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Il padrone di casa napoletano


di boyxmaturiBAT
07.06.2018    |    25.304    |    10 8.7
"" È stato difficile arrivare? È la prima volta a Napoli?" mi chiese; " Abbastanza semplice " mentii per non dare l'impressione di essere..."
Questo è il mio primo racconto e spero possa piacervi.

Come tanti ragazzi neolaureati in Italia, anche io una volta finito il mio percorso di studi mi sono subito messo alla ricerca di un lavoro. Ho 26 anni, laureato in economia, con la passione per la finanza e le questioni bancarie, ragion per cui ho inviato decine e decine di candidature per stage presso qualche banca.
Agli inizi di Aprile vengo finalmente contattato da una di quelle banche per svolgere uno stage della durata di 12 mesi a partire dai principi di Maggio presso la filiale di Napoli; "non male " penso, "non è lontanissimo da casa" ( essendo della prov. di Bari ) ed inoltre la retribuzione pattuita mi avrebbe consentito di prendere un bi-locale in affitto, escluse le altre spese per cibo e qualche svago.
Mi metto subito alla ricerca di appartamenti in zona stazione, vicino al Centro Direzionale, e nel giro di qualche giorno riesco a trovarne uno carino ad un buon prezzo.

Questo Maggio la temperatura è già molto calda e quindi decido di partire la mattina presto intorno alle 7. Durante il viaggio in auto non sto nella pelle essendo la mia prima occupazione e la mia prima esperienza di indipendenza fuori da casa dei miei. Ho voglia di mettermi in gioco!
Con non poca facilità e aiutato dalla mappa sul mio smartphone, dopo circa 2 ore di viaggio, riesco a raggiungere l'abitazione che per 12 mesi sarebbe stata la mia prima casa; il quartiere non mi sembra male, poi i napoletani mi sono sempre piaciuti, con il loro accento e la loro cordialità tipica del sud Italia.
Chiamo il proprietario di casa al telefono e con tono allegro e gentile mi dice che sarebbe arrivato nel giro di qualche minuto, cosi ne approfitto per prendermi un buon caffè napoletano al bar li vicino.
Una volta uscito vedo un uomo sulla cinquantina, alto più o meno 1.78 m, in carne ma non grosso, capelli corti e leggermente brizzolati, barbetta incolta, una camicia sportiva da cui si notava che era molto villoso al petto e alle braccia e un bel viso che ispirava subito simpatia.
" Buongiorno, il signor Gennaro? " dissi avvicinandomi e porgendo la mano;
" Solo Gennaro ti prego dammi del tu " disse sorridendomi, con voce profonda e con accento campano doc. Non potetti fare a meno di notare l'avambraccio rivestito da un bel pò di peli.
" Mi scusi, ehm, scusa Gennaro, io Stefano piacere".
Dopo una stretta di mano entrammo nel portone e prendemmo l'ascensore per arrivare al secondo piano del palazzo dove era situata l'abitazione.
" È stato difficile arrivare? È la prima volta a Napoli?" mi chiese;
" Abbastanza semplice " mentii per non dare l'impressione di essere stupido, " sono già venuto un paio di volte per visitare la città, ma non posso dire di sapermi orientare" risposi.
Aprì la porta di casa, abbastanza nuova e sopratutto rinforzata, ed entrammo.
L'ambiente era davvero luminoso, il balconcino dava sulla strada principale e potevo vedere la stazione e anche qualche grattacielo del Centro Direzionale, mi mostrò la cucina e sala da pranzo, il bagno, con una bella doccia ampia dove sarebbero entrate anche due persone insieme, ed infine la camera da letto.
"Per fortuna ha una finestra" pensai, non sarei riuscito a dormire in una stanza da letto cieca, ma soprattutto rimasi entusiasta del grande armadio a specchio posizionato proprio difronte al letto.

