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Lui & Lei

La mamma del mio amico


di blackcat58
13.11.2012    |    26.567    |    2 9.7
"Rosario, nonostante i suoi settanta anni suonati, era ancora un uomo attivissimo e in gamba, era un pochino sovrappeso ma se la cavava bene..."
“Ben arrivati” ci disse il padre del mio amico, accogliendoci a braccia aperte all'uscita dell'aeroporto. Rosario, nonostante i suoi settanta anni suonati, era ancora un uomo attivissimo e in gamba, era un pochino sovrappeso ma se la cavava bene. “Vittorio si scusa, ma come sapete si sta riprendendo dall'incidente e questa mattina è andato in clinica per la seduta quotidiana di fisioterapia”.
Il mio amico Vittorio in agosto si era fratturato una caviglia giocando a calcetto, e così non potendo venire in vacanza in Sardegna, siamo andati noi a trovarlo a Genova a fine estate.
Arrivammo a metà pomeriggio a casa dei suoi che aveva una bellissima vista sul porto genovese con La Lanterna e buona parte del golfo. Lui abitava fuori città in una casa piccola, e così i genitori che erano stati nostri ospiti a Cagliari, si offrirono con molto entusiasmo di ospitarci a loro volta in città,dandoci così la possibilità di evitare gli inutili tempi di spostamento.
“Ecco, qui su questa terrazza domani mattina faremo una bella colazione con vista mare” ci disse Rosario, “mi raccomando, svegliatevi puntuali che poi si va all'acquario”.
E così vuotate le valigie ci organizzammo per l'uscita a cena in un ristorantino sulle colline fuori Genova.
“Ciao ragazzi, benvenuti a Genova. Purtroppo abbiamo un piccolo problema” disse Vittorio entrando a casa, “ si è scaricata la batteria della nostra macchina, mi sa che per andare al ristorante dovremo stringerci un pochino e andare con la tua pà”.
“Beh dai, non è un gran problema, tanto fra poco sarà buio e non si noterà se siamo in cinque o in sei, e poi sarà anche meglio così, magari chiacchierando sarà un viaggetto più gradevole, senza contare che la mia macchina è capiente e ci si può entrare tranquillamente anche in sei”.
Così andò, ci sistemammo nella bella monovolume di Rosario con lui alla guida e Vittorio a fianco in modo da poter distendere la gamba ancora fasciata.
Mariella, la moglie di Rosario accanto al finestrino per evitare malori nella tortuosa strada che portava fuori città, così alla fine io mi ritrovai tra Mariella alla mia destra e la mia compagna Carmen. Beh, insomma non era poi una cattiva sistemazione, alla fine non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti stavo piacevolmente incastrato fra due belle donne, la mia compagna che è bella morbida e con bel seno generoso e la mamma del mio amico che è veramente super.
Nonostante i suoi sessantaquattro anni, Mariella è ancora bella e tonica, e per quanto possa vedere la cosa dal mio punto di vista di uomo innamorato delle donne extra large o bbw come vengono chiamate, devo dire che spesso ho fatto dei pensieri molto porci con lei, arrivando persino a sognarla una volta.
Mariella è una verace rappresentante della bellissima Sicilia, una bella mora dalla pelle leggermente ambrata, alta intorno al metro e settanta e piacevolmente sovrappeso, ha un seno grandissimo, credo che con due mani non riuscirei a cingerle neanche una delle sue meravigliose tette, e ogni volta che ci salutiamo e baciamo sulle guance, non perdo l'occasione per abbracciarla e stringerla per sentirle.
Comunque così piacevolmente stipati, ci stavamo dirigendo al ristorante chiacchierando allegramente e raccontandoci le nostre rispettive vacanze che si stavano purtroppo concludendo, quando all'improvviso Rosario fu costretto a una “inchiodata” con grande stridore di gomme e grosso spavento, per fortuna solo quello, di tutti noi: “ma guarda questo stronzo, ma come cazzo guidi cretino? Ma perché danno la patente a questi asini?”
Non so perché, ma istintivamente puntellandomi con i piedi abbracciai Mariella e senza rendermene conto mi ritrovai con una mano sul suo seno. Inizialmente presi dallo spavento ne io ne lei ci facemmo neanche caso, ma fu un attimo, poi con grande imbarazzo reciproco spostai la mano cercando di dare poca importanza alla cosa.
