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tradimenti

le dimensioni contano


di Elisic
28.10.2018    |    46.480    |    35 9.6
"Ormai erano entrambe alla soglia dei 60, i figli grandi, e anche se certi argomenti tra loro non erano mai stati toccati ogni tanto le due amiche parlavano..."
Maria ed Angela erano amiche da sempre, le loro famiglie si frequentavano assiduamente, non c’era domenica che non pranzassero o cenassero insieme, sposate, entrambe con figli, due donne normalissime. Maria faceva l’impiegata, Angela non lavorava ma aiutava il marito nella sua attività. Maria era molto riservata, pudica e un po’ timida, Angela più disinibita e aperta nel parlare. Anche fisicamente erano molto diverse, alte entrambe ma Maria più magra e slanciata, Angela più imponente. Tra loro c’era molta confidenza ma certi argomenti, anche per la pudicizia di Maria non venivano toccati. Tutto proseguiva nella normalità più assoluta finché il marito di Angela non venne a mancare per un brutto male, Angela inizialmente era un po’ depressa e Maria le stava vicina ma grazie al carattere positivo di Angela e all’energia interiore che possedeva superò il momento. Ormai erano entrambe alla soglia dei 60, i figli grandi, e anche se certi argomenti tra loro non erano mai stati toccati ogni tanto le due amiche parlavano delle loro situazioni. Angela, un po’ per i figli un po’ per l’età, malgrado vari spasimanti aveva deciso di non prendere impegni e iniziare nuove relazioni. Una volta parlando con Maria le confessò che in realtà le mancava la vita sessuale e aveva trovato delle alternative ad una nuova relazione. Maria non sapeva se voleva approfondire o meno, sempre per colpa del suo pudore, ma il discorso era avviato e quindi……Angela le confesso che aveva trovato siti di incontri dove era semplice trovare compagnia senza nessun genere di impegno e gliene nomino alcuni. Maria dentro di sé era scandalizzata ma Angela era una cosi cara amica e vederla serena le faceva piacere, decise di superare il suo rigetto visto che tutto sommato era riuscita a trovare un equilibrio, se a lei stava bene perché no?
Malgrado tra Maria e il marito le cose andassero abbastanza bene, doveva ammettere che il lato sessuale del loro rapporto non era mai stato un gran che, forse anche per colpa della sua timidezza. In realtà per lei non era poi cosi importante ma adesso che vedeva angela così felice alcuni tarli le passavano per la testa.
Cosi un giorno mentre era turbata da questi pensieri decise per curiosità di vedere uno di questi siti che le aveva nominato Angela, chissà perché ma ne ricordava benissimo i nomi. In un momento di tranquillità al lavoro, cercò il primo ma scoprì che per poter accedere bisognava registrarsi, provò col secondo, stessa cosa. Stava desistendo quando le venne in mente che poteva creare un profilo fasullo e cosi fece. Nuovo nome, citta diversa ma per pigrizia diede una descrizione fisica rispondente. Alla sua, era alta, magra, capelli castano chiari, occhi azzurri, una terza di seno che ancora faceva la sua figura e un sedere che anche se non era più sodo manteneva una bella forma e due gambe lunghissime.
Decise di non mettere foto, neanche false.
Con sua grande sorpresa nel giro di pochi minuti cominciò a ricevere richieste di amicizia e di chat. Era esterrefatta, come era possibile?
Cominciò a fare una cernita, visitando i profili di quelli che l’avevano contattata, restò scandalizzata dal fatto che tutti avevano messo foto esplicite con i loro membri eretti in primo piano e probabilmente tutte foto taroccate. Sì perché avevano dimensioni spropositate. Lei, malgrado l’età non si potesse dire che avesse molta esperienza, suo marito era sta il suo primo e unico uomo, e l’unico sesso maschile che aveva visto e toccato era il suo, quindi confrontava quello che vedeva nelle foto con quello del marito e quindi non potevano che essere foto false. In mezzo a tutte quelle volgarità trovo il la richiesta di amicizia di un ragazzo, il cui profilo presentava foto “normali” ed anche la frase di richiesta era educata e gentile. Forse per contrasto alla volgarità e alle frasi sconce che le avevano scritto in molti decise di accettare e rispondere al ragazzo. Il ragazzo si mostrò gentile ed educato come gli era apparso inizialmente, cosi appena poteva andava in chat per vedere se c’era. Prima solo nella pausa pranzo, poi anche durante l’orario di lavoro e a volte non resisteva neanche a casa. In alcune occasioni aveva aspettato che il marito si addormentasse per chattare fino a tarda notte con lui.

