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Il volontariato


di Elisic
19.02.2019    |    4.345    |    3 9.5
"Faceva caldo e lei aveva indossato un vestitino estivo abbottonato sul davanti ma visto il comportamento del ragazzo si era abbottonata fino all’ultimo..."
Maria aveva fatto l’insegnante alle scuole elementari, raggiunta l’età della pensione pensava di godersi col marito la libertà dal lavoro. Ma pochi anni dopo il pensionamento il marito morì così si ritrovò da sola con tanto tempo libero.
Dopo la morte del marito si era molto avvicinata alla chiesa, così quando il parroco le proposte di insegnare Italiano a un gruppo di stranieri che frequentava la parrocchia accettò volentieri. Si sentiva piena di energia era ancora in ottima forma fisica malgrado avesse superato i sessanta, alta, magra le piaceva camminare e andare in palestra
Cominciò con entusiasmo questa nuova avventura, amava insegnare, era stata tuta la sua vita. La classe era variegata ragazzi tra i venti e i trent’anni di varia provenienza: africani, dell’est europeo e anche qualche asiatico. Preferiva di gran lunga ragazzi africani erano più volenterosi, più attenti e anche più educati e rispettosi. Il suo preferito era Nico un ragazzo senegalese di 27 anni con una buona cultura, molto educato e attentissimo alle sue lezioni. Faceva sempre interventi mirati alle sue lezioni e progressi incredibili, così quando poteva gli dedicava del tempo extra. Era diventato amico di Ladi un ragazzo albanese che a lei non piaceva per nulla, arrogante, maleducato, quello che lei definiva una cattiva compagnia. Chiaramente non poteva dire queste cose ma forse lo lasciava trasparire dal suo comportamento.
Aveva deciso di rinnovare casa e in particolare la camera da letto il giorno che dovevano consegnarle i mobili i figli erano tutti impegnati così chiese a Nico se potesse aiutarla. Lui chiaramente disse che lo avrebbe fatto volentieri ma che aveva bisogno di una mano di aiuto. Se lei era d’accordo l’avrebbe chiesto a Ladi. La cosa la contrariò un po’ ma non c’erano molte alternative così accettò. Il giorno definito Lei svuotò i vecchi mobili appoggiando tutti vestiti sul letto per permettere ai ragazzi di portare i mobili in cantina e fare spazio ai nuovi. Per risparmiare aveva preso i nuovi mobili senza il servizio di montaggio visto che Nico gli aveva assicurato che potevano farlo loro. E così fu, arrivarono i mobili nuovi e i ragazzi cominciarono a montarli. Nico si dava molto da fare mentre, come immaginava, Ladi bighellonava per casa senza aiutarlo e più di una volta lo sorprese a curiosare tra la sua roba sul letto in particolare tra la biancheria intima. Lei amava la biancheria sexy e quando il marito era vivo amava comprarla per sorprenderlo e eccitarlo. La cosa però la infastidiva tantissimo, trovava il comportamento del ragazzo scortese e invadente. Inoltre, non le piaceva come la guardava, sembrava la spogliasse con gli occhi. Faceva caldo e lei aveva indossato un vestitino estivo abbottonato sul davanti ma visto il comportamento del ragazzo si era abbottonata fino all’ultimo bottone, si sentiva in imbarazzo. Finito il lavoro diede ai ragazzi il compenso pattuito e li accompagnò alla porta, si sentiva sollevata, il comportamento di Ladi l’aveva infastidita parecchio. Senza più pensarci si dedicò a ripulire e riempire il nuovo armadio e i nuovi cassettoni. Faceva caldo e si era di nuovo sbottonata il vestito forse anche qualche bottone di troppo ma era sola e non aveva importanza. Era tutta presa da questo lavoro approfittando anche dell’occasione per fare un po’ di cernita, quando suonarono alla porta. Chi poteva essere? Non aspettava nessuno. Quando apri la porta si trova davanti Ladi, si rese conto troppo tardi, seguendo lo sguardo del ragazzo che il vestito era troppo sbottonato, le si vedevano i seni quasi fino alle aureole e anche le cosce erano parecchio scoperte. Con aria altezzosa chiese al ragazzo: “che ci fai qui?” lui: “credo di aver dimenticato il telefonino” e senza neanche chiedere il permesso si diresse verso la camera da letto. Lei lo seguì arrabbiata come si permetteva quello sfrontato!
