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Il prete in vacanza


di Asseffect
12.09.2016    |    47.399    |    12 9.0
""Vieni 'sta notte, dopo la messa, ti istruiremo io e Agata sui piaceri dell'amore con più persone..."
Dunque, prima dell'inizio del periodo di lezioni autunnale, ho deciso di regalarmi una vacanza in centro Italia.
Non avendo voglia però di andare al mare, prenoto una stanza in un B&B tra le colline, con l'obiettivo di godermi un pò di freschetto, portandomi dietro i libri per studiare un pò, e magari fare qualche escursione.

Arrivato nella zona dopo parecchie ore di tragitto entro nel paesino dove ho prenotato. Classico paese di montagna, piccolino, con una chiesetta al centro, piuttosto imponente devo dire, e una trentina di case in toto.
Poco male, penso tra me e me, sarà una vacanza tranquilla.

La settimana di pernottamento trascorre veramente bene, giretti per i sentieri la mattina, sempre con la cartina alla mano, pranzo al sacco, rientro in camera verso le 17 per studiare un po, poi passeggiatina serale e doccia prima di andare a letto...

Negli ultimi giorni, però, inizio ad avere una voglia matta di sesso, e cerco di escogitare qualcosa. Nello specifico, mi sarebbe molto piaciuto farmi il parroco del paese. Non so perché, ma ho questa fissa per i sacerdoti inspiegabile.

Decido di agire l'ultimo giorno, in modo anche da evitare figure, e porto avanti il mio piano.
Ora, pur apprezzando molto l'arte, non sono una persona di chiesa. Ho preso i sacramenti basilari, ma non ho mai propriamente frequentato una parrocchia.

Entrato nella chiesa verso le 14, quando tutti sarebbero, più o meno, stati a letto, mi metto a guardare. Sono piuttosto stupito. La zona centrale è piuttosto larga, e vicino all'altare ci sono due porticine, ma non vedo confessionali.

"Per sbaglio" urto contro uno dei banchi più vicini all'altare, facendo piuttosto rumore, e facendo ciò sento una delle porte aprirsi, e da questa sbuca il sacerdote. Avrà si e no una 50ina d'anni, il capo quasi del tutto pelato, se non fosse per una leggera peluria ai lati della testa. Indossa un paio di pantaloni scuri, scarpe eleganti, una cintura nera e una camicia a maniche corte, sotto al cui colletto si nota il cerchietto bianco caratteristico dei sacerdoti.

"Hai bisogno di qualcosa caro?" mi chiede con tono dolce

"Si padre", rispondo, "non sono della zona, ma avrei bisogno di confessarmi, se me lo permette"

"Certo, certo" risponde con tono dolce "non preoccuparti, non sono il tuo pastore, ma posso riaccompagnarti sulla retta via. Seguimi pure."

Mi accompagna verso l'altra porta, la apre col mazzo di chiavi che tira fuori dalla sala e fa cenno di seguirmi.
Entro in una stanza adibita unicamente alle confessioni: l'ambiente è piuttosto notevole. Dei drappi di velluto ricoprono le pareti, probabilmente per rendere la stanza il più silenziosa possibile all'esterno.
Al centro si erge uno scranno di legno e subito sotto di esso un poggiapiedi ricoperto di stoffa.

Il prete chiude la porta a chiave, una porta piuttosto spessa, fra l'altro, e si siede sullo scranno, le gambe leggermente divaricate.

"Immagino tu non sia abituato ad un confessionale di questo tipo", mi dice con un sorriso dolce, "è un pò il mio vanto. Vieni, inginocchiati qua davanti, e abbassa il capo. Dimmi ciò che senti il bisogno di esternare."

Mi avvicino e mi inginocchio. Tutto ciò ha un non so che di medievale, ma non mi dispiace.
La mia testa, a causa della posizione, è praticamente tra le sue gambe, e non appena mi sono abbassato, sento la sua mano appoggiarsi sulla mia nuca. Tutto ciò mi sta facendo eccitare terribilmente, spero solo che le cose vadano come vorrei.

"Confessa i tuoi peccati, figliolo, dimmi cosa ti affligge", mi dice.

"Vede padre, devo confessare una cosa che mi fa sentire sporco dentro" dico con voce naturale, "in quest'ultimo periodo sto avendo dei grossi problemi nella mia vita privata. Sono in una relazione stabile con una ragazza che amavo particolarmente, e spesso e volentieri facciamo l'amore assieme."

"Come fate l'amore figliuolo? Usate il preservativo o no?" mi chiede.