Un giorno che era stata stolkerata da uno di quei tipi tanto espliciti che le aveva mandato una mitragliata del suo sesso insieme a tante volgarità su quello che le avrebbe fatto e avrebbe voluto che lei gli facesse, alcune delle quali lei non ne conosceva l’esistenza. Quando trovò in chat Michele si sfogò con lui delle volgarità e di tutte le foto fasulle che giravano. Michele concordo con lei che tanti usavano inquadrature ad hoc o programmi di fotoritocco ma quando poi approfondirono l’argomento Michele capì che forse qualcosa non andava nelle idee di Maria per cui gli fece alcune domande esplicite, sapeva che Maria aveva conosciuto fisicamente solo il marito e la cosa lo insospettì. Per cui chiese a Maria cosa intendesse per membri maschili esagerati, lei con la massima ingenuità gli disse che alcuni dicevano di averli più di 20 centimetri, lei non aveva misurato quello del marito ma a senso non doveva essere più di 10-12 centimetri come potevano esserci uomini che lo avessero più di 20 centimetri, non era normale. Michele non sapeva come affrontare l’argomento senza offendere Maria, le disse però che 18 -20 centimetri era una dimensione normale ma c’erano uomini che li superavano.
Lei gli disse di non prenderla in giro, di non approfittarsi della sua ingenuità. Michele allora le propose di inviarle una foto del suo accanto ad un oggetto di uso comune per avere un confronto reale che potesse chiarirle ogni dubbio,
Lei era titubante, non che la cosa la interessasse veramente ma ormai era in ballo ma vista la confidenza che ormai si era creata gli disse di mandarle pure.
Ma quando le foto non arrivavano provava un po’ di delusione. Poi alcuni giorni dopo le foto arrivarono. Le foto ritraevano il sesso di Michele in varie inquadrature con accanto una lattina di una bibita, quelle lattine più strette e lunghe. Lei resto impressionata, il sesso di Michele era largo quanto una di quelle lattine ma un po’ più lungo e con una grossa cappella, per rendersi conto della cosa prese in mano una di quelle lattine per verificarne effettivamente le dimensioni e ne restò ancora più impressionata, quando prendeva in mano del marito doveva a volte prenderlo con due dita perché la mano si avvolgeva intorno mentre invece intorno alla lattina neanche riusciva a chiudere la mano. La cosa la turbò non poco, non riusciva ad immaginare cosa si poteva provare ad avere dentro un affare del genere. Adesso cominciava a guardare le foto di tutti quanti quei membri delle richieste di amicizia con rinnovato interesse. Era talmente incuriosita dalla cosa che un giorno si chiuse in bagno e dopo essersi toccata, appena si sentì abbastanza bagnata provo a penetrarsi con la lattina senza molto successo, non le resto che desumere che Michele era proprio sfortunato e non avrebbe mai trovato una donna che potesse accontentarlo. Una sera che era riuscita a connettersi dopo che il marito si era addormentato e si sa la notte crea un’atmosfera particolare, riprese l’argomento, gli disse che aveva visto le foto ed era rimasta impressionata e se erano vere era molto dispiaciuta per lui. Lui non capiva cosi gli disse che le dispiaceva perché con quella deformità non poteva trovare una donna. Michele scoppiò in un sorriso e le disse che di donne ne trovava tante ed erano tutte molto soddisfatte della sua dotazione. Lei tornando seria gli disse che non era possibile, le scappo che aveva provato ed era impossibile. Michele colse al volo la piccola confessione e le chiese in che senso aveva provato, lei capì l’errore che aveva fatto ma ormai…Gli confesso quello che aveva fatto, la preparazione e il tentativo. Michele a quelle descrizioni stava scoppiando ma controllandosi le disse che con la lattina soprattutto se non era abituata a quelle dimensioni era difficile, le spiego pazientemente che con uno vero era completamente diverso, l’atmosfera era un po’ elettrica anche per lei, si era aperta come non mai, e gli disse di non fare il furbetto. Lui pazientemente le rispose che se non voleva provarne uno vero poteva provare con qualcosa di più adatto ma che soprattutto avrebbe dovuto usare un lubrificante, una crema.