Ladi aprì un paio di ante dell’armadio ed esclamò trionfante: “ah eccolo qui” e si girò verso di lei.
Lei era furente le mani sui fianchi, lui la guardo doveva ammettere che malgrado l’età era ancora una bella donna nell’inseguirlo il vestito si era un po’ scomposto e adesso la tetta destra era quasi completamente scoperta e anche quella, malgrado l’età sembrava ancora soda. Ladi la guardò con insistenza poi guardo lei sul letto su cui erano sparsi una serie di completini intimi molto sexy. Li aveva intravisti mentre montavo i mobili ma adesso li poteva vedere per bene, erano ordinati sul letto: perizomi, completini di pizzo, completini trasparenti. Non l’aveva mai immaginato la “maestra” con quella roba indosso ma adesso che la vedeva, il solo pensarlo lo stavo facendo eccitare e perdere un po’ di lucidità. Tra l’altro aveva sempre pensato che lei facesse dei favoritismi nei confronti di Nico. Così senza sapere il perché, rispose con rabbia ed arroganza alla rabbia di lei: “stavi facendo una sfilata di moda Immaginando che il tuo stallone nero ti guardasse?” Lei ancora più arrabbiata gli disse: “come ti permetti? Esci subito da qui!”
Ma lui, anziché andarsene le diede un sonoro schiaffo che la fece cadere sul letto dicendole:
“Zitta Troia! credi che nessuno si sia accorto di come guardi e di come tratti Nico? Lo sanno tutti che hai un debole per lui e per il suo grosso cazzo nero”.
Lei era sconvolta per quelle parole e per quel comportamento, era anche un po’ impaurita. Aveva sempre pensato che il ragazzo fosse un violento ma le parole di lui le bruciavano. Effettivamente trattava Nico in maniera particolare ma non certo per quello che aveva detto il ragazzo ma solo perché era educato e gentile. Provò a difendersi ma non riusciva a trovare le parole, nessuno l’aveva mai trattata in quel modo. Si sentiva indifesa, esposta e in pericolo. Poi avvenne l’incredibile, ragazzo cominciò a scattarle delle foto col telefonino che aveva in mano. Lei era stupita da quel comportamento, poi però si rese conto del perché. Cadendo sul letto il vestito le si era sollevato completamente, le lunghe gambe erano completamente esposte fino alle mutandine, il seno destro ora era completamente uscito dal vestito e faceva bella mostra di sé. Il ragazzo, un sorriso maligno sulla bocca, le ordinò:
“Adesso farai la sfilata per me altrimenti queste foto faranno il giro della classe e dell’intera parrocchia”.
Lei era stordita da minaccia, voleva ribellarsi, urlare, denunciarlo ma si sentiva incapace di reagire.
Obbedì come un automa, si rimise in piedi, prese un paio di completini recandosi in bagno, indossò il primo completino, si rimise sul vestito e tornò in camera da letto. Il ragazzo si era seduto sul letto e aspettava, quando lei entrò le disse: “bene, fammi vedere” Lei si sbottonò il vestito molto pudicamente, lo sguardo basso.
“toglilo completamente e girati” Ordino il ragazzo: “complimenti! Devo ammettere, niente male ma fammi vedere anche altro”
Lei raccolse il vestito da terra e tornò in bagno. Indossò il secondo completino. Si sentiva completamente nelle mani del ragazzo, riusciva a fare solo quello che lui le ordinava, la sua volontà era completamente annullata. Tornò in camera da letto e si mostrò di nuovo ragazzo che le ordinò di girarsi per guardarla bene.
“Niente male” disse lui “ma hai scelto i due più casti che avevi. Adesso indossa questo” e le lancio un completino con un perizoma con un anello che univa i tre fili dietro.
“No, questo no, lo usavo solo con mio marito e mi vergogno”
“Indossalo!” le ordinò “sennò spedisco subito le foto a tutti”.
Con lo sguardo basso lei si rivolse verso il ragazzo e prese il completino dalle sue mani, non potendo non notare che la tuta del ragazzo era gonfia in maniera incredibile all’altezza dell’inguine.
Però anche alla sua età faceva eccitare un ragazzo giovane, pensò.
Anche il ragazzo notò che lo stavo guardando lì e le disse: “Anche tra noi bianchi c’è chi ce l’ha grosso”. Quando tornò in camera col perizoma indosso, un po’ si vergognava ma l’idea che ragazzo stavo si stava eccitando, stava facendo eccitare anche lei.
