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Vicino di ombrellone


di Pistola45
27.06.2023    |    37.906    |    37 9.8
"Poi altri spruzzi, meno violenti, che mi sporcano il collo, le tette, mi colano sulle mani..."
Sabato 14)
Continua a fissarmi e io sono in totale imbarazzo.

Avrà sì e no 14 anni, forse 15 anche se è alto almeno 1,80 e con un fisico già ampiamente sviluppato, spalle larghe da nuotatore qual è (ce l’hanno detto i suoi genitori stamattina, quando per la prima volta si sono presentati sotto l’ombrellone di fianco al nostro) e addominali ben scolpiti. Avevo subito pensato, mentre lo vedevo per la prima volta, quanto fosse carino e immaginato, innocentemente da mamma quale sono, quante ragazzine dovessero girargli intorno.

Io prendo il sole in topless, come sempre, ma non mi ero mai sentita così in imbarazzo come ora, perché lui continua a fissarmi. E’ davvero insistente.
Mio marito non può vederlo, ha spostato il lettino più avanti e rivolto verso il mare, per avere più sole a disposizione, io invece come al solito con la testa all’ombra per poter leggere. Lui è proprio di fianco a me, a circa 4 metri di distanza e i suoi genitori parlano tra loro continuamente, senza sosta.

E lui continua a fissarmi, lo vedo con la coda dell’occhio nascosta dagli occhiali da sole, ogni tanto mentre mi rigiro lo guardo e lui subito nasconde lo sguardo, dissimula, arrossisce.
Io faccio finta di nulla, mi viene da ridere, ha l’età di mia figlia grossomodo, cosa può vedere di così speciale in una “vecchia” che potrebbe essere sua madre? In ogni caso, per evitare eventuali problemi, ogni volta che mi alzo seduta o che mi rimetto il pezzo superiore del bikini per spostarmi al bar o in bagno, sto girata dall’altra parte e gli do le spalle. Forse è meglio che non me lo tolga più, troppo imbarazzo.

Domenica 15)
Alle 9 di mattina, quando arriviamo in spiaggia è già molto caldo. Più dei giorni scorsi. Ci sistemiamo come sempre sui lettini, sotto l’ombrellone dei “vicini” ancora non c’è nessuno e mi viene quindi spontaneo mettermi, come al solito, in topless. Mio marito, più vecchio di me di una decina d’anni, non mi considera più da tempo anche se, oggettivamente, sono una bella gnocca (milf si dice adesso?). Sempre in forma, sempre allenata, un’ora di corsa ogni giorno 365 giorni l’anno. Poi squat, addominali, mi piace tenermi in forma e ci riesco molto bene. Ho da poco passato la quarantina ma non ho timore a paragonarmi a molte ragazze con 10 anni di meno.
Di fianco a me Alberto invece, si lascia andare da tempo, pancetta molto evidente e muscoli afflosciati un po’ dappertutto. Non dico che mi faccia schifo, ma non riesco più a provare un minimo di libidine quando lo guardo, specialmente quando è nudo. Ma a lui non sembra interessare, nemmeno lui mi cerca più, da tempo.
Non l’ho mai tradito e non penso lo farò mai, abbiamo vissuto molti anni appassionati e ci siamo divertiti come matti, gli voglio ancora un mondo di bene!

Sono supina e assorta nel mio romanzo giallo quando sento un gentile “buongiorno”. Mio marito steso di pancia alza lo sguardo distratto e risponde, io lo guardo mentre si accomoda sul suo lettino nell’omprellone di fianco e lo saluto di rimando. E’ solo, evidentemente i suoi genitori sono più... ritardatari.
Una strana sensazione alla bocca stomaco, imbarazzo. Mi copro? Sono timida, sempre stata, ma non pudica. Penso che posso lasciarlo guardare, e non mi preoccupo più. Mi ristendo con le mie belle tette al vento e riprendo a leggere.
Ma non ci riesco, continuo a leggere e rileggere la stessa frase senza che mi entri in testa. Sento lo sguardo del ragazzino fisso su di me, sulle mie tette, e senza volerlo i capezzoli si irrigidiscono. Cazzo...
E più ci penso peggio è, con la coda dell’occhio lo vedo fissarmi, e il gonfiore nel suo costume “boxer” non lascia molto all’immaginazione. Lo eccito.
Non so che fare, sono in preda all’imbarazzo ma anche all’eccitazione. Nello stomaco come un pugno chiuso e nel basso ventre... formicolio, umido, tanto!
Il fatto di piacere a un ragazzino così giovane è una cosa totalmente nuova per me, mai ci avrei nemmeno pensato e adesso... mi eccita da impazzire. Penso che sono mesi che non faccio sesso e probabilmente ne ho bisogno ma ora devo spegnere questo fuoco. Torno a concentrarmi sulla lettura.
Non ce la faccio. lui continua a fissarmi e io continuo a sbirciare da dietro gli occhiali a specchio il suo gonfiore nel costume, molto evidente.
Mio marito russa, si è addormentato.
Sto impazzendo, nella testa immagini di cose che solo ieri non avrei mai pensato, io che prendo in mano il cazzo di quel ragazzino, che lo guardo, che lo meno... che lo vedo spruzzare... lo sento gemere...

