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Il fruttivendolo


di Elisic
10.10.2018    |    8.935    |    7 9.9
"Ipnotizzato da tale figura si avvicino alle sue spalle e comincio ad accarezzarle i fianchi, scendere verso il sedere e scendere lungo le cosce mentre la..."

Elisa superati brillantemente i 50, aveva lavorato fino a che non erano nati i figli poi era stata costretta a smettere per badare ai pargoli, a dire il vero, mal volentieri all’inizio ma adesso che i figli erano grandi, apprezzava la libertà che le derivava dal non dover lavorare.
Il marito, Carmelo, era gelosissimo nelle ore che lui era al lavoro si sentiva veramente libera. Non che facesse chissà che, anzi. Era una donna ancora piacente, alta, magra, capelli neri, occhi scuri, una tipica bellezza del sud. Ma a causa della gelosia del marito castigava se stessa con abiti che nascondevano ogni forma.
Il suo carattere timido e schivo completavano il quadro.
La mattina, partiti tutti i familiari per il lavoro cominciava la sua giornata tra spesa, pulizie della casa e varie faccende.
Amava andare in giro per i piccoli negozi a cercare ingredienti freschi per preparare le sue leccornie.
Unico posto che visitava malvolentieri era il negozio del fruttivendolo, il proprietario la metteva a disagio, era un omone, alto, robusto, un pò invadente, dalla battuta pronta e non le risparmiava i doppi sensi.
Lei timida e riservata soffriva tantissimo questa pressione psicologica e questo eccesso di mascolinità dell’uomo.
Cosi quando con l’arrivo dell’estate il negozio attivò la consegna a domicilio, sfruttando i ragazzi in vacanza dalla scuola, ne fu felice. Finalmente poteva evitare gli incontri con quell’uomo che la metteva tanto in imbarazzo.
Bastava una telefonata e la frutta e verdura le arrivavano a casa, certo non poteva sceglierla ma l’uomo, per quanto la mettesse in imbarazzo, doveva ammettere che la trattava sempre bene.
Quella mattina si era alzata, indossato un leggero vestitino estivo abbottonato sul davanti, preparato le colazioni e quando tutti erano usciti stava riordinando la casa quando suonò il campanello. Chi poteva essere a quell’ora? Aspettava il garzone del fruttivendolo ma era troppo presto. Andò alla porta e chiese chi era, con grande sorpresa senti la voce profonda del fruttivendolo. Sorpresa, stupita e un pò preoccupata aprì la porta. L’uomo con una gentilezza che lei non conosceva la salutò e le disse che si scusava ma per qualche giorno non aveva l’aiutante e se per lei non era un disturbo sarebbe passato a portarle gli ordini tornando dal mercato. Lei stupita da questo cambiamento inatteso, niente spiritosaggini, doppi sensi, restò senza parole. Vedeva l’uomo sotto un altro aspetto e adesso quasi gli sembrava un uomo attraente.
Anche l’uomo era stupito, aveva sempre pensato che la signora Elisa fosse una bella donna ma il suo modo di vestire nascondeva il fiore che era, adesso coperta da quel vestitino estivo lo stava lasciando senza parole. Il vestitino sopra il ginocchio metteva in mostra le lunghe gambe, il bottone di troppo sbottonato che lei aveva prontamente richiuso, aveva messo in mostra il seno, non troppo grande ma dalla forma perfetta.
Per la prima volta restò senza parole e le porse la spesa senza riuscire a dire nulla se non un “buona giornata”.
Anche lei era rimasta sconvolta, aveva visto l’uomo sotto una nuova luce.
Nei giorni seguenti non potè fare a meno di pensare a quell’incontro.
Quando un paio di giorni dopo aspettava la nuova consegna era agitata e ance se non voleva ammetterlo neanche con se stessa sperava che fosse sempre il fruttivendolo a portarle l’ordine.
Indosso un vestitino colorato simile a quello dell’altra volta, si sistemo i capelli e, cosa inusuale per lei, si mise sulle labbra un leggero rossetto.
