Racconti Erotici > Gay & Bisex > Azione e passione sul set di "Zombie Kiss"
Gay & Bisex

Azione e passione sul set di "Zombie Kiss"


di Membro VIP di Annunci69.it GSAwNSA77
19.03.2017    |    5.035    |    8 9.8
"Dopo aver goduto di ogni attimo di quel momento, con i corpi tesi dall'eccitazione i due attori protagonisti diedero sfogo all'unisono a un lungo e rumoroso..."
Juan aveva l’aria veramente preoccupata, camminava nervoso avanti e indietro dal set. Era tutto pronto per l’inizio delle riprese. Aveva per le mani un bellissimo progetto, un’idea geniale per un cortometraggio che gli avrebbe sicuramente fatto vincere il primo premio nella sua sezione al Festival Cinematografico LGBT di Madrid. Juan da sempre aveva una passione per la cinematografia; faceva il regista e da solo scriveva e produceva i suoi film. Era un uomo di 38 anni calmo e sicuro di sé, era dichiaratamente gay e da tutta la vita lottava per la parità dei diritti delle coppie omosessuali.
Per la prima volta era veramente nervoso, si accendeva una sigaretta dopo l’altra e continuava a imprecare alla sfortuna che quel giorno si era accanita su di lui “Non è giusto… questa poteva essere una svolta per la mia carriera. Non ci voleva proprio… maledizione!”. Era veramente disperato, aveva trascorso mesi a scrivere questa sceneggiatura. Aveva studiato ogni particolare: selezionato il cast e la crew cercando di trovare il meglio, scelto i trucchi e i costumi e affittato una casetta fuori Madrid per stare tutti insieme durante i due giorni di riprese. Non era una grande produzione, ma ci aveva investito molto tempo e aveva speso quasi tutti i suoi risparmi. Victor cercò di tranquillizzarlo “Non preoccuparti Juan, vedrai che adesso Carlos arriva”. Victor era un bellissimo attore (gay anche lui) di Valencia che Juan aveva scelto per uno dei due ruoli principali. Mentre Carlos era il ragazzo che doveva sostituire l’altro attore principale che purtroppo cadde dalle scale e si fratturò un braccio proprio il giorno delle riprese. Per fortuna la truccatrice riuscì a convincere Carlos, il ragazzo di una sua amica, attore disoccupato e disperatamente alla ricerca di lavoretti occasionali, ad accettare la parte principale di un film a tematica gay con un preavviso di un paio di ore. Oltre al ritardo del ragazzo, Juan era preoccupato di girare il film che gli avrebbe dovuto cambiare la vita con qualcuno che non conosceva, che non aveva selezionato, un etero che avrebbe dovuto girare delle scene gay seguendo un copione che non aveva ancora letto. La ricetta per un disastro.

Era quasi mezzogiorno e finalmente arrivò Carlos. Lo accolsero tutti con fare festoso, in fondo fu grazie a lui che non si dovettero annullare le riprese. Era veramente un bel ragazzo, alto circa 1 metro e 90, fisico sportivo, capelli castani corti e barbetta incolta. Aveva un bel sorriso, sincero e dei bei occhi di color azzurro grigio con uno sguardo profondo. Fisicamente era perfetto per la parte, ma Juan sapeva che non sarebbe bastato, che il film si basava sulle emozioni e l’espressività dei personaggi.
“Sono qui per il casting” si rivolse scherzosamente Carlos a Juan tendendogli la mano per salutarlo. “Non fare lo spiritoso. Comunque grazie per aver accettato” rispose Juan adirato “Forza! Mettiamoci al lavoro che abbiamo già perso mezza giornata”. Carlos lesse per la prima volta la sceneggiatura e capì che non sarebbe stato facile interpretare quella parte, un mondo a lui così sconosciuto, così diverso. Non c’erano dialoghi e la cosa lo sollevò poiché non era mai stato bravo a studiare a memoria le battute. Ma era visibilmente preoccupato per la passione e il pathos richiesti dai protagonisti e in particolare dalla esplicita scena di sesso iniziale. Per motivi diversi la stessa preoccupazione la si leggeva sul volto di Juan. Per fortuna intervenne Victor a rassicurare Carlos che sembrava agitarsi sempre più “Stai tranquillo, sarai bravissimo”. Carlos evidentemente non si aspettava di dover girare delle scene di nudo così spinte “Non prenderla personalmente, sei un ragazzo gentile e apprezzo il tuo sostegno, ma scusa se non impazzisco all’idea di dover scopare con te. Io non sono gay e il rapporto più intimo che finora ho avuto con un uomo sono le pacche sul culo negli spogliatoi dopo le partite di calcio”. Victor lo afferrò per le braccia per spronarlo, lo guardò fisso negli occhi e gli disse “Lo capisco e lo rispetto, ma dovrai solo fare finta, chiudi gli occhi, indossi la maschera dell’attore e ci dai dentro come se io fossi la tua ragazza”.

