Gay & Bisex

L'artista


di ropot
26.07.2011    |    17.160    |    0 6.8
"Ringrazio tutti quelli che mi hanno scritto invitando altri a farlo..."
Era un giorno dei primi di Marzo, nonostante non fosse ancora primavera, il tempo era abbastanza bello, dalla mattinata persisteva un sole che dava una piacevole aria che riscaldava rendendo superflui abiti pesanti e giacche. Mi trovavo in città, mi dovevo incontrare con un mio amico per progettare le vacanze in Puglia con così largo anticipo perché altrimenti non avremmo trovato posto visto la bellezza dei posti e i prezzi bassi. Lo stavo aspettando già da un quarto d’ora, quando mi arrivò un suo sms in cui mi diceva che per un non meglio specificato imprevisto non poteva venire e dunque dovevamo rimandare a data da decidere il nostro incontro. Poco male, il tempo era bello potevo fare un giro per il centro e guardare qualche vetrina. Mentre giravo intravidi la locandina di una mostra di pittura ad entrata libera e mi fermai a leggere. L’avevo già vista altre volte, ma non mi aveva colpito forse perché il disegno della locandina l’avevo considerato mediocre dunque nonostante la mia grande passione per l’arte non mi ero preso la briga di saperne di più e di andare a darci un’occhiata. Però adesso avevo delle ore libere, le ultime in un certo modo visto che l’indomani sarebbe iniziata un’altra settimana interminabile di lavoro e quelli erano gli ultimi giorni della mostra così senza pensarci entrai dirigendomi nelle sale in cui erano esposte le opere.
In anticamera c’era una donna che mi salutò e dal suo volto capii che la mostra non aveva riscontrato molto successo, infatti dopo aver ricambiato il saluto entrai e vidi che ero solo io lì dentro. – Meglio – mi dissi tra me e me – così non ci saranno i soliti scocciatori –; non avevo dimenticato la mostra scorsa che era di riproduzioni di disegni del Caravaggio, in cui la mia silenziosa ed assorta contemplazione era stata rovinata da alcune persone che avevano commentato malamente ed ad alta voce le opere, ed altre che ad ogni disegni avevano lanciato gemiti di meraviglia. All’inizio i disegni non mi entusiasmavano, quello che mi colpì era la tecnica, sembravano disegni con i gessi su semplici cartoncini. Andando avanti le opere iniziarono a piacermi erano più curate i tratti più armoniosi, stavano via via diventando veramente belle opere, l’ultima sala fu quella che mi colpì di più: i disegni rappresentavano corpi femminili nudi nelle pose più erotiche possibili offrendo agli spettatori le loro curve le loro rotondità, la cosa che mi colpì soprattutto fu la totale assenza di facce ed espressioni, volevo saperne di più. Tornai all’ingresso per chiedere notizie alla signora che c’era prima e quando arrivai la vidi chiacchierare con un uomo che dimostrava 60 – 65 anni con i capelli bianchi, basso e magro, in un certo qual modo a posto, ma gli prestai scarsa attenzione. Aspettai che finissero di parlare, poi mi rivolsi alla signora facendogli domande precise e tecniche perfettamente sicuro delle mie conoscenze artistiche, lei si strinse nelle spalle a disagio e disse: - Farebbe meglio a chiederlo a questo signore. E’ lui l’artista di queste opere – Mi volsi di scatto e vidi l’uomo ridere. Con un sorriso gli strinsi la mano: - Complimenti delle opere fantastiche, posso farle qualche domanda? Cune opere mi hanno lasciato perplesso - - Certo – disse lui con fare cordiale ed affabile – mi dica pure sono a sua completa disposizione - - Senta prima di tutto vorrei sapere che base usa e che tipo di colori – e gli disse tutte le conclusioni a cui ero arrivato guardandole. Lui ascoltò con attenzione e fece una faccia compiaciuta vedendo che me ne intendevo e mi chiese: - Anche lei dipinge vero? - -Sì – risposi – ma sono ancora alle prime armi e credo che non farò mai una mostra – e lui interrompendomi – Non dica così, può sempre succedere, ma è meglio entrare nelle sale in modo che mi faccia vedere a quali opere si riferisce, così su due piedi nemmeno me ne ricordo e pensare che le ho dipinte io – disse ridendo, mi fece strada e mi mise un braccio dietro la schiena per farmi entrare con gentilezza, lasciandola ricadere mi sfiorò il sedere, un contatto talmente delicato che quasi non ci feci caso. Mentre passavamo in rassegna i disegni io lo bersagli di domande e di osservazioni che lui gradì molto gli piaceva avere delle opinioni da uno, se non l’unico, che aveva vista la sua