Gay & Bisex

Il sarto


di Asseffect
04.02.2018    |    19.900    |    6 9.2
"Dopo averlo palpato inizio a sbottonargli la camicia, mentre le sue mani abili sono già nelle mie mutande..."
Dovendo partecipare ad un matrimonio in primavera ho la necessità di avere un abito. Dopo aver girato vari negozi e averne provato qualcuno addosso, ma non essendo soddisfatto, decido di rivolgermi ad un sarto, in modo da avere qualcosa di fatto su misura.

Chiedendo un pò intorno vengo indirizzato in un paesino vicino al lago, e dopo essermi accordato col sarto per l'appuntamento mi organizzo di conseguenza.

Arrivato il giorno mi faccio una doccia, mi metto il mio profumo e vestito in modo abbastanza elegante mi dirigo nella bottega. Suonando il campanello mi apre la porta un signore, probabilmente sulla sessantina. Viso glabro, capelli grigi abbastanza folti ed un po arruffati, occhiali molto spessi dietro cui si nascondono due occhi azzurri e un sorriso molto cordiale.

Mi fa accomodare e si complimenta con lo stile, e davanti ad una tazzina di caffè mi chiede per cosa servirà l'abito. Gli spiego la situazione, sottolineando come, avendone provati in vari negozi, nessuno mi piaceva addosso.

"Ci credo", mi dice interrompendomi, "con il fisico che ti ritrovi sarà difficile. Magari i pantaloni non saranno un grosso problema, ma la giacca e la camicia si. Ha le spalle molto larghe, sembri un giocatore di rugby!".
Lo ringrazio: "Effettivamente il problema è proprio quello. A causa dello sport ho sviluppato molto il petto e le spalle, quindi anche cercare le camice normalmente è un impresa a volte".

Mi chiede che sport faccio, (pesistica), e dopo essersi complimentato passiamo ancora un pò di tempo a parlare del tipo di abito che voglio. Dopo che si è fatto un idea abbastanza precisa mi chiede di poter prendere le misure iniziali.

"Resta in mutande e maglietta, e mettiti davanti agli specchi in camerino, io prendo il metro ed arrivo".
Mentre esce dalla stanza mi spoglio, restando in mutande visto che sotto la camicia non indossavo nulla. Gli spiego la situazione appena rientra.

"Non preoccuparti, stai molto meglio così", mi risponde.
Faccio finta di niente a quel commento, e guardo con interesse tramite gli specchi mentre comincia a prendermi le misure.

Parte prima dalle caviglie, misurando la lunghezza e la larghezza delle gambe. Si complimenta per le cosce quando ci arriva, accarezzandole con le dita prima di prendere le misure. Le carezze sono la mia debolezza.
Il pisello comincia a diventarmi barzotto.

Passa alla misura del bacino, e col metro mi sfiora il pisello da sopra le mutande.
Anche se è dietro di me grazie agli specchi sicuramente riesce a vedere la mia situazione.
Passa a misurare il girovita, continuando a sengarsi le misure su un quadernetto, prima di passare al petto ed alle spalle. Oramai anche i capezzoli sono di pietra.

Con una mano inizia ad accarezzarmi la schiena, mentre l'altra va sul pettorale sinistro, a titillarmi il capezzolo.
"Adoro i ragazzi come te", mi sussurra avvicinandosi all'orecchio, "Vi vestite bene e vi tenente abbastanza in forma. Mi fate impazzire".

Mugolo in risposta, e lui mi lecca l'orecchio.
Mi giro per baciarlo e incontro la sua bocca. Butta quaderno, matita e righello sul tavolo, poi mi abbraccia e si stringe a me. Le mie mani si dirigono al suo culo mentre lui lo alza in alto per facilitarmi.
Dopo averlo palpato inizio a sbottonargli la camicia, mentre le sue mani abili sono già nelle mie mutande.

Ora lui è a petto nudo. Si abbassa in ginocchio e mi prende il cazzo, duro e bagnato, in bocca. Io metto le mani sulla sua testa e lo accarezzo. I capelli bianchi sono morbidissimi. Detto il ritmo, e mi lascia fare. Ad un certo punto si alza e mi prende in bocca i capezzoli, prima uno e poi l'altro.

Nel frattempo gli slaccio i pantaloni che cadono a terra, seguiti dalle mutandone, e gli prendo il pisello in mano. Nonostante la folta peluria bianca è piccolino, e procedo a palparlo.

"Voglio che mi scopi" dice alzandosi dal mio petto.
Gli dico che sono senza preservativi e lui prendendomi per mano mi porta in una stanza dietro la cassa.
L'arredamento è molto spartano. Un divano, una libreria ed una stufetta elettrica.

Mi dice di sedermi sul divano, e così faccio mentre lui prende i preservativi. Tornato da me si inginocchia ed inizia di nuovo a succhiarmi il cazzo, mentre con le mani mi accarezza il petto.
Gliene prendo una e me la porto alla bocca, iniziando a leccargli le dita.

Quando decide che è il momento si alza e mi da un preservativo.
Mentre me lo metto mi fa alzare e si gira a 90°, appoggiandosi sul divano con le braccia.
Gli allargo il culo e sputo.

"Scopami", mi dice senza mezzi termini.
Appoggio la cappella al suo buco peloso ed inizio a spingere.
Affondo come un coltello caldo nel burro. Un culo divino.
Assaporo il momento della prima penetrazione ancora per un secondo, prima di iniziare a sbatterlo come la più calda delle cagne. E lui gode. Dio se gode. Geme sotto i miei colpi, mentre io lo martello con insistenza. Le mie palle gli sbattono addosso mentre col cazzo lo porto in paradiso.

Lo sento mugolare, e un istante dopo inizi a vibrare tutto. Sta sborrando.
Anch'io ormai sono vicino, ma con fare esperto si gira fulmineamente e con una mano mi stringe le palle.

Mi fa sedere sul divano e mi toglie il profilattico.
"La tua sborra voglio ingoiarla" mi dice come la più esperta delle puttane, ed inizia ad ingoiare la mia mazza.
Mentre con la lingua mi titilla il frenulo con una mano mi accarezza, e l'altra ha un dito tra le mie chiappe.

Lo avviso che sto per venire, e lui rallenta nei suo ritmo.
Va avanti ancora per poco purtroppo, infatti con un brivido di piacere il mio corpo si scuote, e come un fiume in piena gli vengo in bocca.

Era tanta visto che era un pò che non scopavo, infatti tra i lati della bocca ed il mio cazzo intravedo due rivoletti di sperma.
Ingoia tutto il resto e si siede accanto a me, giocherellando con un dito sul mio capezzolo.

"Devo finire di prenderti le misure, ma penso di non averne troppo bisogno ormai" mi dice, "Ora ho un'idea molto buona di come sei fatto".
Mi allungo su di lui per baciarlo, mentre un rivolo di sborra gli scorre sul mento...

... Spero proprio che il vestito venga bene.
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