Vacanza a tre – Sotto il sole, senza limiti

Era la prima vera vacanza da sposati.
Marco e Giulia, 28 e 26 anni, avevano affittato un appartamento fronte mare in una delle località più tranquille della costa ionica. Il sole batteva ogni giorno sul balcone, il mare era calmo, e la pelle abbronzata sembrava fatta per essere accarezzata. Dopo mesi di stress lavorativo, era finalmente tempo di relax. E di gioco.
Giulia era bella da togliere il fiato: capelli lunghi, biondo miele, pelle chiara, seno sodo, fianchi stretti ma morbidi, e un sorriso da far perdere la testa. Marco la adorava. La desiderava come il primo giorno. Ma non sapeva che quella settimana l'avrebbe cambiato per sempre.
Il secondo giorno ricevettero un messaggio:
“Ciao Marco, sono in zona per qualche affare. Se ti va, passo a salutarvi. Sto al residence accanto. – Federico”
Federico, 62 anni, era il datore di lavoro di Marco. Un uomo distinto, elegante, occhi scuri e sguardo sempre fisso. Da sempre aveva avuto un certo interesse per Giulia, che si divertiva a provocarlo con sguardi e battute sottili.
Marco ne parlò con Giulia. Lei, dopo qualche secondo di silenzio, rispose solo:
“Invitalo. Vediamo cosa succede.”
Federico si presentò quella sera, camicia sbottonata, profumo buono e una bottiglia di vino. I primi minuti passarono tranquilli. Poi, piano, l’atmosfera cambiò.

Giulia si sdraiò sul divano con le gambe accavallate. Il vestito leggero si era sollevato. Federico la osservava. Marco notava tutto. E non diceva nulla.
Dopo un sorso di vino, Federico si avvicinò a Giulia e le disse:
“Tu non immagini nemmeno quante volte ho immaginato di sentirti gemere sotto di me.”
Lei lo guardò.
Poi si voltò verso Marco.
“Ti dà fastidio?”
Marco deglutì. Il suo cazzo era già duro.
“No… voglio vederti… voglio vedere tutto.”
Quella fu la prima notte.
Giulia si spogliò davanti a entrambi. Si stese nuda sul divano, gambe aperte, il sesso lucido di eccitazione.
Federico si inginocchiò. Le aprì le cosce. E cominciò a leccarla lentamente, con maestria, come solo un uomo maturo sa fare. La sua lingua era ovunque: clitoride, grandi labbra, l’ingresso. Succhiava, baciava, affondava. Giulia si contorceva.
Marco, seduto, si toccava. Lo faceva lentamente, senza vergogna. Vedere sua moglie divorata da un altro uomo lo stava mandando fuori di testa.
Giulia venne con un urlo. Ma non era finita.
Federico si alzò, si denudò. Un cazzo grosso, eretto, le vene gonfie. Le prese la testa, glielo mise tra le labbra.
“Fammi vedere cosa sai fare, troia bella…”
Lei lo prese in bocca con fame. La saliva colava. Lo succhiava mentre guardava Marco.
Poi si girò, si mise a quattro zampe. Federico la prese da dietro. Marco le si mise davanti.
Lei era presa in mezzo.
Slap… slap… slap…
Gemiti.
Lingua.
Sudore.
Marco le accarezzava i capelli. “Sei bellissima, amore mio. Guardati… stai godendo come mai prima.”
E lei godeva. Con tutta se stessa.
Le notti seguenti furono un’escalation.

Giulia si svegliava con la lingua di Federico tra le gambe. Marco, già duro, le entrava in bocca.
A mezzogiorno, si facevano il bagno nudi. Sesso in acqua, sulle rocce, sotto il sole.
La quinta sera, Giulia prese Marco da parte.
“Voglio che mi prenda nel culo… mentre tu mi tieni la mano.”
Marco non l’aveva mai fatto. Ma l’idea lo fece venire quasi subito.
Federico la preparò. La leccò dietro, a lungo. Poi entrò con dolcezza. Millimetro dopo millimetro.
Giulia gemette piano. Marco le baciava la fronte, la stringeva.
Poi la penetrazione completa. Federico le prendeva il culo mentre Marco le succhiava i capezzoli.
“Non ho mai provato un orgasmo così…”, disse Marco dopo essere venuto mentre la guardava venirle nel culo.
E fu vero. Passarono sette giorni.
Sette notti.
Più di venti orgasmi. Quando Federico tornò al suo hotel, lasciò solo una frase:
“Siete una coppia rara. Mi avete fatto sentire vivo. ”Marco e Giulia rimasero abbracciati, nudi, sulla terrazza.
E non fu l’ultima volta.