"Dipende dal momento, padre. Vede, a causa della nostra età al momento non sentiamo la necessità di metter su famiglia, quindi tutte le volte che lei corre il rischio di rimanere incinta uso il profilattico e lei la pillola. Le altre volte entro in lei senza protezioni. Lei prende comunque la pillola, ma per sicurezza, quando sto per venire esco da lei"

"Questo è male ragazzo. Non mi riferisco all'utilizzo del preservativo, capisco i vostri motivi, anche se noma il tuo non li condivido, ma il seme dell'uomo non deve essere sprecato. Continua pure, comunque".

"Vede padre", ricomincio "io e la mia partner siamo molto aperti sessualmente, e cerchiamo di soddisfare i desideri l'un dell'altra, e qualche tempo fa lei mi ha esposto il desiderio di fare l'amore con due uomini in contemporanea. Le ho detto che avrei avuto bisogno di tempo per pensarci su, e ancora non ho trovato una soluzione. So che può essere considerata una cosa piuttosto immorale condividere la propria donna, ma ci amiamo a tal punto da voler sacrificarci pur che l'altro sia felice".

"Da come mi parli deduco che il problema non sia condividere il fiore della tua donna, dico bene?" mi chiede, accarezzandomi la nuca. Non posso guardare la sua patta nella posizione in cui sono, non senza muovermi, e quindi continuo a parlare, sperando di condurlo dove voglio.

"Dice bene padre, e mi sento sollevato ad aver trovato qualcuno di così perspicace. Vede, con la volontà di soddisfarla, ho cercato filmini in cui più uomini facciano l'amore con una donna, e ciò che ho visto mi ha lasciato piuttosto perplesso"...

"Dimmi ciò che hai visto caro, non tralasciare alcun particolare", mi dice.

"Vede, molto spesso, durante l'amplesso, gli uomini non solo godono con la donna, ma anche tra di loro, toccandosi l'un l'altro e arrivando a fare persino l'amore tra di loro."

"E immagino che ciò ti abbia turbato non poco?" mi chiede il parroco.

"Esattamente" rispondo, la sua mano che sempre con dolcezza mi scompiglia i capelli, "non saprei come comportarmi in una situazione del genere. Non saprei con chi parlane, non sicuramente coi miei coetanei, e men che meno in famiglia. Sono in vacanza qua anche per riflettere su questo argomento, e domani riparto.
Confesso di essermi masturbato spesso pensando a tutto ciò, e la cosa mi fa sentire sporco, non so più come comportarmi".

"Vedi figliuolo, finché noi uomini proviamo piacere, Dio é felice. Non ci ha creati soltanto per farci soffrire, ma anche per farci godere, ed è una cosa naturale. Anche noi preti abbiamo gli stessi bisogni, e spesso anche per noi la voglia è così forte da non poter resistere.
Quando ero in seminario, molto spesso si sentiva di storie fra membri delle camerate, molto spesso, per alcuni, pratiche erotiche erano veri e propri riti d'iniziazione. Vieni con me" mi dice.

Alzandosi mi sfiora la fronte con la patta, e sento distintamente il suo pisello duro colpirmi la fronte.
Lo seguo nell'altra stanza, una camera da letto piuttosto spartana.

Contiene un letto a una piazza e mezza, un comodino, una scrivania con una bibbia appoggiata sopra e un armadio. Chiude nuovamente a chiave la porta e si dirige verso il letto. Abbassandosi sul comodino tira fuori dal cassetto un dildo, e passandomelo mi dice:

"Questo è ciò con cui avrai a che fare se deciderai di soddisfare la tua metà, ammiralo."

Mi perdo ad ammirare questo cazzo in gomma tra le mani. Piuttosto lungo e largo, è fatto per ricordare le sembianze di un cazzo vero e proprio, colori, vene e tutto. Sento una mano sulla patta dei pantaloni, e il prete mi dice:

"Posso aprirti agli amori maschili, sei vuoi toccare con mano ciò a cui andrai in contro".

Mi lascio andare e gioco la parte del ragazzo innocente.

Mi sbottona i pantaloni e abbassa le mutande, lo lascio fare. Con la mano prende il pisello e inizia a scappellarmi, poi lo ingoia. Dannazione, è bravo, pochi istanti dopo vengo nella sua bocca.

Sorridendo ingoia e mi fa sedere sul letto, alzandosi lui.
Mi sfila la maglietta, poi le scarpe e i calzini, mi dice di spogliarlo.
Inizio dalla camicia, poi slaccio la cintura, gli abbasso i pantaloni e noto un serpente tra le gambe.
Ha un cazzo veramente lungo, ma piuttosto sottile. Lo lascio in mutande per il momento, sfilo scarpe e pantaloni.

"Che aspetti, forza, scoprimi" dice dolcemente.

Abbasso le mutande e tolgo anche quelle. Rialzandomi sento il suo pisello duro sul viso.

