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Proposta indecente (quarta parte)


di Stalio
16.08.2014    |    17.583    |    0 9.4
"Io non so dove sia l'officina di Marco, va avanti lei..."
Chiamo Anna che sono quasi le 18,00.
"Ciao dormigliona. Ti sei riposata?"
"Si. Ne avevo bisogno."
"Colpa mia?"
"Si, mi hai distrutta."
"Marco? Ha fatto domande?"
"Non particolarmente. Pensa che mi ha chiesto se eri a tuo agio."
"E tu? Cosa hai risposto?"
"Gli ho detto che abbiamo parlato molto, che si, eri un po' a disagio, ma che poi ti sei sbloccato."
"Bugiarda."
"Stasera gli faccio un resoconto completo."
"Si, così ti mena."
"A proposito, prima che mi scodi: mi ha detto di chiamarti per chiederti se stasera vieni a mangiare una pizza con noi."
"Noooo. Vuole tastare, osservare come ci comportiamo noi due."
"No, non è il tipo. Non lavora sott'acqua. Non può essere realmente interessato a passare una bella serata con la moglie ed un amico?"
"Anna, tu lo conosci meglio di me. Vabbe, suppongo che non ci si può tirare indietro."
"Già..."
"D'accordo Anna. Però mi devi fare un piacere."
"Dimmi..."
"Hai presente come mi guardavi mentre mi stavo rivestendo?"
"Si."
"Ecco, uno sguardo così stasera è bandito. Ok?"
"Mauri, non sono scema."
"Un'altra cosa: ma tu te la senti di uscire stasera?"
"Si, certo."
"Ma stai bene? Ti sei ripresa? Mi sembravi un po' fuori fase."
"Mi brucia dietro, ma ho messo della pomata. E poi vorrei vedere te, non sono abituata ad una simile maratona. Tu sei un..."
"Io sono?"
"Tu sei unico."
"Si, più unico che raro. A che ora passo? Non tardi, per favore."
"Si lo so che non ti piace cenare tardi. Ci vediamo tra un paio d'ore? Ti va bene?"
"Si, dolcezza."

Poco prima delle 20,00 sono davanti alla loro casa, mi guardo intorno per un parcheggio, niente.
Mi tocca cercare più avanti. Proprio in quel momento arriva un'altra macchina e parcheggia davanti ad un passo carraio. Bravo complimenti. Gli passo di fianco e guardo all'interno dell'auto per vedere il soggetto... È la mamma di Anna Rosa. Se mi vede è finita, come gli si può spiegare la mia presenza davanti casa di sua figlia? Cosa gli raccontiamo? Ti prego, non ti girare verso di me, non ti girare, ti prego. Non si gira, pericolo scampato...mamma...
Devo avvisare Anna che gli aspetto sulla piazzetta, mi fermo ad una cabina e telefono, mi risponde Marco: "Pronto?"
"Marco sono io, ho visto tua suocera, quando siete pronti vi aspetto sulla piazzetta."
Capisce al volo: "Si, Renato, facciamo così, prima di pranzo la macchina è pronta."
Arrivano dopo una mezz'oretta. Vado in macchina da loro, lui: "Scusa Maurizio, Teresa ci ha fatto fare tardi."
"Non ti preoccupare, piuttosto abbiamo corso un bel rischio. Non mi ha visto per un niente. Sarebbe stato comico raccontargli cosa ci facevo sotto casa vostra."
"Non succederà più, all'incirca viene a casa una-due volte al mese."
Arriviamo alla pizzeria. Anna ha prenotato.
Marco: "Mauri ma non è che ti ho scombussolato la serata vero? Avevi già preso altri impegni?"
"No, tranquillo. E poi mi fa piacere stare insieme a te, a voi, ci dobbiamo conoscere meglio e questa è una buona occasione."
"Si, fa piacere anche a me e ad Anna."
"Solo una cosa Marco, per saperlo, poi non ne parlo più: il nostro accordo, quello che stiamo facendo, ti crea molto fastidio? Fastidio non è esattamente la parola giusta. Insomma voglio sapere se ci stai male e se hai avuto ripensamenti. Io, eventualmente, mi posso dileguare all'istante."
Anna: "No no, che dici?"
"Fai rispondere lui."
"Mauri, non sto bene, è normale. Ma non ti azzardare a tirarti indietro adesso. Verso di te provo affetto, gratitudine, non astio. E ti sono anche riconoscente per la delicatezza che stai dimostrando nei miei confronti, come quello che mi hai appena detto."
"Bene Marco. Te lo devo dire: mi hai colpito positivamente. Sono contento che Anna stia con te, che tu sia suo marito. Gli voglio bene e voglio bene anche a te."
"Maurizio, così mi fai commuovere."
Anna: "Occhio, che quando si commuove raddoppia l'appetito."
"Che cosa?"
Scoppiamo a ridere. In effetti Marco mangia la sua pizza e poi ne ordina un'altra.
La serata passa bene, tra battute, risate, piccoli scherzi tra di noi.
C'è affinità con Marco, in modo diverso dall'affinità che c'è con Anna. Ma sempre di intesa si tratta.
Prima di uscire Anna si alza per andare in bagno.
La guardo camminare, sculetta leggermente. Marco: "Sinuosa la ragazza, vero Mauri?"
Un po' in imbarazzo: "Si, sinuosa, beato te che te la sei aggiudicata."
"Posso farti una domanda Mauri?"
"Certo, dimmi."
"Ma con te, come è a letto?"
"Marco, io non è che..."
La vedo uscire dal bagno: "Sta arrivando..."
Si avvicina: "Allora bimbi miei, si va a letto? Sono cotta."
Ci tiriamo su, paghiamo ed andiamo via.

