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Lui & Lei

L'anziana signora


di Asseffect
18.04.2016    |    51.905    |    10 9.6
"Continuiamo così, mentre di nuovo glielo infilo in figa..."
Ormai è da un po’ che mi sta fissando. Sono salito sul bus al capolinea, poche fermate dopo è salita anche lei. Una signora anziana, sarà sulla sessantina, fa molto nonna. Ben tenuta, i capelli curati, grigi coi boccoli, un sorriso dolce, con un cappotto che ne nasconde le forme. Sento lo sguardo insistente su di me, prima sul petto, poi sul pacco, vede che la sto guardando e mi lancia un sorrisetto complice, e torna a guardare la strada.

Arrivati al capolinea mi dirigo verso la macchina, e vedo che mi segue. Apro la portiera, poso lo zaino e le chiedo se abbia bisogno di qualcosa. Mi dice che è del paesino più avanti, e, visto il caldo e la distanza, non tanta ad onor del vero, ma alla sua eta faceva fatica, mi chiede un passaggio. Intuisco cosa stia cercando di ottenere, ma non forzo nulla.

Le apro la portiera, salgo dal lato del guidatore e metto in moto. Arriviamo al primo incrocio e inizia a parlarmi di come abbia perso il marito da alcuni anni, di come si senta sola e di come io le ricordo lui.

“L’avevo conosciuto quando ancora eravamo giovani al lago” mi racconta, “veramente un bell’uomo. All’epoca ero giovane, avevo un bel corpo. Abbiamo fatto il bagno insieme, ci siamo piaciuti subito a vicenda, e glielo avevo fatto capire. C’è voluto poco, la sera stessa siamo andati a fare un bagno di mezzanotte in riva al lago, e da quella serata in cui mi ha preso in acqua ci siamo innamorati e non ci siamo più lasciati fino a quando…”

“Perché mi sta raccontando questo, signora?” le chiedo. “Perché negli ultimi anni, a causa di una disfunzione erettile non era più in grado di soddisfarmi, e avevamo iniziato ad invitare giovani a fare l’amore da noi. Ho smesso da quando è morto, ma tu mi ricordi molto lui. La mia porta sarà sempre aperta, se mai vorrai” mi dice, e avvicina una mano alla patta dei jeans.

La mia reazione non si fa attendere, e subito divento duro come il marmo: “Immagino che la sua porta non sia l’unica cosa aperta, o sbaglio?” le chiedo. Con un risolino mi sbottona i pantaloni, e tira fuori il cazzo. Comincia una lenta sega: “Dovrai verificare tu, se sono aperta abbastanza o no”

Arrivati a casa sua saliamo le scale. Un appartamento semplice, arredamento spartano. Appena chiudo la porta alle spalle si gira e mi infila la lingua in bocca. Carnosa e viscida inizia a mulinarla, e per tutta risposta io le slaccio la giacca che cade a terra. Il vestito rivela due tette grosse e morbide. Lasciando la sua bocca la giro, calo la cerniera e la svesto, resta in mutandine e reggiseno. Ora è il suo turno, mi toglie la felpa, la maglietta, mi accarezza il petto. Poi i pantaloni e le mutande, scoprendo il mio cazzo, già scapellato e lucido. La corico sul divano, le sfilo le mutande, apro le gambe e rivelo una figa stupenda, delicata e depilata. Avvicino le labbra e inizio a leccarla, infilo la lingua fino in fondo. Una mano mi prende la nuca, poi due. In un gemito di piacere inizia a scoparsi con la mia lingua, poi mi porta al culo, poi di nuovo sopra. Continuiamo così per qualche minuto: “Sto venendo!” mi urla. Allora riprendo a lappare ancora più veloce e la vedo accasciarsi sul divano.

Le sfilo il reggiseno, inizio a giocare con quelle tettone. Ho il cazzo che sta per esplodere, ma per il momento lo ignoro. Succhio prima un capezzolo, poi l’altro, poi mi alzo, e le infilo la lingua in bocca. Ricambia appassionatamente, e sento che con una mano mi prende il pisello. Allora mi metto coi piedi sul divano, e lentamente glielo metto in bocca. Aspetto che sia lei a fermarmi, e poi inizio un lento avanti e indietro. Quelle labbra carnose sulla cappella mi danno un piacere assurdo, la pressione che esercita con la bocca mi fa vibrare di piacere.

