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La vecchiarda e il ragioniere


di boschettomagico
27.09.2015    |    57.159    |    17 9.6
"Indossa una sottoveste nera fiorata che sa di bancarella di mercato e in mano ha un innaffiatoio gocciolante con il quale dà da bere a quattro vasi di gerani..."
LUNEDI - Mi chiamo Cesare, ho 37 anni e sono cassiere in una importante banca della mia città.
Sono sposato da otto anni con Cinzia, che ha ora 34 anni e che lavora in uno studio notarile.
Potremmo essere una coppia felice, perchè non abbiamo problemi di salute ed economicamente ce la passiamo bene con due stipendi piuttosto soddisfacenti, ma da un annetto il rapporto non è più idilliaco come un tempo; da quando cercando un figlio che non arrivava e avendo la garanzia che nessuno dei due aveva problemi abbiamo affrontato una tabella che sfruttava i possibili periodi fertili di lei.
Si scopava spesso e in orari predefiniti e col tempo il piacere di quei momenti andava sempre più scemando lasciando posto alla noia della abitudinarietà ed è venuto così a mancare l'entusiasmo.
In modo particolare da parte di mia moglie che ha quasi avuto una reazione contraria.
Ora si scopa solo se lo chiedo io, la sua partecipazione è completamente apatica e mi sembra di fare l'amore con una statua di marmo, una cosa che mi crea enormi perplessità in quanto io mi sento ancora vivo sotto il punto di vista sessuale.
Esco dalla banca alle 16 e vado subito a casa aspettando che torni lei alle 18 per preparare la cena e passare la serata generalmente davanti alla TV, in un crescendo continuo di abitudinaria mediocrità.
E' l'ultima settimana di luglio, la città è accerchiata da un'afa incredibile, fra due settimane ci aspettano quindici giorni in Corsica, ma non è che sia particolarmente euforico per la cosa, per i problemi sopra menzionati.
Sono entrato in casa, ho preso una lattina in frigo e sono andato sul mio terrazzino a fumarmi una sigaretta, là c'è l'ombra in tutto il pomeriggio e sicuramente si respira con meno fatica.
Sto fumando e osservo in cielo le rondini che si intrecciano in voli acrobatici, invidio quella loro spensierata allegria e la loro grossa sete di libertà.
A un certo punto sul balconcino davanti al mio esce la signora Franca, una donna settantenne vedova da qualche anno, piuttosto robusta, che conosco perchè è cliente della nostra banca e la vedo una volta alla settimana quando viene a prelevare il contante per le sue esigenze settimanali.
Indossa una sottoveste nera fiorata che sa di bancarella di mercato e in mano ha un innaffiatoio gocciolante con il quale dà da bere a quattro vasi di gerani disposti sul suo balconcino, poi si siede su una panchetta di legno, apre un ventaglio nero e comincia a sventolarsi.
Mi guarda e mi saluta e alzando il tono della voce
- Buongiorno ragioniere, beato lei che ha il balcone all'ombra mentre io qui sono sotto il sole battente per tutto il pomeriggio, e così dicendo allarga le gambe e dirige il ventaglio a quell'altezza sventolandosi con molta energia.
E' un gesto che all'inizio lo ritengo piuttosto volgare, ma che attira la mia attenzione in quanto, ho l'impressione che la vecchia non porti le mutande; mentre lei continua ad alternare una decina di sventolate al viso ad altre alla parte bassa del corpo.
Poi si alza mi saluta e rientra in casa.
Rifletto quasi sorridendo a quel suo curioso atteggiamento, mi alzo per rientrare in casa anch'io e mi accorgo però che quello spettacolino ha creato in me una mezza erezione.
MARTEDI - Sono le 16 e sono appena uscito dalla banca, è stata una giornata di noia assoluta in quanto sembra che la città si sia svuotata, che tutti siano al mare; saranno passati si e no una decina di clienti e in certi istanti ho rimpianto le mattinate in cui c'è ressa e confusione generale.
In quei momenti di calma lavorativa, ho pensato spesso alla signora Franca, sono andato alla sua scheda cliente: ha 69 anni, è vedova da 5, percepisce una buona pensione e l'alloggio in cui abita è di sua proprietà.
Sto andando verso casa, mi accorgo che il mio passo è molto più veloce e frettoloso, non vedo l'ora di andare sul terrazzino e vedere se la signora Franca bagnerà ancora i suoi fiori.