La mattina dopo alle 9,00 sono davanti casa di Anna. Mi apre.
Entro. È vestita con una maglia bianca di lana sottile, attillata, una gonna nera sopra le ginocchia, scarpe con i tacchi, truccata, capelli sciolti.
Mi viene incontro, mi abbraccia e mi caccia la lingua in bocca. Uhmmm...porcellina.
"Non ho messo ancora il rossetto, prima volevo sentire il tuo sapore."
"Si, brava. Guarda cosa hai combinato." E le metto una mano sul pacco.
"Ummmmm...non vedo l'ora. Prima portiamo la carriola da Marco."
"Si, come facciamo? Andiamo con due macchine?"
"Si, poi oggi alle 12,00 vai a casa con la mia, così Marco ha più tempo per guardarci con calma. Idea sua."
"E tu? Rimani a piedi?"
"Si, tanto dormirò."
"Hai intenzione di stancarti tanto?"
"Tu che dici?"
Si finisce di sistemare ed usciamo. Io non so dove sia l'officina di Marco, va avanti lei. Dopo cinque minuti si ferma e parcheggia, ma non c'è nessuna officina. Scendo, mi avvicino a lei: "È dietro l'angolo, vai, ti aspetto. Non facciamoci vedere insieme dai suoi operai."
Mi viene un'idea: "D'accordo. Tu intanto, mentre mi aspetti ti devi masturbare, poi ti togli le mutandine, che mi darai al mio ritorno. Le voglio bagnate dei tuoi umori."
"Sei un maiale."
Risalgo in macchina e parto. Si, l'officina e lì... Parcheggio, scendo, entro dentro.
C'è un operaio: "Buongiorno, cercavo Marco."
"Non c'è, è uscito per un'urgenza. Tu sei Maurizio vero?"
"Si..."
"Marco mi ha detto di lasciarmi le chiavi, poi ci penserà lui."
"Ok."
Lascio le chiavi, prendo un biglietto da visita, indico al ragazzo dove ho parcheggiato, saluto ed esco.
Arrivo da Anna, prima di salire la guardo... Mi allunga le mutande: "Tieni, sono fradice."
"Brava, sei venuta?"
"Si." Le metto in tasca.
Salgo in macchina ed allungo una mano in mezzo alle gambe, arrivo alla passerina e tasto: "Fammi sentire."
Comincio a masturbarla mentre guida, due dita dentro, ditale: "Hooooooo...uhmmmmmm...smettila, così andiamo a sbattere."
Tiro fuori le dita e me le porto in bocca, lecco i suoi umori. Mi guarda con gli occhi sbarrati.
"Sei tremendo."
Arriviamo a casa, parcheggia l'auto, saliamo su, entriamo e chiude la porta.
"Un caffè amoruccio?"
"Si, ma prima vieni qui."
La prendo, le spalle contro il muro, lingua in bocca, lei che strofina il basso ventre contro il pacco. Voglio farla venire e non ci mette molto: "Hooooooo...siiiiii..."
Mi abbraccia, e appena si riprende: "Questo muro ne avrà da raccontare..."
Io: "E il tavolo in cucina..."
Lei: "E il letto."
"E il bagno..."
"Il bagno?"
"Si, vedrai."
Mette su la moca poi si siede sulle gambe, a cavallo, esattamente come ieri. L'uccello è durissimo.
Lo sente, si alza, mi slaccia i pantaloni, lo tira fuori e lo prende in bocca, qualche leccata, un risucchio, poi viene di nuovo a cavallo e se lo infila dentro di botto.
Entra come il burro, è un lago. Comincia a cavalcare subito forte, non più di un paio di minuti e arriva l'orgasmo: "Hoooooo...vengoooo...mhuuuuuu..."
Passati gli spasimi mi caccia la lingua in bocca: "Ne avevo una voglia, da ieri sera."
Si sente il caffè uscire, si tira su: "Riprendiamo dopo."
Mi porta la tazzina e si rimette a sedere sulle mie gambe, l'uccello è in fiamme, sbatte sulle sue cosce.
"Poverino, è impaziente. Stiamo qui o andiamo sul letto?"
"Stiamo qui, lui porterà pazienza. Prima te la voglio mangiare."
"Uhmmmmmm...solo il pensiero mi fa...mmmmuuuuu..."
Finiamo il caffè. Va in bagno a darsi una sciacquatina in mezzo alle gambe, arriva e si stende direttamente sulla tavola, gambe oscenemente aperte. Mi avvicino con la bocca, lei: "Ti devo chiedere una cosa, dopo."
Mi prende la testa e la spinge giù, sulla passera. Comincio a leccare, le grandi labbra, poi spingo dentro con la lingua, poi di nuovo fuori, poi dentro, ecco, sta già godendo: "Siiiii...belloooo uhmmmmm." Io non smetto di torturarla, gli faccio sentire i ruvidi peli della barba sul crito, poi lo prendo con le labbra e succhio, la lingua dentro come a scoparla, poi di nuovo il crito. Non dura tanto: "Ecco...siii...hoooooo...siiiii..."
Mi tiro su. È ora che dia soddisfazione al mio fratellino.
"Vieni qui dai."
Si alza e mi viene sopra a cavallo, se lo infila dentro, e via a cavalcare. Geme, sospiri di piacere. Intanto le sfilo la maglietta, ha un reggiseno bianco in pizzo. Tiro fuori le tette da sopra, i capezzoli duri, succhio, lecco, lei cavalca forte, sento che sta arrivando: "Hooooo...vengoooo...siiii." Mi bacia, lingua in bocca, vengo anch'io: "Annaaaaa, mi fai morire, ecco, siiiii..." Tre schizzi dentro, lei gode di nuovo, si contorce, urla, mi abbraccia.