La frenata improvvisa e lo spavento ci avevano fatto smettere di parlare,però nello sballottamento mi ritrovai attaccato ancora di più a Mariella e il mio gomito destro ora stava morbidamente appoggiato al suo seno meraviglioso. Lei sembrava non essere disturbata da questo e io nelle curve non facevo niente per attenuare la pressione, tanto che stavo cominciando ad avere un rigonfiamento nei pantaloni. Allora mi feci più audace e facendo finta di nulla mi misi con le braccia in conserte così che la mia mano sinistra si trovò “distrattamente” esattamente sotto il suo seno. Ancora lei non fece nulla per spostarsi, anche perché non è che potesse farlo, costretta com'era tra me e lo sportello. La mia mano con fare indifferente e inizialmente stando con il pugno chiuso stava appoggiata sotto la sua grande tetta sinistra, ne potevo sentire il peso e la consistenza, seppure attraverso la camicia e il reggiseno. Non poteva non essersene accorta e allora con grande faccia da culo, la aprii appoggiandola sempre da sotto ma spingendo verso l'alto e assecondando le curve. Contemporaneamente anche lei nelle curve che la spingevano verso me, non faceva nulla per sottrarsi alla pressione della mia mano, anzi sentivo che era tranquillamente rilassata e allora la mia mano cominciò a toccare e soppesare il suo meraviglioso seno. Ormai ero partito e con una erezione che mi stava esplodendo nei pantaloni, totalmente ammutolito e in estasi, tanto che a malapena e a malincuore percepii che eravamo arrivati al ristorante.
La cena fu allegra e veramente gustosa, ottimi prodotti tipici, birra e vino ci resero tutti allegri e ciarlieri oltre che abbastanza alticci, Mariella era la più “allegra” di tutti, tanto che ci chiese di darle il tempo di darsi una rinfrescata in bagno prima di muoverci per il ritorno a casa. Fortunatamente Rosario non bevve perché al ritorno ci fermarono i Carabinieri e pur perdonandoci il fatto di essere in sei dopo le nostre spiegazioni, fecero fare al nostro autista l'alcool test che ovviamente risultò negativo.
Al ritorno riprendemmo le nostre posizioni nell'auto, decisi però di non esagerare e così me ne stetti buono e tranquillo senza approcci e palpeggiamenti come nel viaggio di andata. Un pochino storditi dalla mangiata e sopratutto dalla bevuta, nel viaggio di ritorno non c'era gran voglia di parlare, anche perché era subentrato quello che io chiamo “l'effetto pitone”, che notoriamente dopo aver mangiato dorme beatamente. Io chiacchieravo di calcio con Rosario e Vittorio e quindi, poco interessata all'argomento, sentii dal respiro che la mia compagna cedeva al sonno. Anche Mariella si assopiva appoggiandosi morbidamente alla mia spalla, così sempre con indifferenza le passai il braccio destro sulle spalle per assecondare il suo sonnellino appoggiata a me. Fu allora che mi riprese il tarlo e piano piano scostai il leggero golf aperto che aveva messo sulla camicia e appoggiai delicatamente la mia mano destra sul suo seno, prima con le dita e poi lentamente con tutta la mano e...sorpresa!!!!...che stronzo sono stato, con la scusa di volersi rinfrescare in bagno Mariella si era tolta il reggiseno e con la complicità del buio e del golf che nascondeva il misfatto, nessuno se ne era accorto.
Io si, cazzo proprio ora che eravamo quasi arrivati in città!!!...non resistetti e infilai la mano destra dentro la camicetta, ora si che ero in paradiso...mi mancava il respiro da quanto era bello, che seno meraviglioso, caldo e pieno, ne sentivo il peso e la consistenza. La mia mano non ne poteva accogliere che una parte alla volta e mai sazia lo carezzava da sopra e passava al capezzolo che sentivo bello e duro, ma purtroppo non potevo vedere al buio. Mi feci ancora più audace e conscio del fatto che Mariella non poteva non sentire la mia mano che si saziava delle sue meraviglie, le sbottonai la camicia e le scoprii tutto il seno che ora toccavo con entrambe le mani, ancora un poco e mi sarei sborrato da solo nelle mutande. Peccato che fossimo ormai arrivati in città, perché le sorprese non erano finite: sentii una mano calda che si appoggiava sulla mia gamba destra e dolcemente carezzava la parte lasciata scoperta dai pantaloncini. Ragazzi...stavo per esplodere quando la voce di Vittorio ci riportò alla realtà avvisandoci ufficialmente che eravamo arrivati in città, così con molta circospezione e senza gesti bruschi ci ricomponemmo.
