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L'infermiere


di ropot
26.06.2017    |    27.088    |    12 9.5
"Mi calai sul suo cazzo facendolo sprofondare dentro di me con un colpo secco che lo colse di sorpresa e gli fece avere uno spasmo che lo fece scattare in alto..."
Ero al primo anno di università ed avevo trovato un piccolo appartamento a buon prezzo che dividevo con altri due ragazzi. Uno si chiamava Luca ed era il padrone di casa, aveva la camera singola che praticamente non occupava mai visto che era sempre fuori a dormire dalla sua ragazza, l'altro era Michele che divideva con me il salotto trasformato in camera da letto. Luca era uno studente di fisica, mentre Michele lavorava già, era un infermiere.
La convivenza era molto piacevole, tra l'assenza di uno e la simpatia e l'umorismo dell'altro anche se i suoi turni spesso massacranti all'ospedale non gli davano la forza di fare molto una volta a casa.
Il momento di dormire era il mio preferito perchè Michele si spogliava completamente nudo, mostrando il suo fisico proporzionato, per quanto lui fosse un po' basso, e il suo sesso con tranquillità.
Con lui c'era pure una certa complicità e mi aiutava con un mio problema: un sonno pesante tanto da non sentire la sveglia, così ogni volta che lui tornava dal turno di notte la mattina presto mi svegliava, quasi sempre con una energica scrollata e una battuta di spirito.
Un giorno mi dimenticai di dirgli di non svegliarmi al suo ritorno perchè non sarei andato in facoltà così la mattina preso sentii la solita scrollata e lui che facendo una voce strana mi diceva di alzarmi.
-Michele ma che fai? - dissi io mezzo addormentato aprendo gli occhi e vedendolo tutto nudo vicino al mio letto
-Ti sveglio come goni mattina che posso no? Non vai all'università? -
-Oggi no. Scusa è colpa mia ho dimenticato di avvertirti. Va beh adesso sono sveglio e non ho più sonno - Michele mi guardò in un certo modo sempre vicino la mio letto, nella sua nudità, poi con una voce che faceva percepire una grande carica erotica disse – Neanche io ho sonno – e come se fosse la cosa più naturale del mondo si infilò nel mio letto iniziando a toccarmi dappertutto.
Feci per protestare ma lui subito rapì la mia bocca in un bacio vorace, si staccò un attimo per intimarmi si stare zitto poi continuò a baciarmi. Nel farlo si mosse nel letto e ci trovammo io sotto e lui sopra. In quella posizioni io sentii il calore di un uomo che non avvertivo più da mesi e il piacere del peso di un corpo su di me che mi fece aprire la bocca e rispondere al bacio con maggior lingua possibile ed allargare le gambe per farlo posizionare meglio.
Michele sapeva baciare benissimo e io mi perdevo nelle sue labbra, ma il vero piacere fu quando lasciando le mia bocca mi baciò gli occhi, il naso, la fronte, le orecchie mordicchiandole anche per poi andare nel mio collo e cospargerlo di saliva. Iniziai a gemere e non potendo seguire le sue labbra , cominciai ad esplorare il suo corpo con le mani tenendo gli occhi chiusi e facendo dei piccoli urletti ogni volta che scoprivo un nuovo angolo del suo fisico. Fortunatamente l'altro ragazzo non c'era, ma anche se ci fosse stato non mi sarebbe importato il mio piacere era tale che non potevo provarlo in silenzio.
Quando i nostri corpi iniziarono a chiedere di più, Michele si alzò quanto bastò per togliermi il sopra del pigiama e iniziare a divorare i mii capezzoli mentre a me si mozzava il respiro e iniziavo a grondare sudore da ogni poro. Dopo pochi minuti, lui tolse tutte le coperte e con un movimento fulmineo mi tolse i pantaloni del pigiamo e rimase piacevolmente sorpreso dal fatto che sotto non avessi intimo. Il mio pene era eretto da quando aprendo gli occhi lo avevo visto nudo, come succedeva tutte le alte volte che lui si spogliava e nonostante era stato tempo prima , visto che il nostro limonare era durato a lungo, non aveva perso la minima erezione e guardandolo lo vidi grande come poche volte nella vita con la cappella completamente scoperta e di un colore violaceo. Pur Michele lo ammirò per qualche secondo, poi tirò fuori la lingua ed iniziò a leccarlo con un ritmo languido che mi dava un piacere straziante, tanto che iniziai a gridare.
Ormai stavo perdendo contatto con le realtà e quando credevo che sarei svenuto lui inglobò il mio pene riportandomi bruscamente alla realtà , strabuzzai gli occhi e dovetti tapparmi la bocca per non far sentire il mio grido in tutto il palazzo.
Michele mi stava donando sensazioni fino allora sconosciute, avevo avuto storie ed avventure con uomini, non ero vergine, ma nessuno mi aveva trattato come lui, anzi molti avevano saltato i preliminari che Michele continuava a farmi per penetrami e concludere il rapporto più in fretta possibile, ed adesso era tempo di ricambiare il favore. Aiutandomi con il bacino salii sopra Michele e subito mi buttai con la mia faccia tra le sue cosce, donandogli il miglior pompino che potevo dargli, usando tutta la mi esperienza, tutta la mia lingua tutta la mia gola che la sua lunga e grossa dotazione occupava ampiamente. Più lo avevo in bocca e più lo volevo dentro di me, lui aveva steso il suo corpo per intero e messo le mani nella mia testa, una gamba sopra la mia spalla d accompagnava il mio servizietto con grugniti appena accennati. Feci durare il tutto moltissimo tempo ma dovetti arrendermi al dolore alla mascella ed a mio buchetto che si apriva e chiudeva da solo, doveva essere riempito. Mi alzai e guardandolo in viso mi misi a cavalcioni su di lui, volevo fare piano, ma la mia voglia era troppo esigente. Mi calai sul suo cazzo facendolo sprofondare dentro di me con un colpo secco che lo colse di sorpresa e gli fece avere uno spasmo che lo fece scattare in alto con la sua bocca attaccava alla mia che urlava. Il tempo si fermò e quella posizione rimase fissa per alcuni minuti, quando i muscoli si erano abituati e avevano perso la loro tensione lo feci riadagiare a letto e iniziai a muovermi sopra di lui con mosse convulse e selvagge. Volevo questo da lui e Michele accettò di buon grado i miei attacchi resistendo tantissimo prima di venire ruggendo ed artigliando i miei fianchi con il suo bacino alzato a stretto contatto con il mio, mentre io spargevo il mio secondo piacere sul suo ventre dove già si stava seccando il mio primo piacere avuto dopo pochi colpi del nostro amplesso.
Crollai su di lui, posando la testa sul suo petto, sui suoi capezzoli che avevo pizzicato e stropicciato durante la mia cavalcata e così, stanchi, imbrattati e sudati ci addormentando. Senza parlare e senza voler sapere perché era entrato nel mio letto, aveva notato come lo guardavo? Non mi importava non c'era bisogno di risposte, anzi non c'erano domande eravamo solo io e lui e ci eravamo donati reciprocamente.
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