Le chiese se aveva un particolare flacone di shampoo in casa, lei casualmente lo aveva, le disse vai in bagno, cospargilo di crema e dopo esserti toccata un po’ prova di nuovo. Sarà l’ora tarda, sarà stata l’atmosfera, lei segui le istruzioni di Michele e dopo aver cosparso il flacone di crema ed essersi toccata un po’, anche se non ce ne era bisogno perché era già bagnata per i discorsi che avevano fatto, provò a penetrarsi e lo fece mentre parlava con lui che la guidava e le diceva che anche lui si stava toccando, che passava la mano su quello splendido membro. L’insieme di tute queste cose fece si che il flacone le scivolo dentro senza grandi difficoltà e malgrado fosse un animato pezzo di plastica le diede un piacere assurdo, delle sensazioni che non aveva mai provato in 30 anni di matrimonio, Michele le diceva come muoverlo e le diceva quello che stava facendo lui, l’orgasmo arrivo improvviso e violento tanto che le stava cadendo il telefono di mano e dovette soffocare un urlo. Non poteva crederci aveva fatto l’amore per telefono con uno che non aveva mai visto e usando anche un oggetto. Si sentiva sporca ma allo stesso tempo soddisfatta come non le era mai capitato prima in vita sua. Si rese conto che forse questo era stato il primo vero orgasmo della sua vita.
Diede la buona notte a Michele e andò a letto, aveva difficoltà ad addormentarsi, ripensava a quello che aveva fatto ed era combattuta, dilaniata dai sensi di colpa e dalla vergogna ma anche felice per quello che aveva provato.
Nei giorni successivi giocò più volte con il flacone di shampoo e sempre con maggiore piacere, adesso quelle poche volte che il marito la cercava, si accorse che erano insulse, il rapporto durava pochissimo e lei non provava nulla confrontato a quello che provava con il flacone.
Con Michele le chiacchierate procedevano come al solito anche se ora gli argomenti erano un po’ più caldi, Michele le chiese di mandarle qualche foto di lei, lei era combattuta ma alla fine cedette, in fondo lui si era mostrato sin dall’inizio e poi aveva mostrato tutto di sé mentre lei era un fantasma. Cosi iniziò a mandargli alcune foto che aveva con un vestito elegante, lui ne restò colpito e affascinato, le chiese qualcosa di più, aveva delle foto in costume e gliele mandò. Michele non credeva ai suoi occhi, la donna malgrado non più giovane aveva un fisico statuario e una bellezza unica, dove era stata nascosta tutto quel tempo? Quella che era un’amicizia virtuale con una donna più grande di lui pretendeva con forza di trasformarsi in un qualcosa di più reale. Ma non voleva forzarle la mano. Per cominciare le allora di fare qualche foto per lui in intimo. Lei restò scioccata ma in fondo che male c’era? Un giorno che era tornata prima dal lavoro ed era sola a casa decise di provare, non aveva degli intimi molto sexy ma provò lo stesso, prima davanti allo specchio ma non era soddisfatta, poi sdraiata sul letto in varie pose. Le mandò e restò col fiato sospeso. Pochi minuti dopo senti il trillo di un messaggio, Michele la riempiva di complimenti, le mandò una foto del suo sesso per farle vedere l’effetto che le aveva fatto e le chiese se poteva chiamarla. Lei era sola a casa e gli disse di sì. Lei si scusò perché non aveva completini più sexy ma lui le disse che già abbastanza cosi, le chiese se era ancora in intimo e se era ancora sul letto, le risposte furono due si a entrambe le domande. Anche lui era solo a casa, e si stava toccando, le chiese di toccarsi e lei lo assecondò. Cominciò a toccarsi da sopra le mutandine poi le tolse, tolse anche il reggiseno e questa volta senza nessun oggetto arrivò ad un altro fenomenale orgasmo pensando a Michele ed al suo grosso sesso.

Se da un lato l’aver messo come residenza una citta molto lontana le dava la libertà di esprimersi senza tabù e il ragazzo pur non vedendo la possibilità di incontrarla chattava volentieri con lei, adesso la situazione si complicava il desiderio stava diventando insopportabile, in realtà il ragazzo abitava in un paese non lontano dal suo e questo le metteva un certo malessere, la faceva sentire un po’ in colpa nei confronti di un ragazzo tanto desiderabile. Alla fine, sopraffatta dai sensi di colpa decise di confessare al ragazzo la verità e restò piacevolmente sorpresa dal fatto che il ragazzo le mostrò tutta la sua comprensione sulla sua volontà di privacy. L’episodio rafforzò il loro rapporto, il ragazzo le disse che gli sarebbe piaciuto incontrarla ma non insistette più di tanto lasciando a lei la libertà di scegliere se sì e il momento.
Lei però, anche se dentro di sé lo desiderava era titubante.
Alla fine per un puro caso, avevano avuto un problema con i computer dell’ufficio e li avevano mandati a casa, la chiamo Michele dicendole che era venuto a fare delle consegne non lontano da lei e le avrebbe fatto piacere incontrarla. Lei resto un attimo interdetta per la prima volta si trovava di fronte alla realtà e non poteva più nascondersi dietro al paravento del computer, era indecisa lo desiderava anche lei ma lo temeva allo stesso tempo.
