incesto

Marta


di Elisic
24.09.2018    |    41.666    |    17 9.7
"Sarebbe rimasta così per sempre ma sapeva che doveva farsi la doccia e tornare giù dagli altri..."
Marta era sempre stata una ragazzina vispa e l’adolescenza non aveva certo migliorato la situazione. Non che fosse una ribelle era bravissima a scuola, sportiva e suonava anche il pianoforte. Aveva le stesse dita lunghe e affusolate della madre dita da pianista.
Con suo grandissimo dispiacere aveva smesso di fare nuoto, la mamma l’aveva fatta smettere perché diceva che le stava trasformando il fisico in quello di un maschiaccio. Adorava nuotare, le piaceva il contatto dell’acqua sul corpo lo trovava quasi sensuale ma la mamma aveva ragione. Assomigliava tantissimo a sua madre era alta, magra, gambe lunghissime e lunghi capelli neri, occhi scuri. Adesso il corpo si stava trasformando, i fianchi si erano allargati un po’, la vita però rimaneva stretta, il seno era cresciuto anche se non proprio come quello di sua madre.
Viveva con i genitori, dirigenti di due grandi aziende, in una grande villa con piscina sulla collina torinese.
Un po’ per la frescura della collina, un po’ per la grande piscina, in estate la loro casa era sempre invasa dagli amici dei genitori. Tutta gente di una certa età, un po’ come i suoi genitori, l’avevano avuta tardi, noiosi e dai modi troppo formali per una come lei così vispa e spontanea. Unica eccezione zio Giacomo, in realtà non era suo zio ma frequentava la casa sin da quando lei era piccolissima. Aveva ancora ricordi di lui che la teneva sulle ginocchia da bambina e che scherzava e giocava con lei. Era un bell’uomo alto magro, fisico sportivo dai capelli completamente bianchi. Zio Giacomo era un avvocato che divideva il suo tempo tra Milano e New York dove aveva lo studio e quando non lavorava andava a fare immersioni nei quattro angoli del mondo però quando era in Italia li passava sempre trovare. Lei ne era sempre felicissima era spiritoso, divertente, inoltre era stato nuotatore anche lui ed oggi dedicava tutto il suo tempo libero alle immersioni. Quando veniva d’estate era sempre l’occasione per giocare in piscina e fare delle gare. In realtà ormai lo batteva regolarmente ma non mancava mai l’occasione per divertirsi a giocare. Quando lo vide arrivare in quella giornata piena di gente noiosa gli andò incontro gli lancio le braccia al collo e gli salto addosso, come faceva da ragazzina ma non lo era più gli ricordò zio giacomo, “su vatti a mettere il costume che andiamo in piscina che ho voglia di stracciarti…….” lui l’abbracciò di rimando e le disse “dammi il tempo di salutare i tuoi, mi cambio e vengo”. Forse sul nuoto non poteva più insegnarle nulla per l’immersione ancora aveva tanto da imparare così le gare tra di loro si erano trasformate in gare di apnea, nuotate sott’acqua ed esercizi di preparazione all’immersione. Lui la affascinava con i suoi racconti di immersioni su navi pirata nelle calde acque caraibiche o su vecchie navi da guerra nelle fredde acque del Nord Atlantico. I racconti di queste avventure la facevano sognare la portavano in un mondo meraviglioso.
Quel giorno era riuscita a batterlo in un attraversamento della piscina in immersione. Finito l’attraversamento lo sbeffeggiava dicendogli “ti sei fatto vecchio ormai ti batto sempre”. E lui di rimando “se ti prendo ti faccio vedere che questo vecchietto ha ancora tante cose da dire” e così dicendo giocavano e si inseguivano in piscina finché distratta da sua Madre che la stava chiamando dalla casa, zio Giacomo riuscì a bloccarla tra lui e il bordo della piscina. Lei cercava di divincolarsi dalla stretta forte e decisa dell’uomo ma la cosa più incredibile era che sentivo all’altezza del basso ventre la pressione di qualcosa di ingombrante. E più si muoveva più quell’ingombrante intruso si strofinava su di lei e le creava una sensazione strana. Era la prima volta che le capitava con Zio Giacomo. Marta sapeva benissimo di cosa si trattava, era fidanzata e con il suo ragazzo si baciavano e accarezzavano, ma il mondo degli uomini e del sesso per lei era sconosciuto anche se era molto curiosa e che una cosa del genere capitasse a suo zio quantomeno la incuriosiva..