Sono lì con la mia birra e sto fumando una sigaretta, non guardo però le rondini ma il mio sguardo è fisso sul balconcino della vecchia, anche se la porta è chiusa e non si vede nessuno.
Ammetto che sono deluso dalla cosa, dovrei rientrare ma non ho la voglia di alzarmi; dentro di me mi dico che mi concedo una seconda sigaretta e se nel frattempo non esce... che quella vecchia se ne vada al diavolo.
Sto spegnendo deluso la mia cicca nel posacenere, quando la porta si apre e la signora Franca appare nel balconcino.
Indossa la sottoveste di ieri, e come ieri ha il solito innaffiatoio in una mano e il ventaglio nell'altra...
bagna i quattro vasi e poi si siede sulla solita panchetta.
Guarda verso di me e aprendo il ventaglio dice
- Ragioniere anche oggi caldo afoso, avevano previsto temporali ma qui invece si sta letteralmente morendo dal caldo, poi come il giorno precedente allarga le gambe e comincia sventolarsi guardando però sempre verso di me.
Stringo le pupille al massimo per scoprire se porta le mutande, ma sono a una decina di metri dal suo balcone e pur avendo quella sensazione non ne ho la certezza.
Quando si sventola in mezzo alle gambe noto che allarga sicuramente le gambe più di ieri.
Poi augurandomi una buona serata si alza e rientra in casa.
Ho il cazzo duro come il marmo, vado in bagno e mi sparo una sega liberatoria, mentre me lo meno penso a quella grassona e vengo con schizzi incontrollati innaffiando il coperchio e la vaschetta dell'acqua tanto era alta la mia eccitazione.
Mentre sto ripulendo il tutto mi chiedo come posso eccitarmi per una vecchia settantenne quando fra un'ora potrei scoparmi mia moglie, fisicamente integra e gran pezzo di figa.
MERCOLEDI - Altra mattinata di calma piatta in banca, sono le 11 e la noia mi sta invadendo.
Ho appena fatto un bonifico a una coppia di pensionati per la caparra a una pensione di Varazze, quando appare al bancone la signora Franca; è tutta sudata, rossa in viso, mi dice che preleva 200 €
mentre mi firma la ricevuta mi dice
-Ragioniere avrei bisogno del mio estratto conto ma ho una fretta incredibile, devo andare dalla callista e sono in ritardo pazzesco, se lei fosse tanto gentile stasera rientrando di portarmelo su o lasciarlo semplicemente nella buca delle lettere mi farebbe una grande cortesia.
Senza aspettare la mia risposta si gira e se ne va sculettando con quelle sue due chiappone da elefante.
Sono quasi le 16, chiudo la cassa e stampo l'estratto cento della signora Franca e lo chiudo in una busta.
Sono davanti al suo palazzo, un edificio anni '50 ancora ben tenuto; mentre arrivo esce una giovane coppia con una carrozzina e una bimba piccola, li aiuto ed entro, cerco la buca della posta della signora Franca e infilo la busta nella fessura, ma rimango immobile e rifletto; poi la mano con la busta torna indietro, vado al campanello e suono
- Sono il ragioniere, le ho portato l'estratto conto.
- Quarto piano.
Sto salendo su uno di quei vecchi ascensori di legno con la porta non automatica che salgono a velocità di tartaruga e mi sto chiedendo perchè non ho lasciato la busta e me ne sono andato; arrivo al piano, mentre chiudo la porta sento aprirsi una porta e compare la signora Franca che mi dice si accomodi.
Indossa la solita sottoveste, cazzo...ma non si cambia mai !!! e sculettando come al mattino mi porta in una sala e mi fa accomodare.
- La ringrazio ragioniere, ho appena fatto una limonata si accomodi che gliene offro un bicchiere.
Dopo un paio di minuti torna con una caraffa e due bicchieri, li riempie e mi dice
-Beva che è freschissima... poi guardandomi con un sguardo malizioso aggiunge - poteva lasciare la busta nella buca per non disturbarsi troppo.
Bevo mezzo bicchiere di limonata, è fresca e zuccherata al punto giusto; lei si siede sulla sedia davanti alla mia e mi dice
- Scusi il mio abbigliamento ragioniere ma in questa casa si respira a fatica e alla mia età non si sopporta troppo questa afa soffocante, poi mentre non me lo aspetto spalanca le gambe, apre il ventaglio e comincia a sventolarsi.