mostra con fare professionale. L’artista fu gentilissimo, mi spiegò tutto con garbo e semplicità e mi diede pure dei suggerimenti per delle mie opere su quali tecniche usare e che tipo di colori. Nonostante fu sempre pronto nelle sue risposte, l’avevo sorpreso un paio di volte a fissarmi con il suo occhio d’artista il cavallo dei pantaloni, all’inizio dicevo che ero paranoico visto che non scopavo da qualche mese, ma dopo la volta successiva in cui eravamo accostati e che il suo sguardo durò più del solito non ebbi più dubbi. Sorrisi dentro di me e decisi di osare e provocare, così iniziai a giocare, per prima cosa nonostante avevo i pantaloni a vita bassa, li abbassai di più e facevo in modo che la mia maglietta si alzasse per far vedere l’elastico delle mie mutande, con fare ingenuo mi toccavo il pacco e quando mi spiegava qualcosa mi facevo vicinissimo a lui facendo mano morto che toccava la sua vita essendo basso. Queste provocazioni iniziarono a piacermi e il mio uccello inizio a indurirsi e a riempire abbondantemente i jeans cosa di cui lui si accorse. Non credevo che tutti quei giochi avessero un seguito, doveva essere qualcosa di innocente e goliardico, niente di più, ma come succede di solito, quando mi eccito non ragiono più e non riesco più a fermarmi. Mi feci sempre più spudorato, quell’artista anzianotto mi intrigava anche se non era il mio tipo, adesso volevo averlo. Credo che lui si accorse di questo, forse nei miei occhi si accese una scintilla che vede così pure lui iniziò a giocare, mi indicò un disegno e fece in modo che mi mettesse dietro a lui poi con movimento veloce si piegò in avanti come per mostrarmi un particolare facendo così il suo sedere sodo nonostante l’età aderì in maniera perfetta la mio inguine, ci mancai poco che lanciassi un gemito, lui si soffermò un po’ fece un movimento rotatorio poi si rimise in posizione eretta. Le cose stavano andando bene non sentivo il bisogno di accelerare i tempi, sapevo quando fare la mia mossa e l’attesa rendeva tutta la situazione più eccitante. Arrivammo all’ultima sala iniziai la fase finale: - Queste figure femminili sono magnifiche, pochi tratti per renderle quasi vive, mi dica usa delle modelle - - Beh non proprio, aspetti mi spiego meglio, alcune si sono modelle, ma molte altre sono fantasie – assunsi un’aria interrogativa – Aspetti – mi avvicinai ad una donna seduta su una sedia con il petto spinto in avanti e le gambe aperte in modo da mostrare tutto il sesso e indicandolo dissi: - Anche questa è una modella? Se è così lei deve essere proprio un dongiovanni, senza offesa si intende, ma mi tolga una curiosità, perché sono tutte senza volte? Sembrano quasi decapitate, non che questo aggiunga un tono drammatico alle opere sia chiaro – Lui si avvicino a me fino a che tra noi ci furono solo 20 centimetri e con fare quasi ingenuo dissi: - Avere delle modelle non significa niente, alcune di loro si offrono perché sanno che sono inoffensivo e tolgo loro il viso non per una forma di rispetto, ma perché la faccia femminile non mi interessa affatto – Avanzai pure io diminuendo la distanza a 10 centimetri – Sa io non so disegnare senza avere dei modelli, vorrei tanto disegnare dei nudi maschili, ma non so se troverei qualcuno disposto a posare per me perché vede io… non sarei… proprio… inoffensivo! – Dicendo così avevo continuato ad avanzare e dicendo l’ultima parola lui si fiondò sulle mie labbra passandomi le braccia dietro il collo e infilandomi la lingua talmente in fondo che me la sentivo in gola. Camminando insieme arrivammo ad un corridoio tra due sale che ospitava i bagni e ci fiondammo dentro uno di questi senza curarci di quale fosse. Arrivando la mia foga fu sopraffatta dalla sua molto più forte della mia oserei dire più porca, con uno strattone mi calò pantaloni e mutande e chinandosi succhiò il mio cazzo talmente forte che credevo che me lo strappasse, ma mi diede un piacere straziante tanto che iniziai ad emettere dei versi animaleschi, poteva essere entrato qualcuno ma ero incurante che qualcuno potesse sentirci, che si sapesse che dentro quel bagno mi stavano facendo un pompino da paura. Lui con movimenti calmi si stava togliendo scarpe, calze, pantaloni e mutande evidentemente non gli piaceva scopare vestito, ma non si tolse il sopra perché avrebbe dovuto smettere di succhiare e lui non ci pensava, visto che emetteva dei lamenti ogni volta che mi tiravo un po’ indietro. Mi stava mandando in paradiso anche perché aveva iniziato a spogliare anche me, mi tolse tutto stavo per arrivare ormai non potevo più fermarmi e lui doveva ingoiare tutto:
