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Lui & Lei

Avventure erotiche di un commesso viaggiatore


di boschettomagico
27.05.2024    |    65    |    3 9.0
"Logicamente il lavoro era aumentato e le visite a domicilio erano decollate in maniera molto consistente..."
Mi chiamo Maurizio e compio oggi 71 anni; per me è una giornata molto particolare perché oltre ad essere il mio compleanno è anche il mio primo giorno di pensione…
Dopo cinquant’anni di lavoro passato a vendere porta a porta, scope elettriche, lucidatrici e elettrodomestici per la pulizia della casa ho staccato la spina, o almeno me l’hanno fatta staccare… perché la politica della nuova proprietà ha per slogan “largo ai giovani” e così mi ritrovo qui in casa mia come inebetito, seduto al tavolo della mia sala a festeggiare squallidamente il mio settantunesimo compleanno.
Sicuramente il lavoro mi mancherà ma anche se non sarà facile dovrò abituarmi a questa mia nuova vita. Ho sparso sul tavolo tanti ricordi e li guardo con molta nostalgia: tutti i contratti di vendita effettuati in cinquant’anni che ho conservato gelosamente, i premi che mi sono aggiudicato nella mia carriera per il raggiungimento di non facili traguardi di vendita; e tante fotografie relative a miei interventi ai corsi di aggiornamento per i giovani venditori, di quando ero sulla cresta dell’onda risultando per ben quattro volte il miglior venditore del nord e due addirittura di tutta Italia. Ho infine un quadernetto che raccoglie ricordi di tutt’altro tipo… io non mi sono mai sposato, sono sempre stato un incallito single, nonostante la figa sia sempre stata il mio divertimento preferito. Ho sempre avuto una riluttanza verso le relazioni stabili, sia perché non ho mai voluto privarmi del mio innato senso di libertà, sia perché il mio mestiere mi dava la possibilità di avvicinare donne diverse in tutti i giorni e divertirmi spesso e volentieri in avventure di natura erotica senza impegni sentimentali. In questo quaderno ho registrato tutti i nomi e gli indirizzi delle donne che mi sono portato a letto… sono ben 99, sparse in tutti i paesi e le città della regione della mia zona operativa di lavoro: il Piemonte. Avrei voluto a tutti i costi raggiungere quota 100… ma negli ultimi anni l’impresa era diventata ardua; con il passare del tempo era infatti diminuito il mio fascino, la mia carica erotica e il mio ardore…per cui sono riuscito solo a sfiorare il traguardo che mi ero ripromesso; peccato per la sola unità che mi è mancata alla fine. Da buon venditore e buon contabile ogni donna, come per i clienti, ha una sua scheda… con tanto di numero di rapporti avuti e relativi voti alle loro qualità amatorie… sto sfogliando gli appunti e vado a cercare i pochi 10 assegnati… sono tre…ve li voglio raccontare…
1 XXXXXXXXXX Mirella di Alessandria – contratto nr 1 del 19 settembre 1974
Scopa elettrica modello Vortice
Era il mio primo mese di lavoro autonomo, dopo un corso di apprendimento a Roma di un mese e tre mesi di affiancamento al venditore che mi lasciava in eredità la sua zona. Ero nervoso, teso, dopo quasi tre settimane non avevo ancora venduto nulla. Era l’ultima visita di quel giovedi di un settembre che si opponeva alla fine dell’estate, faceva caldo, un caldo molto afoso. La signora Mirella era una bella signora sulla cinquantina, abitava fuori città in una bella casa a due piani, mi aveva ricevuto con cordialità, indossava un vestito fiorato e seduta sul divano seguiva le mie spiegazioni e le mie dimostrazioni a tratti con attenzione ad altri con una certa superficialità, che mi facevano prevedere un ennesimo flop. Le avevo mostrato le potenzialità del mio articolo sull’aspirazione dei pavimenti, la possibilità di usare le spazzole per la cera e alla fine le stavo mostrando anche la funzione di pulizia dei tappeti. Cercavo di scorgere nel suo volto un certo qual senso di interesse sull’acquisto che le avevo proposto, ma il suo viso era una sfinge. A un certo punto mi ha fissato e mi ha detto
-Certo che sei bravo nel tuo lavoro, sai ripulire e lucidare tutto con estrema perizia, complimenti…
-Non sono bravo io, il merito è tutto del prodotto che vendo e che attualmente è il migliore presente sul mercato, allora…le può interessare?
La signora sorprendendomi al massimo, con una agile mossa si è sfilata il suo abito leggero, sotto era completamente nuda, è rimasta seduta sul divano e allargando le gambe mi ha spalancato davanti agli occhi una figa molto pelosa di colore ramato intenso e mi ha sorriso
-Bene vediamo se sei bravo anche a lucidare la mia passera con la tua lingua…se me la saprai ripulire a dovere ti comprerò la scopa elettrica.
Sono rimasto con gli occhi sgranati a rimirare quella patacca invitante, mai mi sarei aspettato una cosa del genere… lei mi guardava con uno sguardo interrogativo e i suoi occhi era come se mi stessero parlando dicendomi “Allora cosa aspetti?” E’ vero, quella donna avrebbe potuto essere mia madre, ma quando nei momenti di mancanza di…materia prima… per sfogarmi andavo a farmi qualche puttana sul lungo Po a Torino spesso e volentieri sceglievo le più mature…e non solo perché costavano di meno…ma per il semplice fatto che mi attizzavano a dovere. Per cui ho preso coraggio, mi sono inginocchiato in mezzo alle gambe della porcella e ho cominciato a pennellargliela con la mia lingua. La moracciona ha subito carburato a dovere e ha cominciato ad accompagnare ogni mio passaggio di lingua con dei gemiti di estremo piacere, con le mani ha cominciato ad accarezzarmi i capelli facendomi capire che non ero bravo solo a lucidare i pavimenti
-Bravo ragazzone mio, quella lingua non la sai usare bene solo per presentare i tuoi articoli, lecchi divinamente, vai che sei fantastico…tra un po’ ti vengo in faccia…spero ti piaccia la cosa o sei un igienista?
-No signora, non sono un igienista e assaggiare il suo succo sarebbe per me un piacere immenso
-Maurizio!!! Ma quale signora e signora, io sono Mirella…chiamami con il mio nome, non farti problemi…vai che ci sono…dai che sto per venire…eccomi…eccomi…godoooooooooo!!!
Ho sentito il mio viso inumidirsi come se lo avessi messo a contatto con una spugna e ho sentito un gusto dolciastro invadere le mie labbra…non era la prima volta che leccavo una passera ma i miei precedenti erano limitati solo a dei passaggi di lingua leggeri, tendenti a far bagnare la figa della partner di turno…per poi infilarlo nel migliore dei modi; ora invece sentivo il diretto contatto con il piacere che avevo dato a quella donna e la cosa mi aveva entusiasmato e soprattutto portato dentro di me una infinita eccitazione. Mirella si è avvicinata e mi ha schiaffato la lingua in bocca, un bacio con la B maiuscola…il mio primo bacio sensuale e libidinoso.
