tradimenti

AUTOGRILL


di lektor1
12.07.2016    |    49.399    |    25 9.5
"Le sue braccia mi stringono forte al suo corpo muscoloso, sento la sua potente erezione spingere contro il mio ventre..."
Ripropongo un racconto che avevo già pubblicato con un vecchio account.

Cinquecento chilometri senza una sosta, chiusa nell'abitacolo della macchina con mio marito e mia suocera.
Seduta nei sedili posteriori perché la cara suocera patisce a stare dietro e quindi il suo amato figlioletto, senza interpellarmi, a deciso cedergli il sedile accanto al suo.
Nulla di drammatico, sono pure più comoda sdraiata sui tre posti dietro ma, primo avrebbe dovuto interpellarmi, secondo tutto il viaggio senza essere neanche sfiorata è veramente troppo lungo.
Lungo come la settimana di vacanze che abbiamo appena trascorso, sette giorni in letti separati, perché la suocera non poteva restare in camera da sola con il rischio dell’ansia, quindi a dormire nella singola ci sono andata io.
Una settimana senza neanche un attimo d’intimità, la suocera era sempre in mezzo, in spiaggia, a pranzo in giro per il paese, sempre in sua compagnia.
Per fortuna stiamo tornando a casa!!!
Sono quasi le tre di notte quando Andrea si accoda alle macchine che lo precedono per immettersi in autostrada, stanca dal viaggio sono sdraiata sul divanetto posteriore, con la testa appoggiata alla portiera e le gambe distese.
La minigonna che indosso, ultimo tentativo per convincere Andrea a farmi sedere davanti, si è sollevata lasciando scoperte le cosce, il bordo delle autoreggenti.
Intravedo nella luce gialla dei riflettori un furgone bianco accanto a noi, nella colonna affianco, l’autista continua a guardare nella nostra direzione.
Avanza di qualche metro, ma subito lo raggiungiamo e lui si volta di nuovo a guardare.
Ho capito cosa stia osservando, mi appaga essere l’oggetto dei suoi sguardi.
Voglio ringraziarlo, allargo le gambe, sono certa che riesca a vedere il mio perizoma rosso,
avanza di nuovo, e subito dopo lo raggiungiamo, il suo sguardo è estasiato, voglio esagerare, Andrea è interno nella guida, la suocera dorme profondamente, sposto lo slip e gli mostro la fica.
Tanto fra qualche minuto si passa il casello e non ci si vede più.
Il suono dei clacson mi scuote, l’autista accelera velocemente, ha aspettato troppo per osservare il mio spettacolo.
“Il solito addormentato!” commenta Andrea rivolto all'autista.
Taccio è da quando siamo partiti che non apro bocca.
Una decina di minuti e Andrea rallenta, “Sono troppo stanco, ho bisogno di riposare un paio di ore!”
Continuo a non rispondergli.
Si ferma nel parcheggio dell’autogrill.
“Claudia ti sposteresti un poco che abbasso lo schienale?”
“Fai pure, io scendo e vado in bagno, poi mi prendo qualcosa al bar!” rispondo uscendo dalla macchina.
Mi dirigo verso i bagni, entro in quello delle donne ma devo desistere, sono lerci, inutilizzabili, provo a vedere quelli degli uomini.
Non sembra esserci nessuno, entro ma la situazione è la stessa, se non peggiore.
Mi resta solo una soluzione, l’ampio prato dietro al parcheggio dei camion, un angolo buio dove fare pipì lo trovo certamente.
Veloce mi sposto verso i camion, tir, autoarticolati e furgoni parcheggiati, al cui interno dormono gli autisti.
Tutto tace, passo tra un tir e un furgone bianco che sembra molto quello di prima. Guardo all'interno se c’è l’autista, è vuoto.
Mi sposto nel prato, vicino a un alberello, mi accuccio, sposto il perizoma e inizio a fare la pipì.
La bella sensazione liberatoria s’interrompe improvvisamente quando sento la sua voce alle mie spalle.
“Sei bellissima pure adesso anche se ti preferivo prima in macchina!”
Lo spavento mi fa mollare immediatamente il perizoma che si bagna con l’ultimo getto di pipì.
“Dovevo assolutamente fare la pipì” mi scuso alzandomi.