In fondo però non c’era nulla di male a prendere un caffè insieme, si diedero appuntamento in un caffè fuori mano per evitare spiacevoli incontri e lei lo raggiunse in bus. Lo vide di fronte al caffè che l’aspettava era bello come il sole, meglio che nelle foto, faceva traspirare un’aria di mascolinità che nelle foto non si notava, lei si avvicinò porgendogli la mano ma lui la attirò a sé baciandola sulle guance, anche il contatto fisico fu piacevole. Entrarono, se sedettero in un tavolino appartato, e chiacchierarono per un po’ di tante cose. Poi lui si offrì di accompagnarla, lei accettò non aveva voglia di prendere l’autobus. Prima di arrivare vicino al suo ufficio si fermarono il un parcheggio per un ultimo saluto. Lui spense il motore, si girò verso di lei e le loro bocche si incontrarono assecondando un bisogno viscerale, le loro lingue si rincorrevano, lui le mise una mano sulle cosce e risali verso il suo giardino proibito, lei inizialmente stringeva le cosce per impedirglielo ma lui avanzava lo stesso e lei alla fine cedette, le allargo dando spazio alla sua mano e dichiarando con quel gesto la sua disponibilità. Lui con l’altra mano prese una mano di lei e se la portò sull’inguine, lei cominciò ad accarezzarlo, era grosso e duro come lo aveva visto in foto ed era piacevolissimo da accarezzare. Lui nel frattempo aveva raggiunto le sue mutandine le aveva scostate e mentre la penetrava con l’indice col pollice le accarezzava il clitoride, lei sentiva l’orgasmo montare dentro di sé, quado poi lui si slacciò la cintura e sbottono i pantaloni, la mano di lei finalmente poté toccare quel bastone caldo e nodoso era enorme la sensazione che provava era più intensa di quello che aveva immaginato e comincio a masturbarlo, questo contatto fece esplodere l’orgasmo dentro di lei. Avrebbe voluto provarlo, avrebbe voluto essere penetrata da quello scettro di carne ma erano in un parcheggio pubblico e non potevano. Lui le spinse la testa sulla sua cappella invitandola a prenderlo in bocca, lei non lo aveva mai gradito molto ma di fronte a tale splendore non si tirò indietro anzi, si tuffo su quello splendido cazzo compensando l’inesperienza con l’entusiasmo. Nel frattempo, lui le stava accarezzando il sedere e sollevatole la gonna le sposto le mutandine e mentre lei era tutta presa a succhiarglielo le infilo un dito nel sedere, lei ebbe un soprassalto non se lo aspettava e non lo pensava nemmeno, stava per sollevare la testa dal cazzo di lui ma lui la spinse di nuovo giu. E lei continuò a succhiarlo esplorando allo stesso tempo le sensazioni dentro di sé per questa nuova esperienza e dovette ammettere che era piacevole. Quando sentì che stava per arrivare, non sapeva che fare, se avesse tolto la bocca si sarebbero sporcati entrambi cosi lo tenne dentro e bevve l’abbondante sperma di lui, questo e il dito birichino di lui le provocarono un secondo orgasmo.
Non avrebbe più smesso, voleva provare tutto ma era ormai tardi, il marito sarebbe arrivato di li a poco e voleva tornare prima di lui per darsi una rassettata e riordinare le idee. Si salutarono con un lungo bacio in bocca e si promisero di rivedersi il più presto possibile.
Tornata a casa si infilò sotto la doccia, e ripensando a quello che era successo, alla sensazione che le aveva dato toccare il cazzo di Michele a come le aveva riempito la bocca, si toccò ed ebbe un altro orgasmo.
Quando il marito rientrò si era già rivestita da casa e stava preparando la cena ogni giorno di più si sentiva sempre meno in colpa e meno sporca per quello che faceva con Michele. Il marito la trovò radiosa ed immaginando che avesse fatto tutto per lui la sera a letto la cercò, lei chiaramente non si negò e quando glielo prese in mano il confronto fu impietoso, aveva fresco nella mente la consistenza e come le aveva riempito la mano il cazzo di Michele e ora le sembrava di masturbare un dito, quando poi lui le Sali sopra per penetrarla, quel paio di minuti che ci metteva a venire, lei si chiedeva cosa avrebbe provato a prendere il grosso bastone di Michele.