Lui la fece girare, si alzò, si avvicinò, le girò intorno e la guardò per bene.
Le palpò il sedere: “Certo che hai proprio un bel culo, se gli alunni della classe sapessero che indossi biancheria di questo genere se lo tirerebbero tutti fuori e se lo segherebbero davanti a te a lezione”.
Lei non riusciva a spiegarsi il perché, ma il comportamento arrogante del ragazzo, la dominazione, l’idea di essere esposta. La stavano facendo eccitare, i capezzoli erano gonfi e turgidi. Il ragazzo se ne accorse:
“Sei proprio una gran Troia”
Lei si difese: “No è che ho freddo”.
Poi il ragazzo rimestò ancora tra la sua biancheria e tirò fuori quello che lei mai avrebbe voluto lui trovasse. Si trattava di un body che aveva comprato insieme al marito in un sexy shop, in realtà non copriva nulla. Era un insieme di fili che più che coprire contornava ed esaltava le parti intime. Per esempio, due fili incorniciavano le labbra della fica lasciandola completamente scoperta, e poi si univano per sparire nel solco tra i glutei. Lei era diventata rossa al solo pensiero di indossarlo davanti a lui. Lui si girò verso di lei e disse:” e questo cos’è? non dirmi che è quello che penso io. Sei proprio una gran Troia, fammelo vedere indossato!” Lei si difese, provò a dire di no ma l’unica cosa che ne ricavò fu solo un altro schiaffo.
Andò in bagno tremando, lo indossò, si coprì col vestito. Non si spiegava il perché ma era ancora eccitata, i capezzoli turgidi che adesso non poteva più nascondere e soprattutto era bagnata in maniera incredibile mezzo alle gambe. Nessuno l’aveva mai trattata in questa maniera. Non lo credeva possibile ma la sottomissione le stava creando un’eccitazione che non poteva nascondere almeno a sé stessa. Quando tornò in camera da letto restò immobile in piedi con addosso il vestito, si vergognava da morire, lui era in piedi difronte a lei, le ordinò: “toglilo subito e fammi vedere quanto sei Troia”.
Lei lasciò cadere a terra il vestito, lui restò a bocca aperta, la donna aveva un fisico incredibile e quel body lo rendeva ancora più eccitante. Le girò intorno le schiaffeggiò il sedere, palpò i seni, le passò un dito nel solco tra i glutei. Lei tremava e non per il freddo, ogni contatto delle mani di lui era come una scossa elettrica che la attraversava il corpo. Poi si mise di fronte a lei, allungò la mano tra le sue gambe: “Vediamo se hai freddo anche qui” e mentre pronunciava queste parole il suo dito era già tra le grandi labbra, scivolò dentro, tanto era bagnata. Comincio a penetrarla con forza e decisione, le dita diventarono due. Malgrado lei cercasse di trattenersi cominciò mugolare di piacere, lui le mise una mano sulla spalla e la spinse in basso, tirò fuori il grosso cazzo duro e glielo mise in bocca. Le mise la mano dietro il collo e cominciò a scoparle la bocca, si sentiva usata, umiliata ma la cosa le piaceva da morire. Poi la fece sollevare la mise a 90° sul letto e la penetrò da dietro. La scopo con violenza e furia animale. Gli orgasmi si susseguivano senza tregua tanto che lei ne aveva perso il conto. Quando lui le infilò due dita nel buchino esplose urlando tutto il piacere che stava provando. Lui sorrise e le scaricò dentro tanta di quella sborra che le colava sulle cosce. Senza che lei se ne rendesse conto lui fece un’ultima foto. Quella vista era entusiasmante, il maestoso culo della maestra, il buchino dilatato e la figa che aperta da cui colava tanta sborra…… poi sì ripulì il cazzo con il suo vestito e le disse:
“Preparati, la prossima volta mi porto anche Nico E ti scopiamo insieme”.
Lei si accasciò sul letto piena e soddisfatta come non lo era mai stata in vita sua. Quando si riprese riflettè sull’accaduto,non aveva mai tradito il marito, ne da vivo ne dopo la morte, sarà stato che da quando era morto il marito non aveva lo più fatto, sarà stato il fatto che non era mai stata sottomessa, usata in quel modo, ma doveva ammettere che era stata una delle esperienze più sconvolgenti della sua vita.


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