Quando suonarono alla porta quasi le venne un coccolone, tanto era agitata, e le usci dalla gola solo un flebile “chi è?”. Quando dall’altra parte sentì la voce del fruttivendolo fu una liberazione e aprì la porta col cuore che le batteva a mille. Adesso fu il turno dell’uomo a restare senza fiato, la donna che gli si presentò alla porta, pur essendo la signora Elisa, era una donna del tutto diversa. Irradiava una bellezza una femminilità che aveva sempre tenuta nascosta. Anche se si era preparato restò comunque incapace di dire qualsiasi cosa. Per fortuna fu lei a toglierlo da quella situazione di stallo, invitandolo a portare la spesa in cucina e chiedendogli se gradiva un caffè.
Lui la seguì in cucina e quel breve tragitto, gli permise di riprendere il controllo di se stesso, la sua sicurezza e potè ammirare l’ondeggiare dei fianchi della signora elisa.
Giunti in cucina posò le borse della spesa a terra e rimase ad ammirare la figura di spalle della signora elisa intenta a preparare la moka. La sua schiena, la vita stretta e i fianchi, il sedere ancora sodo e le lunghe gambe che si mostravano sotto il vestito.
Ipnotizzato da tale figura si avvicino alle sue spalle e comincio ad accarezzarle i fianchi, scendere verso il sedere e scendere lungo le cosce mentre la baciava sul collo.
Quandò lei senti la sua mano appoggiarsi sui fianchi, un brivido la percorse per tutto il corpo. La sua mente le suggeriva di ribellarsi a quel contatto non richiesto ma il suo corpo non voleva rinunciarci. Per cui assecondava il movimento il movimento della mano, la sentiva che scendeva sul sedere, lungo la coscia e sembrava le bruciasse dove passava. Quando poi sentì le labbra dell’uomo baciarla sul collo dovette reggersi al lavello per non cadere.
L’uomo sentiva la donna fremere sotto le sue carezze, agitarsi senza controllo, la mano scese lungo la coscia fino a raggiungere il bordo del vestito e cominciò a risalire lungo l’interno coscia sollevandole il vestito. Si era appoggiato al suo fianco bloccandola tra lui e il lavello.
La donna sentiva la mano di lui che risaliva lungo l’interno delle sue cosce sentiva un fuoco che la bruciava dentro e il corpo dell’uomo che la bloccava contro il lavello le faceva sentire tutta la forza e la mascolinità dell’uomo.
Quando l’uomo raggiunse il suo fiore segreto, ormai completamente bagnato, provo quasi un orgasmo.
L’uomo raggiunse le sue mutandine, sentì quanto erano bagnate, le cominciò a strofinare le dita sulle labbra del suo sesso e poi afferrandole per l’elastico gliele strappò.
Per lei fu come una sferzata di adrenalina, il suo cervello era in corto circuito, il suo corpo desiderava solo una cosa, essere presa da quell’uomo con forza e furia animale come mai le era capitato in vita sua.
Strappatele le mutandine l’uomo si trovo di fronte allo splendido spettacolo del sedere tondo di Elisa, del solco che si apriva nel buchino e nel fiore dai petali dischiusi della donna.
La piegò sul lavandino, estrasse il suo membro duro e gonfio come non mai, appoggio la cappella lucida alle grandi labbra della donna e con un colpo deciso la penetrò, era stretta come una giovane vergine e questo lo eccitava ancora di piu, spingeva con forza, affondava il suo membro a fondo tra le carni della donna che si aprivano sotto i colpi possenti dell’uomo.
Quando lei senti la cappella di lui appoggiarsi ai petali umidi e dischiusi del suo fiore, i brividi cominciarono ad irradiarsi per tutto il corpo. E quando l’uomo la penetrò fitte di dolore miste a piacere la sconvolsero. Si sentiva aprire in due riempire, sentiva la pelle dilatarsi fino a quasi lacerarsi e sembrava non finire mai. Non aveva mai provato una sensazione del genere, una penetrazione cosi profonda e potente. L’uomo comincio poi a pomparla con colpi forti e profondi, gli orgasmi si susseguivano senza sosta, non aveva mai goduto cosi tanto in vita sua.
La vista di quella splendida femmina vogliosa che godeva senza ritegno eccitava e infoiava l’uomo che spingeva sempre più a fondo il suo grosso membro turgido dentro la donna, con furia animale.
Lei era esausta ma l’uomo non smetteva, spingeva e spingeva poi sentì il membro dell’uomo gonfiarsi e vibrare, capì che anche lui stava per godere. Senti un fiotto caldo e potente riempirle la vagina e i grugniti dell’uomo che urlava il suo piacere……..








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