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Prime Esperienze

Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo. (seconda parte)


di Stalio
18.06.2016    |    18.201    |    4 9.6
"" Stava per sborrare ma voleva resistere più a lungo possibile..."


Fu lui, con un gran sorriso, ad aprirmi la porta, e mentre stavamo andando in camera sua mi resi conto che in casa non c'era nessun altro: "I tuoi non ci sono?"
"Sono al lavoro...vieni."
"No, no.....allora vado via."
"Come....perché?"
"Perché? Lo sai perché."
"Dai...ti prometto che non faremo niente che tu non voglia."
"No...non mi fido. Tu sei troppo pericoloso Gianni."
"Ma va.....siamo amici no?"
"Si, ma non in quel senso. Io non sono un frocio..."
"Lo so.....e neanch'io. Ma se ti va', ci possiamo divertire un po', entro certi limiti."
"E quali sarebbero questi 'limiti'?"
"Ti ho promesso che non faremo niente che tu non voglia."
Dopo un attimo di esitazione, mi decisi, anche perché sotto sotto mi intrigava quello che stava nascendo tra noi: "Ok....ma se esageri vado via immediatamente. E comunque non portarmi in camera tua."
"Va bene.....mettiamoci in sala. Bevi qualcosa?"
"Si.....hai un'aranciata?"
"Forse si...vado a vedere."
Tornò dopo pochi secondi con la mia aranciata, e si mise a sedere sul divano con le gambe aperte, ...e con in bella vista il pacco già gonfio.
"Vieni qui." Facendomi segno di sedermi sulle sue gambe.
"Gianni....tu sei...." Mentre mi accomodavo su una sua coscia.
"Bravo." Mi consegnò la bibita in una mano, mi prese l'altra e se la portò sull'uccello, facendomelo palpare. Lo lasciai fare.
"Gianni se questa cosa si sa in giro io ti ammazzo."
"Ma che dici? Queste sono cose che non si raccontano a nessuno." E cominciò ad abbassare la lampo, a slacciare la cintura, infine tirò fuori l'uccello.
Mi sembrò enorme, era almeno il doppio del mio, la cappella era più larga e molto più scura del manico, e ce l'aveva leggermente ad arco all'insù.
"Ecco...lo sapevo che l'avresti fatto."
Mi prese una mano e me lo fece agguantare: "Senti com'è duro Marchino...è colpa tua."
"È duro......e caldo....."
Mise una mano sopra la mia e mi invitò a segarlo, poi me la mollò ed andai avanti da solo. 
"Che bravo che sei....vedrai che noi due ci divertiremo un sacco, vai più forte....così.... hooooo...e con l'altra mano accarezzami delicatamente la cappella...siiiii...."
Sentirlo gemere, vibrare, per il piacere che gli stavo procurando, mi inorgoglì ed accelerai ancora con la sega. Sentivo la cappella ingrossarsi......e dal buco usciva del liquido che mi inumidì le mani. Lui era sempre più perso, con la testa abbandonata sulla spalliera del divano gemeva di piacere.
Mi sborrò in mano nel giro di 3-4 minuti, mentre io continuavo a segarlo...per farlo godere più a lungo. 
Così mi ritrovai con entrambe le mani piene di sperma, e lui, passato l'orgasmo: "Mi hai fatto morire...", mentre mi passava dei fazzoletti di carta per pulirmi.
"Hai mai sentito l'odore che fa?"
Portai una mano al naso...la sborra faceva un odore forte, ma non fastidioso.
"Ti piace?"
"Booooo....non saprei."
"Perché non l'assaggi? Solo un pochino con la punta della lingua."
"No, no.....mi fa' schifo..."
"Dai...non fare lo schizzinoso. Almeno senti che sapore ha."
Mi lasciai convincere e ne leccai qualche goccia, ma non mi sembrò niente di che e glielo dissi.
"Sai che sono tutte vitamine e proteine? Bere lo sperma fa' un gran bene."
"Allora bevilo tu." Fu la mia risposta, e d'altronde in quel momento non potevo sapere quanto ne avrei ingurgitato nei mesi successivi.