A casa il tempo di darci l'appuntamento per l'indomani mattina alle nove per la colazione e dopo una rapida occhiata complice e un sorriso fra me e Mariella tutti a nanna. Io avevo praticamente fatto buona parte del viaggio di andata e di quello di ritorno con una erezione esplosiva e quindi ora avevo un dolore ai coglioni che potevo sanare solo in modo, visto che la mia compagna era collassata a letto: una bella sega pensando alle tette di Mariella con abbondante sborrata che, visti gli stimoli della serata, arrivò in poche battute.
La colazione dell'indomani come promesso fu abbondante, come ebbi modo di accorgermi più tardi, anche troppo per me. Comunque alle dieci eravamo in strada diretti a piedi all'acquario genovese, e tra un'allegra facezia e l'altra, cominciai a sentire dei dolorini alla pancia. Capii subito che la situazione stava rapidamente diventando insostenibile, e fu un bene perché feci appena in tempo a lasciare la compagnia e ritornare a casa di corsa per infilarmi in bagno. In effetti non è che feci proprio in tempo, in realtà mi scappò entrando in bagno dove per dirla con un' eufemismo combinai un casino sotto diversi punti di vista.
Mortificato e dolorante nel corpo e nello spirito sentii Mariella che bussava chiedendo se avessi bisogno di qualcosa. Credo che avrei avuto bisogno di un buco dove sparire dentro per la vergogna, ma le chiesi se poteva portarmi dei pantaloncini puliti dalla camera. Dopo avere fatto una doccia decontaminante e avere bonificato e lavato gli indumenti povere vittime della mia triste vicenda, mi palesai fuori dal bagno intenzionato a nascondermi in camera e telefonare alla compagnia per dire che non era il caso che uscissi, almeno per la mattina. Dalla porta socchiusa della camera sentii: “Francesco, dai vieni che ti ho preparato un the caldo che ti aiuta a rimettere a posto la pancia”.
“Va bene Mariella, grazie ne ho proprio bisogno”. In effetti mi sentivo parecchio scombussolato, avevo i brividi e sudavo, un the mi avrebbe aiutato a reintegrarmi nel mondo dei vivi.
“Che faccia che hai!...dai siediti e bevi il the, vuoi anche dei biscotti?”
“Grazie Mariella sei molto gentile, il the mi farà stare meglio, ma i biscotti non è il caso, grazie comunque”
“Mi sa che tu hai anche la febbre, stai tremando. Fammi sentire”.
E così dicendo si avvicinò inchinandosi e appoggiandomi le labbra sulla fronte. La camicia si aprì e vidi finalmente bene il suo seno davanti al mio naso, anche se stavolta stava rinchiuso dentro un reggiseno color carne. Che spettacolo, mi sentivo già meglio. Bevuto il the, dissi che andavo in camera a stendermi, e così feci addormentandomi dopo pochi minuti.
Mi svegliò una voce che sembrava venire da lontanissimo quando erano ormai quasi le tredici e trenta: “Francesco, come ti senti? Ti va di mangiare qualcosa?”
“Non saprei Mariella, magari qualcosa di leggero”.
“Dai su alzati e datti una rinfrescata che ti ho anticipato e ho preparato del risotto anche per me. Rosario e i ragazzi hanno deciso di stare a pranzo fuori e continuare il loro giro per la città, gli ho detto io che stavi meglio e dormivi”
In effetti la mia condizione dopo la dormita era decisamente migliorata e così andai a rinfrescarmi e in pochi minuti fui pronto e a tavola.
“Ti va un caffè?” disse Mariella a fine pranzo.
“Non so se sia il caso dopo la performance di stamattina, tu che dici?”