Ora sono li davanti a lei e ho la certezza che non porta le mutande, mi sento la salivazione azzerata e tracanno la limonata rimasta nel bicchiere.
Lei allora si alza, viene al tavolo e prendendo la caraffa ne versa dell'altra dicendomi
-Beva, beva che è fresca.
L'ho li davanti a me di mezzo metro, la fisso in mezzo alle gambe e poi con una reazione quasi incontrollata le infilo una mano sotto la sottoveste e salgo nelle cosce cercandole la figa.
Lei mi guarda e mi dice
- Ragioniere ma cosa fa?...però dicendo così allarga le cosce per agevolare la mia mano a trovare la sua patonzola.
La mia mano si fa largo tra la ciccia delle cosce e finalmente trova la figa, non so se è sudore o eccitazione ma la sua passera è fradicia.
Mi alzo e la spingo appoggiandola alla pecorina contro il tavolo, con una mano le tiro su la sottoveste mentre con l'altra mi abbasso prima i pantaloni e poi le mutande.
Il mio cazzo è duro al massimo, con le mani le allargo le cosce e cerco freneticamente il buco della figa, lei allarga le cosce al massimo per agevolarmi, e così sento il buco fradicio, le infilo la cappella e lei lo accoglie con un grosso gemito, praticamente me lo risucchia e mi sento di colpo tutto dentro di lei.
La sto pompando come un forsennato, era una vita che non mi eccitavo così, lei con le mani si è ancorata al tavolo per sopportare i miei colpi e comincia a grugnire come una scrofa in calore
- Ragioniere come pompi bene... sei fantastico... che cazzone che hai... ti piaceva vedermi a cosce larghe sul balcone eh brutto maiale.
Le sue parole aumentano la mia eccitazione e il mio ritmo continua ad aumentare, siamo eccitati e sento che sto per godere...fortunatamente veniamo quasi in simultanea: lei con un grugnito più forte del solito io con un urlo liberatorio che da il via a 4 o 5 schizzi di sperma bollente nella figa di quella vecchia porca.
Siamo fradici di sudore e stiamo ansimando per la fatica di quell'atto breve ma intensissimo.
Stiamo regolarizzando il respiro quando lei si gira e si inginocchia davanti a me, mi prende il cazzo in mano e comincia a leccarmelo dicendo
- Ragioniere, diamo una pulitina a questo bell'uccellone, non vorrei che inzaccheri le mutande e tua moglie pensa che oggi ti sei fatto una delle tue giovani colleghe; e così dicendo comincia a leccarmi la mazza ... accidenti se questa vecchia ci sa fare... la sua lingua alterna leccate a lingua aperta come se il mio cazzo fosse un gelato, ad ingoiate complete in cui sento la mia cappella che tocca il fondo della sua gola.
Sento che se la lasciassi fare di li a poco le riempirei la gola di sborra, ma ho in me il desiderio di possederla ancora e nonostante la sua età e la sua mole... di vederla nuda.
La sollevo e la sdraio sul tavolo, cerco di tirarle su la sottoveste, ma il sudore l'ha praticamente incollata
alla sua pelle e non scivola, allora con le mani vado alla scollatura del seno e gliela strappo quasi con violenza e come il suo corpo è liberato dalla pressione del tessuto, rivela tutti i limiti di quella vecchia grassona settantenne:
Le enormi tettone flaccide scendono una a destra e una a sinistra, la ciccia del ventre si affloscia sul tavolo così come le chiappone del suo culo.
Voglio vederle la figa, le allargo le cosce ed eccola che appare: è piuttosto spelacchiata e quei pochi peli che ha sono grigi, ma la cosa che mi accende sono le sue grandi labbra, nere come fosse una africana, grosse e slabbrate al massimo, come se in mezzo alle gambe avesse una farfalla gigante; la voglio e glielo infilo di nuovo...e lei come prima si ancora con le mani questa volta ai fianchi laterali del tavolo e ricomincia a grugnire.
