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Lui & Lei

Il maestro di sci


di Animaerrante
27.09.2017    |    9.952    |    14 9.6
"Con delicatezza mi sposta i riccioli dietro alle orecchie e, dopo avermi dato un bacio sulla fronte, mi fa scendere lo scaldacollo sopra gli occhi..."
La mattinata non è iniziata nei migliori dei modi, ma non capisco il motivo. Forse avrei voluto fare la colazione a modo mio e non intendo con the e biscotti.
La giornata è splendida e non sono l'unica ad avere avuto la brillante idea di andare a sciare.
Sono le 9 in punto, ma alla partenza della funivia c'è già coda. Non ci metto molto a passare i tornelli e a mettermi in un angolino per sistemare gli ultimi dettagli. Appoggio sci e racchette al muro e mi piego per allacciarmi gli scarponi. Quella posizione mi ricorda la colazione mancata, ma in quel mentre una racchetta decide di andare per la sua strada e cade per terra. "Ma porca puzzetta..!!" Questa è l'unica cosa che odio degli sci: le racchette!! Mentre finisco di sistemarmi, due scarponi si fermano davanti ai miei e magicamente la racchetta si alza da terra. Faccio lo stesso movimento anche io con lo sguardo e rimango fulminata: due occhioni cerulei mi stanno fissando come se fossero in attesa di qualcosa.
Accenno un "Grazie" e allungo la mano per riprendermi la racchetta, anche se vorrei prendermi altro. Come se avesse capito il mio desiderio nascosto, lui mi sorride senza dir nulla, poi si gira e se ne va. Lo seguo allontanarsi: ha la tuta azzurra, dei capelli arruffati come i miei e dev'essere un maestro di sci.
La mia immaginazione ha già violato l'Art. 527 del codice penale (atti osceni in luogo pubblico) e si sta divertendo. Improvvisamente la ressa mi distoglie dai miei pensieri e mi preannuncia l'imminente arrivo della funivia. Non volendo finire come una classica sardina, decido di salire con gli ultimi.
Siamo veramente in tanti e qualcuno sta approfittando della situazione standomi troppo addosso.
Cerco di guadagnarmi invano il mio spazio mentre l'occhio mi cade sugli scarponi e in un lampo mi torna tutto: quegli scarponi io li conosco! Il mio senso di disagio si trasforma in eccitazione e in volto mi nasce un sorriso. Senza dare troppo nell'occhio e sfruttando l'appoggio delle porte, mi attacco ancora di più a quel corpo e inizio piano piano a strusciare il mio sedere proprio lí, dove non batte il sole. Dopo poco, una mano sul fianco mi fa capire che la cosa è stata apprezzata e, tirandomi a sè, sento anche che l'apprezzamento non si è fermato lí.
Il passaggio di un pilone fa dondolare la funivia e lui ne approfitta per farsi ancora più addosso. Evidentemente non sono l'unica ad aver saltato la colazione.
Un altro scossone fa capire che siamo arrivati in cima, ma io non ho nessuna intenzione di lasciarmelo scappare. Scendo con calma e con la coda dell'occhio non lo perdo di vista. Mi fermo e lui si affianca, sembra divertito. "Vorrei farti vedere un posto, seguimi..." mi dice come se fosse la cosa più naturale di questo mondo e in un batter d'occhio ci ritroviamo da soli in una pista non battuta. -E adesso?!- penso tra me e me. Lui non si ferma e scende con nonchalant il primo muretto, forse non si è reso conto che io non sono una maestra di sci e soprattutto non sono in grado di andare nella neve fresca!
In realtà mi meraviglio delle mie capacità e lo seguo senza tanti problemi fino a una baita stupenda baciata dal sole. Lui si toglie gli sci e sparisce dietro l'angolo, io intanto mi guardo intorno. Ci sono solo le montagne, la neve e noi, è tutto perfetto. Dopo poco lui ritorna con in mano due materassini per i lettini e li appoggia per terra, poi si siede e inizia a fissarmi. Non gli lascio nemmeno il tempo di dirmi una sola parola che sono già distesa supina accanto a lui senza scarponi e lo fisso a mia volta.
Il sole picchia o forse sono semplicemente i miei ormoni che si stanno facendo sentire, ma io ho caldo e inizio con il togliermi la giacca. Lui mi ferma, si sfila lo scaldacollo e si avvicina al mio volto. Con delicatezza mi sposta i riccioli dietro alle orecchie e, dopo avermi dato un bacio sulla fronte, mi fa scendere lo scaldacollo sopra gli occhi.
Il suo profumo viene catturato velocemente dal mio naso e mi inebria i sensi: è dolce, ma con un pizzico di selvaggio, proprio come lui. Poi mi toglie la maglietta, i pantaloni e le calze e lo sento trafficare con qualcosa, forse si sta spogliando a sua volta. Il suo fiato addosso mi fa capire che è tornato a pochi centimetri da me. Mi prende la mano destra e me l'appoggia sul suo petto che ora è nudo e caldo. Poi mi apre bene le dita e mi appoggia sul palmo qualcosa di freddissimo e di non molto grande. Dalla mano lo fa rotolare fino al collo, poi passa sul seno, dove i miei capezzoli non rimangono indifferenti, poi scende sulla pancia e lí si ferma: il freddo sembra espandersi. È una palla di neve! Ne prende un'altra, la passa sulle mie labbra e poi mi bacia. Un bacio leggero, come se volesse chiedere il permesso di continuare. -Permesso accordato!-
Mi slaccia il reggiseno e me lo sfila, poi fa lo stesso con gli slip. Essere lì completamente nuda e senza vedere quello che sta combinando mi fa salire la curiosità e l'eccitazione alle stelle. Arriva un altro bacio, questa volta è un bacio più passionale che mi trasmette emozioni e mi fa aumentare la voglia di saltargli addosso.
