte dentro e con quelle spingere e dirigere il..."
Col tempo, ero diventata lo sborratoio privato del mio compagno di stanza. Mi scopava con regolarità e ogni sera pretendeva mi travestissi con abiti diversi per poi farmi sua in maniera selvaggia. Per soddisfarlo il mio corpo era sempre completamente depilato, e così ero diventata la sua porca dalla carnagione chiara e i capelli lunghi fino alle spalle e quel culetto da usare e abusare alla bisogna. Quella sera gli altri due coinquilini non c'erano, sarebbero tornati dopo due settimane, e quindi avevamo campo libero in casa per fare sesso in ogni angolo. Dopo avermi a lungo inculata in tutti i modi a partire dal tardo pomeriggio, dopo cena lanciò la proposta inaspettata di andare a ballare in una nuova discoteca che aveva aperto da poco; si diceva che era molto grande e di tendenza e che dietro un bancone da bar chilometrico erano stati installati dei camerini per appartarsi a fare sesso. "Ci vieni vestita da Antonella la puttanella", mi intimò, mentre riempiva i suoi capelli di gel profumatissimo. Quella sera mi costrinse ad indossare dell'intimo rosa di pizzo e sopra un vestito nero a tubino molto elegante e aderentissimo, autoreggenti nere d'ordinanza e tacco a spillo. Mi truccai leggermente le guance, un poco gli occhi e poi misi un rossetto rosso fuoco. Indossai un lungo soprabito bianco di taglio maschile e scesi le scale del condominio, vergognandomi come una ladra in chiesa, per poi salire frettolosamente sulla piccola utilitaria del mio maschietto. Trovò subito il parcheggio ed entrammo venendo travolti da una musica forte e martellante e monotona. La serata sembrava procedere per il meglio, anche se in lui leggevo qualche proposito perverso nei pensieri, vedendolo a ogni minuto che passava sempre più con gli occhi assatanati che mi scrutavano con un misto di eccitazione e cattiveria. Dopo l'una di notte il locale si riempì di uomini che non vedevano l'ora di impezzare tutte quelle femmine imputtanite. Sembrava essere scoccata l'ora "ics" tanto bramata da quella mandria di maschi pronti a scopare tutto quello che si muoveva. "Tu adesso fai la troia davanti a tutti, e fai anche vedere che sei pronta per essere inculata dagli altri e sotto i miei occhi e la mia direzione, e lo farai fino a quando avrai l'ultimo briciolo di energia in corpo !"
Non erano passati neanche cinque minuti da quella frase, che lo vedo attaccare bottone al bancone del bar con tre uomini eleganti di mezza età. Antonio mi chiamò a sè al centro di quel piccolo crocicchio, in modo che avessi uno di quegli estranei a sinistra, uno a destra e uno dietro. Erano già lanciatissimi, quando il calabrese pronunciò questa frase: ' Fatevi sotto che la puttanella l'ho portata qui stasera per soddisfare tutte le voglie dei miei nuovi amici...' A quel punto quello alle mie spalle si era letteralmente appoggiato e mi stava facendo sentire il suo cazzo duro. Antonio aveva chiarito il fatto che io non fossi una ragazza ma una trav, e loro che mi stavano già palpando ovunque gli fecero capire con un cenno degli occhi che mi avrebbero inculato tutti e tre a turno, senza problemi. Ad un certo punto ero in piedi e mi avevano messo in mezzo, sentivo un cazzo dietro e due davanti, si strusciavano con la stessa foga come se fosse la prima volta che vedevano una figura femminile. Con piglio decisionale, il più massiccio dei tre mi alza la minigonna al bancone, per poi infilarmi tre dita tutte dentro e con quelle spingere e dirigere il mio corpo verso gli stanzini della dark room. Ci ritrovammo in 5 dentro un posto angusto e buio. Avevo due cazzoni duri in mano e quello del massiccio che puntellava il mio buchetto, mentre Antonio si era inerpicato sopra una specie di divano rosso di finta pelle e da là sopra me lo dava in bocca. L'uomo grosso e massiccio prese subito a scoparmi forte come una ninfomane, smadonnando e riempiendomi di insulti, sotto la regia perversa del mio