Mentre mi pulivo le mani lui cominciò a palparmi il culo.
Non ero proprio all'asciutto in fatto di sesso, mi masturbavo spesso e avevo delle riviste porno nascoste in casa, quindi intuii dove voleva arrivare.
"Quello te lo scordi."
"Se non lo vuoi fare non lo faremo...non ti forzerò....."
"Ecco...."
"Però me lo fai palpare vero? Così.....da sopra i pantaloni, e qualche volta da sotto..."
"Solo da sopra.....se proprio devi..."
"Va bene.....tra un po' mi fai un'altra sega."
"Ancora? Non ti è bastato?"
"Macché.....vedi che sta diventando di nuovo duro?"
Infatti si stava ingrossando nuovamente.
"Ma come fai ad avere un cazzo così grosso? Il mio non è così..."
"Devi ancora crescere Marco.....e vedrai che crescerà anche lui..."
"Speriamo..." Intanto, d'iniziativa ricominciai ad accarezzarlo.
"Perché non ti metti più comodo? ...siediti qui di fianco a me..."
Senza mollargli l'uccello mi spostai di lato, sulla sua destra,...ed effettivamente così riuscivo meglio, stavo più comodo ad impugnare con la mano dritta quel cazzone che puntava verso il soffitto.
Gianni si sfilò i calzoni e le mutande fino al pavimento, e si spostò più avanti col bacino,  mettendo più in evidenza l'uccello che in quella posizione riuscivo a vedere in tutta la sua lunghezza, comprese le due borse che pendevano alla base, anch'esse proporzionate al resto.
"Mentre seghi accarezzami anche le palle, senza stringere troppo." Mi incoraggiò Gianni.
Le presi da sotto, come per soppesarle, dentro erano sicuramente piene di sborra e fuori coperte di peli, come tutto intorno alla base dell'uccello. I peli erano lunghi e formavano dei ricciolini molto carini.
"È impressionante."
"Ti piace?"
"Si....devo ammetterlo."
"Allora perché non gli dai un bacio?"
"Ma va là.....è tutto sporco di sborra..."
"E che problema c'è? Prima l'hai addirittura leccata..."
Era incredibile come Gianni riuscisse sempre ad incastrarmi.
"Un bacio, solo un bacio." Mi abbassai, con la mano libera raccolsi i capelli tutti da una parte, e poggiai le labbra sulla cappella, che ebbe un sussulto, e feci schioccare il classico suono del bacio.
"Ti ha dato fastidio?"
"No...per niente." Mentre lo segavo, lo sentivo fremere sempre più.
"Allora dagli un altro bacio...e lascia le labbra appoggiate sulla cappella, così sento il tuo calore."
Per accontentarlo, abbassai nuovamente la testa e lo baciai di nuovo, proprio sul buco da dove stava uscendo del liquido biancastro che mi bagnò le labbra. Restai in quella posizione, con la cappella che mi strusciava sulle labbra, e che sentivo fremere mentre con la mano facevo su e giù.
"Marco mi fai sentire la lingua? Fai un passaggio sulla cappella, come se stessi leccando un gelato."
"No Gianni.....questo no."
"Dai.....cosa ti costa?"
Già.....ormai ero là.....solo una leccata, solo una. 
Tirai fuori la lingua e la passai tutto intorno e poi sotto sul filetto. Lui ebbe un sussulto e gemette per il piacere.
"Ancora.....lungo il manico, parti da sotto e su' fino alla cappella."
Spostai i peli e glielo leccai partendo dalle palle e andando in alto, passando sopra le mie dita che glielo tenevano stretto mentre lo segavo.
"Bravo Marco....continua così." 
Lo rifeci altre volte, con una mano segavo, con l'altra accarezzavo le palle, e con la lingua leccavo l'asta, fin sopra il filetto sotto alla cappella e con dei giri intorno, poi senza staccare il contatto con l'uccello tornavo giù, e di nuovo su.
"Smetti di segare...vai solo di lingua, e continua così anche quando vengo."
Stava per sborrare ma voleva resistere più a lungo possibile... Mi fermai con la mano, ma ormai lui era quasi arrivato.
"Adesso concentrati sulla cappella....così....bravo...siiii....hoooo...haaaaa....."
Il primo schizzo mi centrò la lingua, il secondo finì dritto in un occhio, che feci appena in tempo a chiudere, gli altri sulla faccia e sui capelli.
Quando si calmò col fiatone, mi disse: "Sei stato bravissimo..." 
Intanto io cercavo di ripulirmi la faccia dalla sborra, ne avevo anche sulle labbra, ed un po' era finita in bocca.
"Vai a darti una sciaquatina in bagno...ti aspetto qui."
Ci andai, mi rinfrescai la faccia e con l'ausilio dello specchio mi ripulii anche i capelli.... ne aveva fatta veramente tanta.
Quando tornai sul divano, Gianni era disteso per il lungo, incredibilmente aveva ancora l'uccello duro.
"Vieni qui vicino a me.....fammelo appoggiare sul tuo bel culetto."
"Non ti fare venire strane idee.....ti ho detto che quello non si fa'."
"Te lo voglio solo appoggiare.....da sopra i pantaloni."
"Allora si...." E mi distesi di fianco a lui dandogli le spalle.
Lui si mise alla giusta altezza per essere in direzione del mio culetto e cominciò a strusciarmelo in mezzo alle natiche. Avevo dei pantaloncini corti e leggeri di cotone, e quindi sentivo il suo uccello molto bene, quasi come fosse a contatto con la mia pelle, .....e qualche brivido di piacere me lo procurò, che non passò inosservato.
Gianni, tirando i pantaloncini su' da una gamba, arrivò ad infilarmi l'uccello sotto, e sentivo la cappella ed il manico a contatto con le mie natiche, non poteva penetrarmi ma ci furono diversi gemiti di piacere ambo le parti, mentre lui faceva avanti ed indietro come se mi stesse sodomizzando.
Andò avanti una quindicina di minuti, con una mano mi teneva stretto a se, anche se non ce n'era bisogno, e con l'altra infilata sotto la mia maglietta giocava con i miei capezzolini. L'eccitazione in me crebbe rapidamente, sentirmi quel palo strusciarmi in mezzo alle natiche mi fece presto esplodere in un fortissimo orgasmò. Fu qualcosa di devastante che mi sconquassò. Poi lui, sentendo che stava per venire, lo tirò fuori da sotto i pantaloncini, si tirò su in ginocchio, mi girò con la schiena sul divano, e si sistemò a cavallo sopra di me. Avevo l'uccello a pochi cm dalla faccia, lui lo agguantò e indirizzò la cappella sulle mie labbra: "Prendilo in bocca Marco."
 "No, no....no...haaaaammmm...."
Avevo aperto la bocca per protestare e lui si era intrufolato dentro di botto. Mi sentivo impalato fino in fondo alla gola e facevo anche fatica a respirare...restò fermo qualche secondo poi cominciò a fare su e giù, per chiavarmi in bocca..... Arrivava fino in fondo alla gola, si fermava, poi di nuovo fuori e dentro. Inizialmente subii senza fare niente, ma poi mi decisi a muovere la lingua intorno alla cappella e quasi subito mi arrivarono dritti in gola 5-6 schizzi di sperma che senza pensarci mandai direttamente giù...alla fine glielo presi con una mano, e lo segai, mentre accoglievo in bocca gli ultimi schizzi.