Finalmente tutto era veramente pronto, Juan richiamò tutti intorno a sé per ripassare un’altra volta gli ultimi dettagli della scenografia “Allora nella prima scena Victor e Carlos fanno l’amore, dovrete essere passionali e credibili, sarà Carlos a penetrare Victor, mi sa che è più nelle sue corde - aggiunse ironicamente - dopo aver raggiunto il piacere vi scambierete uno sguardo d’intesa sdraiati nudi sul letto. Nella seconda scena siete ai fornelli, Victor sarai a torso nudo, cucinerete insieme e mangerete un piatto di pasta; avrete l’aria soddisfatta da post scopata e starete bene insieme, dovrete trasmette empatia, complicità. Nella terza scena, quella più importante, vi preparerete per la notte di Halloween, mascherandovi da zombie. Vi vestite e vi truccate a vicenda, reciprocamente vi spalmate il lattice, il rosso sangue e il bianco pallido sul viso e sui corpi con gesti delicati; per voi questo sarà un momento di intimità, vi guarderete come se steste facendo l’amore. In questa scena dovete fare trasparire il puro sentimento che vi unisce, l’attrazione che provate l’uno nei confronti dell’altro. Nell’ultima scena, camuffati da zombie, passeggerete lungo un strada deserta tenendo per mano le vostre rispettive ragazze - due amiche di Juan che raggiungeranno il gruppo solo per questa piccola parte - farete finta di divertirvi, di stare bene e vi lancerete delle occhiate furtive mentre la mia voce fuori campo concluderà il film con un profondo commento che spiegherà il senso della storia”. Chi per un motivo chi per un altro sembravano tutti un po’ perplessi su quello che sarebbe stato il risultato finale.
“Coraggio! Iniziamo con la prima scena nella camera da letto. Victor, Carlos spogliatevi e mettetevi nel letto. Marco prepara la telecamera.” esortò tutti Juan. Victor, completamente a suo agio, ci mise due secondi a liberarsi di tutti i vestiti e sistemarsi nudo a letto. Quel ragazzo disinvolto poco più che ventenne era uno spettacolo sdraiato tra le lenzuola bianche. Moro, occhi scuri e molto espressivi, bellissimo sorriso e un fisico atletico con il petto depilato. Erano tutti in ammirazione quando si massaggiò il pisello per dargli un po’ di consistenza, niente male. Anche Carlos, mentre si spogliava timidamente, non riuscì a non guardarlo seppur di sfuggita. Quando Carlos si sfilò le mutande, inevitabilmente gli occhi di tutti si posarono tra le sue gambe, anche lui aveva un cazzo di tutto rispetto ben al di sopra della media spagnola. Victor lo accolse nel letto dicendogli “Dovrai fare piano, se no con quel cazzo mi rompi il culo…”. Carlos non colse l’ilarità del collega e in tono preoccupato chiese “Ma dobbiamo solo fare finta o no?!”. Scoppiarono tutti a ridere e l’ambiente si rilassò leggermente.