Mentre la sua lingua si intrufolava nella mia bocca con le mani ha cominciato a slacciarmi la cintura, poi mi ha fatto alzare in piedi e mi ha calato braghe e mutande…il mio uccello era duro come un manico di scopa, la porcella prima lo ha ammirato, poi me lo ha palpato, infine si è stesa sul divano e mi ha sussurrato
-Su infilamelo…vedo che anche tu hai una voglia matta di fare l’amore…
-In macchina ho un preservativo…devo andarlo a prendere?
-Ma che preservativo, odio sentire quella gomma puzzolente dentro di me…infilalo così… voglio sentire il contatto con la tua carne dura e turgida…stai solo attento a non venirmi dentro…ma cerca prima di farmi venire…la goduta di un quarto d’ora fa è stata solo un aperitivo.
Le sono entrato dentro con una bramosia sconosciuta, non avevo mai desiderato così tanto penetrare una donna, la mora era fradicia, l’uccello è scivolato dentro come nel burro e ho sentito un calore spropositato avvolgere il mio cazzo duro. Ero però teso, temevo che la troppa eccitazione potesse tradirmi e dopo qualche colpo cominciassi già a sborrare, ho cercato allora di estraniarmi con il cervello…pensando alle delusioni provate in quei primi giorni di lavoro dove non avevo combinato nulla…scopavo la donna come un automa rimanendo in uno stato di catalessi perdendo il senso del tempo. Sono tornato alla realtà solo quando un urlo di Mirella ha accompagnato il suo potente orgasmo, senza sapere se quella scopata era durata pochi minuti o del tempo infinito; ora erano i miei coglioni ad essere invasi dalla spugna di quei folti peli che stavano godendo in modo fantastico. Ho guardato Mirella, la sua faccia era una maschera di piacere, sbuffava a mille ed era rossa come una ciliegia e sudata al massimo…i nostri sguardi si sono incrociati, mi ha sorriso…completamente soddisfatta…
-Su vienimi sulle tette!!! Adoro sentire il tepore dello sperma sferzarmi i capezzoli turgidi…ho immediatamente obbedito, dopo due minuti spruzzavo getti continui di sborra calda sul suo ventre e sul suo seno, stupendomi della quantità di sperma che il mio cazzo sputava fuori con violenza.
Siamo stati lì esanimi per parecchi minuti, a sentire il tambureggiare dei nostri cuori impazziti, poi lei mi ha detto
-Togliti…mi stai schiacciando…sei stato bravo!!! Sei proprio un bel torello!!!
Mi ha accompagnato in bagno, ci siamo lavati, poi lei mi ha detto
-Su metti giù quel contratto che tra venti minuti arriva mio marito…
Quella notizia mi ha messo il pepe al culo…quando le ho chiesto in quanti bollettini postali mensili voleva pagare mi ha fissato intensamente
-Dodici rate, una al mese…ma io voglio pagartele in contanti all’inizio di ogni mese…passi tu a incassare.
Era una soluzione non prevista, ma non volevo perdere il mio primo contratto e non ho fatto obiezioni. Prima di uscire la porca mi ha schiaffato ancora la lingua in bocca e mi ha salutato con un dolce
-Ciao!!! A presto.
Per dodici mesi sono passato in quella casa a riscuotere la mia rata e scopare la mia nuova famelica partner. Dodici scopate fantastiche…sempre più coinvolgenti con il passare del tempo; contornate ogni tanto da qualche piacevole novità…un sessantanove alla terza rata…e il culo alla nona. La procedura era anomala per cui io incassavo la somma pattuita e il mattino seguente pagavo personalmente il bollettino alla posta. All’incasso della rata di saldo Mirella non mi ha detto più nulla, con il passare del tempo sentivo che quelle scopate mi mancavano maledettamente; non osavo telefonarle ma ogni volta che passavo davanti casa sua sbirciavo nel cortile con la segreta speranza di trovarla, la mia costanza è stata premiata in un giorno di inizio primavera, mi sono fermato fingendo la casualità di quell’incontro
-Ciao Mirella…un po’ che non ci si vede…
E’ rimasta stupita, quasi contrariata dal mio approccio…mi dava l’impressione che volesse liberarsi di me il più in fretta possibile…dopo qualche minuto ho capito il motivo…davanti al cancello si è fermata un’auto con disegnata sulle portiere la marca di una nota ditta di elettrodomestici, ne è sceso un aitante ragazzone muscoloso che è entrato nel cortile dicendole
-Buongiorno signora… sono passato a incassare la rata del frigorifero… Mirella è avvampata di vergogna, io me ne sono andato con discrezione ma con la rabbia in corpo. Da quel giorno non l’ho più vista, qualche anno dopo però è successo un fatto che nel paese ha fatto scalpore, il marito è tornato in anticipo a casa e ha beccato la maiala a letto con l’esattore del momento che le avrà venduto un televisore o un condizionatore…la povera Mirella è stata in ospedale una decina di giorni a rattoppare i suoi danni fisici. Spesso mi sono chiesto se quel “10” che le ho dato era merito delle sue qualità amatorie o dal fatto che era stata la prima donna che mi aveva fatto capire che nel mio lavoro potevano aprirsi spesso delle parentesi molto piacevoli. Penso però che il motivo sia stato il primo, perché ogni volta che passavo davanti a quella casa mi venivano in mente quelle scopate particolarmente appaganti e il mio cazzo seppur stretto dalle mutande reclamava la sua presenza con delle non indifferenti pulsazioni.


54 XXXXXX Emma e Cristina di Vercelli – Contratto nr 1.902 del 20 marzo 1992 Sistema Casa Pulita Splendor

Alla fine del 1991 la mia ditta aveva lanciato il Sistema Casa Pulita Splendor, una innovazione rivoluzionaria nel settore, che grazie a una campagna pubblicitaria senza precedenti aveva destato molto interesse da parte di tantissime casalinghe. Logicamente il lavoro era aumentato e le visite a domicilio erano decollate in maniera molto consistente. L’ostacolo principale era il prezzo che era per molte famiglie proibitivo, ma le provvigioni erano molto alte e si cercava di battere il ferro finché era caldo senza rinunciare a ogni richiesta di una nostra visita. Quel giorno ero a Vercelli a proporre la novità a madre e figlia che avevano richiesto la mia visita in quanto avevano visto il Sistema venduto da me il mese prima a una famiglia di vicini ed era piaciuto molto. La mamma si chiamava Emma, una donna sicuramente oltre la cinquantina, la figlia invece si chiamava Cristina, una mora dal viso furbo e sveglio; infatti dopo aver seguito attentamente le mie spiegazioni ha intavolato lei il discorso prezzo. La trattativa era ben avviata, la cosa era molto piaciuta alle due e il loro interessamento era evidente; il problema era che la furbastra voleva pagarlo meno dei suoi vicini e richiedeva uno sconto non indifferente. Avrei anche potuto chiudere la vendita limando lo sconto, ma temevo che poi arrivata la cosa all’altra famiglia avrei fatto una figura meschina e avrei perso di credibilità in quel rione dove avevo venduto molti altri articoli della mia gamma. Ho cercato di aggirare l’ostacolo offrendole gratuitamente uno dei cinque accessori optional in omaggio, ma la morettina era irreprensibile.
