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Il primo è stato mio zio


di ropot
26.06.2011    |    63.607    |    6 8.9
"Mio zio non capì perché, lui continuava a farlo e in quel periodo ricordo che faceva di tutto per mostrarsi in maniera particolare, ma nonostante ciò io..."
Mio zio è stato per me sempre un mito. Cugino di mia madre, lo vedevo come un gigantesco punto di riferimento perché ai miei occhi era perfetto. Molto alto, atletico con capelli biondi e occhi azzurro trasparenti, guardandoli intensamente temevo di rimanere cieco. Mi ha sempre trattato da adulto e con molto amore, dopotutto lui non era sposato non aveva figli ed io ero il nipote più vicino.
Mio zio Dario (nome di fantasia) è professore di diritto al liceo e dopo gli esami di maturità, veniva sempre a stare a casa nostra fino alla fine di agosto, quando doveva riprendere organizzando classi e lezioni. Quando era a casa nostra faceva le veci dei miei genitori, ma lui era molto più permissiva, non frenava la mia iperattività, anzi la stimolava e sapeva creare sempre giochi nuovi, le estati aspettavo sempre che lui venisse.
I ricordi più lontani che ho di lui è di quando avevo cinque anni e lui poco più di trenta, e occupandosi di me mi faceva pure il bagno, ogni volta era un gioco, lui mi carezzava con la spugna e quando arrivava all’inguine diceva: - Ma che bel pisello abbiamo qui! – ed io ridevo a crepa pelle, poi con la mia manina prendevo la sua patta, il davanti dei suoi pantaloni e ripetevo la sua frase cercando di imitare la sua voce. Ogni volta che toccavo la sua patta, credevo che aveva messo qualcosa davanti perché era troppo voluminosa, troppo pesante, pensavo che tutti ce lo avessero uguale nelle dimensioni al mio. Alla fine dei bagni lui era sempre bagnato e mi diceva di uscire un attimo che si doveva asciugare, e si chiudeva dentro, ripensandoci adesso sono quasi sicuro che si segasse, anche perché una volta sentii dei sospiri e dei gemiti, che lui mascherò come sbuffate per il gran caldo che faceva.
La prima svolta si ebbe quando avevo su per giù sette anni. Ero cresciuto in altezza, ma il mio corpo era ancora quello di un bambino solo che certe volte sentivo un irrigidimento del mio uccello, ma niente di rilevante, era qualcosa a cui non prestavo nemmeno attenzione. dovevo fare il bagno e zio Dario venne a farmelo vestito solo con dei pantaloncini, lo avevo già visto con quell’abbigliamento visto che dormiva nella mia stanza e quello era l’unico indumento che indossava, ma quel giorno fu uno shock. Vedere alla luce del sole mio zio che io consideravo un dio, nel pieno della sua forma, con la luce che nel suo corpo scolpito creava strani disegni ed ombre mi fece piagare le gambe e pervadere di una stato di piacere. Lui mi spogliò e mi depose nell’acqua calda, e quel contatto pelle contro pelle fu come una scossa elettrica e immerso nell’acqua mi accorsi dell’irrigidimento del mio uccello, cosa che notò anche mio zio. Mio zio mi guardò per un po’, passandosi le mani sul corpo poi mi disse: - Ti dispiace se entro anch’io nella vasca e faccio il bagno insieme a te? – Non risposi mi limitai a ridere e poi prima di finire la frase lui si stava già liberando dei pantaloncini. Già da quando era entrato in bagno vestito in quel modo mi ero chiesto come poteva essere nudo, ero curioso rispetto alla nudità anche perché i miei genitori erano molto pudici, già era tanto se li vedevo in intimo, dunque mio zio era il corpo che poteva spegnere la mia curiosità per questo rise quando volle fare il bagno con me: era proprio quello che desideravo. Zio