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Il cugino di Guido - Parte 3 (fine)


di Membro VIP di Annunci69.it GSAwNSA77
10.02.2018    |    8.933    |    7 9.4
"Lo prendo fino in gola, cercando di resistere ai conati..."
La serata è molto piacevole, tra una battuta e una risata ci siamo bevuti un’altra bottiglia di vino. L’atmosfera è decisamente rilassata ma si è fatto tardi. Le nostre conversazioni vengono spesso interrotte da qualche sbadiglio e si sa uno sbadiglio tira l’altro. Carlo, nonostante il riposino pomeridiano, sente la stanchezza per il lungo viaggio e Guido è in piedi dall’alba. È ora per tutti di andare a dormire. Mentre Guido e io finiamo di lavare i piatti, Carlo si presenta in cucina per augurarci la buona notte con indosso solo un paio di boxer. Quando Guido, dopo averlo salutato gli dà la schiena, Carlo si sistema il pacco sotto quella bella pancia pelosa, mi strizza l’occhio e si dirige verso la camera degli ospiti che si trova in fondo al corridoio vicino alla nostra o più precisamente quella di Guido, almeno fino a quando Carlo rimarrà come ospite.
Invito Guido a seguire il cugino, avrei terminato io di sistemare la cucina. Qualcosa mi dice che nonostante la stanchezza non riuscirei comunque a prendere sonno tanto facilmente, ho mille pensieri per la testa e sono parecchio nervoso per la situazione ingarbugliata che si è creata tra noi tre.

Il salotto è completamente immerso nel buio. Sono solo, sdraiato sul divano con gli occhi spalancati a fissare il soffitto. Ripenso alla giornata appena trascorsa e sorrido. “Si può essere più vacche di così?!” penso tra me e me. Comunque nonostante la giornata sia stata estremamente intensa e che avere tutte quelle attenzioni da parte di entrambi i cugini mi lusinghi, preferirei essere sincero e poter dire la verità, almeno a Guido. Gli voglio bene e se lo merita, non è giusto prenderlo in giro in questo modo. Poi sarà lui a decidere come comportarsi, se cacciare di casa me, Carlo oppure entrambi. Guido non è mai stato un tipo geloso, anzi spesso gli è piaciuto condividermi con altri uomini. Solitamente mi porta sulla piazzola dove ci siamo conosciuti e decide cosa devo fare, con chi e come devo comportarmi. Mi è capitato di succhiare tre o quattro cazzi di perfetti sconosciuti mentre lui mi scopava oppure di ritrovarmi sdraiato a torso nudo sull’asfalto e farmi sborrare addosso da chi decideva lui. Questi giochi di leggera sottomissione con lui mi hanno sempre intrigato, li trovo molto eccitanti. Ma nulla a che vedere con la dominazione da maschio alfa di Carlo che in una sola giornata ha fatto di me la sua schiava svuota palle e la sua latrina. Essermi fatto scopare da suo cugino in quel modo in casa sua e perdipiù a sua insaputa, avrà sicuramente un effetto diverso su Guido. Vedremo cosa succederà quando gli racconterò tutto prima cosa appena sveglio. Chiudo gli occhi e cerco di prendere sonno iniziando a contare le pecore... una, due, tre, quattro.