Basta, vado in acqua non ce la faccio più! Mi alzo a sedere sul lettino e prendo il piccolo pezzo superiore, lo indosso. Sempre con la schiena verso di lui ma sento il suo sguardo addosso. Mi sfilo gli occhiali e m’incammino verso l’acqua, senza mai guardarlo ma sono certa che lui lo faccia, lo sento, mi sta guardando il culo ora. Sorrido e cerco di muoverlo e farlo ondeggiare più sensualmente che posso, voglio farlo impazzire come lui, involontariamente, sta facendo con me. Sono eccitata come non lo ero da tempo. Entro in acqua, avanzo finché non mi arriva alla patata e mi ci lascio scivolare dentro. Mi giro verso la spiaggia mentre continuo a procedere a ritroso per cercare acqua più alta e mi metto una mano dentro il costume, raggiungo il clitoride e comincio a stuzzicarlo.
Finalmente...

Lo vedo, è in piedi ora, sta procedendo anche lui verso il mare, verso di me. Mi si chiude lo stomaco. Continuo a sgrillettarmi e a dirmi con un senso di colpa: “potrebbe essere mio figlio”. Poi penso che è minorenne e sarebbe anche un reato perseguibile dalla legge. Ma che vado a pensare?
Mentre attraversa la spiaggia si tiene le mani davanti al pacco, evidentemente non ha voglia di farsi vedere in quello stato di erezione. Entra in acqua anche lui ma non viene verso di me, per fortuna. Sono quasi delusa, una parte di me avrebbe voluto. Non mi guarda, procede verso l’acqua alta, quando gli arriva ai pettorali si ferma e si lascia andare sotto con la testa, per bagnarsi tutto. Sarà a circa 6-7 metri da me, riemerge quasi subito, scrolla i lunghi riccioli scuri, si asciuga gli occhi con le mani e li riapre verso di me. Io mi sto ancora toccando lentamente e lui mi becca proprio mentre anch’io lo sto guardando, mi fa un saluto con la mano, ricambio con un sorriso.
Si lascia andare steso sull’acqua, fa “il morto” e il suo costume sembra una canadese, una collina che emerge fuori dal pelo dell’acqua, una evidente, notevole erezione, che si tocca passandosi con le mano destra e poi lasciandola di nuovo in bella vista.
Vuole che veda. E io ho visto bene. Notevole, senza dubbio!

Mi guardo intorno ed è pieno di gente, bambine e adulti. Già, è Domenica...
Mi vergogno di ciò che sto facendo e soprattutto pensando, è tutto così nuovo per me.
Ma continuo a masturbarmi, voglio un orgasmo, ne ho assoluto bisogno!
Socchiudo gli occhi e non lo guardo più, mi mordo un labbro sperando che lui mi guardi, capisca. Quando li riapro anche lui è in piedi, guarda verso di me ma sposta lo sguardo, intimidito appena capisce che lo guardo. E’ timido, anche lui.
Adesso la mia attenzione è attirata dal movimento del suo bicipite destro che non lascia spazio a nessun dubbio, si sta masturbando, anche lui.
Un altro pugno allo stomaco, lo guardo direttamente negli occhi che adesso mi sembrano più grandi, li strabuzza e poi li chiude di colpo: è venuto!
E vengo anch’io, subito, istantaneamente. Un lungo, bellissimo orgasmo che a stento riesco a tenere muto ma che non è certo passato inosservato a lui, che mi stava di nuovo fissando.

Faccio finta di nulla, mi sento sporca e puttana, sono profondamente imbarazzata e mi sento morire ma... è stato bello. Molto bello.

Mi dirigo verso riva mentre sento il suo sguardo scivolarmi sulle spalle, la schiena, il culo.

Mentre mi sto risistemando sul lettino togliendomi come sempre il top anche lui torna al suo posto, i nostri sguardi s’incrociano per un attimo e scivolano via subito, senza un cenno d’intesa, come nulla fosse successo mentre entrambi sappiamo. Mio marito continua a russare, come nulla fosse.
Il resto della giornata passa così, mille pensieri passano per la mia testa e il ragazzino continua a mangiarmi con gli occhi.

