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Gay & Bisex

Al telefono ...


di ropot
08.05.2012    |    10.629    |    0 7.8
"Marco insisté dicendomi che ci teneva a conoscermi e di dargli il mio numero di cellulare..."
Avevo conosciuto Marco ( nome di fantasia ) attraverso questo sito: mi aveva contattato dopo che era uscito un mio racconto, dichiarandosi entusiasta e molto eccitato. Mi fece molti complimenti e mi disse che sarebbe stato molto interessato ad avere un rapporto epistolare e-mail con me. Io lo ringraziai dei complimenti ma, come ho fatto con molti altri, gli dissi di no per qualunque nostro contatto e dato che era luglio e che stavo andando in vacanza usai quella come via di uscita. Marco insisté dicendomi che ci teneva a conoscermi e di dargli il mio numero di cellulare. Decisi di rischiare, sicuro che lo avrei potuto lasciare per la strada in qualunque momento senza farmi più , sentire. Lui fu molto contento, mi diede il suo numero e cominciammo il nostro scambio di sms che poi diventarono foto e messaggi molto piccanti. Gli rivelai che avevo fatto sesso in una vasca da bagno e lui si mostrò così incuriosito che scrissi un racconto su quell'esperienza, successivamente gli raccontai della mia passione per i giochi di seduzione e gli spiegai di cosa facevo in spiaggia se vedevo che qualche uomo mi guardava e lui ogni volta mi diceva che i suoi pantaloni erano deformati e che se lo sentiva pulsare, mi incuriosì e mi iniziò a piacere sempre di più. Passò del tempo e ci raccontavamo della nostra vita, del lavoro e via dicendo, discorsi intervallati qua a la dalle nostre foto nudi e con il viso scoperto, eravamo arrivati ad un determinato grado d'intimità. Un giorno del mese di Settembre, io avevo preso un giorno libero per organizzare una cena e a metà pomeriggio, dopo aver diretto i preparativi ed aver disposto tutto, mi ritirai nella mia stanza in attesa di farmi una doccia e cambiarmi e collegato ad internet per svagarmi trovai dei suoi messaggi a cui risposi subito raccontandogli della mia giornata e del fatto che ero tutto sudato. Lui era online così iniziò uno scambio di e-mail e volle che immaginassi uno dei miei giochi con lui come protagonista. Iniziai dicendogli che sarei entrato nel suo luogo di lavoro per chiedere informazioni con dei pantaloni a vita bassa senza cintura che facevano chiaramente capire che sotto non avevo niente, cercare di far cadere a terra qualcosa con fare involontario per poi chinarmi per raccoglierlo mostrandogli il mio sedere, e così via e Marco creava delle varianti alla storia per renderla più avvincente e eccitante possibile. Io iniziavo ad avere il respiro affannato e cominciavo a provare fastidio dentro i pantaloni e Marco era nella situazione analoga a quanto mi diceva. Mentre continuava la storia in cui lui stava seduta sulla sua sedia ed io gli ero salito a cavalcioni e l'avevo accolto dentro di me, lui mi chiedeva di fare delle cose tipo sbottonarmi i pantaloni, toccarmi ed io non ero capace di negargli niente, eseguivo mentre il mio cazzo lo sentivo fremere e con un'erezione che scoprii solo quando slacciando i pantaloni me lo toccai, stavo iniziando a partire per il piacere. Arrivò l'ora in cui lui usciva dal lavoro ed eravamo già giunti ad un punto di non ritorno, lui mi chiese se mi poteva telefonare: sarebbe stata la prima volta e gli risposi subito di sì mentre ansimavo come se avessi fatto una corsa di vari chilometri. Quando squillò il telefono ero disteso sul letto, dall'emozione non riuscivo più a rimanere in piedi, penavo anche a stare seduto. Risposi con delle dita che sentivo insensibili e le prime parole che dicemmo furono dei semplici Ciao ripetuti più volte. Sentii subito l'accento della sua voce tipico della sua ragione ed ebbi uno spasmo che mi fece sobbalzare nel letto, ho sempre avuto un debole per le