Non arrivo neanche alla trentesima, che un rumore di passi che giunge dal corridoio mi distrae dalle mie pecorelle. Spalanco gli occhi e mi metto seduto sul divano con lo sguardo fisso verso il buio del corridoio. Chi sarà? Vedo un’ombra avvicinarsi ma non riesco ancora a distinguerne i lineamenti, non capisco se si tratta di Guido o di Carlo. Sto seduto in silenzio in attesa di sapere chi dei due non è ancora soddisfatto. La figura si avvicina con passo deciso, adesso distinguo chiaramente il corpo possente ricoperto di peli di Carlo. Resto seduto sul divano, aspetto la sua prossima mossa anche se le sue intenzioni sono abbastanza prevedibili. È completamente nudo con indosso solo i boxer decisamente troppo stretti per contenere la sua visibile erezione. Si posiziona in piedi davanti a me, senza dire una parola con una mano si abbassa l’elastico dei boxer e con l’altra invita la mia testa ad avvicinarsi. Appena liberata, avendo già raggiunto una bella erezione, la mazza svetta in aria a pochi centimetri dalla mia bocca. Non ho bisogno di altre istruzioni, ormai ho familiarità con quel cazzone e so cosa devo fare per dargli piacere. Faccio scorrere la punta della lingua sulla superficie di tutta l’asta inumidendola bene e soffermandomi in particolare sul prepuzio. A ogni colpo di lingua segue un suo sussulto. L’enorme cappella di Carlo si ingrossa ancora di più e tutta la mazza raggiunge il massimo della consistenza. Mi bagno le labbra con un po’ di saliva e le avvolgo attorno al suo cazzo che mi lascio scivolare in bocca. Lo succhio con gusto avvolgendolo con le labbra inumidite. Lo stimolo con la lingua nei punti giusti. Lo prendo fino in gola, cercando di resistere ai conati. Muovo la testa su quel cazzone per dargli il massimo del piacere. Carlo, diversamente dal solito, mi lascia fare e con mugolii soffocati gode di ogni attimo del pompino. Senza smettere di pompare lo osservo dal basso, ha gli occhi chiusi e distinguo nel buio le smorfie di piacere sul suo volto. Non gli manca molto, lo capisco dalle dita dei piedi contratte sul pavimento, dai pugni stretti lungo i fianchi e dal suo ansimare che non riesce più a trattenere. Un attimo dopo un susseguirsi di abbondanti schizzi mi riempie la bocca. Ingoio tutto assaporandone il gusto mentre soddisfatto lo guardo fisso negli occhi. Quando sfila il cazzo ancora duro dalla mia bocca, inavvertitamente una goccia di sperma cade sul suo piede e immediatamente entrambi i nostri sguardi si spostano su quel piede. So già cosa devo fare, ma mentre mi butto in ginocchio sul pavimento l’ordine arriva perentorio “Lecca, puttana!”. Mi avvicino a quel piedone e pulisco la goccia di sperma con la lingua. Ha dei bei piedi Carlo, molto simili a quelli di Guido: molto curati, con una pianta lunga e grossa, abbastanza pallidi con una leggera peluria scura lungo il collo e dei ciuffetti sulle dita. Anche se con due leccate faccio sparire le ultime tracce di quell’orgasmo, non smetto di leccare. Faccio passare la lingua su ogni centimetro di quel piede, lo lecco avidamente, spingo la lingua tra le dita dove il gusto si fa più intenso. Carlo apprezza questa mia devozione e si lascia cadere sul divano allungando verso di me entrambi i piedi. Prima glieli massaggio energicamente con le mani, poi me li strofino in faccia inalandone profondamente il buon odore di giornata. Una dopo l’altra gli lecco la superficie delle piante e gli succhio le dita come piace fare a me. Comodamente seduto sul divano con una mano dietro la testa e l’altra che si strofina l’uccello, si gode il mio lavoretto nel silenzio della notte scandito solo dal ticchettio di un orologio a parete.