Lunedì 16)
Oggi me la prendo comoda, sono sola perché mio marito è andato al lavoro e rientrerà solo stasera per cena.
Stanotte ho faticato a dormire perché non riuscivo a non pensare al giorno appena trascorso, a quella pazzia.
E più ci pensavo più stavo male, mi sentivo in colpa, sporca, puttana e... eccitata. Sapere di essere così eccitante per un ragazzino così giovane mi faceva sentire bene, giovane, desiderata. E lo desideravo di conseguenza, volevo sentirlo tra le mie mani quel palo solo immaginato e intravisto sotto il costume, comprovarne la grandezza, la durezza. Poi mi sono masturbata ancora di fianco ad Alberto dormiente e solo dopo ero riuscita a prender sonno.
Quindi stamani ho indugiato nel letto, e raggiunto il mio ombrellone solo verso le 11.

In quello di fianco solo i suoi genitori che come sempre parlano fitto. Cos’hanno poi da dirsi sempre...?
Provo un imprevisto senso di delusione, inconsciamente speravo di rivederlo. Ma per cosa poi? Che mi sono messa in testa?
“Smettiamo di pensarci e facciamola finita” mi dico mentre mi sfilo il reggiseno. Ma proprio in quel momento alzo gli occhi e lo vedo arrivare, alto, giovanissimo e bello. Bello come un dio greco. Cazzo, cosa mi stavo dicendo meno di un minuto fa?

Mi sorride e mi saluta, arrossisco pensando a ieri e contraccambio, lui porta le bottigliette d’acqua che ha preso al bar ai suoi genitori e si siede sullo sdraio, girato verso di loro, schiena larga verso di me. Erotica da impazzire.

Ho la testa ancora in confusione, mille pensieri che la affollano, tutti contrastanti tra loro.
A un certo punto un “click”:
“Sono sola, marito -che non mi tromba da mesi- al lavoro, spiaggia quasi deserta per giorno feriale, un ragazzino stupendo qui a fianco che mi salterebbe addosso al minimo cenno.”
Gli ormoni moltiplicati dal sole sulla pelle fanno il resto.

Lascio da parte i miei sensi di colpa e la mia timidezza, ormai è chiaro che gli piaccio da morire e che mi denuncerà certo per adescamento di minore.

Vuoi giocare? Giochiamo!

Mentre fingo di leggere sempre con le tette al sole in bell’evidenza, inizio a toccarmene una “distrattamente” giocherellando col capezzolo. Lo controllo con la coda dell’occhio, si è steso sul lettino sul fianco sinistro, girato verso di me e mi guarda. Io insisto e passo la mano sull’altro seno, lasciandolo guardare quant’è turgido e dritto il capezzolo appena sollecitato.
Il suo costume si riempie, quasi di colpo, sempre di più.
Si mette una mano davanti per coprirselo, poi se lo stringe, come per... spegnerlo, ma non ci riesce.
Smania, si sposta, si gira, ora con la pancia verso il basso ma sentirà male con quell’arnese così duro, sorrido al pensiero.

Vuoi gjocare? Giochiamo!

Mi alzo a sedere sul lettino, stavolta però, girata verso di lui. Non lo guardo, guardo lontano e alzo le braccia a sistemarmi i capelli, prendo un elastico dalla borsetta e me li chiudo in una coda, le mie belle tette rifatte spinte con forza in avanti verso di lui, faccio finta di nulla e continuo a guardare lontano.
Sarà abbastanza? No! Sono puttana oggi, mi sento tale!
Sempre girata verso di lui e sempre senza guardarlo allargo leggermente le cosce, scendo con la mano verso il tanga, passo un dito dentro da una parte e lo sollevo un attimo, come a staccare un fastidioso contatto sulla pelle, spingo il dito medio dentro al costume fino alla seconda falange e mi accarezzo la passera con un movimento singolo dal basso all’alto, poi lo sfilo risistemando lentamente il costume e me lo passo tra le labbra assaporandolo. Alzo gli occhi nascosti dagli occhiali verso di lui e gli sorrido, pescandolo inebetito e stralunato.

Poi mi ristendo sul lettino e riprendo il libro, senza più degnarlo di uno sguardo. Riprendo anche a massaggiarmi un capezzolo con la mano.

Di colpo lui si alza e ad alta voce dice ai suoi: “vado in bagno”. Lo vedo passarmi davanti di tutta fretta, rosso in volto e con le mani davanti al costume per nascondersi, non mi guarda.
Lo vedo dirigersi verso la toilette e immagino cosa stia andando a fare. Sorrido tra me e me.

Ma subito dopo un dubbio pazzo ed eccitante mi fulmina la mente: L’ha detto a voce alta perché voleva che sentissi?
Ma certo, ha usato un tono di voce troppo alto per la distanza che c’era tra lui e loro. L’ha detto a me!