Zio Giacomo la guardava con i suoi penetranti occhi azzurri e dopo un momento forse troppo lungo ma che per lei era stato troppo breve la lascio andare dicendole “per questa volta ti lascio libera ma non ti ci abituare, la prossima volta pagherai pegno se vorrai la libertà”. Lei sorridendogli sgusciò fuori dalla piscina mentre lui ritornava a nuotare forse anche per far sgonfiare quella imbarazzante situazione. Dopo essere andata dalla madre ritornò sul bordo della piscina e si sdraiò a prendere il sole. Si era quasi addormentata a pancia in giù quando sentì la voce di zio Giacomo dirle “stai attenta così ti puoi scottare”. Lei di rimando gli chiese di spalmarle un po’ di crema sulla schiena. Lui scherzando le disse “devo stare attento con te non sei più una bambina e sei molto pericolosa.
“Ma che dici zio non sono più la tua nipotina preferita?” “no non dico questo, solo che provochi più reazioni da donna che da bambina” e lei sorridendo gli disse “me ne sono accorta ma adesso spalmami la crema” è così lui fece.
Dopo pranzo mentre tutti gli ospiti erano rimasti sul bordo della piscina lei preferì andarsene in camera ad ascoltare un pò di musica e godersi il fresco dell’aria condizionata. Era sdraiata sul letto, ancora in costume, quando arrivo zio Giacomo, bussò, “posso tesoro?” “Certo zio, entra e raccontami delle ultime immersioni che hai fatto in Sudafrica. Lo zio si sedette sul letto, accanto a lei e comincio a raccontarle delle immersioni e degli squali che aveva visto con il con i loro corpi affusolati e affascinanti ma pericolosissimi.
“Ma che dici zio! Io non ho un corpo affascinante e non solo affatto pericolosa”.
“Sei ormai una donna bambina mio assomigli tantissimo a tua mamma” Giacomo da giovane era stato segretamente innamorato della madre, ”in meglio direi e per un uomo della mia età sei una vera tentazione”.
Marta nel frattempo si era girata sul letto a pancia in giù Giacomo non resiste, sollevò i capelli e mentre parlavano comincio ad accarezzarla lievemente sulla schiena, con le dita percorreva la spina dorsale dal collo fino al sedere con delicatezza, leggerezza, quasi le dita fossero una piuma. Marta stava provando delle sensazioni incredibili nulla a che vedere con le mani forti che prima le spalmavano la crema sulla schiena. Adesso questo contatto leggerissimo le dava dei brividi che partivano dalla spina dorsale e si irradiavano per tutto il corpo per poi concentrarsi di nuovo in mezzo alle gambe. Sentiva un calore incredibile e una sensazione di bagnato piacevolissima, voleva che non finisse più. Ma Giacomo si fermò
“Forse è meglio che mi fermi” “No ti prego zio non smettere”. Era lì col fiato sospeso come fuori dal corpo in attesa che lo zio riprendesse, desiderosa che lo zio riprendesse, ad accarezzarla come stava facendo. Non aveva mai provato una sensazione del genere. Sentiva amplificati tutti rumori che erano intorno a lei cosa che aveva ignorato fino a qualche istante fa. I genitori e gli amici che ridevano, gli uccelli che cinguettavano, i suoi sensi sembravano acuiti in attesa di sentire ancora la cosa più importante, il tocco dello zio.
Dopo un attimo di riflessione Giacomo prese la decisione. Sapeva che se avesse continuato non sarebbe stato più in grado di fermarsi ma la tentazione era fortissima quel giovane corpo disteso sul letto accanto a lui quella, pelle liscia, la spina dorsale che si immergeva nella rotondità dei glutei, le lunghe gambe, il tutto coperto da uno striminzito costumino.
Quelle forme che le ricordavano tanto la madre di Marta e la sua giovinezza. Prese la sua decisione scostò i capelli di Marta dalla schiera le slacciò il costume, sì chino su di lei e anziché accarezzarla comincio a baciarle la schiena dolcemente dal collo fino ai glutei lungo la spina dorsale mentre la mano adesso andava in avanscoperta. Prima accarezzava i glutei rotondi, poi scendeva lungo le cosce per risalire lungo l’interno di queste fino a raggiungere il suo giardino segreto ed accarezzarlo attraverso la stoffa del costume. Marta era in estasi le sembrava di essere in paradiso stava provando delle sensazioni intime profonde piacevolissime. Adesso non sentiva più il mondo esterno, sembrava scomparso c’era solo lei, il suo corpo e le carezze e i baci di zio Giacomo.