Dario tolto i pantaloncini rimase nudo, non aveva nient’altro, guardai pure i suoi piedi e per la prima volta notai che era scalzo, ed avevo il suo cazzo a pochi centimetri dal mio viso. Allargai gli occhi e non li staccai da quell’oggetto che gli pendeva tra le gambe per tutto il tempo per tutti i movimenti che fece per entrare in vasca. Era io primo pene in assoluto che vedevo in vita mia, sembrava una salsiccia: era in una posizione di semi riposo, nonostante ciò era decisamente grande, con la cappella completamente scoperta ed una foresta di peli che partiva dall’ombellico. Era perfetto, guardandolo provavo qualcosa che da più grande identificai come armonia, essendo un cazzo armonioso nelle forme, leggermente arcuato. Mio zio vide il mio sguardo strano e disse: - Che c’è, non hai mai visto un uomo nudo? – Io con la bocca aperta e fare sbalordito, senza staccare gli occhi da lì scossi la testa, allora zio Dario disse con fare incredulo: -Vuoi dire che non hai mai visto.. insomma nemmeno tuo padre e.. _ poi prendendolo in mano – Allora questo è il primo pisello di un adulto che vedi – Mormorai timidamente di sì. Curiosamente chiesi: - Allora diventando grande mi cresce vero? Ce lo avrò come il tuo? Tanto grande e tanto lungo? – Mio zio rise massaggiandolo un po’ e rispose: - Si tra qualche anno ti crescerà, lo avrai più grosso e ti verranno anche i peli, ma non so se sarà come il mio - - Vuoi dire che ci sono diversi? - - Sì –disse sempre sorridendo– Ognuno ha il suo -. Detto questo chiuse gli occhi e rovesciò la testa all’indietro, io continuavo a guardare estasiato il suo membro. Dopo un po’, sempre spinto dalla curiosità chiesi: - Zio Dario, ma è impossibile averlo così grosso, insomma come si fa? - Mio zio aprì gli occhi e mi fissò con il suo sguardo che fulminava - Ma adesso non è grande, lo diventa anche di più - - Ma… come - Ero completamente scombussolato.
Mio zio si mise in ginocchio nella vasca e disse: - Guarda basta carezzarlo un po’- prese la mia mano e la fece mettere nei suo cespuglio di peli e mi disse di massaggiare mentre lui con le sue mani fece lo stesso. Pochi secondi ed il suo uccello era la massimo dell’erezione parallelo alla pancia , lungo quasi venticinque centimetri e rosso scuro tranne sulla cappella che era viola. Da quanto lo guardavo credevo che mi sarebbero caduti gli occhi, mio zio aveva una espressione strana in volto e disse con una voce che non gli avevo mai sentito.
- Ecco così e grosso. Ma tu che cosa fai ancora qui? Hai finito di fare il bagno esci che tocca a me – mi scacciò così e come al solito si chiuse in bagno, stavolta per un tempo maggiore. Dopo quell’episodio la nudità tra noi divenne normale, quando eravamo soli ci mettevamo nudi e giravamo in casa in quel modo, a me visto che ero con zio Dario sembrava di fare un gioco, un gioco spiritoso e scherzoso, inoltre mio zio usando il suo corpo come mappa mi spiegò tutti i cambiamenti che avrei subito e io lo seguivo in modo trasognante. La notte iniziò a dormire nudo visto che quella barriera era caduta. Una notte, sempre di quell’anno, ci fu un grande temporale. Io non avevo paura ma quei tuoni enormi non mi facevano dormire, così lo zio mi disse di entrare nel suo letto dove mi avvolse nel sua abbraccio. Rannicchiato nel suo petto io mi sentivo in paradiso e mi addormentai con il suo odore nelle narici, al risveglio ero ancora stretto a lui con velo di sudore che aveva incollato i nostri corpi nudi e con qualcosa di duro, di insolito che mi spingeva vicino alla coscia. Non ci feci caso balzai dal letto e dissi allo zio di alzarsi.