Qualcosa mi sfiora il piede, un'altra palla di neve che fin troppo in fretta mi sale lungo la gamba e finisce lì, nel luogo sacro. Accuso il colpo, un brivido di eccitazione mi percorre la spina dorsale ed esce dalla bocca sotto forma di mugugno. Poi la palla prosegue la sua corsa e finisce sull'altro piede.
-Adesso basta!- Alzo una mano per liberarmi gli occhi e andare a prendermi prepotentemente quello che mi spetta, ma vengo subito bloccata. Immediatamente sento un bacio posarsi sull'ombelico e altri piccoli baci che scendono più sotto. Nel frattempo entrambe le sue mani sono finite a stuzzicare i miei capezzoli e in mezzo alle gambe è divampato un incendio.
Se ha intenzione di farmi impazzire è sulla buona strada. Sono irrequieta e allargo un po' di più le cosce per mandargli un chiaro segnale di quello che vorrei. Lui, però, continua con i suoi baci a fare dei cerchi sempre più stretti attorno al mio fiore. -Lo vogliooo!!- queste due parole mi rimbombano nel cervello senza darsi pace. Poco dopo la mia mano gli afferra i capelli e lo porta a torturarmi il campanellino. Quasi in automatico due dita lo seguono e iniziano a esplorarmi poco più sotto, dove oramai sono fradicia. -Freddooooo!!- Ecco che la neve ricompare proprio lí e si alterna alla sua lingua. Non sono abituata a quel giochino dove il freddo attenua la sensibilità quasi al limite del dolore e poi arriva il caldo devastante della lingua. Non passa un minuto che inizio ad ansimare. Con la mano libera gli stringo la sua che era rimasta a giocare sul seno e lui mi asseconda stringendo ancora di più. Passano degli attimi, ora tremo e non ho più alcun controllo. Lui se ne accorge e ci dà dentro: abbandona i colpi di lingua per dedicarsi al risucchio. -No, il risucchio no! È la fine- Scoppio e urlo, un urlo liberatorio e rilassante che, per fortuna, viene attutito dalla neve che c'è intorno.
Ne avevo bisogno.
Torna il silenzio, si sente solo il rumore dei miei battiti ancora accelerati. Poi una mano si chiude attorno alla mia caviglia sinistra e la stessa cosa succede all'altra caviglia e mi ritrovo con entrambe le gambe sollevate e il mio fiore completamente alla mercé del mio seduttore. Inizia a strusciarmelo con calma forse per bagnarlo un po' con i miei umori e poi lo appoggia, pronto per entrare. In quella posizione non riesco a muovermi, posso solo afferrarlo per il bacino e cercare di tirarlo a me. Lui si oppone quasi a voler fare il prezioso e sento che ridacchia. Poi improvvisamente si lascia andare e, con un colpo secco, affonda dentro di me. Mi scappa un altro gemito, questa volta più forte. Il fatto di non vedere aumenta le sensazioni che mi arrivano da lí sotto. Sentirlo dentro è tutta un'altra storia e quando spinge faccio fatica a restare ferma. Un paio di affondi, poi esce, mi fa distendere le gambe e mi bacia.
Un rumore improvviso che arriva dalla pista ci distrae, dev'essere un altro temerario che si è avventurato in mezzo alla neve fresca, ma sparisce in fretta.
Un secondo bacio mi riporta sulla terrazza e dalla mie labbra escono due parole sussurrate: "Ti voglio..." Lui mi azzittisce con un dito, sembra quasi che abbia un piano ben chiaro in testa e non voglia sentire ragioni. Io, intanto, mi sono impossessata di quel dito e me lo sto coccolando con la lingua. Questo gesto lo ha destabilizzato e dal dito passa a farmi coccolare altro. Vado in avanscoperta solo con la bocca perché ho ancora gli occhi coperti, ma potrei descrivere con precisione com'è fatto, come curva leggermente verso sinistra con quella vena che compare imponente a due terzi dell'asta. Aiutandomi con le mani completo l'esplorazione e con la lingua disegno una spirale che si conclude proprio in punta con un bacio. Ora è lui che non riesce più a controllarsi e quasi bruscamente si libera dalla presa e torna a finire il lavoro di poco fa. A differenza di prima, entra lentamente ma spinge in profondità come a voler farmi sentire quanto è possente il suo amichetto. Lo sento nel profondo delle viscere e non posso nascondere il mio gradimento. Inizio a bagnarmi copiosamente pronunciando delle parole senza senso. Con la mano destra raccolgo un po' del mio nettare e torno a torturarmi nuovamente il campanellino: lo voglio fare impazzire! Il doppio fuoco incrociato è difficile da sopportare per il mio fiore che non ci mette molto a contrarsi e a modellarsi attorno al suo uccello. Non so bene se è il mio spazio interno che oramai è ridotto ai minimi termini oppure se è il suo amichetto che sta per esplodere, ma sono io la prima a lasciarmi andare e lui mi segue a ruota lavandomi la pancia e il seno.
Mi libero finalmente gli occhi e posso vedere quello che poco prima avevo solo percepito. Poi guardo lui che ha la soddisfazione scritta in volto e anche parte dei miei umori sul basso ventre.
Colazione terminata.
Da buon cavaliere mi invita ad alzarmi e insieme andiamo nella neve a ripulirci nei migliori dei modi anche se in realtà finiamo a rotolarci e a spalmarci meglio i rimasugli della nostra passione.
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