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Gay & Bisex

Un inaspettato pomeriggio di magico idillio.


di Membro VIP di Annunci69.it GSAwNSA77
06.07.2017    |    17.775    |    11 9.6
""Scusa, non era mia intenzione spaventarti" replica gentilmente lo sconosciuto con un accento tedesco "mi chiamo Gunter e come te sto facendo..."
Sto guidando ininterrottamente da quasi due ore di rientro da un viaggio di lavoro, mancano poco più di 50 chilometri per arrivare a casa. Il traffico è molto intenso, tipico di un venerdì pomeriggio di inizio estate quando terminate le scuole tutte le auto targate Germania si affrettano a raggiungere il mare. È una giornata molto calda, il termometro dell'auto segna 34 gradi e l'afa estiva inizia a farsi sentire. Guardo tutte le auto sfrecciare attorno a me con una certa invidia, in effetti un bel tuffo nel mare lo farei volentieri anche io. Peccato che per quest'estate il capo non mi abbia concesso le ferie. È proprio uno stronzo quello. Dice che dobbiamo sviluppare una campagna per la nuova linea di prodotti di settembre, quindi per luglio e agosto non saranno concesse ferie ai collaboratori del marketing e della vendita. Ma la verità è che la moglie non gliela smolla più da tempo e in azienda nessuno, incluso me, è più disposto a fare gli straordinari per succhiarglielo. Così per ripicca ha deciso di rovinare l'estate a tutti.
Devo fare qualcosa per calmarmi perché al solo pensiero di dover lavorare nel periodo più bello dell'anno mi sta salendo l'incazzatura. Decido di fare una sosta e approfittarne per sgranchirmi le gambe, darmi una rinfrescata e andare in bagno. Così mi fermo alla prima piazzola indicata sulla strada.

Posteggio l'auto e appena scendo vengo travolto dal caldo afoso. L'area di sosta è piena di turisti chiassosi: bambini che si rincorrono e giocano, famiglie che fanno pic-nic ai tavoli in sasso all'ombra di imponenti castagni, coppie che amoreggiano davanti ai loro camper, tutta gente allegra che non vede l'ora di raggiungere la meta delle proprie vacanze. Mi dirigo verso le toilette, affollate pure quelle, due sue tre sono fuori servizio. Non mi va di fare la coda per pisciare e di sentire gente che si scambia consigli su come mantenere più a lungo l'abbronzatura, così decido di fare due passi. Mi dirigo verso un cancello al limite dell'area recintata. È aperto, lo attraverso e imbocco un piccolo sentiero che conduce in un boschetto. Mi incammino tra gli alberi. Passeggio indisturbato lungo il sentiero per una decina di minuti, si sente solo il cinguettio degli uccelli e il rumore della boscaglia sotto i miei passi. Che pace!
D'un tratto la vescica mi ricorda che non ho ancora pisciato. Al primo albero mi fermo, lo tiro fuori e mi svuoto. Mentre scrollo le ultime gocce, sento dei rumori poco distanti da me. Mi guardo intorno ma non vedo nessuno, in compenso il cazzo mi è diventato barzotto in mano. Che stupido, mi sono eccitato all'idea che ci potesse essere qualcuno a guardarmi. Rimetto l'arnese nei pantaloni e continuo la mia passeggiata. Cammino per altri dieci minuti e mi fermo quando poco lontano, al di là di una fitta boscaglia, sento il rumore di acqua che scorre, potrebbe essere un torrente. Mi faccio strada tra i rami e dopo una cinquantina di metri e qualche graffio sulle braccia, mi affaccio su una radura con una bella pozza d'acqua limpidissima sovrastata da una cascata. Sembra una cartolina, un'oasi di tranquillità immersa nel verde della natura. Una leggera brezza rinfrescante mi sfiora il viso, è il getto della cascata che si spezza nell'acqua formando una leggera schiuma bianca nella pozza e micro goccioline nell'aria che danno quella sensazione di freschezza. Non c'è anima viva e senza pensarci due volte mi spoglio completamente nudo e in un batter d'occhio mi tuffo. L'acqua è gelida, ma è quello che ci vuole per rinfrescarmi in una giornata così calda e per placare i miei bollenti spiriti.

È così rilassante galleggiare in acqua a pancia in su e osservare il blu del cielo. Non c'è una nuvola e il sole riflette i suoi raggi sul mio corpo bagnato. Chiudo gli occhi e penso che per l'estate questa nuova scoperta sarà un buon posto in alternativa al mare e alle spiagge affollate. Che magia!
