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In gita col prof di filosofia


di Asseffect
15.03.2016    |    37.071    |    5 8.8
"Essendo piuttosto tardi il professore mi comunica che si metterà a dormire, ma prima di farlo mi dice che è abituato a dormire nudo a casa, ma che capendo la..."
Ormai si sa, all’ultimo anno del liceo c’è il rito della gita di classe fuori dal paese. Dopo varie trattative coi professori, controlli di mete, hotel, agenzie ed altri preparativi la meta è finalmente scelta: Praga. Ad accompagnarci saranno la professoressa di italiano e il professore di filosofia. In classe siamo 3 maschi e 17 ragazze, tutte molto attraenti. In viaggio in autobus ci disponiamo un po’ a casaccio, io mi metto verso la metà e con le cuffie guardo fuori il paesaggio.

Ad un certo punto si siede accanto a me il professore di filosofia. Bell’uomo, classico accademico, alto, un po’ di pancetta, con un leggero doppio mento e un po’ di barba. Tira fuori un libro e si mette a leggere. Non mi disturba assolutamente, ma mi metto a riflettere: giravano varie voci su di lui. Essendo single, e di età vicina alla cinquantina, molte voci giravano su di lui, e molti dicevano che era uno a cui piaceva prenderlo nel culo, ovviamente tutto per sentito dire. Nel pensare a tutto ciò mi viene un’erezione pazzesca, e, un po’ con fatica, sistemo l’attrezzo nei jeans e mi metto comodo.

Arrivati all’hotel a Praga si dividono le camere, le ragazze sono tutte tra di loro, noi ragazzi avremmo avuto la nostra tripla e i professori sarebbero stati in una camera a parte. Alla reception, però, ci spiegano che per un disguido la camera tripla non era disponibile, e ci offrono due camere doppie. I miei compagni decidono di avere la doppia tutta per loro, poco male, dormirò tranquillo dico tra me e me. Arrivato in camera noto un matrimoniale, e contento apro la valigia e mi metto in mutande pronto per fare una doccia, quando sento bussare alla porta.

Appena chiedo chi sia mi risponde il professore. Mi dice che la prof di italiano, essendo sposata e di vecchio stampo, non se la sentiva a condividere il matrimoniale con un altro uomo, e, visto che non avrebbe potuto dormire con le compagne e che i miei compagni già condividevano una doppia, si trovava costretto a dividere la stanza con me. Lo avviso che sono in mutande, e apro la porta. Notando il matrimoniale mi chiede se sia un problema per me dividerlo, e rispondo di no. Detto ciò mi avvio verso il bagno, appoggio le mie mutande nella cesta e mi butto sotto la doccia, sciacquandomi e rilassandomi.

Appena ho finito mi avvolgo in vita l’asciugamano, esco dal bagno e mi dirigo dal mio lato del letto, mentre il prof inizia a spogliarsi anche lui per andare in doccia. Mentre si toglie la camicia mi tolgo l’asciugamano e mi chino per prendere un paio di boxer dalla valigia, e lo sento osservarmi. Come se niente fosse mi rivesto e intanto lui si spoglia, e, toltosi le mutande si dirige verso il bagno.

Riesco a vedere di sfuggita il suo pisello, e sembra piuttosto piccolo, ecco la probabile origine delle voci di corridoio. Appena esce dal bagno confermo la teoria, e facendo finta di nulla finisco di prepararmi per la cena. Una volta tornati in camera mi butto sul letto. Essendo piuttosto tardi il professore mi comunica che si metterà a dormire, ma prima di farlo mi dice che è abituato a dormire nudo a casa, ma che capendo la situazione, mi chiede di poter dormire in mutande. Colgo la palla al balzo, e gli dico di fare come preferisce, e, dopo una qualche esitazione lo vedo togliersi le mutande e infilarsi sotto le coperte.

