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La figlia del capo3


di cris35
10.07.2012    |    17.683    |    0 9.7
"” Non ho nemmeno preso fiato, è uscito tutto di getto, mi sento svuotato di quel peso che mi ha fatto compagnia questa notte, tutti i pensieri che avevo..."
Adesso arriva la parte più dura per me, il ritorno alla vita reale, il sogno di questa notte rimarrà indelebile nella mia memoria, anche nel mio cuore, stanotte ho amato veramente, come mai mi era capitato prima, però adesso devo fare i conti con la realtà, devo fare i conti con la differenza d’età in primis, devo fare i conti perché lei è la figlia del mio capo, devo fare i conti con lei, lei che in questo momento sta dormendo qui di fianco a me, bella nella sua innocenza, intanto comincio a preoccuparmi, mille pensieri iniziano a farsi strada nella mia testa, non so che fare, cosa le dico quando si sveglia, cosa ne sarà di noi, lei mi piace sul serio, la sfida che mi ero posto all’inizio si è trasformata, sono andato oltre, un po’ troppo forse, posso tornare indietro per carità, ma quale sarà il prezzo da pagare? Torniamo ad essere colleghi come prima e mi salvo il culo al lavoro? Lei sarà d’accordo? Oppure andiamo avanti con la nostra storia, che per carità è iniziata qualche ora fa, ma sento che anche da parte sua c’è “molto”? Appena si sveglierà ne parleremo, ne dobbiamo parlare, non si può fare come niente fosse dopo quello che abbiamo provato questa notte…
“Ehi, sei già sveglio?” la sua dolce voce mi fa sognare, è una musica che non ho mai sentito prima
“Mi sono appena svegliato, stavo guardando quanto bella sei!!!”
“Ma va, che dici, sarò un disastro, come faccio ad essere bella appena sveglia???”
“Lascia stare, non capisci niente in fatto di donne tu, fidati di me, sei semplicemente meravigliosa!!!”
“Grazie Alberto, sei tanto dolce e caro…” e ci baciamo teneramente, non è stato solo un sogno questa notte, se non gliene fregasse niente di me, mi avrebbe già spedito, ma siamo qui, a coccolarci teneramente, ci stiamo cercando, non siamo sazi dopo la scorsa notte, la voglia ci sta prendendo nuovamente, ma come tutte le cose belle, spesso c’è una fine, e quella viene nel momento in cui bussano alla porta, piuttosto insistentemente, la voce di Chiara si fa coraggiosa e ci chiama, Edel si alza e le va ad aprire la porta, con lei c’è il mio collega, lui ha due occhiaie e un sorriso che arriva a casa, lei sembra serena, e adesso siamo qui, tutti e quattro sul lettone, che si fa?
Le ragazze che non sono delle bambine, sanno già cosa ci aspetta al ritorno, la realtà è una e una sola, da una parte io e Edel, dall’altra loro due, non una semplice avventura la nostra, la loro non posso giudicarla, si conoscono da un giorno appena, ma in queste poche ore ho visto un grande affiatamento, come lo diciamo a papà? E cosa diciamo a papà soprattutto?
Di prima mattina è dura affrontare discorsi del genere, decidiamo per una pausa, per far colazione, in modo tale da poter ragionare meglio, la mattina la passiamo a sistemarci perché dobbiamo lasciare le camere e a parlare di quello che potrebbe succedere una volta rientrati, facciamo ipotesi su tutto quello che ci potrà accadere, sulle varie situazioni, su come possiamo far trasparire piano piano queste relazioni, sul fatto che i due dipendenti più fidati si sono messi assieme alle figlie, la differenza d’età…ma dove ci siamo ficcati????
Al cuor non si comanda, e il viaggio in macchina scorre parlando e parlando e parlando, non c’è una soluzione, ce ne sono tante e tutte vanno bene, come no, ognuna ha i suoi pro e i suoi contro, quale sarà il male minore? Carriera e posto di lavoro o l’amore, cosa scegliere? Vorrei entrambe le cose, sono troppo egoista? Che dubbio amletico, intanto arriviamo a casa delle ragazze, i loro genitori non ci sono, ci salutiamo, siamo esausti è stato un weekend intenso, in tutti i sensi, con Edel ci vediamo domani al lavoro, con Chiara ci salutiamo calorosamente, è stata un’ottima compagna di viaggio, il mio collega si sofferma a parlare con lei un paio di minuti, poi pronti per andarcene a casa nostra, domani sarà una mattinata impegnativa…
In ditta sembra che questa mattina ci sia un’atmosfera diversa, un’aria nuova, non è più l’ufficio di venerdì scorso, eppure tutte le cose sono al loro posto, anche il mio nome sulla porta d’ingresso dell’ufficio, non sono stato rimosso nel weekend come mi era balenato per la mente in un momento di crisi, sono qui, c’è tutto qui, c’è il mio collega, tra poco arriva anche Edel, tra poco arriva anche il capo, tra poco arriva….ma dov’è il capo? Di solito è già qui, anche Edel di solito è già qui, ecco , li vedo arrivare due sorrisi mai visti, lei raggiante come non mai, lui fiero e sereno, io al vederla mi sto sciogliendo, lei mi strizza l’occhiolino..