È l’autista del furgone bianco, il quarantenne muscoloso quello che ho di fronte, rasato, abbronzato, con indosso una camicia scura, jeans e scarpe da ginnastica.
“Scusami per lo spavento ti sarai bagnata tutta”
Sento le ultime gocce che non sono riuscita a trattenere scivolarmi lungo le cosce.
“Il minimo che posso fare per farmi perdonare è darti della carta per asciugarti. Vieni al mio furgone, ne ho un poco”
Esito un attimo prima di muovermi.
“Tranquilla!!! Non voglio mica violentarti!”
Mi muovo verso di lui, e insieme raggiungiamo il furgone, apre la portiera e prende dal cassettino una scatola di salviette umidificate.
La luce interna illumina una scatola di profilattici.
Mi rendo conto che la situazione è rischiosa, mi sono allontanata dalla macchina e da mio marito, che per altro probabilmente starà dormendo profondamente, nascosta tra due camion, in un parcheggio con uno sconosciuto che ho provocato volutamente poco prima.
“Dai pulisciti!!!” mi esorta porgendomi le salviette.
Le prendo e, fingendo sicurezza, sollevo la minigonna e mi sfilo il perizoma, quindi leggermente impacciata inizio a pulirmi con uno dei fazzolettini.
“Dammelo!” mi suggerisce prendendomi di mano il perizoma.
“Non sarà mica un problema?”
“Figurati, se non lo è per te tenere in mano le mie mutande bagnate” replico continuando a simulare sfrontatezza.
“Cosa ti ha fatto tuo marito per voler vendicarti in quella maniera?” mi domanda serio.
“E chi ti dice che mi abbia fatto qualcosa? Magari era d’accordo e mi stava invogliando a farlo!”
“Molto improbabile con tua suocera così vicino!”
“Nessun uomo accetterebbe che la moglie faccia l’esibizionista con il rischio che sua madre se ne accorga!”
Mi colpisce la sua sicurezza nel parlare, in un attimo ha capito la mia situazione e il mio disagio con Andrea.
“Avremmo dovuto trascorrere una settimana io e lui, invece si è portato dietro la madre…”
“Adesso dove è?”
“In macchina che dorme!”
“Con la mamma!!!” sghignazza.
“Si, con la mamma!!” confermo iniziando a ridere a mia volta
“E’ una situazione paradossale, lui in macchina con la macchina ed io qui, con te, uno sconosciuto.”
“Pure senza mutande” mi fa notare mentre le getta sul sedile del furgone.
“Una settimana di astinenza è un’eternità! Un uomo che si dimentica della sua donna dovrebbe essere punito.” commenta con un sorriso stimolante.
“Hai in mente una punizione adatta?”
lo stuzzico sollevando nuovamente un poco la minigonna mettendo in mostra la balza dell’autoreggente.
Le sue labbra si appoggiano improvvisamente sulle mie, sento la sua lingua forzarmi la bocca ed entrare alla ricerca della mia.
Le sue braccia mi stringono forte al suo corpo muscoloso, sento la sua potente erezione spingere contro il mio ventre.
Quando ci stacchiamo da quel passionale bacio sono accaldata dal piacere, eccitatissima.
Senza una parola inizio a slacciargli i calzoni, il suo membro scatta fuori dai boxer turgido.
È molto più grande di quello di Andrea almeno sei sette centimetri più lungo e un paio più largo.
Resto un attimo ad osservarlo affascinata, mi aspetterei qualche parola di vanto ma, per fortuna, non dice nulla.
Mi accuccio e glielo prendo con una mano, lo sento duro, pulsarmi tra le dita, lo scappello e inizio a leccarlo.
Faccio scorrere la lingua lungo tutta l’asta partendo dalla sacca dei testicoli fino alla punta della cappella insistendo sul filetto, poi ripeto l’operazione al contrario, un paio di volte fino a quando gli sento sfuggire un gemito di piacere.
“Mmm!!!”
“Sono brava?” domando con un tono stimolante.
“Se questo è solo l’inizio posso dire che tuo marito si è perso veramente molto!”.
Lascio scivolare la cappella tra le mie labbra ed inizio a succhiarla con passione alternando ciucciate intense a veloci colpi di lingua.
Lo sento fremere ai miei stimoli, le sue mani mi accarezzano dolcemente i capelli senza mai obbligarmi a fare più di quello che voglio.
Proseguo per svariati minuti fino a quando decido che voglio concedermi completamente a questo sconosciuto.