Il suo pisello mi è apparso piuttosto piccolo, senza l’ombra di un pelo, lungo forse cinque centimetri, ma con una cappella piuttosto grossa per le dimensioni. Mi tolgo jeans e maglietta, ma la mia erezione purtroppo si fa evidente. Mi metto i pantaloni del pigiama e lo sento parlarmi:
“Caro ragazzo, so che alla tua età certi istinti sono pressoché incontrollabili, sappi che se senti il bisogno di darti un po’ di piacere non ti giudicherò”

“M-ma professore” dico girandomi, colto di sorpresa “non mi sembra il caso, con lei qua in stanza di farmi una sega!”

“E perché no?” mi dice, “è naturale avere certi bisogni, capita anche a me di dovermi toccare la sera… Facciamo così” dice dopo una breve pausa “se vuoi, posso masturbarmi assieme a te, se ti fa sentire meno in imbarazzo. D’altronde, parlandone ne è venuta voglia anche a me, guarda”: e detto ciò alza le coperte, mostrandomi il suo pisello, cresciuto un po’ ma visibilmente duro.

“Forza, su” mi dice “non preoccuparti, ti sentirai meglio dopo”, e con ciò viene dalla mia parte del letto e mi abbassa i pantaloni. Le mutande, visibilmente tese, sono già bagnate, e una volta abbassate anche queste, il mio pisello, ormai duro, schizza in aria, la cappella lucida che si erge tesa e maestosa, già bagnata di presperma.

Sono fermo immobile, il professore lo nota, e inizia una lenta sega, andando dalla cappella alle palle, per poi tornare su fino al prepuzio e ricominciare. Preso dal piacere chiudo gli occhi, e, involontariamente, inizio a spingere il bacino avanti e indietro. Poco dopo sento un soffio d’aria calda e le sue labbra che si appoggiano al mio pisello, baciandolo.

“Oddio” dico “ma sta succedendo davvero?”

“Si”, mi risponde “ma il bello deve ancora arrivare”. Detto ciò passa la lingua lungo tutta l’asta del pisello, dura e totalmente in tiro, e, dopo aver baciato la mia cappella, inizia ad ingoiarla. Gli ho praticamente dato il via libera all’inizio, e prendo con due mani la sua nuca e inizio ad imprimere il ritmo. Gli sto letteralmente scopando la bocca, e mi lascia fare!!! Spingo infondo, fino a sentire il suo naso sul pube, e la papagogia sulle palle. Pochi secondi dopo prende in bocca anche quelle e non ci vedo più dal piacere. Sente che sto per venire, e allora inizia a succhiare più forte, e esplodo con sei, sette schizzi nella sua bocca.

Mi stendo sul letto, il pisello unto di saliva e seme, e anche lui si sdraia, un rivolo di sperma che gli esce dalla bocca, gli occhi felici. Vedo che ha ancora il cazzo in tiro, mi metto a cavalcioni sulle sue gambe:

“Come faccio a succhiarglielo anch’io senza farle male, prof?”

“Prendilo e prova” mi dice, “non ho un pisello grande, per cui non dovresti fare alcuna fatica”.

E così faccio: inizio con solo la cappella, bella rotonda, ha un sapore salato, mi piace, passo all’asta… In pochissimo ho tutto in bocca e allora inizio a fare avanti ed indietro, semplicemente, e continuo così per ancora un minuto. Lo sento avvertirmi:

“Mio Dio!!! Sto venendo” esclama. Mi tolgo subito, e forti getti di sperma mi colpiscono faccia e bocca.

“Mi spiace, ma non sono riuscito ad ingoiare” gli dico.

“Non fa niente, non te l’avrei chiesto. Non mi aspettavo che avresti ricambiato”

“Sono bisessuale prof, mi piacciono sia la figa che il cazzo che il culo” gli spiego.

“Allora avremo modo di divertirci non poco in questa settimana E.”

Mi abbraccio a lui, sotto le coperte, e ci addormentiamo così, nudi, le nostre gambe che si incrociano, il suo pisello che incontra il mio.....
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