Farmi prendere per il naso da quella carognetta non mi andava, per cui ho cercato di mantenere le mie posizioni facendole capire che quello sconto era improponibile. Mentre cercavo di fare su la mia attrezzatura per andarmene le due donne mi hanno detto
-Se proprio non può pazienza…però ci pensi ancora noi andiamo di là un attimo.
Ho chiuso tutte le mie valigie e sono rimasto lì ad aspettarle…certo che perdere quel contratto mi bruciava, dopo parecchi minuti di attesa però delle due non c’era segno di vita, ho aspettato ancora un pò, poi quasi spazientito mi sono avvicinato all’uscio dal quale erano uscite dalla stanza, era solo socchiuso, con discrezione l’ho spinto pian piano… lo spettacolo che mi è apparso mi ha letteralmente lasciato di sasso. La stanza era una camera da letto, madre e figlia erano stese sul lettone completamente nude immerse in un sessantanove da sballo; sotto la madre che smaniava sotto le slinguate della figlia, sopra la Cristina che alzava in aria il culo per non soffocare la mamma impegnata a lustrarle la passera con la lingua assatanata. Non capivo se mi avevano visto…ma rimanevo lì imbambolato a gustarmi quello spettacolo di assoluto potere erotico…non avevo mai visto due donne leccarsela, specie così appassionatamente, la cosa mi attizzava e il sapere che oltretutto erano madre e figlia aumentavano a dismisura la mia eccitazione. Emma diceva tra mille sospiri alla figlia
-Tesoro la tua lingua è sempre fantastica, è un piacere assoluto farsela leccare da te, sei divina…
-Anche tu mamma non scherzi…ora però infilami il dildo perché ho voglia di cazzo…quel cretino di venditore non ha capito proprio nulla…pensa che potrebbe essere qui a prendermi alla pecorina mentre tu me la lecchi…ho il dubbio che sia gay…mah…proprio non l’ho capito…per uno sconto del cazzo rinunciare a godere delle nostre prestazioni…
A quelle parole non ho resistito, mi sono calato di colpo le braghe, il mio cazzo era duro come una sbarra di ferro, mi sono avvicinato al letto sfiorando una coscia di Cristina con la cappella e quasi urlando
-Adesso te lo faccio vedere io se sono gay…
La piccola porca che sicuramente mi aveva visto e stava recitando…si è girata per niente spaventata e sorridendo in modo sarcastico mi ha detto
-Se allora ti piace la figa accomodati…però prima compili il contratto con lo sconto che ti avevo richiesto…
-Non ti fidi!!! Ma per chi mi hai preso… tranquilla lo sconto te lo faccio…prima però voglio scoparti…
Cristina si è staccata dalla madre…ora le vedevo entrambe nude, mi stupiva una cosa…Emma era totalmente depilata, la figlia invece aveva una passera piuttosto pelosa, tutto il contrario di quanto mi sarei aspettato.
La madre si è girata stendendosi sul letto e mettendo la testa sul cuscino, ha allargato le cosce e la figlia mettendosi alla pecorina per offrirsi a me ha abbassato il capo e ha continuato la leccata che aveva momentaneamente interrotto; Cristina aveva un figone da urlo con due labbrone completamente gonfie che era come se mi supplicassero dicendomi “ Infilalo qui”.
E così ho fatto… come sono entrato dentro di lei, la porca mi ha accolto con un gemito di piacere
-Spero che sai scopare con la stessa abilità con cui pulisci tappeti e pavimenti…fammi godere brutto porco, senti che bel cannone ti è venuto nel vedere me e la mia mamma lesbicare…
Non ero mai stato con due donne contemporaneamente…la cosa era di una libidine sopraffina, provavo forti emozioni che in vita mia non avevo mai provato… Emma tra un gemito e l’altro mi urlava
-Ti piace scopare mia figlia eh… Sappi però che io e lei condividiamo ogni attimo di piacere e dovrai quindi infilarlo anche dentro la mia passera…certo non è fresca come quella di Cristina ma credimi che saprò darti ugualmente momenti di estremo piacere.
A quel punto ho capito che se dovevo soddisfare entrambe dovevo darmi una regolata per cui ho rallentato il ritmo e ho ritirato fuori il mio vecchio trucco di estraniare il mio cervello senza smettere di scopare; ho pensato allora a quello sconto che non volevo concedere, ai suoi vicini che mi ricorrevano perchè avevano saputo di aver pagato di più il loro Sistema e ai bollettini che la signora Antonella di Asti non pagava da ormai sei mesi… quando però ho sentito Cristina esplodere di piacere son ritornato in me e mi sono goduto il suo orgasmo, al quale è seguito quella di sua madre che le è venuta sfacciatamente in faccia. Le due porche hanno cominciato a sbavare respirando come se fossero reduci da una maratona, poi però Emma ha rotto il silenzio rivolgendosi alla figlia
-Ho goduto molto… però di lingua, tu invece brutta troia hai goduto di cazzo, su invertiamo le posizioni…voglio assaggiare anch’io il cannone turgido del venditore di scope.
In perfetta sintonia si sono scambiate di posto e in pochi secondi il mio cazzo è uscito dalla talpa pelosa di Cristina per infilarsi nella rasata di Emma che nel sentire scivolare dentro la mia mazza ha immediatamente cominciato a dimenarsi…
-Lo so che preferivi la patatina più stretta di mia figlia ma con me avrai un vantaggio… potrai sborrarmi dentro senza problemi, mentre con Cristina avresti dovuto tirarlo fuori sul più bello…su porcone dimmi che anche la mia tana è calda…
- Dicono che gallina vecchia fa buon brodo e con te quel proverbio diventa realtà, solo che tu non sei una gallina, sei una porca, una grande porca che fra un po’ sbrodolerà senza ritegno.