Passato l'orgasmo si distese di nuovo di fianco a me, ed io dissi: "Lo sapevo che sei un tipo pericoloso."
Rise, poi: "Marco adesso è meglio se vai via, tra un po' arrivano i miei, e prima voglio farmi una doccia."
Mentre mi tiravo su un po deluso, perché mi sembrava quasi che mi stesse cacciando via dopo aver fatto i suoi comodi, Gianni mi chiese di vederci ancora per il pomeriggio successivo, ed io accettai con entusiasmo. Temevo di non essere stato all'altezza, invece no, lui voleva vedermi ancora.

Prima di uscire mi diede una mega palpata al culo, poi mi fece mettere in ginocchio sul divano: "Fammelo vedere", mentre mi abbassava pantaloni e mutande.
Mi aprii le chiappe e passò le dita intorno alla rosetta rossa poi comincio a spingere con un dito per infilarmelo dentro, ma si fermò quasi subito e mi mise il dito in bocca: "Insalivalo per bene", quindi tornò su buco e spinse piano ma in modo deciso, ed entrò, fino in fondo. Io stringevo i denti, sentivo un forte bruciore, e nel contempo avevo timore che stesse per incularmi, perché il suo uccello stava riprendendo vigore.
Non lo fece, gioco per due-tre minuti con il dito nel culo, con una mano mi teneva aperte le chiappe e con l'altra faceva avanti ed indietro. Quando mi mollò mi venne davanti e mi infilò l'uccello in bocca.....per pochi attimi, quindi: "Marco mi fai impazzire......vai via dai...... "
Mentre mi stavo rivestendo mi rispinse giù: "Prima di andare via dagli un bacio."
Mi inginocchiai per terra, gli presi in mano il cazzo e baciai la cappella. Questo diventò una specie di rito che si ripeté ogni volta.


......continua.
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