"Che te ne pare? Può andar bene?" disse Gennaro sorridendo e dandomi una pacca sulla spalla.
" Davvero bella e si vede che tu e tua moglie la tenete bene" risposi sorridendo;
" Si ci tengo davvero molto, anche se non sono sposato, sono divorziato" mi disse senza perdere il sorriso;
" Mi scusi, non volevo sembrare invadente " dissi imbarazzato pensando alla gaffe che avevo appena fatto;
" Sta tranquillo, piuttosto quante volte devo dirti di darmi del tu?" replicò con fare ironico.
Sorrisi senza aggiungere nulla, mi stava davvero mettendo a mio agio, e ci dirigemmo in sala da pranzo dove firmai il contratto di affitto.
" Quindi hai trovato lavoro? Sono contento assai di vedere un giovanotto laureato che riesce a prendersi qualche soddisfazione sul lavoro, visti i tempi" disse mentre ripiegava in contratto e lo infilava nel taschino della camicia.
" Si sono stato fortunato, credo" dissi sorridendo e cercando di non guardarlo molto, quei peli sulle braccia e sul petto che si intravedevano dalla camicia stavano cominciando a far risvegliare il mio attrezzo, e avevo paura che si notasse qualcosa dalle bermuda.
"Se mi permetti, visto che ora è casa tua, prima di andarmene avrei da pisciare..posso?" disse sorridendo indicando il bagno , senza sapere che mi stava rendendo ancora più difficile nascondere il pacco gonfio.
" Certo fai pure, ti aspetto qui " risposi prontamente.
E cosi andò, sentivo il piscio che grondava dal suo uccello dentro l'acqua del water e cercavo di immaginarmelo
e da furbo che sono, pian piano mi avvicinai alla porta del bagno lasciata aperta facendo finta di vedere il quadro appeso al muro, quando in realtà con la coda dell'occhio, cercavo di vedere il suo riflesso nello specchio del lavello.
Per un secondo riuscii a intravedere mentre se lo scrollava con fare da vero maschio e se lo rimetteva nei pantaloni.
Cercai di allontanarmi per non farmi beccare li.
" Se ti va posso farti da cicerone finchè non avrai fatto amicizia con qualcuno qui in città";
" Non vorrei disturbarti" dissi spiazzato dalla proposta;
" Uh maronn, nessun disturbo che dici" disse con il suo accento campano e il sorriso stampato in volto, " ti passo a prendere alle 19 cosi ci facciamo un giro e mangiamo qualcosa insieme "
" Ok" dissi, cosi ci salutammo e una volta che se ne fu andato liberai il cazzo dalle bermuda e mi sono segai in bagno dove c'era ancora odore del suo piscio... lo so, sono un porcello.

Arrivarono le 19, e dopo aver sistemato le robe negli armadi e preso confidenza con la casa, mi citofonò Gennaro cosi scesi.
Ci salutammo, salimmo in auto, e notai che era ancora vestito come la mattina, con quella camicetta da dove si vedevano i peli del petto e mi eccitai ancora fantasticando di farmi usare come un cagnolino.
Mi mostro le cose principali, in Maschio Angioino, via Toledo, bellissima, e ci fermammo a mangiare dopo 45 minuti di fila una pizza napoletana doc con una bella bottiglia di vino, invece che la solita birra.
Alla fine insistette per pagare lui il conto e mi disse che lo avrei fatto la prossima volta.
Uscendo dal locale, vista la mole di gente all ingresso in fila, feci scivolare la mano di lato in modo da toccargli il pacco e mi accorsi che era ben fornito, ma quasi subito cercai di divincolarmi tra la folla facendolo sembrare casuale.
Mezzi brilli, entrammo in auto e ci avviammo verso casa.
" Che mangiata" disse toccandosi la pancia e mettendo un braccio appoggiato al mio poggiatesta.
" Davvero buona la pizza napoletana" replicai soddisfatto
" La prossima volta ti porto in un locale dove si mangia del buon pesce" disse
Quando lo disse, io avevo colto il lato perverso, pensando a un altro pesce...