Più la pompavo, più si eccitava e più aumentava l’intensità delle leccate alla figlia, così che Cristina è stata la prima a venire, ha stretto le cosce imprigionando la faccia della madre e innaffiandola senza pietà; Emma però dimostrava di gradire e ha cominciato a dissetarsi alla fonte della figlia grugnendo come una maiala a testimonianza che il mio complimento di chiamarla porca pochi istanti prima era azzeccatissimo. Quando finalmente Cristina ha allargato le cosce Emma è riuscita sfuggire da quella trappola e inarcandosi per prendere il mio cazzo fino in fondo ha cominciato a concentrarsi sulle mie pompate…ormai accompagnava ogni mio colpo con un solo grido “Dai!!!!!!!!!”… e al centocinquantesimo “Dai” è esplosa con un urlo da coyote…
-Su porco riempimi di sborra…fammi sentire quanta ne fai…su vuotati i coglioni dentro di me…dimmi che una coppia di maiale come noi due non l’avevi mai incontrata…
Ho risposto semplicemente con una infinita serie di schizzi, ogni volta che ne partiva uno spingevo tutto l’uccello dentro… e la troiona dalla figa rasata saltellando sul materasso per la violenza della mia spinta accompagnava ogni mio colpo con un rantolo disumano. Ci siamo poi sdraiati sfiniti sul letto, alternando ansimi e mugolii di pieno appagamento per tutti tre. Quando ho lasciato la loro abitazione ero ancora intontito da quella inedita avventura. Nei mesi a seguire ero riuscito ad avere degli accessori della linea Splendor a titolo gratuito, quando avevo voglia di fare una gran maialata con quelle due incestuose gliene portavo uno completamente gratis e mi infilavo nel loro letto alla ricerca di orge sempre più spinte e più libidinose.
Quella storia è poi proseguita per un anno fino a quando Cristina ha agganciato un riccone piuttosto maturo ed è andata a vivere in un villone in Sardegna…naturalmente portandosi la madre appresso…

89 XXXX Susanna di Torino – Contratto 3.987 del 19 ottobre 2012 Robot Dual Star

All’inizio del secondo millennio il mio lavoro cominciava a diventare più complicato, in tutte le città di provincia del Piemonte i centri commerciali sorgevano come funghi e le nostre visite a domicilio erano meno richieste, perché in ogni centro c’era un negozio specializzato nella vendita degli elettrodomestici. Erano anche gli anni delle novità e stavano prendendo piede i robot, sistemi moderni rivoluzionari rispetto alle vecchie lucidatrici e aspiratori di un tempo. Questi nuovi negozi per prendere mercato praticavano prezzi molto scontati e la nostra ditta aveva risposto affiancando al nostro tradizionale marchio affermato, un secondo marchio sconosciuto ma più economico, per essere commercialmente competitivi. Così che i modelli erano raddoppiati e la preparazione tecnica del venditore diventava molto importante per non perdere vendite e mantenere il mercato; in internet c’erano parecchie pubblicità che reclamizzavano un nostro intervento gratuito a domicilio per chiarire eventuali dubbi della clientela, indirizzandola verso il modello di robot più consono ad ogni più disparata necessità. A questo proposito avevo ricevuto parecchie richieste di visita, una era alla signora Susanna di Torino e un martedi sera alle 18 suonavo al suo campanello, in un vecchio palazzo di Corso Regina Margherita.
Dopo aver fatto tre piani a piedi entravo in un alloggio da poco ristrutturato. La signora era sulla quarantina, mora, non molto alta e con uno sguardo intenso; come sono entrato nell’alloggio mi sono stupito proprio dallo sguardo rivoltomi dalla potenziale cliente che mi ha squadrato sgranando gli occhi con un senso di sorpresa, quasi come se ci conoscessimo già… mentalmente cercavo di rammentare se fosse un volto conosciuto ma sinceramente non risvegliava in me nessun ricordo. Mi ha fatto accomodare al tavolo di una sala e io ho cominciato ad elencare la mia vasta gamma di modelli. Alla fine della mia presentazione mi ha detto
-Vede, io sono una discreta casalinga, so cucinare, stirare, cucire…ma odio assolutamente fare le pulizie di casa, per cui voglio un modello che possa ridurre al minimo indispensabile il mio intervento personale.
Ho chiesto il permesso a visitare l’alloggio e dopo aver accuratamente ispezionato il tutto sono partito…
-Il modello più all’avanguardia è il Dual Star, robot completamente automatizzato che le pulisce tutti i pavimenti gironzolando indisturbato per tutta la casa, raggiungendo anche gli angoli più impervi e che inoltre è in grado sia di lavare che incerare ogni tipo di pavimento con dei programmi speciali sia per le moquette, che per i parquet… che vedo entrambi presenti nel suo alloggio.
Naturalmente era il pezzo pregiato della nostra gamma, quando ho sparato il prezzo ho subito squadrato il volto della signora per scoprire la sua reazione; non ha fatto cenni di particolare sorpresa e ha ribattuto
-Certo che ha un costo sostenuto ma come le ho detto prima non voglio guardare al risparmio; volevo sapere se è possibile avere una prova in casa dell’articolo per vedere se effettivamente risponde a quanto da lei descritto… e sapere anche qualcosa sui tempi di consegna.
-Se lei è effettivamente interessata io non ho problemi, potrei venire dopodomani a mostrare le potenzialità dell’articolo…e se soddisferà le sue pretese glielo potrò lasciare immediatamente in quanto ne sono arrivati due proprio ieri, ancora da sballare.
-O.K. Giovedi alla stessa ora va bene?
-Ci vediamo giovedi…
Mentre scendevo le scale, analizzavo il nostro colloquio come facevo sempre dopo aver ricevuto una richiesta di prova a domicilio, per calcolare le probabilità di arrivare alla conclusione della vendita. Raramente sbagliavo e anche questa volta intravedevo buone possibilità di successo. Susanna era convinta dell’acquisto e soprattutto non sembrava avere remore sul prezzo, la sua domanda sui tempi di consegna era inoltre un chiaro segnale che non voleva sentire altre ditte concorrenti.
Era il classico tipo di cliente affidabile, non so perché comunque avevo l’impressione che quella donna fosse una lesbica, forse per il suo aspetto mascolino, o per la sua determinazione e forza caratteriale.
Il giovedi alle 18 in punto suonavo il campanello con lo scatolone ancora imballato del “Dual Star”; dopo tre scampanellate il citofono taceva e mi è sorto un certo dubbio sulle mie previsioni di affidabilità della cliente, quando invece all’improvviso Susanna mi ha affiancato tutta trafelata
-Le chiedo scusa…ma ho tribolato con la serratura del garage…
-Non c’è problema…sono appena arrivato…
Siamo entrati nell’alloggio e ho cominciato ad assemblare il robot spiegandogli alcuni dettagli visto il suo interesse al montaggio dei vari pezzi. Poi partendo dal corridoio di ingresso ho iniziato la prova…
-Comincio col mostrarle la pulizia generale dei pavimenti, schiacciando questo pulsante la macchina fotografa l’ambiente per scegliere il suo itinerario migliore e iniziare la sua opera.