variazioni della voce. Passati i convenevoli, iniziammo subito a giocare volle sapere come ero vestito ed io con fare malizioso gli dissi che oramai dalla cintura in giù non avevo più niente a parte le mie mutande che gravitavano verso le caviglie o giù di lì. Ogni volta che con fare innocente, come se fossi un verginello, gli dicevo qualche particolare sul mio corpo, sulle mi voglie e sui miei desideri, lui sospirava con il sottofondo del rumore del traffico, mi stava telefonando mentre guidava per tornare a casa e questo non mi permise di dare sfogo a tutta la mia depravazione. Marco invece si fece più esplicito, voleva eccitarmi, voleva che venissi, io avevo iniziato a toccarmi da quando ci stavamo scrivendo e-mail, ma adesso ero passato alla masturbazione, ma in modo lento e delicato, volevo durare il più possibile anche se le sue fantasie con quell'accento mi davano un godimento fuori dal normale. Marco era bravo, iniziò descrivendo quello che mi avrebbe fatto, che me lo avrebbe messo in bocca, mentre mi masturbava, io lo incoraggiavo con delle fantasie, da quando mi aveva fatto vedere il suo corpo desideravo avere il suo cazzo in bocca. Lo aveva di una forma strana, a fungo l'ho descritto e nessun uomo con cui sono stato ce lo aveva così, dunque anche questa novità aumentava la mia eccitazione, ma la cosa che più mi mandava fuori di testa era il fatto che quello che mi parlava dall'altro capo del telefono era vergine: Marco non era mai stato con un uomo, aveva solo esperienze etero. Marco continuava : - Quando saremmo tutti e due nudi voglio fare un 69, voglio sentire il tuo sapore in bocca, voglio avere il tuo seme in bocca … - si fermava quando voleva che intervenissi in queste fantasie mentre io mi agitavo nel letto, muovevo la mia mano in quella che era diventata una sega furiosa non sapendo più trattenermi e i miei occhi chiusi focalizzavano immagini delle perversioni che Marco mi diceva. Quando gli dissi che una volta non sarebbe bastata che volevo venisse tre volte, nella mia bocca, nel mio culo e sul mio corpo, lui lanciando un sospiro più forte degli altri mi diede del porco. Me lo aveva scritto tante volte, ma mai detto e quando lo dissi un filo di saliva mi scese dalla bocca e contorcendomi dal piacere gli chiese di ripeterlo e di continuarmi a chiamarmi così. Dopo un po' notai altri particolari della sua voce, estremamente maschile, bassa, modulata, mi dava l'idea l'idea di un uomo massiccio, imponente anche se le foto ricevute smentivano questa impressione, questo era segno di forza e determinazione, capii che lui mi avrebbe posseduto come nessun altro glielo dissi, e lui mi ridiede del porco. Lui mi disse che aveva i pantaloni gonfi e che il suo cazzo stavo pulsando in modo insostenibile, l'immagine che formai nella mia mente fu talmente vivida fu tale da farmi venire, in un orgasmo che mai avevo avuto così intenso durante una masturbazione. I miei schizzi finirono un po' dappertutto, ma non sul letto visto che, non so come ne quando, avevo preparato dei fazzolettini. Marco volle sapere quanta l'avevo fatta e di descriverla, la sua voce faceva in modo di riaccendere il desiderio, ma io ero in ritardo e lui era giunto a casa dunque l'unica cosa che potevo fare era leccare un po' del mio sperma immaginando che fosse il suo. Ci salutammo con il dispiacere di entrambi specie il suo visto che non era venuto, io iniziai a preparami per la cena con la testa da un'altra parte. Per tutto il tempo pensai a Marco e a quello che mi aveva fatto provare con la sua voce e le sue parole, ci pensai con tale intensità che la notte lo sognai. Il giorno dopo gli mandai un sms dicendogli del mio sogno e ringraziarlo per le emozioni che mi aveva fatto provare. Dopo due minuti, il cellulare squillò: era lui, ora era lui che doveva godere!

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