Il marito finito l’atto si girò dall’altra parte e si addormentò profondamente senza neanche chiedersi se a lei era piaciuto, come sempre tra l’altro. La cosa la faceva incazzare sempre di più, lei ricominciò a toccarsi pensando a Michele e il desiderio di lui cresceva di momento in momento, prima di addormentarsi gli mando un messaggio dicendogli che era stata benissimo e che aveva tanta voglia di lui.
Il giorno dopo trovò la risposta di Michele, le diceva che l’aveva trovata bellissima e desiderabilissima e che non faceva altro che pensare a lei e che non vedeva l’ora di riabbracciarla.
Appena fuori di casa cominciò a messaggiarlo, dicendole quanto era stata bene e quanto voleva rivederlo, prima di arrivare in ufficio lui la chiamo dicendo che l’indomani poteva tornare a trovarla ma voleva stare un po’ tranquillo con lei, lei gli disse che poteva prendersi mezza giornata di ferie senza dire niente a nessuno. Lui incerto se proporglielo ma desideroso di un po’ di intimità le chiese che ne pensava se fossero andati in un alberghetto fuori mano, non lontano da li. Lei si aspettava una proposta del genere ma sentirsela fare la lasciò un attimo dubbiosa, lui pensava di averla offesa ma alla fine lei disse che le stava bene ma si raccomandò che non ci fossero rischi. SI misero d’accordo su luogo e ora dove vedersi e poi lei entrò al lavoro, si continuarono a messaggiare tutto il giorno, entrambi erano eccitatissimi e non vedevano l’ora anche se lei un po’ di paura l’aveva, paura di essere scoperta e paura di non essere in grado di soddisfarlo e di deluderlo. Non aveva neanche un abbigliamento adatto all’occasione, un completino intimo veramente sexy, così uscita dal lavoro andò nel negozio di intimo a vedere se c’era qualcosa di adatto, scelse un completino di pizzo nero, il rosso le sembrava troppo da prostituta, con reggiseno a balconcino e perizoma, lo nascose in fondo alla borsa e torno a casa. La serata passò senza troppi scossoni ma la notte quasi non dormi per l’eccitazione. La mattina dopo il marito uscì presto cosi lei poté prepararsi con calma. Indossò il suo nuovo completino, si guardò allo specchio e dovette ammettere che era proprio un bel vedere. Indossò in vestitino leggero un po’ sopra il ginocchio e dei sandali bassi, un leggero trucco, infondo doveva fare un po’ di strada dove poteva incontrare gente che la conosceva. Mentre andava all’appuntamento con Michele la sua amica angela la vide e si domando che ci faceva in giro fuori a quest’ora, come mai non era in ufficio e notò anche qualcosa di diverso in lei ma mentre cambiava direzione e attraversava la strada per raggiungerla la vide svoltare ad un incrocio e poi la perse di visa, penso tra sé di essersi sbagliata.
Maria svoltato l’angolo salì sul furgone di Michele che si avviò immediatamente per non essere visti, avrebbe voluto baciarlo ma sapeva che era pericoloso, per cui si limitò ad accarezzargli il braccio mentre lui cambiava le marce. Appena raggiunta la velocità di crociera lui tolse la mano dal cambio le poggio sulla sua coscia cominciando ad accarezzarla e sollevarle sempre di più la gonna. I brividi la percorsero tutta e tutti i dubbi sparirono, non vedeva l’ora di poterlo abbracciare e baciare. Arrivati all’hotel si accorse che in realtà era un motel, le torno qualche dubbio, li aveva considerati sempre luoghi piuttosto equivoci e non molto igienici. Parcheggiarono davanti alla stanza e dovette apprezzare la riservatezza che garantiva, infatti nessuno poteva vedere chi scendeva dal furgone e loro non potevano vedere gli altri. Entrati in camera notò che era arredata con gusto ed emanava odore di pulito, lui la spinse dentro accompagnandola con una mano sul sedere e appena chiusa la porta la abbraccio da dietro cingendola in vita e baciandola sul collo. Poteva già sentire la consistenza del cazzo di Michele sul suo sedere le mani di lui che dalla vita risalivano fino ai seni, non riusciva a stare ferma, si strofinava su di lui per sentirlo meglio, lui le sfilò il vestitino dalla testa e lei si girò verso di lui, lui resto senza fiato, con quel completino era uno spettacolo, restò un attimo ad ammirarla i seni sorretti dal balconcino, i capezzoli turgidi che sporgevano, lo striminzito triangolo di pizzo che copriva il sesso e non si poteva togliere dalla mente la fugace visione del filo del perizoma che spariva tra quei splendidi glutei. Quasi si strappo la camicia di dosso, lascio scivolare a terra i pantaloni e si sfilò i boxer. Anche lei si fermo un attimo ad ammirarlo, alto muscoloso, emanava mascolinità e poi quello splendido cazzo che