“È fortunato Guido” esordisce Carlo distogliendo la mia attenzione dai suoi piedi. “Perché?” chiedo con sincera curiosità. “È fortunato ad avere una brava troietta come te”. Dopo questa affermazione cala di nuovo il silenzio, ma questa volta spettrale, mi si gela il sangue nelle vene.
“Ma come? Tu... hai capito tutto?” farfuglio con un filo di voce senza neanche aspettarmi una risposta. Certo che ha capito tutto! Allora mi spiega che i sospetti erano forti sin dall’inizio e che si sono fondati quando durante la cena ha percepito la complicità che c’era tra noi. Poi con mia grande sorpresa inizia a raccontarmi la storia del loro passato. “Guido è bisessuale sin dall’adolescenza e lo stesso vale per me. Le prime esperienze le abbiamo avute insieme quando eravamo in Puglia” confessa. “Le nostre famiglie, come avrai capito, erano molto legate. Io e Guido siamo praticamente cresciuti insieme, ci vedevamo quasi ogni giorno e insieme abbiamo scoperto la nostra sessualità” lo ascolto con interesse, senza interromperlo. “Non abbiamo mai avuto rapporti completi < nessuno vuole fare il femminiello > ci dicevamo per prenderci per il culo, ma ci siamo fatti delle grandi seghe con delle sborrate memorabili”. Facendosi cupo in volto continua il racconto “Fu allora che i nostri genitori litigarono. Un pomeriggio ci scoprirono in camera di Guido mentre ci facevamo una sega a vicenda guardando un porno ed essendo la nostra famiglia molto religiosa, puoi immaginarti il finimondo che successe” annuisco esterrefatto da queste rivelazioni. Guido non mi ha mai raccontato molto del suo passato e di tutto questo non sapevo proprio niente. Il racconto di Carlo prosegue descrivendomi i litigi di quel giorno, il trasferimento al nord di Guido e dei genitori, il disprezzo dei suoi genitori che ancora oggi a distanza di 15 anni legge negli occhi del padre e i mille dubbi che aveva prima di decidere di venire da Guido, che non aveva più visto né sentito da quell’episodio.
L’eccitazione di Carlo è svanita e sul suo volto è comparso uno sguardo malinconico, vuoto e triste. La clava che un attimo fa svettava fiera tra le sue gambe, ha lasciato il posto a un salsicciotto con la punta ancora umida appoggiato sul divano. Vedendolo in quelle condizioni, mi è venuta un’idea, brillante direi. Per la prima volta da tanto tempo riesco a prendere un’iniziativa senza preoccuparmi troppo delle conseguenze.
Mi alzo di scatto dal pavimento, dove ero seduto intento ad ascoltare le sue parole, lo prendo per una mano e lo trascino letteralmente verso la camera di Guido. Non ha neanche il tempo di obbiettare che facciamo irruzione nella camera e ci fiondiamo sul letto. Guido come sempre dorme nudo e così nella penombra ammiriamo il suo corpo statuario sdraiato sulla schiena con il cazzo appoggiato sulla pancia in tutta la sua lunghezza. Sono io il primo a prenderglielo delicatamente in bocca. La reazione è immediata, senza che Guido si sveglia, la sua asta durissima e completamente insalivata mi scivola dentro e fuori dalla bocca. Carlo mi osserva con eccitazione mentre mi lavoro il cazzo del mio compagno. Anche il suo è tornato duro e si aspetta lo stesso trattamento del bell’addormentato. Me lo avvicina alla bocca e con una certa ingordigia li succhio entrambi. Faccio guizzare la lingua da una cappella all’altra cercando di riservare lo stesso trattamento a entrambi.
Guido inizia a muoversi e piano piano si strofina gli occhi. Si sta svegliando. Lo osservo per un attimo senza interrompere il pompino, mentre Carlo si sposta dietro di me ai piedi del letto e affonda la sua faccia in mezzo alle mie chiappe. Ha una padronanza della lingua che mi manda in estasi, proprio come suo cugino, deve essere una qualità di famiglia. Mi dilata il buco a colpi di lingua. Lo massaggia con un dito che poi diventano due, tre e quattro. Entra ed esce abilmente con le dita, alternando degli sputi mirati nel buco ormai completamente dilatato e pronto ad essere prenotato.
Guido si sveglia del tutto e mi dice “Ma tu sei proprio matto e... insaziabile!” Senza aggiungere altro concludo il pompino e mi metto a cavalcioni su di lui che rimane sdraiato sulla schiena. Non si è ancora accorto della presenza di Carlo che rimane dietro di me e guarda come il cazzo di Guido penetra il mio buco. “Ma come sei sempre stranamente dilatato e lubrificato ultimamente” commenta Guido mentre si sente avvolgere il cazzo dal mio intestino con una semplicità inusuale. Lo zittisco subito appoggiandogli un dito sulla bocca e inizio a cavalcarlo. Guido sa esattamente cosa mi piace. Divaricando leggermente le gambe e tenendomi stretto sui fianchi, inizia a scoparmi forte dal basso. Dopo una raffica di colpi, sento la mano di Carlo sulla schiena che mi invita a chinarmi. Mi lascio cadere in avanti sopra Guido che mi accoglie con un lungo bacio senza mai smettere di scoparmi.
Guido si stacca bruscamente dalla mia bocca e mi fissa con gli occhi sgranati, quando alla pressione della cappella di Carlo sul mio buco (appoggiato proprio sopra il suo cazzo), probabilmente intuisce per la prima volta che non siamo soli. Gli sorrido malizioso e anche un po’ preoccupato. In primo luogo non so come reagirà alla presenza di Carlo, poi sto per essere scopato contemporaneamente da due cazzi di dimensioni ben al di sopra della media. Guido allunga il collo e trova la conferma che cercava nello sguardo di suo cugino proprio dietro alle mie spalle. Si scambiano un sorriso di approvazione e insieme tornano a occuparsi di me.
Carlo sputa abbondantemente sulla sua cappella e riprova a spingerla nel mio buco già occupato dal cazzo del cugino. Questa volta sta entrando, piano piano, centimetro dopo centimetro. Mi sento letteralmente il buco squarciato. Stringo i denti e mi attacco alla bocca di Guido per soffocare le mie urla. Iniziano a scoparmi con movimenti relativamente lenti e delicati. Man mano che l'eccitamento sessuale aumenta e il dolore iniziale svanisce, aumenta anche il ritmo del movimento. Le due cappelle si strofinano strette tra loro nella profondità del mio buco. È fantastico, una sensazione di pienezza ed eccitazione che non ho mai provato prima. Guido mi penetra con movimenti lentissimi e profondi, mentre Carlo, più libero di muoversi,detta il ritmo della scopata facendo godere sia me che Guido. Poco prima dell'orgasmo, che raggiungono praticamente insieme, la stimolazione diventa molto rapida e le nostre urla di piacere riecheggiano in tutta la casa. In pochi secondi abbondanti fiotti di sborra calda mi riempiono l’intestino e un attimo dopo i nostri corpi vibranti di piacere si accasciano sul letto. Siamo tutti e tre senza fiato, senza parole.

Scopiamo tutta la notte, i nostri corpi si avvinghiano in posizioni e contorsioni mai sperimentate prima, intensi schizzi e colate di sborra imbrattano le lenzuola e le nostre urla non risparmiano neanche i cani dei vicini di casa che abbaiano tutta la notte.

Da quella notte Carlo e io ci siamo ufficialmente e definitivamente trasferiti a casa di Guido. Carlo ha trovato lavoro come idraulico per un’azienda di sanitari e non è mai più tornato in Puglia. E il sesso tra noi tre è sempre stato strepitoso e soprattutto molto fantasioso. La competizione tra i due cugini è sempre rimasta molto forte e chiaramente a beneficio del mio appagamento sessuale: due cugini sono meglio di uno.

FINE
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