Nella mia beata solitudine inizio a fantasticare che sarebbe bello avere un po' di compagnia. La prossima volta non verrò da solo, da buon single in rubrica ho diversi contatti che apprezzerebbero un posto come questo e io di certo apprezzerei la loro compagnia. Nonostante il freddo dell'acqua, questi pensieri me lo fanno diventare duro e senza troppe inibizioni inizio a massaggiarmelo facendolo svettare sopra la superficie dell'acqua. Non faccio in tempo a visualizzare le mie fantasie che un altro rumore mi riporta alla realtà. Stavolta è più distinto e decisamente più vicino, il classico rumore di qualcuno che si schiarisce la voce per attirare l'attenzione. Apro gli occhi di scatto e mi rimetto in piedi nell'acqua che mi copre fino al petto. Ancora un po' accecato dal sole, piano piano metto a fuoco la figura di un uomo in piedi da parte ai miei vestiti.
"E tu chi sei? Cosa ci fai qui? Mi hai fatto paura..." esordisco in tono scocciato. "Scusa, non era mia intenzione spaventarti" replica gentilmente lo sconosciuto con un accento tedesco "mi chiamo Gunter e come te sto facendo una pausa dopo un lungo viaggio". Evidentemente mi ha seguito.
Gunter sembra essere un bel manzetto sulla quarantina, sorridente, capelli scuri e arruffati in fronte, sguardo severo e profondo al tempo stesso. Indossa un paio di jeans stretti che mettono in evidenza delle belle cosce muscolose, con la t-shirt infilata nella cinta dei jeans sfoggia un fisico scolpito con il petto leggermente peloso e due bicipiti ben definiti.
"È da tanto che sei qui?" chiedo con un certo imbarazzo. "Da abbastanza per capire che stavi fantasticando su qualcosa di molto eccitante" risponde ridendo "... magari una bella gnocca nell'acqua con te?". Paonazzo in volto balbetto in risposta "ah! Sì?! Certo... proprio quello... sì,stavo pensando a quello" e istintivamente mi copro il cazzo con le mani senza considerare che comunque sott'acqua non me lo può vedere. "Non ti preoccupare siamo uomini e succede spesso che ci eccitiamo, anche nelle situazioni e nei luoghi più particolari" dice per stemperare il mio imbarazzo. "Sì, soprattutto a me!" aggiungo e chiudiamo la questione del mio cazzo duro con una sonora risata.
"Ti dispiace se vengo a farti compagnia? Fa proprio caldo qui fuori" mi chiede mentre si toglie le scarpe. "Vieni pure, qui c'è posto e si sta benissimo, ma attenzione sui sassi che si scivola". Mentre lo invito a raggiungermi in acqua non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Senza neanche rendersene conto mi sta offrendo uno spogliarello da urlo. Prima si sfila i jeans lanciandoli sopra i miei vestiti, poi si toglie i calzini, si sistema il pacco e infine con un gesto teatrale si tira giù le mutande. Sgrano gli occhi e deglutisco rumorosamente. "Lo so, madre natura è stata generosa con me" dice con un certo orgoglio gettando a terra l'ultimo indumento. In costume adamitico si avvicina all'acqua saltellando da un sasso all'altro con quel siluro che gli sbatte da una coscia all'altra. È uno spettacolo vedere le sue acrobazie per non perdere l'equilibrio sui sassi e soprattutto ammirare quel cazzo enorme così venoso e mezzo scappellato che ballonzola in giro come se avesse una vita propria. Arriva con i piedi in acqua e ironicamente dice "Uuuhhh che fredda, adesso mi si rimpicciolisce". Non commento, non reagisco, semplicemente non riesco a togliergli gli occhi di dosso. La situazione sta diventando imbarazzante, devo fare qualcosa per distogliere l'attenzione da quel missile. Cosa posso fare? Non mi viene in mente niente, è più forte di me. Ideona... mi immergo. Prendo un lungo respiro, chiudo gli occhi e mi tuffo sott'acqua. Resisto più che posso.