svettava in mezzo alle gambe già duro ed eretto. Allungò la mano e senza alcun pudore lo prese e lo guidò verso il letto come un cagnolino al guinzaglio. Si sedette sul bordo del letto e comincio a baciarglielo e leccarlo, mentre le accarezzava le palle grosse e piene e allungò un ditino tra le gambe fino a stuzzicargli il buchino, lui le accarezzava la testa e le imponeva il ritmo del movimento. Dopo un tempo indefinito in cui nessuno dei due avrebbe voluto smettere lui la fece sdraiare sul letto si inginocchio ai suoi piedi, e comincio a baciarla partendo dai piedi, dopo averle sfilato le scarpe e risalendo lungo la caviglia il polpaccio, il ginocchio sia la parte anteriore che la cava dietro, poi lungo l’interno coscia fino quasi a raggiungere il suo giardino segreto, ma quando lei fremente si aspettava di sentire la sua lingua attraverso il sottile pizzo delle mutandine lui decise di torturarla ricominciando dall’altro piede e risalendo di nuovo riservando lo stesso trattamento all’altra gamba. Lei aveva allargato le gambe per dargli più accesso e farsi baciare l’interno coscia che adorava, ormai c’era quasi, la stava baciando li dove la coscia si attacca all’inguine sentiva il suo caldo respiro sul suo sesso ma ancora una volta lui decise di prolungare la tortura. Saltò il suo fiore proibito e cominciò a baciarla sul ventre risalendo verso i seni, li raggiunse e comincio a mordicchiarli e succhiarli, i capezzoli erano turgidi e si sentiva vergognosamente bagnata. Adesso però in questa posizione poté raggiungere il cazzo di lui e stringerglielo in mano, dio mio era duro come il marmo, non lo aveva mai sentito cosi, la stava torturando ma stava torturando anche sé stesso, immaginò cosa sarebbe stato il momento della penetrazione. Ma doveva ancora aspettare. Lui scese nuovamente verso il ventre le bacio il monte di venere mentre le sfilava lentamente le mutandine, poi la lingua si fece strada, dischiudendo le grandi labbra verso il clitoride che comincio a stuzzicare con la punta mentre la penetrava con un dito che cominciò a massaggiarla dentro con movimenti circolari. Le esplose un orgasmo incredibile, violento ed inaspettato. Con lui ogni orgasmo era più forte dell’altro. Poi lui si sollevò raggiunse la sua bocca e comincio a baciarle facendole sentire il sapore del proprio piacere e mentre lo faceva appoggio la grossa cappella e spinse dentro il suo grosso cazzo che incredibilmente affondava dentro di lei come una calda lama nel burro, la riempiva e la allargava come non mai e allo stesso tempo le provocava brividi di piacere. Quando senti il ventre di lui appoggiato sul suo capì che era tuto dentro di lei. Non riusciva a crederci, aveva preso dentro un cazzo cosi grosso senza soffrire anzi godendo come una matta, lui comincio a muoversi con colpi forti e decisi, sentiva la cappella in gola, poi ruotando il bacino per farglielo sentire su tute le pareti della sua vagina, sempre senza smettere di baciarla. Gli orgasmi la prendeva senza sosta facendole perdere il lume della ragione e facendola regredire allo stato animale, lo voleva, voleva essere sua senza riguardo e senza pietà e lui la stava accontentando. Poi lui si sollevò guardandola negli occhi e affondando il suo bastone dentro di lei. Poi senza sfilarlo da dentro si ribaltò sul letto e se la trascino sopra di lui. Adesso era lei che dettava il ritmo, lo cavalcava con furia, saliva e scendeva su quello splendido bastone, ruotava il bacino, si abbassò su di lui per baciarlo e si accorse che intorno al letto c’erano specchi che le permettevano di vedersi, vedere il grosso cazzo che le entrava dentro, come se stesse guardando un’altra coppia che lo faceva e la cosa la eccitava sempre di più. Aveva perso la cognizione del tempo, non sapeva da quanto tempo lo stavano facendo ma lui non accennava a smettere, la scopava con furia animale. In tutte le posizioni, sopra, sotto, di fianco. Ad un certo punto la fece sdraiare a pancia in su le gambe strette, si sdraiò su di lei con le gambe larghe e la penetro cosi, malgrado la posizione poco favorevole la penetrazione era ancora profonda e sentiva il bastone stuzzicargli il clitoride e l’orgasmo fu più incredibile degli altri. Più volte quando la prendeva da dietro aveva provato a strofinarle il glande sul buchino, doveva ammettere che la cosa non le dispiaceva ma aveva troppa paura a prendere per la prima volta nel sedere un cazzo cosi grosso. Cosi gli chiese di aspettare. Sudati e stanchissimi si fermarono, guardò l’orologio, era quasi l’una, avevano scopato per quasi quattro ore! Altro che i due minuti scarsi del marito!