Arrivati sotto casa, intorno alle 21.30, lo ringraziai e mi disse se poteva salire dicendomi che aveva messo in frigo una bottiglia di prosecco, di cui non mi ero proprio accorto.
Salimmo, accendemmo la tv, e prendemmo il prosecco.
" Ti da fastidio se tolgo la camicia? Questa sera fa davvero caldo " disse Gennaro agitando il colletto con fare ironico.
" Nessun problema, lo faccio anche io, questa sera si muore di caldo"
Vederlo a petto nudo con quel petto e pancetta villosa, me lo fece ridiventare di pietra e avevo paura che se ne fosse accorto.
Ci bevemmo meta bottiglia nel giro di 20 minuti, e notai che spesso si toccava il pacco, come movimento involontario.
Cambiammo canale e vedemmo una trasmissione che parlava di pratiche sessuali, dal bondage allo slave.
Ridendo ridendo disse " a trovarla una donna che si fa chiavare anche dietro" e si tocco il pacco, e continuò " a te e mai successo di trovarne una?"
" ehm no....non ho molta esperienza di sesso purtroppo" dissi imbarazzato e mentendo, perchè già una volta avevo succhiato il cazzo ad un 40enne conosciuto in chat.
Si limitò a ridere sorseggaiando ancora il prosecco e ci sedemmo sul divano difronte la tv.
Allungo un braccio sulla spalliera e sentivo odore di maschio visto che era sudato e questo mi fece eccitare ancora di più.
Dopo qualche minuto si alzò e si diresse in bagno per pisciare, e io ne approfittai per seguirlo dicendo che mi volevo sciacquare la faccia visto che ero tutto sudato.
Si abbasso la patta dei pantaloni e lo tiro fuori, era un bel cazzo largo, e comincio a muoverlo quasi per incitare il piscio ad uscire; intanto io mi lavavo la faccia ma guardavo di lato verso di lui cercando di non darlo a vedere...
" eh iaaa e esci uffaaa" diceva muovendo il cazzo..
" eheh non vuole uscire? con tutto quello che abbiamo bevuto" dissi io con il cazzo durissimo nei pantaloni
" ma che ne sacc" dice lui con fare scocciato.
Prendo l' asciugamano e inizio ad asciugarmi il volto e quando lo tolgo lo vedo improvvisamente difronte a me con il cazzo duro nella mano destra.
" Ia piglia o pesc mmoc cess, lo so che lo vuoi" dice in tono autoritario e non me lo faccio ripetere due volte.
Mi inginocchio e apro la bocca e lui non perde tempo ad infilarlo tutto dentro. Sentivo odore di pesce, forse era questo davvero il pesce napoletano che voleva farmi assaggiare.
Mi tenne la testa ferma tra me mani e iniziò a spingere, quasi come fosse una fighetta la mia bocca, alternandosi tra schiaffeggiamenti con il cazzo e sputi in faccia. Mi sentivo sottomesso ai suoi voleri.
" lo sapevo che eri nu cess, ora ti piscio in bocca, aprila ia" disse guardandomi dall'alto verso il basso.
Mi misi in posizione e aspettai la fontanella che arrivo poco dopo, sembrava non finire più.
Una volta finito, si scrollo il pesce duro vicino la mia faccia, con gli schizzi che mi arrivarono in viso, e mi disse di di raggiungerlo dentro gattonando.
Lo trovai in camera da letto, mi prese senza dire una parola e mi mise a pecora sul letto.
" Ora te lo prendi tutto il pesce " e ancora " apri stu cul cess " disse con fare autoritario abbassandomi violentemente le mutande..
Io ubbidii, mi misi in posizione e cercai di aprirlo più che potevo con le mani, lo sentii sputare e puntare la cappella dritto sul buco.
Per 10 secondi fui abbagliato dal dolore, non capivo più niente, era entrato con un colpo secco dentro di me e stantuffava senza fermarsi un attimo, era davvero un porco. Mentre mi trapanava ripeteva sempre ad ogni botta: cess, piglia tutto, statt zitt, cagna.
Dopo 10 minuti di stantuffate ininterrotte, mi girò e mi mise con la testa al bordo del letto, in modo tale che aprendo la bocca avrei potuto prenderlo con lui in piedi. E cosi fece.
Il mio cazzo era sempre più duro ogni volta che entrava nella mia bocca, senza risparmiarsi, tanto da avere i suoi peli pubici in faccia, ed intanto con la testa al contrario vedevo la scena allo specchio. Non ci potevo credere. Un 50enne napoletano, il mio padrone di casa, alto e peloso mi stava usando per svuotarsi le palle.
Passati altri 10 minuti cosi, con il sangue che mi stava andando alla testa e il volto ormai ricoperto di bava visto che stavo venendo scopato senza tregua in bocca, si toglie, sale sul letto e mi alza le gambe.
Lo punta nuovamente verso il mio buchetto e con un colpo secco entra di nuovo dentro, fino alle palle, chiamandomi cess e sputandomi in faccia nuovamente.
" Ti piace o pesc eh? l'ho capito subito "
Si appoggiò con il petto sulle mie gambe fino a farmi sembrare un panino, con il suo pesce nel mio culo che entrava e usciva, e con i suoi peli del petto completamente in faccia. Stavo per scoppiare.
" Alzati alzati, devi bere il succo" disse alzandosi, tirandomi per le orecchie e facendomi mettere a terra con la bocca spalancata. Sborrai per terra in contemporanea mentre in faccia, negli occhi e due schizzi anche direttamente in gola, mi innondarono all'improviso.
Senza dire una parola ci dirigemmo in bagno per lavarci, e mi disse che d'ora in avanti sarei stato in suo schiavetto personale e che la volta successiva avremmo fatto anche altre cose.
INUTILE DIRE CHE NON VEDEVO L 'ORA....
.
..CONTINUA







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