Il robot si è illuminato e ha cominciato ad avanzare sul pavimento incrociando le sue spazzole pulenti con un leggero ronzio e adagiandosi delicatamente quando arrivava a contatto di un mobile o di una delle porte che si affacciavano sul corridoio. Susanna con lo sguardo seguiva il tragitto, studiavo le espressioni del suo volto per scoprire l’indice di gradimento alla prova appena iniziata e dai suoi assensi visivi capivo che ero sulla strada giusta…mi ha guardato con aria soddisfatta
-E’ molto silenzioso, pensavo facesse più rumore, mi assento un attimo…vado in bagno…ma non lo fermi, lo lasci pure proseguire.
Le sue parole testimoniavano il suo alto gradimento per il robot, ormai era fatta… ho lasciato che la macchina proseguisse il suo percorso seguendola per scoprire se dove passava si intravvedevano già i segni della sua opera; quando il robot è arrivato alla porta del bagno dove era entrata Susanna, la porta era solo accostata, socchiusa, ed è bastata la sua leggera spinta per aprirla parzialmente…ero proprio davanti a quella porta e non ho potuto farne a meno di infilare lo sguardo nello spazio aperto… sono letteralmente rimasto di stucco da quanto visto… Susanna stava finendo di pisciare…ma era in piedi e se lo stava scrollando…cazzo era un uomo…altro che lesbica mascolina come avevo pensato la sera precedente…era un trans!!! Mai l’avrei pensato!!! Sono sparito immediatamente dalla visuale della porta ma i nostri sguardi si sono incrociati per un istante. Al ritorno nel corridoio non ci siamo guardati e io ho continuato a seguire con indifferenza la fine del lavoro.
Quando il robot ha terminato ho detto
-Io direi di provare ora la sua opera sulla moquette del salotto…
Ho invertito i sensori, sostituito le spazzole e fatto partire il robot in modalità ‘moquette’; mentre la macchina ripuliva con maggior lentezza rispetto al corridoio, Susanna ha rotto il silenzio
-Le chiedo scusa, ero convinta di aver agganciato la serratura; lo sospettava che ero un uomo?
-Assolutamente no!!! Mi creda, quel dubbio non mi ha mai nemmeno sfiorato, però pur essendo certo della sua femminilità avevo pensato potesse essere lesbica…
Susanna ha sorriso…
-Non è il primo ad avere avuto quella falsa premonizione… ora cosa pensa di me?
-E cosa dovrei pensare, a parte lo stupore per la mia scoperta non ho assolutamente nessun pregiudizio nei confronti di gay, lesbiche e trans… ognuno è libero di vivere la propria sessualità come meglio crede…
-Purtroppo non tutti la pensano come lei… le voglio confidare una cosa…al liceo ero ancora Marino…e seppur effeminato ero ancora un maschio pieno di dubbi sulla mia personalità. Ero sbeffeggiato in continuazione… il nomignolo più gentile era “Checca”… ma per la gran parte dei compagni ero solo “Frocio”… sono stati gli anni più tristi della mia esistenza…e a farmi accettare senza complessarmi troppo la mia diversità era stato il mio professore di italiano; quello di cui io ero pazzamente innamorato, che in seguito mi ha sverginato e mi ha scopato per parecchi anni convincendomi a travestirmi senza farmi troppi problemi. Ebbene se oggi la maggior parte di chi conosco mi ritengono una vera e propria donna il merito è stato sicuramente del professor Gastone…e caro Maurizio… quell’uomo assomigliava in modo incredibile a lei…ora lui non c’è più ma era un suo vero e proprio sosia…
Ora sapevo dare una spiegazione allo sguardo sorpreso e incredulo che Susanna mi aveva rivolto al nostro incontro e che io non riuscivo a spiegarmi; la “donna” era diventata rossa come un peperone, forse aveva rimuginato non poco prima di decidersi a farmi quella confidenza, mi ha fissato con intensità
-Mi permetta di farle una domanda strana…”ha mai avuto esperienze con un trans?”
-No mai… lei ci è rimasta male, ma ho corretto la mia risposta… “ Non mi si è mai presentata l’occasione”
A quella mia precisazione è avvampata ancora di più… e sfrontatamente mi ha stuzzicato…
-E se si presentasse quell’occasione?
-Ci penserei…
-La mia richiesta per questa visita dimostrativa era all’inizio una curiosità e null’altro, ma quando martedi l’ho vista mi ha fatto accapponare la pelle, la sua incredibile somiglianza a Gastone mi ha riportato ricordi di gioventù carichi di erotismo e massima libidine, mi sono sentita ribollire dentro e l’ho desiderato…ecco perché l’ho fatto ritornare in questa casa…
Si è avvicinata, mi ha fissato intensamente, ha allungato la mano verso la patta dei miei pantaloni e ha cominciato a palparmi l’uccello… ero sconcertato, però stavo lì immobile a farmelo accarezzare da quella mano morbida senza oppormi, la cosa mi piaceva e il mio cazzo ha cominciato a dare segni di vita…come Susanna ha percepito ciò le sue carezze sono diventate più sensuali, più ammalianti e il mio uccello si è totalmente inturgidito. Mi ha slacciato la cintura, mi ha calato braghe e boxer, si è inginocchiata davanti a me e si è infilata in bocca il mio cannolo ingoiandolo completamente tutto. Dopo due leccate esplorative avevo già capito che quello sarebbe stato il più bel pompino della mia vita. La bocca di Susanna era di una morbidezza incredibile e le sue labbra erano calde e libidinose, mentre mi spompinava il cazzo emetteva dei leggeri mugugni di piacere a testimonianza che succhiarmi l’uccello l’attizzava parecchio, poi si è staccata per un attimo e mi ha guardato dal basso
-Posso darti del tu?... Odio succhiare il piffero a uno a cui do del lei…
-Certo Susanna… Hai una bocca calda e sensuale che è la fine del mondo…continua, ti prego…
La porcona ha immediatamente ripreso il suo bocchino, stringendomi con forza le mani sulle anche e alternando succhiate lente e armoniose ad altre ad alta intensità…quando percepiva che stavo per avvicinarmi a venire rallentava con maestria e mi faceva fare quella leggera retromarcia che mi portava a riprendere fiato e ricominciare ad assaporare l’opera della sua lingua. In uno di quei brevi pit stop si era calata i collant e le mutandine e si accarezzava l’uccello, non lo vedevo ma intuivo la cosa e mi sentivo invadere dalla curiosità di sbirciare la sua dotazione maschile.
-Vuoi vuotarti le palle dentro la mia bocca…o gradisci tastare anche la morbidezza della mia “figa” oltre che quella della mia bocca?