L’anno successivo quando ci venne a trovare mi salutò con un lungo e caloroso bacio in bocca, in cui metteva anche un po’ di lingua; da quel momento in poi ogni volta che ci incontravamo salutandoci in quella maniera, non capivo perché ma quel bacio mi piaceva in modo indescrivibile e quando si staccava io ne sentivo la mancanza.
Verso di dieci/undici anni, quando il mio corpo iniziava a trasformarsi ed a cambiare ero più restio a girare nudo per casa, anzi ogni scusa era buona per non farlo. Mio zio non capì perché, lui continuava a farlo e in quel periodo ricordo che faceva di tutto per mostrarsi in maniera particolare, ma nonostante ciò io continuavo a tenermi i pantaloni su. Un giorno, forse seccato dal mio ennesimo rifiuto mi chiese: - Insomma Bobby si può sapere cosa c’è che non va? Perché non vuoi più stare nudo? L’anno scorso lo facevi con una tale disinvoltura - - Ma zio Dario – risposi un po’ titubante visto che così arrabbiato lo avevo visto solo poche volte – io adesso sono cambiato, e continuo a cambiare è tutto diverso e poi … - Mio zio mi venne vicino e leggendo negli occhi l’incomprensione delle mie parole con movimento veloce mi abbassò pantaloni e mutande e mi guardò per poi sorridere: - Ah stai crescendo, e allora? Temi che ti prendevo in giro o altro? Guarda io sono molto più grande e cresciuto di te e non mi faccio problemi a mostrarmi -. Da quel momento ricomincia a girare nudo per casa e vidi mio zio che mi guardava con occhi nuovi e con uno sguardo che non capivo,ma che vedevo trasmetteva un calore che andava reprimendo. La parola sesso iniziò ad arrivare alle mie orecchie e non capendone il significato ed essendo mio zio Dario l’unico in cui potevo fidare gli facevo mille domande a cui non ricevevo risposta o meglio non le risposte che volevo io e dunque cercava notizie da altre fonti. Continuavo a crescere e molti dei miei quesiti furono chiariti da Giacomo (leggere eravamo dei ragazzini) e in quel periodo passavo sempre meno tempo con mio zio, potevamo continuare a fare il bagno insieme (una pratica che non ha mai voluto abbandonare), parlare di tutto ma io esploravo un mondo nuovo con il mio amico di giochi, l’anno seguente fu lo stesso, mio zio capì qualcosa anche perché durante il bagno lo guardavo con più insistenza ed ero costantemente in piena erezione, mi fece delle domande, ma io riuscii a inventargli delle storie. Non saprei dire se lo avevo convinto, ma comunque smise di farmi domande e quel calore che vedevo sempre nei suoi occhi lo vidi più acceso che mai.

