Prime Esperienze

Alice


di Elisic
08.04.2021    |    1.715    |    5 8.7
"Le piaceva da morire così decise di tenerlo in fondo erano solo lei è il nonno, nessuno l’avrebbe criticata..."
Alice era una bimbetta allegra e spensierata, viveva in una grande casa padronale con i genitori e il fratellino. Al piano di sopra abitavano i nonni. Da quando era morta la nonna, appena potevano, lei è il fratellino salivano dal nonno per fargli compagnia e d’estate finita la scuola passavano intere giornate dai nonni. Mentre il fratellino amava i videogiochi lei adorava leggere e ascoltare le favole. Così tormentava il nonno per farsi leggere qualcosa. Si accoccolava sulle sue ginocchia e ascoltava estasiata i racconti del nonno. Crescendo non aveva perso l’abitudine anche adesso magari lèggevano insieme un libro ma non rinunciava al suo rifugio sulle ginocchia del nonno.
Le cose cominciarono a cambiare l’estate dei suoi 12 anni, stava crescendo, ne era cosciente, il suo fisico stava cambiando, ma non voleva rinunciare ai momenti col nonno. Anche il nonno cercava di farle capire che stava diventando una signorina e non aveva più l’età per quelle cose. Ma lei non voleva saperne, così mentre il fratello si rimbecilliva di videogiochi lei si accoccolava sulle ginocchia del nonno con un nuovo libro da leggere insieme. Adorava la voce calda del nonno mentre leggeva e si perdeva in quei mondi fantastici. Quell’estate però , forse perché cresciuta, forse i vestiti più leggeri e striminziti non riusciva facilmente a trovare la sua posizione coccolosa sulle ginocchia del nonno.
C’era sempre qualcosa di fastidioso, un intruso, che non la faceva stare comoda, era costretta a muoversi più e più volte prima di trovare una posizione comoda. Non che quell’intruso sparisse ma alla fine trova una via di mezzo che pur se non completamente a suo agio la faceva stare tranquilla. Aveva più volte pensato di dirlo al nonno ma poi col tempo ci si era abituata e anzi quando sentiva l’intruso muoversi lo trovava pure piacevole.

Il nonno era sconvolto, non capiva cosa gli stava accadendo, Alice stava crescendo era in quell’età di mezzo in cui non era più una bambina ma non era ancora sbocciata, un frutto acerbo ma succoso. La sua nipotina adorata a cui voleva un bene dell’anima gli provocava sconvolgimenti fisici che non provava da anni. Aveva provato ad allontanarla fisicamente per evitare quest’imbarazzo ma non c’era stato verso la monellina si incollava sempre a lui. Doveva però ammettere che malgrado l’imbarazzo e la vergogna interiore, guardarla con quei vestitini estivi leggeri e corti, ammirare le sue gambe lunghe e slanciate, i piccoli seni appena accennati, il culetto sodo, gli provocava grande piacere. Per non parlare di quando si metteva seduta sulle sue gambe, gli provocava delle erezioni che duravano ore, cosa che non gli capitava più da anni. Se ne vergognava profondamente ma doveva ammettere che cominciava a piacergli e apprezzarlo.

Quel giorno Alice, accoccolandosi sulle ginocchia del nonno non sentì il solito fastidioso gonfiore. Li per li ci rimase male, è vero che inizialmente lo trovava scomodo ma ci si era abituata e anzi doveva ammettere che le piaceva proprio. Dopo un primo momento di delusione, cominció a muoversi sulle gambe del nonno sperando di ritrovarlo. Inizialmente le sue manovre non sembravano sortire alcune effetto ma poi cominció a sentire qualcosa e dopo breve tempo lo ritrovò completamente. Si posizionò in modo da tenerlo tra i glutei, dove non solo non le dava fastidio ma addirittura le piaceva.

Il nonno quel giorno in un momento di lucidità stava tentando di resistere alle tentazioni e cercare di controllare le sue reazioni. E ci stava riuscendo. Alice era sulle sue ginocchia,lui leggeva il li libro, e il suo corpo non aveva alcuna reazione. Poi la piccola diavoletta comincio a muoversi su di lui, a strofinarsi e tutti i suoi buoni propositi evaporarono in una possente erezione. A quel punto il piccolo diavoletto si sistemò in modo da tenerselo tra i glutei. Non capiva se Alice lo facesse apposta o se era solo un caso e questo tarlo gli tormentava l’esistenza.