compagno di stanza, che lo incitava a farmi più male. Dopo che mi ebbe esploso dentro dei gettiti di sborra potentissimi, uscì da quel vano stretto con l'aria soddisfatta di chi aveva goduto veramente bene. A prendere il suo posto, dietro di me, fu il più giovane della compagnia, che poteva avere circa 40 anni, pochi capelli e una carnagione olivastra su un viso da macho del Sudamerica. Antonio intanto mi costrinse a sdraiarmi supina sul divano, mentre il sudamericano mi alzò l'abito, spostò la mutandina e si abbassò completamente il pantalone, prima di prendere le mie gambe e mettersele dietro le sue spalle. In quel preciso istante puntò il suo cazzo al culo e spinse, spinse, spinse fin quando l'enorme cappellona rosso fuoco mi entrò completamente dentro. Un'altra spinta e mi entrò l'asta per metà, un'altra spinta ancora e mi fu completamente dentro e qui mi rimase per un po' fermo prima che ricominciasse a stantuffare e a baciarmi con tre metri di lingua in bocca. Aveva poi continuato a scoparmi lentamente ma molto profondamente, mentre Antonio e l'altro si segavano, guardandoci. Ogni volta che mi penetrava fino in fondo ci baciavamo, poi il ritmo aumentò ed io sentii il piacere invadermi fino a diventare godimento. Il mio culo da troia tornò a riempirsi di un'altra cascata di sborra calda e densa. La sensazione stupenda, di appartenenza a quell'uomo latino, mi invase. Rimanemmo per un po' così: col suo uccello ancora nel mio culo, quando, improvvisamente il mio viso fu colpito con violenza dalla doppia ondata di sborra di Antonio e del terzo, un piccoletto tozzo e tarchiato con un cazzone spropositato. Si erano segati entrambi con veemenza puntando alle mie labbra per dissetarmi con quel loro succo caldo. Credevo che la mia serata da porcona alla mercè di stalloni sconosciuti fosse terminata, quando sentii il piccoletto esclamare: "Adesso, grande troiona, voglio la tua bocca su di me, dappertutto, in ogni anfratto del mio corpo, piedi palle, zona inguinale, culo, addome, ascelle. Ma soprattutto voglio sentire le tue labbra e la tua lingua sul mio cazzone, su e giù delicatamente, per poi ingoiarlo tutto
e succhiare e risucchiarlo avidamente."
Fu Antonio a strattonarmi e a rimproverarmi, aggiungendo: 'Hai sentito l'amico cosa ha detto??? Fa il tuo dovere, porcella !" Avevo preso a leccare come da disposizione, senza tralasciare un solo pezzo di quel corpo maschio, quando mentre stavo eseguendo un signor pompino regale, sentii Antonio sollevarmi con cattività dal basso e con una forza eccessiva, prendermi il braccio e, torcendolo, spingermi e girarmi di faccia contro la parete scura. Il terzo mi prese così, da quella posizione di svantaggio per me, possedendomi prima delicatamente, iniziando a montare dolcemente, per poi passare a farmelo sentire tutto. Tutto dentro e allargandomi bene bene, continuando col prendermi a montare più prepotentemente che poteva, stantuffandomi quasi come un treno in corsa nella galleria traforata del mio buco del culo. Mi esplose di piacere per la seconda volta, ma questa volta tutto dentro. Poi lo entrasse e mi costrinse, sempre con le cattive maniere e senza delicatezza, pure schiaffeggiandomi le guance, a ripulire ben bene tutta la cappella con la mia lingua, prima di uscire dal camerino, assieme all'altro amico, il sudamericano che, nel frattempo, si era appisolato sul divano. "Rottaincula - mi disse Antonio- è arrivato il momento di rincasare" .
Si era fatta l'alba di un nuovo giorno e io avevo il culo spaccato in due da tre sconosciuti. Da un'emittente radio, sulla strada del ritorno, Milva cantava "Uomini sempre addosso Avanti, marsch". Io avevo fatto la zoccola sotto gli occhi del mio coinquilino Antonio, dando piacere a tre abili porconi e, ovviamente, a lui con quella sua ennesima perversione da maschio di riferimento! Di maschi addosso io ne avevo avuto quattro, quella notte. Avanti Marsch
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