Lui & Lei
Il Fotografo Cap.34-Appassionata in Re Minor

28.05.2025 |
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"Il seno si solleva a ogni sussulto..."
Il mattino dopo sono appostati di buonora fuori dalla villa sospetta, alle 10 la donna esce assieme ad un uomo, parlano fitto in giardino, poi lui rientra in casa, lei si incammina. I ragazzi la seguono da distanza di sicurezza, ma già dalla strada che sta percorrendo intuiscono la sua meta.
Ecco infine comparire in lontananza il solito motel.
Marco si ferma, «Che facciamo? Ci appostiamo ancora nella camera accanto?»
«No, non credo che ne ricaveremo altro che imbarazzanti audio di quei due che scopano. Direi di tornarcene a casa. Giornata libera…potresti sentire la tua amica fotografa, magari vi divertite un po’» dice Maddie muovendo il pugno avanti e indietro vicino alla bocca simulando il gesto di un pompino.
«naaa non vorrei che a MadSex venisse un altro attacco di gelosia» ribatte Marco
«Touché» risponde Maddie mentre si incammina verso il suo palazzo.
Marco rientra a casa dopo il pedinamento della donna bionda. È tardi ormai è ora di pranzo inoltrata, ma non riesce a togliersi dalla testa Greta. Prende il telefono e le scrive:
«Se non hai ancora pranzato ti va di uscire a mangiare qualcosa?»
La risposta arriva rapida, con un tocco d’ironia e sorpresa:
«Idea migliore: se vuoi farmi delle foto… i miei non rientrano fino a sera. Tema: pianoforte. Che ne dici?»
Marco sorride.
«Accetto.»
Un’ora dopo è a casa di Greta. Lei gli apre la porta con un sorriso complice e un vestito di lino leggero color panna. Lo accompagna in soggiorno dove domina un pianoforte a coda. Luce calda, tende socchiuse. Intimità.
Greta inizia a suonare. Note lente, malinconiche. Marco scatta. I primi ritratti sono delicati: capelli che cadono sul volto, lo sguardo abbassato, la luce che si posa sulle braccia nude. Poi lui si avvicina, cambia inquadratura, prova un controcampo, torna a sedersi.
D’un tratto, cambia voce. Più profonda, sicura. Non è più Marco. È Markus Roggia.
«Tira su il mento. Bene. Adesso socchiudi gli occhi. Pensa a qualcosa che ti fa fremere.»
Lei obbedisce, si morde il labbro. Il vestito le accarezza le cosce mentre si muove.
«Apri un po' di più le gambe. Così. Perfetto.»
Greta esegue. La musica si fa più fluida, le dita scorrono leggere sulla tastiera.
«Gira leggermente il busto. Sposta la gamba sinistra. Così… bravissima.»
La voce di Markus è ipnotica, autoritaria. Greta obbedisce, si lascia guidare.
Le pose diventano più libere. Più audaci. Lui le chiede espressioni estatiche, sensuali, mai volgari.
«Abbassa una spallina. Lascia che cada da sola. Bene. Ora l’altra.»
Spalline che scivolano, sguardi ammiccanti, gambe accavallate con naturalezza. Lei si sente bella. Desiderata. Vista.
«Girati leggermente. Mostrami il profilo. E lo sguardo... dallo a me.»
Markus avanza. Si avvicina. Le mostra uno scatto. Lei arrossisce, poi si morde il labbro.
«Posso osare un po’ di più?» chiede lei, quasi in un sussurro.
«Solo se lo vuoi davvero.»
Greta si alza. Il vestito cade lento sulle caviglie, resta in intimo. Le mani sulle anche. Lo sguardo deciso.
Markus continua a scattare. Non le tocca mai un capello, ma la domina con lo sguardo, con la voce, con l’attenzione.
«Porta una mano tra le cosce. Lentamente. Accarezzati. Voglio che ti perda nel gesto.»
Lei lo fa. Gli occhi chiusi, il respiro che si fa più pesante. Il seno si solleva a ogni sussulto.
«Bravissima. Ora guarda l’obiettivo. Immagina che io sia il tuo desiderio.»
Greta arrossisce, ma lo fa. Il reggiseno cade. Markus scatta. Poi si ferma.
«Vuoi continuare?» chiede a bassa voce.
Lei annuisce incantata, si sdraia sul pianoforte, il corpo modellato dalla luce. È una sinfonia di carne, suono e desiderio. Nessuna volgarità, solo bellezza selvaggia e sincera.
È in trance, sedotta, conquistata da quel fotografo, che le chiede cose a cui non riesce a dire di no, anzi il desiderio cresce, così come la sua voglia di abbandonarsi a lui.
Marco si ferma un attimo per guardarla, è uno sguardo carico di passione, lei è il suo capolavoro, la sua opera d’arte da immortalare.
Riprende a scattare. Poi lo sente: il clic è solo un suono lontano. Greta si inginocchia. Gattona lenta verso di lui. Arriva ai suoi piedi. Clic clic clic lui non si ferma. Le mani salgono. Gli slaccia i jeans. Tira fuori il cazzo. Lo guarda mentre lo prende in bocca.
Markus non dice nulla. Tiene la reflex in mano e scatta. Ancora due, tre foto. Poi la posa.
La mano del ragazzo va sulla testa e guida dolcemente i suoi movimenti. Lei geme, lo succhia profondamente.
Quando sente di non reggere oltre, la ferma. La solleva con decisione. La prende in braccio e la posa sul piano. Le sfila il perizoma, le apre le gambe. Le bacia l’interno coscia, poi la lecca. Lunga, lenta, profonda.
Greta geme forte. Lo tiene per i capelli.
«Ancora…» sussurra.
Markus non si ferma.
Solo quando sente il corpo di lei tremare, quando urla di piacere, allora si alza, la guarda negli occhi.
«Voglio te» dice lei.
Entrano l’uno nell’altra con un solo gemito. Lentamente, poi più veloce, ritmico, animale. Le mani che si intrecciano, i corpi che si stringono.
Fanno l’amore sopra il piano, poi sul tappeto, poi contro la parete. A volte dolci, a volte violenti. Sempre persi.
Quando si stendono l’uno accanto all’altra, nudi e accaldati, Greta sussurra:
«E’ questo che fai quando fotografi le ragazze?»
«Solo a quelle che si chiamano Greta, sono bellissime e suonano il piano»
Lei ride, poi si fa seria «Senti, ti devo parlare».
Continua nella sezione "BDSM"...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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