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Gay & Bisex

In gita col prof di filosofia 2


di Asseffect
13.04.2016    |    23.172    |    5 9.0
"“Sto venendo prof” gli dico uscendo..."
La notte successiva la situazione si fa scottante. Tornati in albergo dopo un’altra giornata di visite il prof si spoglia, e, nudo come mamma l’ha fatto si dirige in doccia. Vedendo la sua pancetta e quel suo bel culo non riesco a resistere. Mi spoglio e senza far rumore lo seguo dopo aver chiuso la porta a chiave.

La doccia dell’hotel è decisamente larga. Ampia circa due metri, col pavimento in mattone rosso levigato è separata dal resto del bagno da una semplice tendina. Vedo il profilo del prof stagliarsi dietro quest’ultima, è di schiena. Mi avvicino e scostando la tendina mi attacco alla sua schiena. A contatto con lo spacco del suo sederone il mio cazzo inizia già ad ingrossarsi, e lui con un mugolio di piacere si sporge verso di me, inarcando la schiena. Si gira ed iniziamo a limonare sotto il getto d’acqua calda, i nostri cazzi che si sfiorano.

Mi abbasso e prendo in bocca il suo pisello, infilandogli nel mentre un dito nel culo, poi due, poi tre. Man mano che spingo avanti ed indietro con un movimento pelvico naturale anche lui si muove, e il suo pisello, corto ma grosso mi sta praticamente scopando la bocca. In pochi minuti lo sento fremere, allora spingo con decisione le dita nel profondo del suo culo e con uno, due, tre getti mi viene copiosamente in bocca.

Senza ingoiare mi alzo, lui capisce cosa voglio e infila la sua lingua, grassa e lunga nella mia bocca, e iniziamo a limonare nel suo sperma, avvolti dal piacere. Sente il mio cazzo premere e mi dice che vuole essere inculato, e si gira appoggiandosi verso il muro.

“Non così”, gli dico, “si appoggi al lavandino, voglio vederla in faccia mentre la faccio mio”, e così fa. Mi avvicino al suo culone, spalanco le chiappe e inizio a leccarlo tutto, inumidendolo. Vedo che non resiste più, e guardando le nostre immagini speculari allo specchio avvicino la cappella al suo buco ed inizio a spingere lentamente dentro di lui. La sua faccia dapprima mostra un’espressione di dolore, poi non appena si abitua si tramuta in piacere. Andiamo avanti così per cinque minuti, poi lo faccio girare e sedere sul lavandino, e di nuovo inizio ad incularlo. Si avvicina a me, la sua pancia a contatto con la mia, sento il suo pisello floscio ancora sporco di sborra sul pube, e mentre contino a scoparlo mi infila di nuovo la lingua in bocca e rincominciamo a limonare.

“Sto venendo prof” gli dico uscendo. “No fermo” mi dice stringendomi a se “Continua a scoparmi, sborrami dentro, fammi tuo! Adoro sentire un cazzo esplodermi. Sborra e scopami nella sborra finché non ce la fai più!”.

E così faccio, in poche altre spinte vengo copiosamente nel suo culo, e in un continuo sciabordare continuo a spingere avanti ed indietro, mentre sento che lui ha nuovamente sborrato sulla mia pancia. Quando non ce la faccio più, il pene ormai floscio, esco da lui, che prontamente scende, si abbassa ed inizia una pompa ad arte, prendendo anche le palle, e ripulendomi del tutto.

Ci rilaviamo e ci stendiamo sul letto, e mentre lo abbraccio gli chiedo se io sia l’unico con cui abbia mai fatto questo genere di cose.

“L’unico studente senza dubbio, ma non sei il solo. Vedi, anche un altro professore a scuole è omosessuale, e spesso ci troviamo. Scopiamo per ore, o meglio lui mi scopa, io proprio non riesco a tenere il cazzo duro nel culo di qualcun altro…”

“Una mia fantasia sarebbe quella di essere inculato in contemporanea da due cazzi. L’uomo con cui mi trovo è insospettabile, nemmeno tu diresti che gli piace il culo. Ma non solo! Gli piace il cazzo, ogni volta che ci troviamo mi spompina sempre, e vorrebbe che io lo inculassi, ma non ci riesco. Che ne diresti se organizzassi una cosa a tre?”

“Sarebbe interessante come cosa. Volentieri, ma mi dica chi è.”

“Il tuo professore di matematica”, e nella mente iniziò a formarsi la sua figura. Mi era sempre apparso come qualcuno con cui avrei fatto l’amore molto volentieri. Il classico orso: bello ciccione, una barba bianca che, ben curata copriva tutto il volto, capelli riccioli, ormai corti e un bel paio di baffi. E se la memoria non tradiva, sotto i pantaloni doveva avere un gran bel cazzo.

“Scopa divinamente, sa come farmi sentire amato, e vorrei ricambiarlo. E a quanto pare ha un debole per te e per un tuo compagno. Penso accetterebbe volentieri”.

“Va bene prof, organizzi pure”, e detto questo lo bacio un’ultima volta prima di vestirmi e scendere per la cena.

P.S.: Il resto della gita si è svolto normalmente (ovvero scopando quasi ogni sera, con ogni genere di posizione. Per il momento racconterò la storia al ritorno, e credetemi, ce n’è da dire. Magari in futuro tornerò sugli altri giorni, ma per adesso…)
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