Passò un altro anno ed ormai io ero alla soglia dei quindici anni, e quell’estate non era iniziata nel migliore dei modi perché la bella stagione mi ricordava la mia storia con Giacomo che avevo voluto troncare e dunque io non sapevo più come tornare a provare piacere, la masturbazione mi lasciava totalmente insoddisfatte, nonostante la praticavo con una frequenza maniacale. Dopo la fine della scuola tornò mio zio e lo ricevette solo io visto che i miei erano al lavoro e come al solito lui mi abbracciò e mi baciò in bocca, ed io in quell’abbraccio e in quel bacio avevo riconosciuto quello che avevo cercato in Giacomo e lui non mi aveva dato. Così mi strinsi di più a mio zio, mi fusi tra le sue braccia e cercai di farlo aderire al mio bacino per fargli sentire la mia erezione fulminea che mi aveva dato il suo modo di salutarlo, infine gli infilai la lingua in bocca e succhiai la sua come fosse un cazzo. Quando ci lasciammo zio Dario era rosso e incredibilmente eccitato, cercava di coprirsi goffamente con la valigia e disse di dovere andare di precipizio al bagno. Sapevo di essermi comportato in modo provocatorio, ma la mancanza di un contatto era qualcosa che non sapevo contenere e mio zio mi sembrava la persona giusta con cui spegnere questa esigenza che avevo, capii che dovevo insistere. Cominciai con dei comportamenti da vero porco: mi mostravo sempre nudo ed in tiro, non raggiungevo le dimensioni di mio zio ma avevo i miei discreti centimetri, facevo di tutto per strusciarmi con lui, ad esempio quando cucinavamo, nudi naturalmente, mentre mi sporgevo per prendere qualcosa strusciavo il mio uccello sulla sua gamba, oppure mi appoggiavo alla sua coscia molto vicino al suo pene che vedevo sempre rosso come la prima volta che me lo aveva mostrato nel massimo dell’erezione. Il culmine arrivò durante un bagno, la mia vasca è grande ma cominciavamo a stare stretti e di questo io ne approfittai: feci per distendere le gambe e con una andai sopra la sua e con l’altre tra le sue a contatto con il suo uccello gonfio come non mai – Scusa zio – dissi – Ti dispiace se mi metto così? E’ l’unica posizione in cui sto comodo – lui non disse niente, il mio piede lo stava massaggiando delicatamente ed io percepivo tutta la sua durezza, la sua grandezza e la sua possanza, dopo un po’ fece un cenno con il capo. Mentre continuava ingenuamente a muovere il piede zio Dario di punto in bianco mi chiese: - Ti seghi? - io cercai di essere più naturale e disinvolto possibile:- Sì, mi piace – Lui sogghignò: - E dimmi sei bravo? Lo fai bene?- - Ma zio che domande sono? Credo di sì… insomma almeno - non sapevo dove voleva andare a parare così mi disse: - Fammi vedere come fai – Allargai le gambe più che potei e iniziai un lento movimento della mano che accompagnavo con colpi del bacino e mugolii. Mio zio mi ridiede quello sguardo era di fuoco e disse con voce talmente roca che non avrei mai detto fosse sua: - Sì così, lo sai fare, ma bisogna vedere se sei bravo. Facciamo una cosa, segami e ti saprò dire se lo fai bene – Non me lo feci ripetere due volte, con Giacomo avevo fatto abbastanza pratica, ma con lui non era mai stato in una vasca di acqua calda. Iniziai un movimento che già al primo tocco gli fece emettere un lamento quasi gridato. Iniziò un coro di gemiti, suoi ma anche miei ogni tanto emetteva qualche frase e continuava a dirmi che ero bravo che ci sapevo fare. Dovetti menarmi anche il mio, me lo sentivo talmente duro che temetti che mi scoppiassi, poi preso da una specie di spasmo mi chinai su mio zio, che mi carezzava , mi prendeva per i fianchi, mi massaggiava i glutei, le spalle, la testa e glielo presi un bocca, a questo punto lui lanciò un grido acuto e per un lungo minuto fu percorso da brividi che scuotevano tutto il suo corpo. Cercai di fare il miglior pompino che potevo fare e credo di esserci riuscito, mio zio si agitava tutto intanto aveva allontanata la mia mano e lui mi segava mentre con una mano massaggiava il solco del mio culetto, una cosa nuova e molto piacevole – Oh Dio Bobby, non credevo, non avrei mai creduto … Dio, Dio mio … aaahhhh… tu lo hai già fatto, lo hai già fatto, LO HAI GIA’ FATTO – dopo averlo pronunciato venne nella mia bocca in contemporanea con me e vedendo che stavo per sputarlo mi chiuse bocca e naso con le mani e mi disse intono quasi feroce:
- Ingoia tutto altrimenti non ti faccio respirare, non ci provare a sputare – così la mia prima grande bevuta di sperma e mi stupii di non provare il disgusto che avrei creduto.
Quella notte …

SEGUE

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