Sono rimasto in silenzio a pensare quale preferivo delle due alternative offertemi dalla porcona, poi senza dubbi ho risposto
-Voglio scoparti!!!
Era stata una scelta tempestiva, ma convinta, anche se non capivo se avevo scelto quella opzione più dal desiderio di infilarglielo nel culo o di vederla in mezzo alle gambe. Si è staccata dal cazzo, in un battibaleno si è completamente spogliata, io l’ho prontamente imitata, ora eravamo entrambi nudi… il suo cazzo era di dimensioni normali, simile al mio, le cosce erano perfette, lisce e muscolose al punto giusto; i seni invece prorompenti, frutto sicuramente di una attenta cura a base di ormoni. Si è stesa sul letto alla pecorina, il suo culo era invitante, liscio, il buchino completamente glabro, si è infilata un botticino di lubrificante che ha schiacciato con dolcezza per oliarsi il meglio possibile, poi con voce suadente mi ha invitato a possederla…
-Su tesoro…infilami quel fantastico cazzone e scopami fino a riempirmi tutta di sborra…
Ho obbedito al gradito invito, il mio uccello è scivolato dentro come nel burro…e lei come mi ha sentito invadere il suo buco ha alzato il bacino per offrirsi completamente alla mia penetrazione…mentre la scopavo facevo un viaggio a ritroso nel tempo per ricordare le mie precedenti inculate con le porche partner che mi avevano concesso quel particolare privilegio, non erano state poche…ma sinceramente non ricordavo nessun culo così morbido e invitante. La porcona ha cominciato a gemere di piacere accompagnando ogni mio affondo deciso con un “Ohhhhhh” che era il chiaro segnale che il mio cazzo era molto gradito. Come prima quando era in ginocchio ha ricominciato a masturbarsi; la sua mano era nascosta ma il solo vedere il gomito che ondeggiava vicino al suo fianco alternando smanettate violente ad altre lente e cadenzate mi eccitava incredibilmente. Ormai ero vicino a venire e ho cominciato a cavalcarla selvaggiamente, la porca ora sbavava di piacere e per supportare le mie inculate ha dovuto ancorarsi alla testata del letto con le mani abbandonando il suo cazzo.
La mia scarica è stata violenta e come ho cominciato a riempirla Susanna ha alzato il viso al soffitto e ha cominciato la sua strada verso l‘orgasmo…
-Non assomigli a Gastone solo fisicamente, sei un porco tale e quale a lui, con un uccello sempre duro che appaga la sete di cazzo della mia figa vogliosa…continua a riempirmi fino a fammi venire…
Penso che tanta sborra così non l’avevo mai fatta…avevo perso il conto degli spruzzi e quando pensavo di aver finito la porcona spingeva il culo indietro contro di me e mi stimolava per una ulteriore schizzata; finalmente mi sono fermato, ero stravolto, la porcella continuava invece ad avere delle scosse elettriche che percorrevano il suo corpo. Era fantastico vederla così estasiata…mi godevo il suo tremore di piacere quando mi è balenato in mente un altro desiderio, ho allungato la mano destra in mezzo alle sue gambe e le ho impugnato l’uccello…era duro, turgido, e come ha sentito la mia mano stringerlo ha cominciato pulsare in continuazione, non avevo mai preso un cazzo in mano ma sentire quel muscolo vibrare nel mio palmo ho provato una sensazione di strana euforia; ho cominciato a menarglielo e più lo smanettavo più desideravo farlo sborrare… Non ci è voluto tanto a soddisfare quel mio desiderio, il cazzo di Susanna si è gonfiato a dismisura e ha cominciato ad eruttare sperma a volontà…più spruzzava e più provavo piacere nel sentire nella mia mano quel tubo che pian piano si svuotava come se stessi bagnando il giardino con la gomma dell’acqua. La porcella quando ha finito di godere si è stravaccata esanime sul letto e io di conseguenza mi sono sdraiato su di lei, con il mio uccello gocciolante appoggiato alle sue natiche. La mia mano destra è rimasta imprigionata in mezzo alle sue gambe a contatto con il suo uccello ormai moscio, immersa in una pozzanghera di sperma che stava sempre più inzuppando il lenzuolo.
-Non posso crederci che sia stata la tua prima volta con un uomo…
-Tu non sei un uomo…sei Susanna…splendida femmina…amante divina…semplicemente dotata di un cazzo estraneo alla tua femminilità…
Messi così eravamo scomodi, ci siamo distesi fianco a fianco, Susanna mi guardava con uno sguardo strano, l’ho fissata negli occhi
-Tu stasera non ti sei fatta scopare da me ma da Gastone…ho risvegliato il suo ricordo, ho richiamato nel tuo corpo il desiderio per lui e tu hai voluto appagarti con il surrogato del suo corpo…dovevi amare molto quell’uomo…
-Si lo amavo… e stasera forse all’inizio è stato come dicevi tu…ma a differenza di Gastone tu hai messo in campo anche della dolcezza, cosa di cui lui era privo…Gastone era possessivo, un padre padrone, che pretendeva tanto ma concedeva poco…ma anche essere trattata così la cosa mi appagava e mi faceva godere…godere tanto…mai avrei pensato di poter raggiungere ancora gli orgasmi provati poco fa con un altro uomo… tu ci sei riuscito. Lui non mi aveva mai toccato il cazzo, forse gli faceva schifo, tanto è vero che voleva mi facessi operare…tu invece stasera me l’hai fatto godere nella tua mano, ed era se come dici tu il primo uccello che impugnavi in vita tua…quindi caro Maurizio…non solo non sei il surrogato suo ma l’hai superato alla grande, facendomi capire che non era quell’inimitabile amante che pensavo fosse.
A quelle parole sono rimasto di stucco, l’ho guardata incredulo, non sapevo più cosa dire né cosa fare, ma quando ho visto una lacrima scendere dai suoi occhi mi sono avvicinato, l’ho stretta a me e…l’ho baciata. Poi c’è stato un momento totale di silenzio nel quale io ho cercato di riflettere su quello che avevo fatto… pensavo che mi sarebbero sorti dei sensi di colpa, ma invece non riuscivo a condannarmi di nulla; per la prima volta avevo preso in mano l’uccello di un altro uomo e nel sentire nel palmo della mia mano quel pezzo di carne dura che pulsava ho subito desiderato di segarlo senza il minimo senso di vergogna. Anche Susanna fissava il soffitto in silenzio, sicuramente anche lei stava pensando a qualcosa ma non riuscivo a immaginare cosa… Quel silenzio mistico è stato frantumato dal trillo del suo telefono, ho sentito Susanna parlare, poi chiudere la telefonata con un “ Ora sono impegnata, ti richiamo tra un quarto d’ora”.