A quel punto ci venne da ridere e convenimmo per un caffè non tanto forte.
“Dai vai e accomodati in salotto che te lo porto, così ti puoi accendere la tv se vuoi”.
Dopo qualche minuto sentivo il profumo del caffè espandersi per la casa e la mia condizione fisica tornare alla normalità. Questo ovviamente mi riportò a pensare lucidamente a quello che era successo in macchina, e il fatto che sentissi lo stimolo dell'erezione mi confermò che mi stavo riprendendo. Poi il pensiero che fossi solo in casa con quello splendore di femmina mi riportò definitivamente nel mondo dei vivi.
“Ecco qui, questo ti rimetterà in perfetta forma.”
Bevuto il caffè con commento delle notizie del tg e riposte le tazzine mi disse: “Fammi sentire se hai ancora la febbre”.
Si spostò dalla poltrona al divano accanto a me alla mia sinistra e fece il movimento per appoggiare ancora le labbra sulla mia fronte, accostandosi e attaccando la sua bella coscia alla mia. Istintivamente le passai il braccio sinistro intorno alle spalle per agevolarla e sentii ancora una volta il suo grosso seno a contatto con me.
“Ma si dai, la cura ha funzionato, la temperatura sembra tornata normale e hai ripreso un colorito migliore” disse. Io le sorrisi ringraziandola ma senza togliere il braccio dalla sua spalla e tenendo lo stretto contatto con le sue tette, tanto che sentivo che anche il mio cazzo riprendeva vita. Anzi cercai di spostare le gambe in modo da nascondere il rigonfiamento nei pantaloni e...cazzo, come un idiota e rintronato come ero, mi accorsi che non avevo chiuso la cerniera dei pantaloncini e così praticamente dall'apertura si vedeva tutto, anche perché ero senza mutande.
Lei appoggiò la testa sulla mia spalla e disse: “Sai, devo chiederti scusa per quello che ho fatto ieri sera nel viaggio di ritorno dal ristorante. Avevo bevuto e non ero molto lucida, mi avrai certamente giudicato una puttana”.
“Ma no che dici, è stato bellissimo e io non giudico nessuno” le dissi io, carezzandole affettuosamente la spalla.
Da come stava appoggiata sulla mia spalla non poteva non vedere che la cerniera dei pantaloncini era aperta. Anzi, siccome il mio uccello che intanto si era svegliato stava posizionato a destra, sicuramente lo vedeva bene, e questo mi faceva impazzire, tanto che quello stronzo sussultava per l'eccitazione aumentando ancora l'estasi che provavo. Era un momento nel quale nessuno di noi parlava, sentivo il suo respiro leggermente accelerato, così cominciai lentamente a spostarmi in modo da favorire la fuoriuscita della mia erezione dalla cerniera aperta dei pantaloncini. Contemporaneamente facevo in modo da farla piano piano scivolare con la testa verso il mio cazzo che ormai era quasi uscito fuori e si vedeva benissimo, la cappella era ancora seminascosta dentro, ma al minimo movimento sarebbe saltata fuori. Mariella mi stava lasciando fare, lentamente la stavo spingendo sempre più verso il basso, ora la sua testa dai capelli corvini con la coda stava appoggiata sul mio petto, poteva sicuramente sentire il mio cuore che stava andando a mille di pari passo con la mia estasi.
Mi stirai ulteriormente sul divano e la sua testa scivolò ancora più giù sulla pancia, verso il rigonfiamento dei pantaloncini e la cerniera aperta dalla quale si vedeva bene la mia erezione. Ora la sua bocca era vicinissima, sentivo quasi l'alito caldo del suo respiro sulla pelle, era a pochi centimetri dal cazzo che vibrava e smaniava per avere soddisfazione da quella femmina meravigliosa. Ma lei incredibilmente complice non lo toccava, lo stava gustando così, guardandolo e tenendolo davanti alla bocca, la sua mano sinistra stava poggiata sul mio ginocchio sinistro e lo carezzava piano, il suo braccio destro stava dietro di me, sentivo la mano calda sotto la maglietta sulla schiena.
“Mi stai facendo morire” le dissi in un sussurro.
