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Prime Esperienze

il trattamento - l'inizio


di poeta57
23.01.2025    |    9    |    0 6.0
"Per tutte queste ragioni lei fu una delle prime ad usare Internet..."
Era una donna insoddisfatta, sempre alla ricerca di qualcosa. Sarà stata l'età. Ma era così.

Le amiche lo sapevano bene e le perdonavano i frequenti nervosismi. La perdonavano anche per l’intelligenza, lo spirito, l’acume e, anche, il buon cuore. Era buona, di cuore, ma insoddisfatta. Sempre insoddisfatta.

Era per quello che fin lì non era riuscita a trovare marito. Le sembravano tutti così superficiali, stupidi, ottusi, egocentrici, vanagloriosi. Un disastro. Stava con uno un po’, anche un bel po’, almeno per i suoi standard, e poi quello alla fine cadeva sulla più stupida delle scenate. Gelosia spesso. Perché era curiosa, libera, indipendente e quella proprio non la sopportava. La gelosia. Insicuri ed egocentrici. Insopportabili.

Per lei ci voleva un maschio vero, uno con le palle, che la sapesse prendere, capire e magari, certe volte, anche perdonare. In giro non ce ne erano. I buoni erano già tutti sposati, ormai, almeno così sembrava e gli altri…. Che disastro!

Le sue ricerche quindi si erano fermate. Basta. Gli uomini servono solo per quello. Bisogna cercarli solo quando se ne ha una precisa necessità. Basta.

Le sue amiche ridevano, ma in fondo la capivano. Quante delusioni, quanti innamoramenti buttati, quante energie. E poi il matrimonio?! Chi è felice e soddisfatta del proprio matrimonio, da tutti i punti di vista, scagli la prima pietra. No, lei non andava bene per il matrimonio. Per quello ci voleva più calma, tranquillità, riflessione e lei, lei non era proprio capace. O nero, o bianco, così era lei, le rimproveravano le amiche.

Per tutte queste ragioni lei fu una delle prime ad usare Internet. Lì, gli incontri erano più facili e poi di solito si limitavano alla conoscenza virtuale. Parole. Intelligenza. Che se uno lì non l’aveva, l’intelligenza, il saperci fare, bé, non è che poteva inventarsela.

Così la sera, la notte passava le ore chattando e spedendo mail e visitando siti, stanze, forum. Si incontrava la gente più strana e, a volte, divertente. Con alcuni divenne anche amica, come si può diventare amici di qualcuno che non si è mai visto, ma ci si ritrovava tutti i giorni alla stessa ora, a raccontarsi le giornate.

Una delle cose più divertenti di Internet è che si potevano avere un sacco di identità diverse e per lei che era sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo questo risultò particolarmente stimolante.

Dopo qualche mese ne aveva almeno tre, di identità. L’impiegata single amante della lettura e delle discussioni senza fine (nick iostudio), la donna sposata con mille impegni familiari ed un marito noioso all’infinito (nick esseredonna) e la pantera amante del sesso estremo, delle stranezze, delle piccole e grandi perversioni (nick tuapantera)

Lei, lei non era nessuna delle tre, non si sentiva nessuna delle tre, ma ci giocava, con tutte e tre e le serate solitarie passavano più veloci.

Certe sere, quando si fingeva una specie di erotomane in gonnella, al momento di spegnere il computer si accorgeva di essere sottilmente eccitata e in quelle sere il prendere sonno era più faticoso.

Poi prese a chiacchierare, sempre via mail, con un tizio che le magnificò un trattamento per sole signore che lui teneva in un appartamento in un quartiere molto in della città. Il tizio, amantesapiente, si definiva tramite il nick, stava molto sulle sue e raccontava poco, suggerendole solo di prendere contatto con alcune altre navigatrici che avevano già fatto quella esperienza.

Sulle prime lei si disse che era una cosa senza senso. Come essere sicuri che dietro quegli altri nick non si nascondesse sempre amantesapiente? Poi provò a prendere contatto, a lanciare una mail e qualcuna di quelle amiche di amantesapiente rispose. Lei cercò d’essere prudente e non chiese subito quel che voleva chiedere. Cercò di fare amicizia, di capire chi ci fosse dall’altro capo del filo. Abbandonò praticamente tutte quelle referenze salvo due che le sembrarono delle vere donne simpatiche e oneste.

Con quelle dopo qualche settimana di vuote chiacchiere si aprì e domandò loro se conoscevano amantesapiente e se sapevano che diavolo combinasse. Loro risposero che lo conoscevano sì’ e che in tutta confidenza lo consigliavano solo a donne veramente pronte a qualsiasi esperienza.

Quel consiglio la bloccò. Anche perché loro non vollero dire niente di più. Se ne vergognavano, dissero. Era una cosa troppo intima e non ne volevano parlare, ma entrambe dissero che in fin dei conti per loro, ma valeva solo per loro, quell’esperienza era stata piacevole e istruttiva. Una disse piacevole. L’altra istruttiva.

La curiosità le morse lo stomaco. Tornò immediatamente a bersagliare amantesapiente che rispose subito, al solito in maniera assolutamente sfuggente. Se voleva, doveva provare. In piena libertà e senza costrizioni. Se non le andava poteva smetterla in qualsiasi momento. Subito, all’inizio, o a metà. Quando voleva.

La curiosità era mostruosa.

Convinse un’amica e preso appuntamento tramite la rete si presentò, con l’amica, nell’appartamento, bellissimo, vagamente descritto da amantesapiente.

Un signore molto gentile le fece accomodare in una grande sala illumninata dalla luce di grandi vetrate.

Loro si sedettero premendo le borsette sulla pancia. Dentro la borsa lei teneva acceso un cellulare che aveva lasciato a casa di un altra amica, alla quale avevano raccontato della cosa. Le precauzioni non le sembravano mai abbastanza.

Dopo un bel po’, entrò un altro signore, più alto e più bello, che chiese a tuapantera di seguirlo. Loro chiesero se non potevano entrare in due, ma il signore fu molto deciso nel rifiutarsi. Se volevano potevano andarsene, liberamente, ma il trattamento, se così si poteva chiamare, era assolutamente personale. L’amica, se voleva, poteva usufruirne subito dopo. Le amiche si guardarono e lei sussurrò alla sua amica: “abbiamo fatto trenta. ti spiace se vado. aspettami. tieni il cellulare acceso" L'amica la guardò quasi con disappunto e poi scosse il capo facendo segno di sì e quindi tuapantera seguì quel signore.


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