Smetto di spompinarlo lasciandolo per qualche istante nel suo turgore mentre con fare provocatorio mi alzo e mi slaccio la minigonna lasciando che scivoli a terra.
Quindi mi sfilo il top verde che indosso e mi slaccio il reggiseno restando completamente nuda davanti a lui.
Mi muovo con fare sensuale verso la cabina del furgone, mi chino sui sedili mettendo in mostra il mio culo, “Dai prendimi, prima che quel cornuto si svegli e mi venga a cercare”
Un attimo e sento il suo cazzo puntare sulla mia fica e lentamente penetrare al mio interno, mi dilata la vagina come non mi era mai successo. Lo sento scivolare lungo le pareti vaginali procurandomi un piacere talmente intenso che devo impegnarmi per evitare di urlare tutto il mio piacere.
“Mmmm …. Siiiii ….”
Quando sente di essermi entrato dentro fino in fondo, lui si ferma un attimo, mi bacia sensualmente sul collo poi inizia a scoparmi tenendomi forte per i fianchi.
Colpi decisi, forti, portenti che mi procurano in pochi minuti un orgasmo devastante.
Il suo cazzo scorre rapido senza problemi favorito dai copiosi umori vaginali che secerno da quando ha iniziato a penetrarmi.
Le sue mani si sono impossessate dei miei seni ed ha iniziato a stuzzicarmi i capezzoli con lussuriosa insistenza pizzicandoli lievemente tra due dita e procurandomi scariche di piacere intensissime.
“Sei fantastico!!! Non ho mai provato un simile piacere con mio marito!!! Scopami ancoraaaaa… lo voglio….”
Silenzioso continua a scoparmi sempre più vigorosamente per ancora parecchi minuti, poi senza dire nulla si sfila dalla mia fica.
“Nooo!!!” mi lamento sentendo il piacere mancarmi “Fottimi ancora!!!” lo imploro.
“Non protestare, adesso ti faccio provare qualcosa che non dimenticherai mai più”
Mi allarga leggermente le natiche, quindi inizia a strusciare la cappella madida dei miei umori sullo sfintere, è una pratica che ho effettuato solo un paio di volte prima che Andrea decidesse che non era consona per una moglie.
“Piano… fai piano … è tantissimo che non lo faccio da dietro!!!” lo supplico.
Sento l’ano dilatarsi lentamente ma inesorabilmente, il suo cazzo gradualmente s’insinua nel mio intestino mentre una serie infinita di scariche di piacere si spande per il mio corpo facendomi fremere dal godimento.
“Siii …. E’ fantasticooooo …. Una libidineee ….” Gemo di piacere a voce sempre più alta.
Inizia a scoparmi con dolcezza, tenendomi per i fianchi ma muovendosi lentamente, mi sembra d’impazzire dal piacere che provo, lo sfintere è dilatatissimo come non mi era mai accaduto, il mi fisico è pervaso dal piacere, scariche di godimento si diffondono per tutto il corpo.
Mi incula con lentezza ma senza mai fermarsi, procurandomi solo puro piacere, la mia fica ormai gronda di umori che colano lungo le mie cosce rilasciando il loro odoroso effluvio.
Lo sento raggiungere il culmine del piacere, le sue spinte diventano sempre più rapide e potenti.
“Aspetta!!” lo imploro “Non venirmi dentro!!!”
Lui gentilmente si sfila ed io rapida mi volto e mi accuccio nuovamente davanti a lui.
Glielo prendo tra le mie labbra, un paio di vigorose succhiate e il suo sperma inizia a riempirmi la bocca.
Getti copiosi che sembrano non finire mai tanto che non riesco a trattenere la sborra in bocca.
Qualche rivolo mi cola dai bordi della bocca scivolandomi sul seno, me la spargo come fosse una crema di bellezza mentre ingoio l’altra.
“Sei stato fantastico!!” commento guardandolo dal basso.
“Tuo marito è un coglione se ti trascura!”
“Mio marito è un cornuto!!! Da questo momento …”
Mentre mi rivesto ci scambiamo i numeri di cellulari ripromettendoci di rivederci.
Si avvicina per baciarmi in bocca ma mi allontano, “No, il prossimo bacio che darò sarà a mio marito fra qualche istante, e sono certa che non si accorgerà di nulla!”
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