Le toilette sono nascoste alla vista del bar e in spiaggia non c’è quasi nessuno.
Mi siedo sul lettino e mi copro col pareo, senza reggiseno per perdere meno tempo. Mi dirigo verso i bagni, con la sottile speranza che lui non abbia chiuso la porta. Sono impazzita!
Le porte delle 4 cabine dei bagni sono tutte chiuse. Con le farfalle nello stomaco e in preda a pura follia provo ad aprire la prima: vuota. La seconda: vuota. La terza: vuota. La quarta: Bingo! La porta si apre come le altre ma dentro c’è lui, col cazzo in mano. Si volta, mi vede e arrossisce spalancando gli occhi. Gli metto un dito sulla bocca per fargli capire che non c’è da temere mentre richiudo la porta dietro le spalle. Mi giro e chiudo a chiave.
Lascio scivolare a terra il pareo, appoggio le tette ai suoi pettorali, mi alzo in punta di piedi e spingo le mie labbra sulle sue. Lui è impietrito, rigido e immobile, comincio a succhiargli le labbra e spingo la lingua nella sua bocca. Si scioglie e limoniamo come non ci fosse un domani.

Non smettiamo di limonare ma io nel frattempo raggiungo con la mia mano la sua, quella che teneva stretto il suo bastone, la scosto via e prendo il suo posto con la mia. Quello che sembrava dentro il costume è ben confermato, moolto ben fornito, e molto, molto più duro di come l’avevo immaginato.
Sono in preda al demonio, non riesco più a fermarmi, completamente impazzita! Continuo a limonarlo come in trance, gli succhio la lingua come a estirpargliela mentre faccio scendere anche l’altra mano, lo prendo con entrambe e lo palpo, lo accarezzo, soppeso le grosse palle. Sono piene, turgide, tese.
Lui è ancora inebetito, le braccia lungo il corpo senza nessuna reazione, non mi tocca. Limona solamente o forse è più giusto dire che risponde al mio bacio.
Mi stacco, scendo piano a baciargli i pettorali, gli addominali, l’inguinale. Intanto con una mano gli ho spinto verso terra il costume che ancora aveva addosso solo leggermente calato e con l’altra continuo a stringergli quel cazzo così duro da sembrare di marmo. Giuro, mai sentito un cazzo così duro.

E’ appoggiato con la schiena al muro, si lascia fare tutto senza reagire. Torno con la seconda mano sul cazzo che adesso è proprio davanti alla mia faccia, ai miei occhi. Che bello, sembra una statua, mi affascina, lo voglio!
La cappella è ancora coperta per metà dal prepuzio, voglio vederla. Con entrambe le mani lo apro piano e la vedo uscire maestosa, lucida, bellissima. Con una goccia di liquido preseminale che cola verso il basso, attaccata a un sottile filo che sembra di seta.
Sono ubriaca, completamente ubriaca da lui, dalla situazione, da quel totem...
Mi avvicino con la bocca allungando la lingua per raccogliere quella goccia che sta per cadere sempre tenendogli il pene ben aperto con entrambe le mani e in quel preciso momento... Esplode!
Gode, con un suono gutturale che somiglia a un grugnito soffocato gode, spruzza all’improvviso tutta la sua eccitazione che ormai non può più trattenere. Non me lo aspettavo, mi colpisce violentemente con uno spruzzo, due, tre. In piena bocca, sulla lingua, sul naso, sugli occhi, nei capelli...
Poi altri spruzzi, meno violenti, che mi sporcano il collo, le tette, mi colano sulle mani.
“Scusi...” mi borbotta...
Sentirmi dare del Lei mi fa sentire vecchia ma... evidentemente ancora arrapante.
Mi alzo, gli sorrido e, leccandomi le dita...: “non ti preoccupare, capita, le prime volte. Avremo tempo per riparare, se ne avrai voglia”.
“Certo che sì” borbotta.

Mi pulisco come meglio posso con la carta che trovo in bagno, sorrido pensando alla quantità di sperma che mi ha scaricato addosso e mi sorprendo rallegrandomi nel realizzare che il suo arnese non ha nessuna intenzione di... “ammosciarsi” neanche dopo qualche minuto.

Lo saluto con un bacio sulla guancia dicendogli “ aspetta un po’ ad uscire, ci vediamo sotto l’ombrellone” ed esco chiudendomi la porta dietro le spalle. Nessuno in giro, nessuno ha visto o sentito niente. Bene.

Mi dirigo verso il mare e mi immergo col pareo addosso, mi do una bella risciacquata e torno sotto l’ombrellone, libro in mano, tette in vista e cervello a pensare alla prossima mossa.

Voglio la mia parte!
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