“Motore… Ciak, prima, dodicesima… Aaaziooone!” era la dodicesima volta che ripetevano la prima scena. Juan era quasi rassegnato a lasciar andare il progetto. Carlos era teso, non riusciva a lasciarsi andare. Era bloccato, mentalmente. Il suo corpo era rigido, si muoveva meccanico sopra quello di Victor come se stesse facendo delle flessioni, senza toccarsi, senza passione, senza l'idea di sesso. Provarono a ripetere la scena in diverse posizioni, erano una più goffa dell'altra. A ogni minimo contatto fisico, gli venivano i brividi, il suo corpo muscoloso tremava, si irrigidiva e poi si fermava. In alcune occasioni quando i corpi si sfiorarono accidentalmente Carlos dovette nascondere la sua erezione con le mani. Gli piaceva e aveva paura di eccitarsi. Solo Victor colse che quei brividi e tremolii erano di piacere e che Carlos era frenato dalle sue inibizioni, dalla sua mente e dalla paura di scoprire qualcosa di nuovo. “Stoooop!” urlò sconsolato Juan “Basta per oggi. Proviamo con la scena in cucina e per oggi finiamo qui, continueremo domani”.
Dopo un paio di ciak completarono la scena della cucina senza troppa fatica. Si era fatto tardi, prima di andare a dormire, mangiarono tutti insieme gli avanzi della pasta al pomodoro e si scambiarono racconti sulle loro esperienze cinematografiche e di vita. Si era creato un bel clima disteso e anche Carlos sembrava trovarsi a suo agio, in particolare con Victor. Furono loro i primi ad augurare la buona notte e andare a letto. Dividevano la stessa camera, quella delle riprese.
Victor si spogliò completamente scusandosi con Carlos per il fatto che lui era abituato a dormire completamente nudo. Carlos che aveva le stesse abitudini, si tolse i vestiti e lo seguì nel lettone matrimoniale. I due protagonisti erano sdraiati a letto con gli occhi fissi sul soffitto a rimuginare sulla giornata trascorsa. Victor spezzò il silenzio con una considerazione che fece riflettere Carlos: “È vero che noi attori sul set per recitare indossiamo una maschera, ma per fare un buon lavoro dobbiamo prima toglierci la maschera che indossiamo nella vita” così dicendo si girò su un fianco e si mise a dormire.
Quelle parole gli martellarono in testa per tutta la notte, insieme a quelle scritte sul copione che lesse e rilesse più volte nel letto “Da centinaia di anni si crede che la notte di Halloween i morti tornino in vita sotto forma di fantasmi, in zombie che vagano per le strade. Per questo ci travestiamo con maschere e trucchi, cosicché gli zombie non ci riconoscano come diversi. Credo che per noi le maschere non sono solo cose della notte di Halloween, però un giorno dovremo smettere di travestirci”. Bellissime parole, una grande verità. Carlos si addormentò col cazzo duro ammirando il corpo perfetto di Victor.

La mattina seguente Carlos aprì gli occhi alle prime luci dell’alba. Nonostante le poche ore di sonno era riposato, si sentiva diverso, una nuova persona. Vide da parte a lui il copro ancora addormentato di Victor, era illuminato dai primi raggi del mattino. Aveva una bellissima erezione che gli percorreva il ventre fino all’ombelico. Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso e si sentiva attratto da quell’uomo. Quell’incontrollabile attrazione fisica stava abbattendo le barriere della mente.
Finalmente si levò la maschera e con una mano iniziò a masturbarlo delicatamente nel sonno. Era la prima volta che toccava un cazzo che non fosse il suo. Non era molto diverso dal suo, la forma, il calore e la consistenza erano simili, forse leggermente più corto, ma le sensazioni erano ben altre. Faceva scivolare la mano lungo l’asta turgida, abbassava e rialzava il prepuzio, sotto il ritmo della mano spuntava la cappella bella inumidita dal precum che si addensava sull’orifizio per poi spalmarsi sul glande e rendere i movimenti più morbidi. Il corpo di Victor iniziava a muoversi nel sonno, pensava di sognare.
Travolto dall’eccitazione e dalla voglia di esplorare un mondo nuovo, Carlos si lasciò andare completamente. Senza preoccuparsi di svegliare Victor iniziò a baciargli il collo, fu subito inebriato da quell’odore di maschio sconosciuto alle sue narici. Si abbassò a leccargli i capezzoli, erano molto piccoli ma si indurivano al contatto con la lingua. Si abbassò ancora percorrendo il ventre piatto fino ad arrivare ai peli scuri che ricoprivano il pube. Prese un profondo respiro e sprofondò la sua bocca sul cazzo di Victor. Fu in quel momento che il bell’addormentato si svegliò dolcemente e si accorse che non era un sogno. Senza interromperlo e senza dire una parola lasciò che Carlos scoprisse il piacere di quella vita repressa fino a quel giorno. Con le mani accarezzava, massaggiava prima delicatamente poi con più forza, studiava le dimensioni e le proporzioni. Con la bocca gustava tutti gli umori, quelli più acri vicino al pube e quelli più dolci della cappella. Carlos esplorò con mani e lingua ogni centimetro del corpo di Victor, che ormai si era abbandonato in un’altra dimensione cullato dal piacere di quell’inaspettato risveglio. Aiutandosi con entrambe le mani sollevò le gambe di Victor e sprofondò la faccia tra le sue chiappe pelose. Fu riempito da aromi e odori diversi dai precedenti ma altrettanto eccitanti. La lingua si muoveva esperta su quel buchetto, come se l’avesse fatto da tutta la vita. Il copro di Victor fremeva. Anche Carlos sentiva crescere l’eccitazione, non solo in mezzo alle gambe dove la mazza durissima non aspettava altro che essere chiamata in causa, ma in tutto il corpo. Era come se fosse attraversato da piccole scosse di piacere dalla testa ai piedi. Per lui era una sensazione unica, mai provata prima.
Non ci fu bisogno di dire niente, bastò uno scambio di sguardi accondiscendenti, che Carlos impugnato il suo missile penetrò il buchetto inumidito di Victor. Era deciso a vivere quella prima esperienza fino in fondo e i due si abbandonarono in un amplesso senza precedenti.
Il caso volle che anche Juan dopo aver dormito poco e male per ovvi motivi, in quel momento si alzò per andare in bagno e si accorse di quello che stava succedendo nella camera affianco. Vide i due corpi avvinghiati che godevano di un genuino reciproco piacere. Vide la scena che aveva sognato per il suo film. Superata la sorpresa, prontamente senza fare rumore corse a recuperare la telecamera di Marco e riprese tutto. I due erano talmente presi a darsi piacere che non si accorsero neppure della presenza di Juan. Carlos scopava con foga Victor che sdraiato sulla schiena non chiedeva altro di essere posseduto. La passione era tangibile, le mani di Victor scavavano la carne della schiena di Carlos che inesorabile gli infliggeva un colpo dopo l’altro tra gemiti e rantoli di piacere sempre sull'orlo di riversargli un'ondata di densa goduria nel caldo anfratto. Quella parte anatomica era veramente sconosciuta per Carlos, non aveva mai neanche deflorato una ragazza in quel modo. Gli piaceva sentire pulsare il suo cazzo avvolto dal calore delle viscere, lo sfintere che si rilassava alla pressione della sua cappella e il succo anale che gli bagnava l'asta. Dopo aver goduto di ogni attimo di quel momento, con i corpi tesi dall'eccitazione i due attori protagonisti diedero sfogo all'unisono a un lungo e rumoroso orgasmo. Quello di Victor sollecitato dagli stimoli alla prostata si estese lungo tutto il suo petto. Mentre quello di Carlos si riversò copioso in cinque o sei schizzi nell'accogliente buco di Victor. Fu un orgasmo memorabile, soprattutto per Carlos che non si sarebbe mai dimenticato quella prima volta e che da quel giorno avrebbe abbandonato qualsiasi trucco o maschera. Anche Juan che aveva seguito tutta la scena, dovette fare qualcosa per l'erezione che gli esplodeva nelle mutande come un viagra e più tardi si fece una sega sotto la doccia.