La pompo con una carica erotica per me sconosciuta e con una vigoria che di certo non farebbe pensare che l'avevo scopata solo pochi minuti prima, lei logicamente gradisce e mi incita
- Dai, dai, fammi godere, ragioniere rompimela, è tutta tua...mentre la sua carne molliccia sotto i miei corpi trema sul tavolo come se fosse un budino
Penso ai muti orgasmi di mia moglie e la cosa mi fa capire perchè sono qui a scopare una vecchia porca, sento l'orgasmo che riarriva e urlando come prima le scarico una seconda ondata si sborra.
Mi sono appena fermato per riversarle le ultime gocce dentro quando lei diventando rossa in viso picchia delle sberle sul tavolo
- Ragioniereeeeee perchè sei venuto così in fretta, ancora qualche colpo e stavo per venire anch'io...
Ci rimango male, arrossisco di vergogna rendendomi conto che ho fatto la figura di un diciassettenne che sente l'odore della figa per la prima volta, mi sento in colpa e sento che le devo un orgasmo.
Tolgo il cazzo, la guardo e lei è tesa, sicuramente ci è rimasta male; devo recuperare, le guardo la figa,
mi inginocchio e avvicino la faccia a quella vecchia patacca.
Puzza di pipi, di sudore e dei suoi umori, dal buco escono ancora i fiotti della mia sborrata, non c'è nulla di sensuale ma le devo un orgasmo.
Tuffo la testa in mezzo alle sue cosce e comincio a leccargliela, all'inizio ho un attimo di indecisione quando sento il mio sperma entrarmi in bocca ma sento le mani di Franca che mi accarezzano i capelli e prendo coraggio per continuare a lappargliela senza più timori.
Ora le sue mani non mi accarezzano più ma stringono il mio capo e praticamente mi spingono verso la sua figa come se volesse farmi entrare dentro...
- Ragioniere che lingua morbida che hai, come me la lecchi bene...sei fantastico.... si...si... non smettere
Vado avanti così avendo ormai vinto qualsiasi ritrosia, sento il suo respiro diventare sempre più affannato, sento la sua figa che comincia ad infradiciarsi fino a quando si mette a godere ululando come un lupo.
Mi sento la faccia invasa dai suoi umori, ma con il massimo della disinibizione bevo tutto quel succo mentre lei continua a grugnire di piacere.
Ci stiamo calmando, stiamo recuperando la respirazione normale, mi alzo in piedi, lei scende dal tavolo è li davanti a me.
- Ragioniere sei stato fantastico, erano anni che aspettavo di poter riprovare certe sensazioni, prima ti ho ripulito l'uccello, ora voglio ripulirti la faccia dovresti vedere in che stato sei...
E così dicendo ha cominciato a leccarmi tutto il viso, sentivo la sua lingua sulla guance, sotto il naso e sul mento, sentire quella sua lingua calda mi faceva uno strano effetto, che lingua....
Le ho messo una mano sulla nuca l'ho avvicinata alla mia bocca e le ho messo la lingua in bocca, le nostre lingue hanno cominciato ad intrecciarsi con una sensualità infinità, mi sentivo di nuovo ribollire il sangue ma il mio sguardo era caduto sull'orologio, erano quasi le 18, e il mercoledi è il giorno della spesa al supermercato.
Mi sono staccato da lei dicendole che dovevo lasciarla e ho cercato di sistemarmi rivestendomi mentre lei con un asciugamano umido mi puliva il viso.
Mi sono diretto alla porta e prima di uscire mi sono girato, lei era in mezzo al corridoio con addosso la sottoveste a brandelli e prima che chiudessi la porta mi ha detto
- Ragioniere quando vuoi portarmi l'estratto conto, a queste ore io sono sempre in casa.
Non ho preso l'ascensore, avevo bisogno di aria e mentre scendevo le scale dicevo a me stesso che quella doveva essere l'unica volta di una storia assurda...
GIOVEDI - E' tutta la mattina che penso all'assurdità della mia avventura, a ripetizione mi dico dei no e sono no convinti.
Sono le 16, sto spegnendo il computer ho il dito sul tasto esc, quando ritorno all'improvviso sul programma degli estratti conto, cerco il nome della signora Franca e ristampo l'estratto conto; lo so che è uguale a quello di ieri ma sono sicuro che sarà ben lieta di ricontrollarlo.
Sono sull'ascensore lumaca e sto salendo su al quarto piano e mi sto porgendo una domanda... Chissà se la signora Franca è vergine di culo...!!!






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