Lo tiene dentro un po', dopo si alza e si siede su una sedia.
"Di cosa stavate parlando tu e Marco quando sono andata in bagno?"
"Di te, naturalmente."
"E cosa vi siete detti?"
"Lui mi ha cappellato mentre ti guardavo il culo, stavi sculettando mentre camminavi, ed ha fatto una battuta, ed io gli ho risposto che è stato in gamba ad aggiudicarsi te. Testuali parole."
"E poi?"
"Poi basta, sei tornata subito."
Mi tengo per me la domanda che mi ha fatto Marco.
"No, perché quando siamo arrivati a casa, a letto, mi ha chiesto di te, se sei bravo a fare l'amore."
"E tu? Cosa..."
"Gli ho detto di si, e che ci siamo un po' lasciati andare."
"E lui?"
"Lui mi è letteralmente saltato addosso e mi ha scopato per un'ora abbondante. Cosa abbastanza insolita, oltre i 15-20 minuti non siamo mai andati."
"Quindi? Dici che lo eccita saperti tra le mie braccia?"
"Booooo....vedremo."
"Allora ieri sera hai fatto gli straordinari."
"Si, e questa notte ho dormito come un ghiro. Ero stanchissima."
"Quante volte sei venuta con lui?"
"Due volte, ma la seconda volta stavo pensando a te."
"A me? Perché?"
"Non so, mi è venuta così."

Continua.......


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