Durante la giornata andò tutto bene, tutti percepirono che qualcosa tra Victor e Carlos era cambiato. Praticamente il film si girò da solo. Tra i due attori c’era il feeling sperato e Juan ne era entusiasta. Girarono una bellissima scena truccandosi da zombie e infilandosi i costumi. Si scambiarono sguardi dolci e sorrisi disarmanti. Addirittura Carlos disegnò un cuore sul petto di Victor con il sangue finto, non era nel copione, ma Juan decise di tenere quella parte che esprimeva i loro sentimenti all'ennesima potenza. Conclusero la scena con un appassionante bacio. Non era un bacio scenico, era un bacio vero che rifletteva i loro sentimenti.
Poi arrivarono le amiche di Juan per girare l'ultima scena delle due coppie sulla strada, anche lì mentre passeggiavano tenendosi per mano non ci fu bisogno di recitare, l’attrazione tra i due era evidente e sincera. A Victor faceva male vedere il compagno con un'altra persona e anche Carlos ne era turbato. E il tutto veniva ripreso sotto gli occhi delle due ragazze che chiacchieravano ignare di quanto era accaduto, inconsapevoli che ogni tanto le maschere potevano cadere.

Alla fine delle riprese di “Zombie Kiss” si struccarono, calarono definitivamente le maschere e insieme iniziarono una nuova vita.




Racconto liberamente riadattato e ispirato al corto spagnolo “Zombie Kiss” di Roberto Pérez Toledo. Nel racconto riporto la traduzione in italiano della voce nel film. Per chi lo desidera, lo si trova facilmente su Internet (dura meno di 5 minuti). A me è piaciuto tantissimo.
Potrei dirvi che alla fine delle riprese ci fu una fantastica orgia bisessuale o almeno un triangolo con il regista ma non fu così. Potrei dirvi che il film vinse tanti premi a diversi festival cinematografici ma non lo so. Di certo so solo che apposta non mi sono voluto discostare troppo dalla poesia del film per tutti quelli che ne sapranno cogliere il significato
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Azione e passione sul set di "Zombie Kiss":

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni