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Gay & Bisex

eravamo dei ragazzini


di ropot
01.06.2011    |    53.020    |    1 7.8
"Stavo allacciando la cintura quando Giacomo artigliando la coperta e con una voce talmente roca da non riconoscerla disse: - Oh Dio vengo … vengo – e..."
Io e Giacomo (nome di fantasia) ci conosciamo fin da quando facevamo l’asilo, credevamo di avere la stessa età, ma in realtà lui è più grande di me di un anno. Questa differenza di età ci ha fatto finire in classi diverse, ma siccome abitava a pochi passi da me eravamo grandi amici e quasi sempre insieme. All’asilo, stando tutti i bambini insieme, io e Giacomo ci nascondevamo nella stanza dove mettevamo le giacche e ci baciavamo in bocca, poi iniziammo a farlo anche al di fuori, sempre di nascosto. Avevamo iniziato questo “gioco”, come lo chiamavamo noi, dopo che Giacomo aveva visto un film in cui i protagonisti si baciavano. Me ne parlò e mi disse che era una cosa da grandi e lo provammo, ma naturalmente a quell’età l’unica cosa che si provava era l’umido della saliva sulle labbra dopo il bacio.
Dopo che lui andò alle elementari il gioco finì da un giorno all’altro senza che ce ne rendessimo conto e continuammo ad essere amici e a giocare in modo tradizionale.
Passarono gli anni ed arrivammo alle medie e iniziarono a cambiare i nostri corpi e a scoprire la sessualità. Eravamo dei ragazzini sì, ma anche grandi amici dunque era inevitabile che parlavamo di queste cose tra di noi.
Il primo episodio che mi ricordo successe quando io avevo 12 ani e lui 13, stavamo parlando dei peli che ci stavano crescendo sul pube: io avevo maggiormente sopra, lui invece intorno. Questo discorso ci stava facendo eccitare, era già da un po’ di tempo che riuscivo ad avere l’erezione ed averla in sua presenza mi gratificava, perché potevo dimostrargli che anche se più piccolo di lui per quanto riguarda l’età, in quell’altro aspetto eravamo pari. Avevo la tuta, dunque il mio pisello duro si notava e facevo delle battute allargando l’elastico dei pantaloni e degli slip guardandomelo e facendo occhi stupiti. Giacomo si alzò e questo mi diede modo di vedere che anche lui era eccitato, e mi disse di farglielo vedere essendo lui più grande di me. a quel tempo come spiegazione mi sembrava perfetta perciò essendo soli a casa sua mi alzai e come se fosse una cosa normale mi abbassai pantaloni e mutande, mostrando il mio cazzo che era rigido e duro per quanto lo può essere a quell’età e che non superava più dei dodici cm. Giacomo si abbassò e lo studiò con vivo interesse poi dicendomi di ricoprirmi sentenziò che il suo era più grosso. Dopo questo episodio ogni volta che ci vedevamo lui mi si strusciava addosso, mi palpava davanti, ma soprattutto mi toccava il sedere con fare anche rude, ma io credendo che erano degli scherzi non ci prestavo fede, ci scherzavo sopra. Essendo lui più grande inizio prima di me a masturbarsi ed a venire, era sempre il periodo delle media la prima per me e la seconda per lui. Un pomeriggio con fare da borioso me ne parlò o meglio mi spiegò che cosa era la masturbazione, ed io siccome ero molto orgoglioso ed essendo sempre stato un po’ più sveglio di lui, gli disse che già sapevo queste cose e che non doveva spiegarmi niente, ma un po’ mi tradii dicendogli che ancora non mi masturbavo. Lui si propose di farmi vedere come si faceva se volevo, ed io molto curioso gli dissi di si, e dunque lo tirò fuori (me lo ricordo bene era piegato da un lato e circa sui 15 cm) e si masturbò davanti a me e venne pochissime gocce tipico delle prime seghe ed io per tutto il procedimento stavo con il pisello duro ed una volta ritornato a casa mi accorsi di avere le mutande bagnate di quello che un giorno capii essere presperma. Farsi le seghe davanti ai miei occhi divenne una routine per Giacomo, ma dopo un paio di volte ci furono dei cambiamenti. Come ho detto ci strusciavamo quando ci vedevamo e una volta sdraiandoci a terra provammo una specie di movenze da rapporto, con i vestiti addosso, e un pomeriggio sempre a casa sua e sempre da soli (i suoi genitori erano super impegnati con il lavoro) andammo in camera dei suoi, mi fece sdraiare di traverso sul letto e mi fece aprire le gambe e si mise sopra di me. Giacomo è sempre stato più pesante di me, ma il suo stare sopra di me mi piaceva da morire, mi è sempre piaciuto specie quando iniziò a muoversi imitando una scopata con i vestiti che si sfregavano tra di loro e che non ci permettevano di sentire niente, nemmeno le erezioni avendo entrambi degli spessi jeans, era esasperante. Al limite della sopportazione da parte di entrambi Giacomo venne di aiuto dicendo:
- Dai togliamoci i pantaloni che è meglio – e così ce li calammo fino alle ginocchia e questo aumentò a dismisura la mia già prepotente eccitazione, anche perché mi dava una visione più chiara della sua che premeva sulla mia coscia. Giacomo non mi toccò per niente e nemmeno mi baciò si limitava ad ansimare stando sopra di me e muovendosi un po’ goffamente, ma d’un tratto prese le mie mani e mi disse di toccarlo, io non sapendo bene come fare gli alzai la maglietta e gli carezzai la schiena e le spalle, ma lui mi disse di mettere le mani dentro le mutande, così feci gli presi i glutei, li agguantai e li carezzai e sentivo le mie mani pizzicare dall’eccitazione che mi dava quel tocco e dalla sua pelle setosa e liscia. Giacomo però non era ancora contento e mi disse: - Davanti, nelle mutande davanti – ed io ci provai, ma non ci riuscii essendo incollato sopra di me era una manovra complicata che non mi permise nemmeno di sfiorarlo. Esasperato si alzò e disse:
- Togliamoci le mutande – ripensandoci dopo non riesco a capire come non ho fatto una piega a quella riesca anzi l’ho considerata normale, si vede che nell’onda dell’eccitazione non potevo negargli niente quelle sensazioni che provavo erano nuove e fortissime, ero come morto ed arrivato in paradiso. Così mi abbassai con una sorta di frenesia gli slip lui sopra di me in ginocchio si abbassò i boxer si guardò un po’ tra le gambe, poi uno sguardo tra di noi e tornò a distendersi sopra di me. lui già mi aveva visto il pisello in erezione ed io avevo visto il suo quando si masturbava ma quel giorno fu come una cosa nuova, una scoperta e sentirlo libero dai vestiti nella mia pelle e il mio steso sulla mia pancia che si sfregava con la sua pancia mi mandava in estasi e seguendo le sue istruzioni continuavo a carezzarlo, ma ormai ero in balia dell’eccitazione in uno stato quasi di stordimento dunque restavo immobile e mi godevo il contatto con la sua pelle il suo cazzo e i suoi movimenti. Dopo una decina di me si staccò da me e sempre steso sul letto iniziò a masturbarsi furiosamente, io ripreso il controllo di me , mi accorsi di essere nudo dalla cintura in giù, sì ne presi reale considerazione dopo e in silenzio e coprendomi mi rivestii. Stavo allacciando la cintura quando Giacomo artigliando la coperta e con una voce talmente roca da non riconoscerla disse:
- Oh Dio vengo … vengo – e sbrodolò poche gocce di sperma che per quell’età uscirono lente lungo l’asta dell’uccello mentre lui sospirava quasi privo d’aria. Questa esperienza è stata in futuro un ottimo spunto per le mie seghe e di solito non bastava una per placare l’eccitazione che mi dava quel ricordo e mi chiedeva sempre perché non mi sono chinato a raccogliere con la lingua quelle gocce di sperma. Dopo quanto tutte e due ci eravamo ricomposti, ci salutammo come sempre e tornando a casa a piedi per tutto il tragitto pensai a cosa era successo senza capire bene tutta la vicenda, ma mi era piaciuta e dunque non ci doveva essere niente di male. Trascorsi un paio di giorni tornai da Giacomo.

SEGUE

Se volete sapere altre vicende ( realmente successe ) tra me e Giacomo e per qualunque altra cosa scrivetemi a [email protected]
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