Racconti Erotici > bdsm > 600 frustate 8
bdsm

600 frustate 8


di Honeymark
17.07.2019    |    7.539    |    5 9.6
"Le si mise in posa, scrollò il lungo scudiscio..."
8.


- Per colpi ripetuti – gridò il Capo, – a cadenza libera, la condannata venga colpita con 10 colpi di staffile.
L’amica diede un colpetto al cuneo con sufficienza, poi depose la piccola mazza di legno e si avvicinò al Capo con lo scudiscio in mano.
- Comincio dalle tette. – Gli disse perentoria.
Il Capo fece cenno a un suo aiutante, il quale si portò dietro alla condannata e le prese i capelli. Quando la carnefice si mise in posa, il giovane tirò indietro la testa tirandola per i capelli per impedire che un colpo sbagliato potesse colpirla in faccia.
Le si mise in posa, scrollò il lungo scudiscio. Caricò indietro le braccia e poi, con grande capacità scaricò un terribile fendente sulle tette della povera Federica, colpendole in pieno.
Staaaaaaaaaaaaaaaaaackkkkkkkkkk!
- Wuaaaaaaaaaawuuuuuuuuaaa!
Il ragazzo mollò i capelli e Federica poté urlare scrollando la testa dal dolore.
Le tette avevano subito il colpo e, a frusta passata, ebbero il contraccolpo balzando in su.
La carnefice si avvicinò alla vittima urlante e le palpò le tette per godersi il calore del colpo che le aveva dato. Poi prese il mazzuolo e diede un colpettino al cuneo. E Fede smise di urlare.
- Di nuovo. – Disse all’aiutante del capo.
Il quale tornò a prenderla per i capelli per tirarle indietro la testa.
Staaaaaaaaaaaaaaaaaackkkkkkkkkk! Kkkkkkkkkkkk!
- Wuaaaaaaaaaawuuuuuuuuaaawwwuaaaaaaahhhhhhhhh!
Stessa scena, con Fede che si contorceva frenetica per quel poco che poteva muoversi. La sua carnefice fece qualche passo intorno per godersi le urla della disgraziata.
Poi riprese il mazzuolo e diede un altro colpetto al cuneo per farla smettere di urlare. Quindi le prese in mano la figa.
- Asciugatela, – Fece cenno alle aiutanti del Capo mostrando la mano, che provvidero a passare la figa con una salvietta e ad asciugarle la mano.
Studiò la sua vittima e proseguì.
- Ora il culo. – Disse al Capo. E a me.
L’aiutante si allontanò e la donna si portò al culo della vittima. Prese in mano il cuneo come per sentire se era saldamente conficcato, poi a piene mani palpò le natiche, come per masturbare il cuneo.
- Ora gliene darò sei sul culo, – ripeté a me. – So che ti piace il culo, divertiti a guardarmi. Vuoi darle tu il colpetto col mazzuolo tra una staffilata e l’altra?
Mi girai verso il capo, il quale fece cenno di sì. E la sua inserviente mi porse il mazzuolo su un vassoio.
I primi due colpi al culo li diede standole davanti. Caricava le gambe e le braccia di lato in modo da scaricare poi la potente frustata orizzontalmente sul culo. Io mi ero messo dietro apposta per guardare gli effetti della scudisciata e vidi il culo sobbalzare non appena la lunga frusta vi si abbatté appena sotto il cuneo sporgente. Sembrava che il culo volesse ingoiare il cuneo, mentre la poverina urlava come una sirena.
Ogni volta corsi a darle il colpetto al cuneo, cosa che calmò un poco le convulsioni della donna. Altre due frustate al culo le diede mettendosi di lato, prima a destra e poi a sinistra. Stessa comprensibile reazione della condannata, che urlando scuoteva la testa come se volesse dire basta!
Il colpetto al cuneo non serviva più a niente, a parte il mio piacere a darlo.
L’amica che la frustava, invece, si caricava ogni volta di più sia a vedere il corpo vibrare e contorcersi sotto la sua sferza, sia a sentirla urlare. Tutto questo le dava il senso del potere vero. Sono certo che fosse bagnata anche lei.
Poi diede altre due frustate al culo stando dietro. Cercò di colpirla con il solo terminale della frusta, in modo da non colpire altro e nel contempo di farla soffrire all’ennesima potenza. Si stava divertendo da morire.
Le urla arrivarono al cielo.
- Me ne restano quattro. – Mi disse mentre colpivo il cuneo per calmarla. – Gliene darò due da davanti di traverso e due da dietro, sempre di traverso.
L’inserviente andò ad asciugare la figa della condannata con una salvietta, che così tornò a tremare. Allora le diedi un altro colpetto al cuneo, che poco fece per calmarla.
Due frustate le diede standole davanti e colpirono la disgraziata dietro, dall’ascella alla coscia opposta passando di traverso al culo. Federica urlò come non aveva mai fatto prima, ma devo ammettere che anche lei a ruoli invertiti l’aveva colpita con la stessa veemenza.
Le ultime due frustate le diede alla stessa maniera, ma standole dietro, in modo che la frusta la colpisse da sotto l’ascella al fianco opposto, passando dalle tette.
Federica era semi svenuta. Ma era finito.
Il Capo fece cenno ai suoi, che andarono a prendere la frusta dalle mani della donna e il mazzuolo da me. La slegarono dolorante, la tennero in piedi, le legarono le mani dietro la schiena e la portarono a piccoli passi alla sua cella. Sempre dandole dei colpetti al cuneo.
- Bene, – ci disse il capo. – Adesso cerchiamo di rimetterla in sesto per stasera.
- A che ora ci manda a prendere? – Domandai.
- Alle 21 vi va bene?
- Sì, – risposi, dopo aver visto l’assenso dell’amica.