Giacomo le prese la mano e se la porto sull’inguine, lei era curiosa, voleva scoprire cos’era quell’ingombrante presenza che aveva sentito prima in piscina. Aveva cominciato ad accarezzarlo attraverso il costume, adesso poteva sentirlo benissimo, era grosso duro nodoso il sesso di un uomo non certo quello di un ragazzino. Era però curiosa di vedere di sentire di più per cui scostò il costume per sentirlo in mano, sentirne il calore, la consistenza, sentirne la rugosità della superficie e mentre lo zio scendeva con i baci verso il basso e le toglieva le mutandine del costume baciandole e mordendole i glutei, leccando il solco lei glielo aveva preso in mano e cominciò un lento movimento.
Ma Giacomo si spostò, lei sì sentiti per un attimo defraudata e privata del suo giocattolo ma non durò molto. Giacomo si sedette su di lei le appoggio Il membro nel solco dei glutei e mentre ricominciava a baciarle la scheda lo muoveva lungo il solco. Le sensazioni che lei provava erano incredibili sentiva questa asta calda nel solco dei glutei, provava a stringerla serrando i glutei ma era troppo grosso. Poteva sentirne il calore e la punta bagnata che le toccava la schiena ogni tanto. I baci e la lingua dello zio sulla spina dorsale completavano questo paradiso. Poi lo zio nuovamente si sollevò, era stata di nuovo defraudata da quello splendido oggetto anche questa volta ma l’assenza non durò molto, senti il contatto della punta del sesso dello zio sulle labbra del suo sesso, lo zio lo muoveva con le mani a percorrere le sue labbra bagnatissime, lo sentiva scivolare dal clitoride al buchino schiudendole le labbra, stava provando sensazioni diverse nuove, desiderava che tutto quel gioco di provocazione sfociasse nell’atto vero e proprio, desiderava il sesso dell’uomo dentro di sé, voleva essere penetrata, voleva essere sua. Sentirsi finalmente donna e quale modo migliore se non essere trasformata in una donna da un uomo maturo esperto che sapeva come toccarla e come regalarle sensazioni uniche? Lo zio accosto la bocca al suo orecchio e le sussurrò “tesoro potrebbe farti un po’ male” Con queste parole cominciò a spingere la cappella tra le sue grandi labbra, lei si sentiva allargare aprire invadere. Una volta il suo ragazzo l’aveva penetrata con un dito ma questo era tutt’altra cosa quello che stava entrando era enorme molto più grande del dito e del sesso del suo ragazzo ma era bagnatissima e il sesso dello zio stava entrando dentro con estrema facilità anche se sentiva la pelle della vagina tirare poi sentì una piccola fitta, ecco era diventata donna ma il sesso dello zio continuava ad entrare, sembrava non finire più ed era bellissimo. Adesso erano solo sensazioni piacevoli il movimento, le spinte dello zio, insieme ai leggeri baci sulla schiena le provocarono un orgasmo incredibile voleva urlare ma si morse le labbra perché aveva paura di essere sentita dal giardino. Lo zio si muoveva lentamente affondando colpi profondi, l’orgasmo devastante sembrava non finire più poi lo zio si fermò e lo tirò fuori. Lei sentì un vuoto cosmico dentro di lei si girò di scatto “che succede zio” domandò “sto per venire tesoro non potevo restare dentro”. Lei allora glielo afferrò, era una sensazione ancora diversa adesso era umido dei suoi umori, mosse velocemente la mano e lo zio Le schizzò addosso il tutto il suo piacere, sul ventre, sul seno e poi crollò accanto al lei. L’abbracciò la strinse. Restarono così immobili per qualche minuto lei gli sussurrò “grazie Giacomo è stato bellissimo trasformarmi in donna tra le tue braccia”. Lui la bacio teneramente sul viso “grazie a te tesoro mi hai regalato dei momenti meravigliosi”. Poi con grande fatica si alzò si rimise il costume, “adesso è meglio che vada non vorrei che qualcuno di sotto si accorgesse della nostra assenza, sarebbe un po’ difficile da spiegare”. Lei invece restò del suo letto, nella sua cameretta ad assaporare e rivivere quelle sensazioni. Sentiva ancora il suo odore di uomo, il calore del suo sperma sul corpo. Sarebbe rimasta così per sempre ma sapeva che doveva farsi la doccia e tornare giù dagli altri. Ma prima di farla raccolse un po di sperma dello zio con un dito e se lo portò alla bocca.



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