Poi stirando leggermente con la mano destra la tela dei pantaloncini, feci in modo che saltasse fuori
del tutto. Allora lei tolse la mano dalla schiena e accomodandosi meglio, aprì del tutto i pantaloncini per farli scivolare in basso e finalmente se lo prese in bocca. Non potevo crederci, non ho un cazzo grande, credo di arrivare al massimo a venti centimetri, ma lei lo ingoiava tutto. Se lo teneva fermo tutto dentro fino in gola e sentivo la sua lingua dentro la bocca che si muoveva. Resistetti pochi minuti e poi venni in quella bocca calda e morbida esplodendo fiotti di sborra nella gola di quella splendida femmina.
Se lo tenne dentro la bocca succhiando, ingoiando e leccando tutto finché si ammosciò, e poi sorridendomi disse “Grazie Francesco, era da tanto che non avevo questa soddisfazione”.
Standocene abbracciati in silenzio sul divano, lasciammo passare un tempo indefinito, e poi le chiesi se voleva venire nel letto con me.
“Certo tesoro, dammi due minuti per andare in bagno”.
Mi raggiunse nella camera e stava per iniziare a spogliarsi, ma la fermai: “Aspetta, ti voglio spogliare io” le dissi.
Andai dietro di lei e la abbracciai, le presi il seno da dietro che è una cosa che mi fa impazzire, piano le sbottonai la camicia e la aiutai a sfilarsi il reggiseno. Ero nuovamente in paradiso, quel seno meraviglioso che mi faceva impazzire mi riempiva le mani, ne soppesavo la consistenza, ne sentivo il calore e il profumo della pelle di femmina. Come pensavo, con due mani non riuscivo a cingerle neanche una delle tette, erano grandissime, stupende.
Si era sicuramente rinfrescata perché non aveva rimesso le mutande, le feci scivolare la gonna e la feci girare per baciarla. Aveva un seno meraviglioso, con i capezzoli dall'aureola grandissima e poi altra bellissima sorpresa, aveva l'inguine depilato, cosa che mi fa impazzire perché adoro leccare e così è più bello.
Le chiesi di stendersi sul letto e mi tuffai in quel paradiso leccando e bevendo, carezzandole la pancia e le cosce, lei si teneva i capezzoli mugolando di piacere, ero deciso a farla godere con la lingua e dopo qualche minuto ebbi la sensazione che avesse avuto un orgasmo.
Ora ero io ad avere nuovamente il cazzo duro, così come era le chiesi se potevo penetrarla.
Mi guardò sorridente e mi disse “Tutto quello che vuoi tesoro, oggi mi stai facendo tornare femmina”.
La sua figa era caldissima e non ci avrei messo molto a riempirla di sborra, quando memore del “Tutto quello che vuoi” le chiesi se le andava di voltarsi e permettermi di prenderla da dietro.
Sempre sorridendo dolcemente, si voltò appoggiandosi alla pecorina, allora le aprii le natiche e ripresi a baciarla e leccarla da dietro. Si dimenava di piacere inarcando il bacino e agevolando l'apertura del culo dove la mia lingua entrava fino a dove era possibile.
“Dai, non resisto, mettimelo dentro ti prego”.
Come potevo resistere a un simile invito? Le puntai la cappella sul buco e piano lo spinsi dentro.
Non feci molta fatica a entrare perché evidentemente non ero il primo a passare da lì. Era bellissimo vedere il mio cazzo entrare e uscire dal quel magnifico culo che si dimenava e smaniava per riceverlo dentro fino in fondo. Mi piaceva da matti entrare tutto e stare fermo dentro il suo culo carezzandole il seno e la pancia, infine esplosi e le sborrai dentro ansimando di piacere.
Lei si lasciò scivolare a pancia in giù e mi chiese di stare così, appoggiato alla sua schiena. Mi disse che le piaceva sentire il mio corpo sopra il suo, con il cazzo ancora infilato dentro di lei.
Parlavamo piano, sussurrandoci parole dolci e tenere e per un attimo ci assopimmo anche. Poi lo squillo del mio telefono ci riportò alla realtà e ci staccammo pienamente soddisfatti del pomeriggio di coccole reciproche.
Un bacio dolcissima Mariella, sei una femmina meravigliosa.

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