Lascio la bocca, mi abbasso sulla sua rosa, ci punto sopra la cappella e la guardo negli occhi. Ricambia lo sguardo, e allora inizio ad entrare lentamente. Appena sono entrato con la cappella esco fuori, poi rientro, ogni volta leggermente di più, finchè, poco dopo, non sento le palle sbatterle addosso. Inizio a pomparla dolcemente, lei chiude gli occhi. Entro ed esco, entro ed esco, finchè non sto per venire.

“Adesso il culo” le dico. Si gira, appoggiandosi ai cuscini, ed inarca la schiena, quasi ad invitarmi a prenderla. “Non pensavo fosse così porca” le dico sorridendo. “Mi ha appena scopata, mi hai fatto godere con la lingua, e ancora mi dai del lei? Sei proprio un gentiluomo, ma per favore, chiamami Paola”.

Sorrido, “Okay, Paola” le dico, e inizio a spingere nel suo culo. La mia nerchia la apre, la sento mugolire di piacere, e in poco tempo sono tutto dentro. Inizio a prenderla a pecorina, sento le tettone che sbattono, allora mi aggrappo a quello e le massaggio mentre la inculo. Poi esco da lei, mi sdraio sul divano e la invito ad impalarsi. Mi guarda con uno sguardo pieno di libidine, e scavalcandomi prende la mia faccia tra le tette, si mette il cazzo in figa senza problemi ed inizia a scoparsi, massaggiandomi la faccia con le tette nel suo movimento.

Pochi minuti dopo si gira, e, aperto il culo, si impala: “Sono stanchissima, continua tu, ti prego, ma quando stai per venire avvertimi. Voglio sentire la tua cappella in figa, sentirla dura, che esplode. Ormai è da tanto che un bel carico di sborra non mi viene dentro.”

Inizio a martellarle il culo, con foga, le gambe ormai stanche. Sento che il cazzo sta per esplodermi, non ce la faccio più. Con un movimento veloce e un flop deciso esco dal culo e di nuovo mi faccio strada nella sua figa. Il cazzo bagnato di umori scivola liscio come l’olio, e in poco tempo sento che ormai sto per venire. Con qualche ultimo, possente colpo di reni spingo il mio cazzo più che posso, e getti di sperma la invadono.

Restiamo così per un po’. Adoro questo momento, quando, dopo il rapporto, il cazzo inizia a ritornare floscio, e pieno di sperma alla fine scivola fuori. E pochi istanti dopo, in un rivolo di sperma è proprio ciò che succede. Il mio pisello ormai mollo si appiccica alle palle, mentre un rivolo di sborra le esce dalla fica.

Mi sposto da sotto di lei, e mi fa segno di avvicinarmi. Fatto ciò mi prende il pisello, ormai svuotato in bocca, e inizia a ripulirlo meticolosamente. Mi scappella, passa la lingua sul glande, poi ingoia l’asta, quindi passa alle palle. Finita l’opera faccio lo stesso con lei. Mi abbasso e inizio a lapparla, allargando le labbra esterne.

“Fermo, non sprecare la tua sborra!” mi dice improvvisamente, “tienila in bocca e baciami”. Così faccio, e lei veloce intrufola la sua lingua nella mi bocca. Limoniamo nel mio sperma, il cazzo che torna duro. Continuiamo così, mentre di nuovo glielo infilo in figa. So di non aver più energie per continuare a scoparla, ma resto dentro di lei, in quel piccolo triangolo di paradiso, finché non abbiamo finito. Mi mostra la sua lingua piena del mio sperma, e golosa lo ingoia.

“Voglio che mi scopi ancora in futuro” mi dice. “Quando ti vedrò sul bus mi accompagnerai a casa e faremo ancora l’amore”.

Esco da lei, il pisello che ormai è tornato mollo, e mi rivesto. La lascio la sul divano, nuda, sporca di sperma, e mi chiudo dietro la porta, sperando sul serio in un prossimo incontro.

P.S.: Questa è una storia successa qualche giorno fa. Non so se ci saranno altri episodi per il semplice fatto che, fin’ora, non è successo nulla. Se succederà dell’altro probabilmente aggiungerò un altro racconto. Invito tutte le signore, se fossero interessate, a farsi pure avanti, Non sarò superdotato, ma supplisco in porcaggine ;)
Un bacio dove preferite, Asseffect
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