Posato il telefono è arrossita e mi ha detto
- Ti chiedo scusa, ma devo lasciarti andare ho un impegno di lavoro…
Mentre mi risistemavo pensavo a quella telefonata, un forte dubbio attanagliava la mia mente… il timore che Susanna si prostituisse… in fin dei conti la maggior parte dei trans hanno quel loro lato nascosto…sentivo un certo qual senso di disgusto…ora si che mi pentivo di quella scopata che mi ero concesso…
Lei mi guardava strana, timorosa, pensavo che il motivo era che avevo scoperto il lato segreto della sua vita…ha rotto il silenzio dicendomi
-Hai detto che avevi due robot, l’altro di che colore è…perché grigio non mi piace…
-Granata…
-Se ti va di portarmelo anche domani, mettiamo giù il contratto e ti do un anticipo…
-Ok a domani.
Sceso in strada ho continuato a rimuginare su quella telefonata, più ci pensavo più concludevo che stava aspettando un cliente; della cosa non sapevo capacitarmi…per cui ho preso una decisione strana: rimanere sulla strada per vedere l’arrivo del suo cliente e dare conferma a tutti i miei dubbi.
Ho spostato la mia macchina sotto un albero al di fuori della visuale delle sue finestre e ho acceso una sigaretta mettendomi in trepidante attesa…dopo più di mezzora avevo fumato tre sigarette ma nessuno aveva suonato al citofono e nessuno era entrato…e si che ero sempre stato sul chi va là…dopo un’ora ho desistito, nel palazzo era entrata solo una ragazza con un bimbo nel passeggino e una coppia di vecchi che si sostenevano a vicenda, per cui me ne sono andato con i miei dubbi inevasi. Il giorno dopo ho portato il nuovo robot, mentre lo montavo per controllare che tutto fosse a posto i nostri sguardi si sono puntati parecchie volte… ma in completo silenzio… a rompere il ghiaccio è stata Susanna
-Ti chiedo scusa per ieri sera… era bello stare in silenzio nudi sul letto a smaltire le fatiche del post amore…ma ho dimenticato che avevo un lavoro da terminare…
-Che lavoro fai Susanna?
-Sono rappresentante di una ditta che produce cosmetici per i centri estetici, da due mesi sto rifornendo una catena di estetiste affiliate a un centro, a giovedi alterni devo trasmettere gli ordini che devono essere consegnati tassativamente il venerdi seguente…ero convinta che fosse il giovedi libero, mi sono sbagliata, strano… di solito sono una agenda perfetta.
Mi sono sentito un cretino…Se non mentiva mi ero fatto delle tare inutili…mi sentivo un verme, avrei voluto chiederle scusa, ma avrei dovuto ammettere i miei dubbi e avrei fatto una figura meschina…
-Ti monto le spazzole della moquette per l’ultima verifica…
-Non montare nulla, non mi interessa, volevo solo averti qui, anche del colore non me ne fregava nulla, voglio solo che mi scopi come ieri…
Dopo un minuto eravamo lingua in bocca e ci stavamo spogliando con incredibile frenesia, mi ha preso l’uccello in mano stringendomelo fino a farmi male…si è messa a pecora quasi supplicandomi
-Su!!! Infilamelo!!! Aspetta però che cerco il gel lubrificante…accidenti dove l’ho messo…
Nel vederle il culo dilatato in attesa di essere violato…sono andato in estasi e per non perdere nemmeno un secondo ho lasciato perdere il gel e le ho infilato la lingua del culo cominciandolo a insalivarglielo…a ogni intrusione della mia lingua Susanna gemeva come una gatta in calore
-Porco…sei un meraviglioso porco…sentire quanto mi desideri ma manda su di giri come non mai…mi prude il culo in maniera incontrollabile…toglimi questo prurito con la tua cappella infuocata…
L’ho penetrata senza troppe moine, ha pure lanciato un grido non identificabile se era di dolore o di piacere ma non me ne fregava nulla, come ho cominciato a stantuffarla le sue urla si sono trasformate in grugniti…ora assomigliava solo a una scrofa in calore.
Come ho trovato il giusto ritmo ho subito cercato di impugnarle il cazzo per menarglielo, sembrava che pulsasse ancora più imperiosamente del giorno prima, possibile che segare un cazzo mi potesse eccitare così tanto?... Si!!! Era proprio così…glielo stavo smanettando come un invasato, ho sentito che si stava inarcando…cazzo….sborrava già…ora sentivo l’uccello contrarsi e sputare fuori schizzi incontenibili, era come se avessi messo la mano su un tubo in cui scorreva dell’acqua alla massima pressione, quando ha cominciato a ridurre gli schizzi ho portato il palmo della mano alla sua cappella per farmelo inondare dallo sperma che ora fuoriusciva lento come lava di un vulcano…era calda, densa, abbondante…Susanna si era rilassata, il mio cazzo è entrato così fino in fondo…sono tornato a godermi l’inculata e dopo qualche minuto ho cominciato a riempirla…lei ha ripreso immediatamente a tremare di nuovo…
-Ti sento…è infuocata…mi sta riempiendo tutto l’intestino…Maurizio sei favoloso…scopi che è una favola.
Mi sono staccato da lei solo quando avevo le palle completamente svuotate e come la sera precedente ci siamo stesi di fianco a recuperare le forze…mi stavo quasi appisolando quando la voce di Susanna mi ha richiamato alla realtà
-Mi piace scopare con te…al sabato lavori?
-Dipende dagli impegni di lavoro, domani no…
-Sono le otto e mezza, preferisci uscire o mangiare qualcosa e poi scopare ancora
-Non ho preferenze…faccio ciò che preferisci…
-Mi andrebbe di andare al cinema, se domani non lavori potresti dormire qui da me e domattina al risveglio freschi e riposati riprendere a fare sesso…
-Ci sto.
Siamo usciti, cinema in centro, poi un drink in un bar…mi stupivo che non mi preoccupavo di poter incontrare qualcuno che conoscevo, ma la mia serenità era dettata anche dal fatto che Susanna era molto donna e pochi avrebbero potuto pensare fosse un maschio.
-Maurizio non mi piace solo scopare con te, mi piace anche uscire, sei di ottima compagnia…sei sposato? separato? O hai una ragazza…
-Sono single e non ho mai avuto nessuna relazione di una certa serietà… E tu?
-Gastone a parte…solo storielle senza particolare impegno come te…amo la mia libertà, penso che tu sia come me…e penso che indipendentemente da quanto potrà durare questo nostro flirt, quando uno di noi due dirà “basta” non ci sarà la minima discussione…ora però andrei a letto…allora dormi da me?