Anche se non era in ritardo, il pomeriggio doveva rientrare in ufficio per evitare troppi sospetti e domande, si alzò e si diresse verso il bagno, sentiva il piacere di lui che lo colava lungo le gambe, era una sensazione bellissima, avrebbe voluto tenerlo dentro tuto il giorno, entrata in doccia si accorse una parete era completamente vetrata e dava sulla camera, poteva vedere Michele ancora sdraiato sul letto nudo e notò che anche moscio il suo sesso era impressionante, si domandò come fosse riuscita a prenderlo tutto. Si stava insaponando quando si accorse che anche lui si era accorto di lei dentro la doccia e mentre la guardava se lo stava menando lentamente. Decise allora di dargli uno spettacolino insaponandosi con voluttà sedere, seni, cosce. Notò con sorpresa che il cazzo di Michele stava ritornando alla vita, come era possibile? Avevano scopato per quattro ore e aveva ancora voglia! Decise di stare al gioco e continuare a provocarlo, gli diede le spalle strofinando il sedere insaponato sulla vetrata che li separa, sicura che quando si fosse girata lui sarebbe stato di nuovo duro, ma quando si girò lui non era più li. Un po’ delusa riprese comincio a sciacquarsi, che pretendeva? Mica era di ferro. Ma mentre si godeva il calore dell’acqua calda sul suo corpo senti aprirsi la porta sella doccia, e gli apparse Michele nudo con il cazzo dritto che la puntava, lancio un urletto di sorpresa portandosi una mano alla bocca, lui la spinse contro la parete della doccia, la girò, le puntò il cazzo sulle labbra della figa e la penetrò sotto l’acqua che scorreva sui loro corpi.
Comincio a scoparla con energia, quasi stessero cominciando in quel momento, ad ogni colpo quasi la sollevava da terra e lei godeva e godeva, non le sembrava vero. L’ennesimo orgasmo la stava devastando e lui venne dentro di lei per l’ennesima volta. Uscirono dalla doccia, si rivestirono ma non trovava più le mutandine, gli chiese se le avesse viste, lui le teneva in mano e con un sorriso le disse, queste le tengo io come ricordo. Un po’ le dispiaceva lasciargliele, erano del completino appena comprato ma poi penso che in fondo lo aveva preso per lui e quindi era giusto, inoltre se lo avesse indossato in presenza del marito chissà cosa avrebbe pensato lui. Si rese però conto che sarebbe dovuta uscire e passare il resto della giornata in ufficio senza mutandine. La cosa la infastidiva si sentiva nuda ma ormai non poteva rimangiarsi il gesto. Salì sul furgone di lui e si avviarono verso l’ufficio di lei, la sensazione era strana si sentiva nuda e vulnerabile ma allo stesso tempo eccitata, più passava il tempo più le stava piacendo stare nuda sotto. Mentre rientravano diede un’occhiata al cellulare per vedere se c’erano messaggi e vide un messaggio dell’ufficio che non avevano ancora risolto il problema dei computer e dovevano starsene a casa. Quasi bestemmiò poteva passare un’intera giornata a letto con Michele e invece adesso stavano rientrando. Si maledisse per non averlo guardato prima……
Disse a Michele che la poteva lasciare dove l’aveva presa che poi si sarebbe arrangiata. Senza dargli altre spiegazioni. Lui la lascio con un casto bacio sulla guancia onde evitare rischi.
