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Prof di Filosofia - Un nuovo inizio


di Asseffect
25.02.2017    |    18.834    |    11 9.5
"Poco dopo la fine delle due ore mi vibra il telefono..."
Sono appena uscito da lezione e mi dirigo alla fermata del bus per tornare a casa. Con le cuffie addosso sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla, mi giro e vedo il mio vecchio prof di filosofia che mi sorride bonario:

“Eilà, come stai?” mi chiede. Rispondo che sto bene, ho dato gli esami che mi ero prefissato di fare ed in linea di massima non ho grossi problemi. Gli chiedo come sta, notando che sembra triste. Sono passati tre anni da quando ho finito la maturità, e in quel tempo il prof ha messo su un po' di peso, i capelli sono più lunghi e si sono ingrigiti, e una barba incolta alla Aristotele gli decora il volto.

“Sai com’è, a scuola la nuova direzione sta facendo un po' di disastri. Inoltre il tuo vecchio prof di matematica ha ricevuto un’offerta di lavoro in università, quindi per quest’anno è fuori regione… Senti, so che può sembrare strano, ma….” Fa una pausa imbarazzata. Vedo arrivare il mio autobus, ma sono curioso di sapere cosa vuole, anche se già me lo immagino.
“… Ti andrebbe di venire un po' da me? È da molto che sono solo ormai.” “Con piacere”, rispondo “riviviamo i vecchi tempi. Ho sempre avuto un debole per lei, e questa barba non fa che ravvivarlo”. Il suo sguardo si illumina e mi sorride. Lo abbraccio e aspettiamo il bus. Nel mentre avviso che mi sarei fermato fuori a pranzo e chiacchieriamo del più e del meno.

In particolare mi confessa che è da un paio d’anni che non ha rapporti, non trovando nessuno, e che gli dispiace di avermi approcciato in quel modo. Confesso che con questo semestre anch’io ero un po' fuori allenamento, e ridendo scendiamo dal bus.

Entrati nel palazzo prendiamo l’ascensore. Mi avvicino a lui e lo bacio. La sua barbona mi solletica il viso, ma le sue labbra e la lingua sono esattamente come me le ricordavo. Entrati nell’appartamento mi spoglio, posando lo zaino e silenziando il cellulare, mentre lui apre le finestre e si siede sul letto.

Resto in mutande davanti a lui, in camicia. Me le abbassa e senza perdere tempo mi prende il pisello in bocca. Mi spompina con foga, la barba che solletica le palle. Lo prendo per la nuca, le mani tra i capelli, ed inizio a dettare il ritmo: “Posso anche venirti in bocca e recuperare, ho qualche ora prima di dover tornare in facoltà”, gli dico. Aumento la velocità, e qualche minuto dopo lo inondo.

Ingoia tutto con maestria, poi si alza e mi butta sul letto: “Ti stupirà”, mi dice spogliandosi, “ma in quest’ultimo periodo, prima che il tuo insegnante di matematica se ne andasse, mi aveva obbligato a diventare attivo con lui: voglio provare anche con te, se te la senti”.
“In genere non mi concedo”, gli dico “ma per lei questo ed altro!” Gli tolgo i pantaloni che ancora aveva addosso, e noto un bel rigonfiamento. Non mi ero soffermato granché sulle sue dimensioni l’ultima volta, ma resto sorpreso. Ha un cazzo lungo, grosso e nodoso, la cappella violacea già bagnata di presperma.
Gli anni in cui non ci eravamo visti si notavano comunque: aveva preso un bel po' di peso, e il tutto gli dava un’aria molto bonaria. Il petto villoso lo faceva somigliare ad un vero e proprio orso.
“Proprio come nell’antichità” dice sorridendo: “Il maestro che fa l’amore col discepolo. Ho sempre avuto un debole per te.”