“Signor Alberto, mi può raggiungere un momento nel mio ufficio?” mi fa il capo con tono imparziale
“Arrivo subito signor Direttore, do le consegne alla signorina e la raggiungo”
“Bene, faccia veloce che stamattina sono di fretta e non ho tempo, la devo aggiornare su un paio di questioni urgenti di bilancio”
“Un minuto e sono da lei Direttore”
La sudorazione è a mille, spero non si noti e soprattutto sia solo una questione di lavoro, saluto Edel con fare impacciato, non so se baciarla velocemente e dirle quello che dovrà fare stamattina, o fare come se fossimo solo colleghi, lei capisce l’imbarazzo e decide per me, oggi manteniamo il tono professionale, sa già quello che c’è in programma per oggi, ne avevamo discusso venerdì, me n’ero dimenticato, quindi mi dice di sta tranquillo e di andare che non ci saranno problemi…
Busso ed entro, il capo è seduto che sfoglia un giornale, i suoi 5 minuti di relax prima di iniziare a lavorare, mi fa segno di accomodarmi
“Allora, veniamo al sodo che stamattina sono proprio di fretta, dimmi, che intenzioni hai?”
Il fatto che sia passato dal “lei” al “tu” mi mette agitazione, la domanda diretta mi spiazza, speravo di arrivarci girandoci un po’ attorno, invece no, quindi o la va o la spacca
“Senta signor Direttore, è successo che ho perso la testa per sua figlia, è una ragazza meravigliosa, è bella dentro quanto lo è fuori, mi sento di dirle che la cosa sia reciproca, certo la differenza d’età non gioca a mio favore, la mia posizione stessa non gioca a mio favore, ma al cuor non si comanda, ho cercato di andarci coi piedi di piombo, ma è capitato, e sento di essere ricambiato in questo mio sentimento, nonostante i suoi vent’anni, Edelweiss è una donna, non è una ragazzina, in questo mese ho visto molte cose che mi hanno sorpreso, una ragazza con la testa sulle spalle, senza grilli per la testa, molto posata, una collega di lavoro, se posso permettermi, molto capace, un’amica sincera, spero che sarà anche la donna con la quale iniziare un qualcosa di importante, nel caso servisse sono pronto a darle le mie dimissioni, se il fatto che io e sua figlia ci vediamo le crea problemi o pensa che li possa creare qui al lavoro, sono pronto a farmi da parte, ma la prego di non negarmi la possibilità de vedere sua figlia.”
Non ho nemmeno preso fiato, è uscito tutto di getto, mi sento svuotato di quel peso che mi ha fatto compagnia questa notte, tutti i pensieri che avevo fatto, tutte le soluzioni che avevo pensato si sono disciolte nel momento in cui ho aperto bocca, volevo trovare una soluzione di compromesso, andare cautamente e sondare il terreno, ma ho agito di cuore e non di testa, come l’altra notte…
“Ecco, vedi Alberto, scusami se ti do del tu, è da un mese che Edelweiss non fa altro che parlarmi di te, sta tessendo le tue lodi che non hai nemmeno idea, mi sta martellando i coglioni dalla mattina alla sera con te, mi dici cos’ho fatto di male io? Perché ho deciso di farle fare lo stage con te qui in ditta? Non potevo mandarla da un’altra parte? Per fortuna che Chiara ha altre idee per la testa. Devi sapere una cosa, io e te in qualche modo ci assomigliamo, sia fisicamente che caratterialmente, devi sapere anche che io e mia moglie abbiamo all’incirca la differenza d’età che avete tu e mia figlia, sai anche che le mie figlie hanno preso dalla madre, quindi, mio malgrado, ti capisco, quando ho conosciuto mia moglie avevo la stessa espressione che hai tu adesso, ti confesso anche che mi stanno girando le palle, perché le mie bambine sono le mie bambine, sono gelosissimo di loro, ma loro hanno preso dalla madre, sono scandinave, hanno una mentalità diversa dalla nostra, e non ci posso fare niente, quando si mettono in testa una cosa, beh, lo sai meglio di me cosa succede. Adesso sorge un problema, come pensate di comportarvi qui dentro?”
Non so che rispondere
“Ti dico solo una cosa Alberto, se la fai star male, sei un uomo morto, lei tra due mesi finisce lo stage e non è detto che rimanga qui a lavorare, quindi se state tranquilli per questo periodo, te ne sarei grato, poi, in merito alla tua promozione, stai tranquillo, non inciderà il fatto che ti scopi mia figlia, ho fatto la carriera che ho fatto perché so giudicare le persone per quello che sono, sono per la meritocrazia, alla fine paga, credimi, e se non ti ucciderò, ne discuteremo appena si libera il posto a cui ambisci. In bocca al lupo quindi, e adesso fuori dalle balle che devo lavorare!!!”
Saluto cordialmente il Direttore, mi giro ed esco, mi sento leggero
“Un’ultima cosa, di solito non mi sbaglio, vedi di non essere il primo e….complimenti, hai fatto un’ottima scelta con Edel”
Il sorriso sulla bocca del capo mi ha regalato serenità, mi ha dato quella spinta di cui avevo bisogno, l’aria nuova è reale oggi, una nuova vita può cominciare, è importante partire col piede giusto, arrivo in ufficio, lei è li alla scrivania, raggiante, bellissima, mi guarda, la guardo, sorridiamo col cuore, amore mio, sono proprio fortunato!!!!

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