Dopo un abbondante minuto di apnea sento le sue mani appoggiarsi sulle mie spalle. Apro gli occhi e a pochi centimetri dalla mia faccia lo rivedo, fluttua nell'acqua come un pesce pronto per l'accoppiamento (dalle dimensioni direi una carpa ben nutrita). Torno in superficie e Gunter è lì ad aspettarmi. "Che fai? Vuoi annegare?" mi rimprovera. "Non preoccuparti, sono un campione di apnea" gli rispondo in tono di sfida. "Allora torna sotto!" senza esitare mi spinge la testa sott'acqua facendo pressione con il peso del corpo sulle mie spalle. Faccio in tempo a prendere un bel respiro e mi lascio immergere. Stavolta tengo gli occhi aperti, sto per avere un incontro-scontro con il suo pesciolone che nella discesa mi sfiora inevitabilmente le labbra. Le mani di Gunter mi tengono la testa salda all'altezza del suo cazzo che sta visibilmente prendendo consistenza e continua a sbattere sulla mia faccia. Quel pesciolone ha chiaramente bisogno di attenzioni e io non sono il tipo che si fa pregare... neanche sott'acqua. Avvicino le mie labbra sigillate alla punta del suo cazzo ormai in perfetta erezione come per dargli un innocente bacio ed ermeticamente le faccio scivolare attorno al suo glande cercando di fare entrare meno acqua possibile. Inghiottita la cappella che riempie già abbondantemente la mia bocca lascio entrare il resto fino a metà asta. Ce l'ha veramente enorme, non ricordo di aver mai visto niente del genere. Con le labbra ben serrate intorno alla mazza glielo succhio per quasi due minuti dedicandomi in particolare ai movimenti circolari della lingua sulla cappella. Mi manca il fiato ma non voglio staccarmi da quel flauto dolce, finché Gunter mi tira fuori dall'acqua di peso. Giusto il tempo di riprendere una bella boccata di ossigeno e mi sento riempire la bocca dalla sua lingua. Sono di nuovo in apnea con le nostre lingue che si intrecciano nelle rispettive bocche. Ci metto un attimo a realizzare che posso tranquillamente respirare dal naso.
Lo stringo con le braccia avvinghiate attorno al collo, lui mi massaggia le chiappe con entrambe le mani tirandomi forte a sé. Le nostre erezioni si strofinano l'una contro l'altra sott'acqua con il suo cazzone che domina sul mio. Senza mai staccarsi dalla mia bocca, con una mano dirige la sua erezione in mezzo alle mie cosce e con una leggera pressione si fa strada tra le gambe fino a stimolarmi il buchetto con la cappella. Con il cazzo duro come il marmo inizia a simulare i movimenti di una scopata dando un colpetto al mio orifizio ad ogni affondo. Evidentemente a un uomo così non basta un pompino in acqua, le sue intenzioni sono inequivocabili, vuole sverginarmi con il suo pisellone (ogni tanto mi piace credere di essere ancora vergine).
Ci basta uno scambio di sguardi e un sorriso complice per capire cosa sta per succedere. Mi afferra con decisione sotto le chiappe, io lo aiuto staccando i piedi dal suolo con un saltello e la leggerezza dei nostri corpi nell'acqua fa il resto. Sempre con le braccia strette attorno al suo collo avvinghio le mie gambe ai suoi fianchi e mi posiziono comodamente con il pertugio appoggiato sul suo cazzo. Sento una bella pressione spingere sul mio buco dal basso. Smollando leggermente la presa delle braccia e delle gambe, scivolo in giù e mi sento deflorare nell'intimità. La sua cappella, nonostante l'attrito dell'acqua, riesce ad aprirsi un varco nel mio buchetto ormai dilatato dalla voglia di essere posseduto. La sento entrare piano piano nella mia posizione preferita. Prima la cappella poi l'asta in tutta la sua lunghezza penetrano le mie viscere fino a fine corsa. Rimaniamo fermi, abbracciati, ansimanti con lui dentro di me. Aspettiamo che il mio buco si abitui alle sue dimensioni. Lascio cadere indietro la testa e mi faccio baciare dal sole mentre lui con i denti mi mordicchia il collo. Godo di ogni attimo di questo inaspettato incontro. Godo del suo fascino e della sua mascolinità. Godo di quel pisellone inforcato nel mio culo. Sono pronto e lui con estrema facilità, tenendomi da sotto le chiappe, mi fa saltare sul suo uccello... su e giù, su e giù, su e giù, un delicato sali e scendi in fluttuanti e ritmati movimenti dati dall'acqua. Maneggia il mio corpo come se fosse una foglia che galleggia sull'acqua. Senza mai sfilare l'uccello inizia a spingermi verso la riva. Uscendo dall'acqua, quando il livello si abbassa, continua a tenermi in braccio e infilzato come uno spiedo, portandomi fuori di peso con l'ausilio dei soli muscoli che sento in tensione. Mi tiene in braccio fino a dove l'acqua gli arriva ai polpacci per poi distendere il mio corpo su una roccia senza mai interrompere la penetrazione. Questa cosa mi fa arrapare ancora di più, mi sento troia e desiderato allo stesso tempo. Inoltre sono pochi i maschi in grado di farlo: devi essere sufficientemente forte e devi avercelo bello lungo e duro.