Lo prendo un attimo in bocca, poi lui prende un po' di vasellina ed inizia ad allargarmi il buco. È il pisello più grande che abbia mai preso fin ora, e glielo dico. Orgoglioso, il suo cazzo inizia a svettare. Mi stende sul letto, e si mette in ginocchio davanti a me. Di schiena lo vedo prendermi il culo ed alzarmelo, lo porta alla sua cappella ed inizia a spingere.
Aiutato dalla vasellina con un flop mi entra dentro. I suoi testicoli e il pube, tutti pelosi, cozzano contro la mia depilatura. È una delle prime cose che nota, mi chiede il perché:
“Ho un’amica in facoltà con cui ho rapporti occasionali, e insiste sull’avere il pisello liscio, visto che i peli le danno fastidio, sia quando la scopo che quando lo prende in bocca, quindi mi depilo”.

Annuendo inizia a scoparmi. Non esce mai del tutto, per fortuna, ma arriva a pelo con la cappella. Quando spinge dentro però fa carico col peso del corpo, ed ogni volta sento i suoi testicoli sbattere sui miei: è pieno. Pochi minuti dopo esce e mi fa girare. Sono messo a pecora. Ancora mi punta la cappella alla rosa del culo, ma questa volta entra lentamente. Mi fa abbassare davanti, in modo da avere la schiena obliqua.
In questa posizione lo sento ancora meglio, finché, con un sospiro liberatorio, sento che sta per venire. Le ultime battute infatti sono irregolari, e alla fine sento con un colpo di reni che spinge in me più che può. Tutto il suo corpo vibra, e dalla cappella sento che con un fiotto mi è venuto dentro.
Mi appiattisco sul letto e lui crolla sopra di me… Il suo pisello, che ormai si sta afflosciando esce dal mio culo, accompagnato da un rivolo di sperma.

Ma ora è il mio turno. Prendo il tubetto di vasellina e me lo spalmo sull’asta, poi passo al suo culo. È pieno di peli, segno che è molto che non viene scopato. Lo lecco un po', sia attorno che dentro, prima di ricoprirlo di vasellina. Lo porto al limitare del letto, e lo faccio girare a pancia all’aria.

La barbona, il petto villoso e il pisello barzotto, coi capelli grigi radi in testa mi ricordano molto alcuni busti di Socrate. Punto la cappella sulla sua rosa, questa volta, e, dopo un’iniziale frizione dovuta ai peli, il suo culo cede come burro fuso attorno alla mia asta.
Lui intanto ha chiuso gli occhi, godendo del trattamento. Mi abbasso su di lui per baciarlo, e poi inizio a trapanarlo con gusto. Per far durare il piacere più che posso mi fermo non appena sento che sto per raggiungere il punto di non ritorno. Poi ricomincio.
Lui intanto mugola di piacere, ha un filo di bava sulla bocca. Esco velocemente da lui e gli infilo il pisello in bocca: succhia con piacere. Sento che sto per venire però: esco velocemente e con un movimento non troppo fluido lo incapretto nuovamente, sborrando prima ancora di affondare totalmente in lui.
Il mio cazzo vibra nel mio stesso sperma. Aspetto ancora un attimo ed esco, il mio pisello accompagnato da un filo di sperma che cola sul piumone.

“Mi faccio una doccia prima di tornare in facoltà prof”, gli dico dirigendomi in bagno.
Lavatomi inizio a rivestirmi, e gli dò il mio numero: “Mi faccia un fischio quando vuole che riorganizziamo”, gli dico, “e si riguardi”.
Torno a lezione, lavato, svuotato e felice. Poco dopo la fine delle due ore mi vibra il telefono. Aspetto di uscire dall’aula essendo nelle prime file, e vedo il messaggio solo dopo essere uscito dalla facoltà: c’è una foto con una descrizione:

“Grazie mille, mi hai fatto tornare la voglia di vivere”. La foto è quella del suo pisellone, in erezione e depilato. Gli mando una foto di me che sorrido, un sorriso sincero.

La risposta arriva pochi minuti dopo: “Ho un paio di fantasie da togliermi, che ne dici se ci trovassimo settimanalmente da me?”

“Si può fare”, rispondo, “ma non è l’unico con qualche fantasia, prof ;)”

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Se tutto va bene ci troveremo abbastanza regolarmente.

Posso scrivere anche degli incontri futuri, se volete. Sicuramente ci saranno racconti delle cose più strane. Era da molto che non lo vedevo, ed il tempo è stato piuttosto limitato, ma organizzando potrebbero venire fuori cose interessanti.

Vi terrò aggiornati, in caso :)
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