Ho accettato la sua ospitalità e seppur dopo averne parlato abbiamo preferito rimandare il sesso alla mattina seguente. Durante la notte però mi svegliavo in continuazione, non ero sereno come volevo sembrare e mi chiedevo spesso cosa mi stava succedendo; i miei dubi però sono spariti quando al mattino mi sono sentito una mano che mi palpava sensualmente l’uccello; il mio cazzo si è immediatamente presentato sull’attenti e dopo cinque minuti glielo avevo piantato in culo e la stavo pompando con il massimo impegno. Susanna confermava con i suoi gemiti che come mi aveva confessato la sera prima amava farsi scopare da me, era in piena euforia sessuale e incitandomi in continuazione con una sola parola…”Spingi!!!” si è sparata due orgasmi anali prima che io la riempissi di sperma. Ci siamo riposati mano nella mano, fino a che lei si è chinata su di me e mi ha sussurrato
-Voglio bere la tua sborra, ne sono troppo golosa…
E ha cominciato a tirarmi un pompino con i fiocchi…ero venuto solo mezz’ora prima ma il mio uccello in men che non si dica e ridiventato duro e ha cominciato a pulsare grazie a quella lingua che per me era inimitabile; mentre me lo succhiava la mia mano ha impugnato il suo uccello…era più duro del mio…segno che farmi il bocchino la eccitava alla grande, la mia mano però era la sinistra e non potevo segarla come avrei voluto. La porcona mi ha tirato quella succhiata all’infinito e mi ha fatto venire solo quando lo ha deciso lei. Sentivo che ingoiava il tutto con una ingordigia sfrenata, quando mi ha spremuto fino all’ultima goccia si è sdraiata di nuovo al mio fianco finalmente appagata; l’ho guardata…il suo viso era sudato, rosso acceso e il suo respiro era affannato. Ho abbassato poi lo sguardo sul suo basso ventre e ho potuto ammirare il suo cazzo ritto come un palo della luce, che pulsava all’impazzata per l’eccitazione dovuta al pompino che mi aveva fatto. Ho allungato la mano per impugnarglielo, ma sono stato folgorato da una idea un tempo per me impensabile; allora mi sono chinato io verso quel cazzo in piena erezione e ho avvicinato la mia bocca
-Non sarò certamente alla tua altezza ma voglio adesso io succhiartelo…
Susanna mi ha guardato con uno sguardo sorpreso, quasi sconcertato…
-Guarda che non mi devi niente…io l’ho fatto volentieri perché mi piaceva farlo…perché mi eccitava…
-Allora voglio vedere se anch’io mi eccito a succhiartelo…
Come le ho preso la cappella in bocca ho provato immediatamente un senso di disgusto, l’odore di maschio era totalmente diverso da quello di una bella passera bagnata; ho avuto un mezzo conato di vomito ma sarebbe stata una grossa meschinità per cui mi sono sforzato e l’ho ingoiata. Al contatto con la mia lingua il cazzo ha immediatamente preso a inturgidirsi di più e ho provato la stessa piacevole sensazione di quando lo avevo sentito pulsare per la prima volta nel palmo della mia mano.
Ho cercato di succhiarlo con la morbidezza della bocca di Susanna ma mi accorgevo che non ne ero capace, mi sentivo goffo, impacciato, ma a Susanna la cosa la attizzava lo stesso e ha cominciato a ondeggiare dentro la mia gola, aumentando il ritmo con costanza…alla fine praticamente mi stava scopando la bocca. Stavo lì immobile come un cretino a sentire quel cilindro di carne dura che si spingeva tutto dentro la mia gola; i suoi ansimi aumentavano vistosamente e senza aspettarmelo mi sono sentito invadere la bocca da una ondata di sborra bollente. Ho vinto per la seconda volta un principio di vomito e ho cominciato a ingoiare quella lava biancastra. Adesso di femminilità in Susanna non ce n’era più e spingeva dei colpi di alta intensità continuando ad inondarmi la bocca, ma fortunatamente con l’intensità degli schizzi che pian piano diminuiva…
Quando ha finito di sborrare mi ha quasi pregato
-Sali su di me e mettimi la lingua in bocca voglio baciarti e sentire il sapore del mio godimento che la tua lingua ha assorbito.
Ho obbedito, e ho corrisposto lo slinguamento che la mia partner stava dedicando alla mia lingua. Ci siamo baciati a lungo, e poi stretti fino a farci male. Avevo vissuto dei momenti a tratti addirittura tragici, ma ora che era tutto finito non me ne pentivo.
Da quel giorno io e Susanna abbiamo trascorso gran parte del nostro tempo libero insieme. Il nostro rapporto è stato perfetto fino a prima di Natale, quando un sabato sera a cena con tono quasi contrito mi ha detto
-Devo dirti una cosa che non ti farà piacere…per Natale io vado in vacanza in Brasile…un viaggio di piacere che avevo prenotato prima ancora che noi ci conoscessimo. Da tre settimane ho fatto di tutto per vedere se riuscivo ad aggiungere un posto per te, ma era tutto esaurito e la cosa non è stata possibile.
Sono rimasto di stucco, ma dal viso pentito di Susanna ho capito che non mi stava mentendo.
Che ci potevo fare, mica potevo farle disdettare la sua vacanza, prenotata chissà quanti mesi prima…
Le festività sono state così per me una delusione totale, mi sentivo solo, triste, mi mancava la mia compagna; e soprattutto avevo rifiutato due probabili scopate con clienti apparentemente disponibili…cosa inaudita per un amante della figa come me.
Al suo ritorno però abbiamo festeggiato con una maratona di sesso incredibile. Nel parlare della sua vacanza Susanna era entusiasta del fatto che là un trans era trattato al pari di un altro essere umano e non come da noi dove il suo più grosso problema era nascondere la sua innaturale sessualità. Il nostro rapporto è comunque proseguito senza intoppi fino al verificarsi di un fatto piuttosto increscioso. Ai primi di marzo Susanna è stata aggredita da tre delinquenti in una via piuttosto centrale di Torino, insultata, malmenata, e fortunatamente non violentata solo per la fuga dei tre malintenzionati… quell’episodio ha sconvolto la mia compagna che ha maledetto il nostro retrogrado paese e ha preso la decisione di trasferirsi in Brasile, dove un amico conosciuto durante la sua vacanza avrebbe potuto trovarle un lavoro inerente la sua specializzazione. Naturalmente mi ha detto che avrebbe accettato la mia compagnia, ma sapevamo entrambi che la cosa era improponibile e la nostra storia era giunta al capolinea.
Dopo la sua partenza spesso e volentieri ho rimuginato sulla mia identità sessuale… per due volte ho caricato in auto un trans rimorchiato sul lungo Po a Torino…ma non era certo un trans a pagamento che avrebbe potuto cancellare il ricordo di Susanna; ci siamo scritti qualche lettera per un paio di mesi ma poi tutto è caduto nel dimenticatoio. E così ho ripreso a dedicare le mie attenzioni alla topa. Questo è stato il mio terzo “10” !!!

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