Qualche giorno più tardi i genitori di Alice dovevano accompagnare il fratello ad un campo estivo , così lasciarono Alice con il nonno per un paio di giorni. Il primo giorno per lei trascorse abbastanza tranquillamente, non fu lo stesso per il nonno. Vedersela girare per casa con quei micropantaloncini che non solo non nascondevano nulla ma evidenziavano ogni curva lo tenne praticamente in erezione continua, poi quando dopo pranzo passando davanti alla stanza di Alice la vide mentre si cambiava......superò la sua capacità di sopportazione. Era girata di spalle si era tolta pantaloncini e maglietta, indossava solo un paio di mutandine di cotone con gli orsetti, per nulla sexy sul suo corpo acerbo creavano un effetto sconvolgente.
Dovette far ricorso a tutta la sua volontà per non entrare nella stanza, tiró dritto si diresse in bagno e si infilò sotto una doccia gelata.

Superato questo momento di crisi si era accomodato sulla sua poltrona, ancora in accappatoio, e si era appisolato quando fu svegliato di soprassalto da Alice, che si sedette sulle sue ginocchia.
Alice rovistando nella stanza dove dormiva aveva trovato un vestitino che utilizzava qualche anno prima, lo adorava, così decise di provarlo lo stesso, si guardò allo specchio, era un po’ troppo corto e molto aderente, si vedeva anche il rigonfiamento dei suoi piccoli seni. Le piaceva da morire così decise di tenerlo in fondo erano solo lei è il nonno, nessuno l’avrebbe criticata.
Arrivata nel salotto vide il nonno che sonnecchiava, era indispettita che non potesse vederla così decise di svegliarlo sedendoglisi addosso.
Con aria innocente si sedette sulle sue gambe agitandosi un po’ per svegliarlo. Il poveretto si svegliò di soprassalto nel mezzo di un sogno in cui la protagonista era proprio la sua nipotina.
Agitandosi sulle ginocchia del nonno per trovare la sua posizione il vestitino si era sollevato completamente sui fianchi, non aveva però considerato che il nonno indossava solo l’accappatoio, le sue manovre ebbero il risultato che l’accappatoio si era aperto e tra il suo culetto e il gonfiore fastidioso del nonno c’era soltanto il leggero tessuto delle sue mutandine. Aveva già da un po’ capito che non si trattava di un telefonino o un qualsiasi oggetto e il fatto che il nonno non la allontanasse ma la lasciasse giocare in quel modo la eccitava e la stimolava ad osare di più.
Adesso sentiva distintamente il gonfiore e la consistenza del membro del nonno, ne sentiva il calore attraverso il leggero tessuto delle mutandine, sentiva le cosce pelose del nonno che le graffiavano la delicata pelle delle sue gambe.
Aveva parlato dei maschi con le sue amiche, una di queste aveva un fratello maggiore, lo aveva spiato mentre era in bagno e le aveva raccontato quello che aveva visto. Alice era un po’ invidiosa ma adesso avrebbe avuto lei qualcosa da raccontare.

Questa volta anziché fermarsi dopo aver fatto accomodare il rigonfiamento tra i suoi glutei, continuò a muoversi, le sensazioni che stava provando erano incredibili, sentiva dentro un incredibile stato di agitazione. Per la prima volta il nonno seguiva i suoi movimenti, li accompagnava. Le mise una mano sui fianchi per guidarla nei movimenti mentre con l’altra le accarezzava le cosce.
Sentiva il gonfiore farsi sempre più duro e bollente. Il nonno si muoveva sempre più velocemente. Anche lei sentiva un calore incredibile tra le cosce e una sensazione di umido.
Quando la mano del nonno raggiunse il suo fiorellino e cominció ad accarezzarla, attraverso le mutandine, sentì un fremito esploderle dentò partendo dal suo ventre e irradiandosi per tutto il corpo, inarcò la schiena e si sdraiò sul nonno che l’abbracciò e la strinse a se. La sensazione era stata talmente forte e intensa che quasi svenne.
Quando si riprese non aveva la più pallida idea di quanto tempo fosse trascorso. Il nonno la teneva ancora stretta tra le braccia, le dava teneri bacetti sulla testa, lei si girò gli sorrise e gli diede un bacio sulla guancia. Poi il nonno le disse: meglio che vai a lavarti.
Arrivata in bagno si tocco dietro, senti un liquido appiccicoso che le impregnava le mutandine e il culetto. Dapprincipio non capì ma poi capì e si regalo un sorriso allo specchio. Era curiosa, ne raccolse un po’ con le dita e lo annusò, il profumo non era male e poi portò le dita alle labbra per sentirne il sapore, era huono. Stavolta sarebbe stata lei a raccontare all’amica cose straordinarie. Aveva portato al piacere un maschio e ne aveva assaggiato il seme.
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