"Prendilo in bocca, ti inizierò a tutti i piaceri maschili" dice.

Eseguo il suo ordine, ma non entra tutto. La sua mano si appoggia dietro la mia nuca, vuole dettare la velocità, lo lascio fare. Mi sta scopando la bocca, mi piace.

Poco dopo esce fuori, e mi fa sdraiare sul letto. Prende dalla scrivania un barattolo di vasellina e inizia a svitarlo. Si abbassa in ginocchio davanti al mio culo, e mi lecca. Poco dopo sento la crema fresca cospargersi da una natica all'altra. Poi un dito entra dentro, poi un altro, infine un terzo.

"Vedo che sei vergine, non preoccuparti" mi dice dolcemente, "ti sto allargando molto più di quanto devo, per non farti male. Sono lungo, non grosso, stai tranquillo".

Si cosparge il cazzo di vasellina, ora lo vedo piuttosto bene, decisamente lungo, sarà più di una ventina di centimetri, ma piuttosto sottile.

Guardandomi si abbassa, punta la cappella sul mio culo, ed inizia a scivolare dentro di me.
Mi sento riempire, è una sensazione bellissima. Sento la cappella che pulsa, che vibra. Lo guardo mentre continua a scivolare, mi sembra di avere il suo cazzo in pancia. Finalmente finisce, le sue palle toccano le mie, è piuttosto peloso. Si abbassa su di me e mi bacia, la lingua entra nella mia bocca, poi si rialza, e inizia a scoparmi.

Va avanti così per qualche minuto, poi esce da me. Mi prende e mi mette a pecorina, sale dietro di me aggrappandosi alla testiera del letto, e ricomincia a pompare. Ha molta resistenza. Mi sento leggero, il suo cazzo muovendosi dentro di me mi provoca un immenso piacere. Continuiamo per qualche minuto, poi esce di nuovo. Mi fa sdraiare sul letto, lo lascio fare, sono in estasi. su un fianco si sdraia dentro di me, poi esce di nuovo. Passa il suo cazzo prima sulla schiena,poi tra le mie chiappe, poi passa davanti, e di nuovo lo guida dentro di me.

Sono in estasi. Con la lingua mi lecca il collo. Lo sento fremere, vibra, sospira, e con un ultima spinta si svuota dentro di me.

"Il seme di un uomo non va mai sprecato" mi ripete, "tocca a te, fammi tuo."

Mi cosparge di vasellina il pisello, e mi fa segno di prendere a mia volta la crema e di metterla a lui. Passo sulla rosa del culo, attorno alle natiche, poi infilo un dito dentro al suo culo, poi un altro, poi un'altro ancora.

Tolgo la mano e appoggio la cappella al suo buco, e lo guardo negli occhi.

"Cosa aspetti, forza, godi in me, entrami dentro, e ricorda di non sprecare il tuo dolce seme".

Spingo dolcemente dentro di lui, e scivolo, il mio pisello caldo affonda dentro di lui come un coltello nel burro. E proprio quello il suo culo sembra. Inizio a scoparlo dolcemente, ma tutta l'eccitazione prima accumulata si fa sentire: mi accascio, sfinito sul suo petto villoso, mentre il mio membro esplode dentro di lui.

Restiamo così ancora per un pò, nudi, l'uno sull'altro, quando sentiamo bussare alla porta.
Mi sento rabbrividire, mentre il prete, con voce autorevole, chiede chi sia.

"Sono la sacrestana, padre, mi aveva detto di venire nel primo pomeriggio" risponde una voce femminile.

"Arrivo, un secondo. C'è qualcun'altro?" chiede alzandosi dal letto.

"Nessuno padre" risponde.

Ancora nudo, con un rivolo di sperma che scorre lungo la gamba apre la porta e fa entrare la sacrestana, che quando mi vede sorride.

Il prete le racconta la mia storia, e lei ascolta tranquilla. Arrivato alla parte della richiesta della mia morosa, la signora si siede sul letto, e accarezzandomi la coscia esclama:

"Ma allora dobbiamo aiutare questo povero ragazzo!!!"

"Il problema" sottolinea il prete "è che starà qui solo fino a domattina"

"E allora dobbiamo organizzarci velocemente" esclama la signora. Poi rivolgendosi a me dice con tono dolce:

"Vedrai, riuscirai a soddisfare nel migliore dei modi la tua ragazza, lascia che io e don Giulio ci prendiamo cura di te per qualche giorno ancora".

"Potrai dormire qua, nel frattempo" dice il prete. "Vieni 'sta notte, dopo la messa, ti istruiremo io e Agata sui piaceri dell'amore con più persone. Signora Agata, per favore, mi recuperi qualche pastiglia di viagra, io e il ragazzo dovremmo fare gli straordinari questa notte".
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