Con la schiena bagnata appoggiata sulla roccia scaldata dal sole e il suo cazzo che prima dolcemente poi con più grinta inizia a trapanarmi il culo, sento il corpo pervaso da brividi di piacere. Partono dalle dita dei piedi, salgono su per le gambe, seguono la schiena fino ad arrivare alla testa attraverso il collo. Una sensazione unica! Anche Gunter sembra essere in estasi: lo sguardo profondo perso nei miei occhi, la bocca semiaperta ansimante e l'espressione di uno pronto a scaricare litri di sborra. Mi afferra per le caviglie, mi alza le gambe, me le allarga per mettersi comodo, sfila un attimo l'uccello per sputarci sopra con una mira infallibile e inizia a scoparmi come un animale. Ormai non ha più freni, detta lui il ritmo, l'intensità e la velocità. Io godo sotto i suoi colpi incessanti finché non riesco più a trattenermi e schizzo abbondanti fiotti di sperma che in parte finiscono in acqua e vengono portati via dalla corrente sotto forma di filamenti bianchi. Lui, incurante della mia sborrata, continua a sbattermi per suo personale piacere. Dopo diversi minuti di martellamento, interrotto solo da qualche sputo per lubrificare il passaggio, arriva al culmine anche lui. Sento che è veramente arrivato al limite quando si blocca all'istante. Il suo corpo si irrigidisce, trattiene a stento un urlo e si raddrizza stringendomi forte le caviglie. L'orgasmo si sta facendo strada nella sua mazza. Di colpo sfila l'uccello lasciando una voragine aperta e un rivolo d'acqua dolce che ne fuoriesce. Mi appoggio sui gomiti per avvicinarmi all'eruzione. È in ginocchio davanti a me con il corpo ancora bagnato dall'acqua mista al sudore. Mi sovrasta con il cazzo in mano. È durissimo, si vede ogni vena in cui si distinguono chiaramente le pulsazioni e la cappella è lucidissima e di un color rossastro acceso. D'istinto apro la bocca, voglio il suo nettare. Senza doverci sperare troppo grazie a una mira infallibile centra la mia bocca con i primi due schizzi, mentre tutti gli altri mi finiscono sul petto e sulla pancia. Quando mi inonda con il suo succo urla e gode con versi animaleschi, gli uccelli hanno smesso di cinguettare e nella nostra oasi di pace cala il silenzio, si sente solo il brusio della cascata. Esausto dall'intensità del suo orgasmo, Gunter si lascia cadere sopra di me. Il mio corpo cosparso dei nostri semi si incolla al suo in un lungo, silenzioso e delicato abbraccio.

Ripresi dall'intenso amplesso, ci rituffiamo nella pozza per darci una sciacquata e ci sdraiamo ancora un attimo al sole per asciugarci. Scambiamo solo quattro chiacchiere. Per il resto ci godiamo questo momento in silenzio assorti nei nostri pensieri: personalmente dopo questa esperienza non invidio più chi si sta recando al mare per le vacanze!
Alla fine a malincuore ci rivestiamo e ci scambiamo un ultimo appassionante bacio in riva all'acqua. Ci incamminiamo verso il posteggio salutandoci con un cenno della testa come due quasi sconosciuti e ci rimettiamo in viaggio ognuno per riprendere la propria vita.

Nonostante l'intensità di questo incontro, di Gunter so molto poco. Semplicemente ci lasciamo soddisfatti da una rara ed eccezionale intesa sessuale, conserviamo un bellissimo ricordo di questo inaspettato pomeriggio di magia e idillio. Ma soprattutto ho (abbiamo) la sensazione che le nostre strade si incontreranno ancora.
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