- Sei pronto? – Lui capi subito: - Sì, SI’ – Lanciai un urlo strozzato e mi riversai dentro di lui con una spinta di bacino che lo fece sussultare. La feci troppa gli usciva dalle labbra, ma lui mise le mani a coppa per non farla cadere a terra e poi se la mise in bocca continuando ad ingoiarla. Quella scena di lui con la bocca sporca che si succhiava le labbra e le mani come un neonato fece si che non persi l’erezione e quando succhiò tutto glielo spinsi prepotentemente nuovamente in bocca , cosa che lui accettò di buon grado e facendo roteare la lingua in una danza che mi fece piegare le ginocchia. Mi piegai in avanti e inserendo nella sua bocca due dita insieme al mio cazzo perché le inumidisse, iniziai ad esplorare il suo buchetto che trovai piacevolmente aperto; adesso capii cosa voleva dire prima con la parola inoffensivo, le modelle erano tranquille perché lui non le toccava perché non gli piacevano, era totalmente ed in modo irrimediabile gay. Trovando quel buco aperto mi permisi una battuta: - Ora capisco perché non usi il pennello per dipingere, quelli li usi per sfondarti il culo vero? – Lui continuando la sua opera preferita annui. Lo feci smettere e iniziai a voltarlo e lui disse: - Un pennello però e fino e freddo mentre qui – e con una mano mi soppesò il cazzo – qui c’è roba di grandi proporzioni ed incandescente -. Non volevo che parlasse, lo girai bruscamente e con fare decisi glielo infilai dentro lui boccheggio emettendo dei gorgheggi quasi asmatici. Iniziai una cavalcata selvaggia con un movimento ritmico sottolineato dal rumore dei miei fianchi sulle sue natiche insieme ai suoi lamenti goduriosi ed ai miei grugniti. In quel momento avevo perso ogni freno mentre fottevo quell’artista, eravamo entrambi in ginocchio, lui piegato in avanti io aderente alla sua schiena, tenendolo per le spalle. Dopo un po’ passai le mani sul suo petto, volevo esplorarlo anche se mi ero ripromesso di essere attivo, di non lasciarmi coinvolgere. Iniziai a stimolare i suoi capezzoli con un’arte appresa dall’esperienza e lui mi tolse le mani dicendomi che iniziavano a dolergli, così passai ai suoi fianchi che solleticai per poi passare al suo cazzo che presi a due mani. L’avevo osservato spogliarsi, ma non avevo prestato attenzione al suo pene che era degno di nota: era perfetto, un fusto affusolato perfettamente diritto, molto lungo quasi incredibilmente per una persona così bassa che terminava in una cappella delicatamente cesellata che iniziai a tormentare facendo passare delicatamente un dito nel filetto e nella piccola apertura sulla punta. Mi ero soffermato con meraviglia sul suo cazzo da farmi dimenticare di muovermi, ma era stato lui che da sotto si era mosso procedendo dall’inculata che da quando avevo iniziato le mie carezze era diventata selvaggia e i suoi versi delle autentiche urla. Persi il mio stato di passività e iniziai a muovermi ritrovando il ritmo persi e continuai per circa venti minuti a sbatterlo senza ritegno cosa che a lui non dispiacque per niente. Sentivo l’orgasmo arrivare, mentre massaggiavo con una sega veloce il suo e mordendomi le labbra e scattando in avanti con i fianchi e indietro con le spalle quasi da spezzarmi le vertebre gli riversai dentro il suo piacere. L’artista non fu da meno contrasse lo sfintere in modo da intrappolare il mio cazzo e accompagnò la mia mano con la sua sul suo cazzo per arrivare ad una sbalorditiva sborrata che come aveva fatto con la mia aveva raccolto nella sua mano chiusa a coppa. Mi rivestii in modo veloce ed automatico, aprendo la porta mi girai verso di lui che era seduto per terra seminudo a leccarsi le dita lentamente e quasi svuotato di ogni energia. Gli dissi: - E’ veramente una bella mostra, ma non credo che verrò alla prossima lo capisci vero? – Fu questo il mio modo per fargli capire che non ci sarebbe stato un seguito. Uscendo con passo calmo sentii la signora domandarmi: - Ha avuto risposta ai suoi quesiti? Ha avuto ciò che cercava – Gli rivolsi un sorriso raggiante e risposi: - Sì, grazie, credo proprio di sì – e me ne andai per la mia strada.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno scritto invitando altri a farlo. La mia e-mail è [email protected] .
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