Il destino però riserva sorprese non sempre gradite, uscita dalla strada secondaria mentre si avviava verso casa godendosi la leggera carezza dell’aria sulla passerina e ripensando con piacere alla mattinata trascorsa con Michele, ricordo risvegliato dal calore dello sperma dell’ultimo amplesso che lo colava lungo le gambe. Si senti chiamare, fu come risvegliarsi da un bellissimo sogno. Per fortuna era la voce di angela che riconobbe immediatamente. Ma quando angela la affianco le fece subito una domanda imbarazzante. L’aveva vista la mattina svoltare in quella strada ad un orario diverso da quello suo solito, l’aveva seguita ma l’aveva persa, lei subito si inventò la scusa del guasto dei computer e che ne aveva approfittato per fare alcune commissioni. Non sapeva però cosa aveva effettivamente visto angela e la cos la turbava. Le chiese se aveva voglia di prendere un caffè, casa sua era li vicino. Angela accettò volentieri e col suo solito carattere solare cominciò a ridere e scherzare, andarono in cucina a preparare il caffè poi si accomodarono sul divano a berselo comodamente. Angela le disse che la trovava più radiosa che mai, e aggiunse a mo’ di battuta come una avesse appena goduto, anche se era un po’ sbattuta. Maria si sentiva in imbarazzo Angela lo noto e le chiese se c’era qualcosa che non andava, se stava male. Maria era indecisa, non aveva voglia di avere segreti con la sua migliore amica. Così le racconto tutto, del sito, delle sue curiosità, di Michele, dei loro incontri e di quello che aveva provato e dei piaceri del sesso che aveva scoperto. Angela restò inebetita, non che le dispiacesse, ma mai e poi mai avrebbe immaginato che la sua amica Maria, cosi pudica e timida avesse fatto quello e gliene stesse parlando con tanta libertà, parlava del cazzo di Michele e di quanto era grosso rispetto a quello di suo marito e di quello che aveva provato, degli orgasmi multipli e dei tentativi di penetrazione anale. Non sembrava la Maria che aveva conosciuto. Non era scandalizzata, in fondo era quello che aveva sperimentato lei stessa dopo la morte del marito, ma da Maria non se lo saprebbe proprio aspettato. Poi le venne un flash, vuoi vedere che la santerellina era andata a farsi scopare, quando lei l’aveva persa la mattina?
Non disse una parola, erano sedute a fianco, con una manovra fulminea infilo la mano tra le cosce di Maria per verificare e con sua grande sorpresa non solo scopri che non indossava mutandine ma che era tutta appiccicosa. Maria sobbalzò al gesto di Angela ma non riuscì ad impedirlo, di certo non se lo aspettava. Angela tiro fuori le dita le annusò e le leccò per sicurezza, sapeva proprio di sperma, la santerellina era appena tornata da una scopata e dall’aspetto che aveva doveva essere stata colossale. Angela da quando le era morto il marito aveva cominciato a scoprire una parte di lei che aveva sempre tenuta nascosta, anche per lei il sesso col marito era stato molto deludente, ma dopo si era rifatta con gli interessi e capiva Maria, solo non se lo aspettava, aveva provato di tutto, uomini, donne, ragazzi e tutto ciò che riguardava il sesso le piaceva. Si era anche scopata il figlio di Maria che le era sempre piacito sin da quando era un ragazzino ma questo non glielo avrebbe mai detto. Nel suo nuovo essere disinibita e prendere dalla vita tutto quello che poteva, infilo nuovamente la mano tra le cosce di Maria e cominciò a baciarla in bocca. Maria u talmente presa alla sprovvista che non riuscì a reagire, si trovò la lingua di angela che le mulinava in bocca le dita di angela che le accarezzavano la passerina e che la penetravano. In un modo completamente di verso da come l’aveva toccata Michele ma altrettanto piacevole. Inizialmente non sapeva che fare ma poi decise che questo era il nuovo corso della sua vita e doveva provare tutto, anche questo e chi meglio di angela poteva essere la sua compagna di esplorazione?
Con questo pensiero cominciò a rispondere al bacio di angela e si lascio scivolare sul divano per permettere all’amica di penetrarla più agevolmente. Ma angela non si fermo a questo, smise di baciarla, si inginocchiò tra le sue gambe e comincio a leccarla divinamente mentre le infilava le dita che fino a poco tempo fa era state nel suo sesso in bocca.
Un nuovo orgasmo la prese, era diverso dagli altri meno forte ma più profondo, tirò su l’amica si mise in piedi anche lei e si sfilo il vestito, restando solo col reggiseno a balconcino, angela fece lo stesso, si sbottono il vestito e lo lascio scivolare ai suoi piedi, si sgancio il reggiseno e si abbracciarono ricominciando a baciarsi, il contatto dei propri seni su quelli di angela era una sensazione nuova e piacevole, sentire i capezzoli turgidi che si sfioravano, poi fu il suo turno a inginocchiarsi davanti ad angela, sfilarle le mutandine farla sdraiare sul divano e leccarla. Era una sensazione strana, ma la fisiologia della donna la conosceva bene e pur non avendolo mai fatto sapeva benissimo dove leccare con più o meno pressione, senti angela che cominciava ad agitarsi scompostamente e poco senti l’orgasmo di angela esplodere e travolgerla. Poi si stesero sul divano e restarono abbracciate a lungo.


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