- Inculami! – Disse l’amica spogliandosi appena giunta in camera con me. – Ho bisogno di essere inculata.
Ne avevo bisogno anch’io e mi spogliai in un baleno. Lei si era messa in posa ma tenendo le gambe strette e io la sodomizzai con grande facilità. Una volta infilato, la sbattei di brutto e lei rispose botta per botta. Non mi sembrava vero, al termine di quella seduta in cui Federica veniva frustata, sentire il retto di un culo attorno al mio cazzo. E a lei non sembrava vero essere inculata così.
Appena venuti ci rotolammo di lato a prendere il fiato.
- Mai eccitata tanto in vita mia… – Disse alla fine.
- Ti sei scoperta sadica?
- No, è emerso quel 15% di sadomasochismo che alberga in ognuno di noi.
- Anch’io sono nei parametri, – commentai. – Ma ho scoperto che quando si presentano queste occasioni, non mi pare vero.
Ordinammo la cena e mangiammo con avidità. Riposammo un po’ e ci svegliamo per tempo in modo da essere pronti nella hall dell’albergo quando vennero a prenderci.

- Eccoci qua. – Dissi al capo stringendogli la mano.
- È tutto pronto, – ci assicurò. – Mando a prendere la condannata.
Dopo un po’ Federica veniva accompagnata nuda in sala esecuzioni da due scagnozzi, uno la teneva per il guinzaglio e l’altro stava dietro reggendo alcuni tubi di cartone.
Era terrea in viso, si reggeva a fatica sulle gambe, ma sembrava che la pelle avesse reagito bene alle staffilate prese poche ore prima.
- Posso parlarle? – Domandai al capo.
- No.
- È in grado di subire la punizione? – Gli domandai allora.
- L’abbiamo curata bene apposta. – Rispose. – Sappiamo fare il nostro lavoro. È prontissima.
Stavolta misero in terra una serie di materassini di quelli che si usano nelle palestre per evitare che gli atleti si facciano male nel corso dei loro esercizi.
Federica era molto bella, così nuda. E devo dire senza vergognarmi che era anche molto erotica, con le mani legate dietro la schiena e il collare. Sapendo poi cosa avremmo dovuto farle, cercai di non godere anzitempo.
I due aiuto boia la girarono di schiena e notai che anche il culo era solo un po’ arrossato. La fecero inginocchiare e poi sdraiare di pancia sui materassini. Le misero due cavigliere di cuoio, che vennero poi fissate a due corde che avevano fatto scendere dal soffitto.
- Ora la solleviamo per le caviglie in modo che le gambe rimangano allargate il più possibile. – Mi spiegò il Capo. – Ma c’è una regola da rispettare: non può stare appesa a testa in giù più di 5 minuti per volta. La condannata sverrebbe per troppo afflusso del sangue in testa. E noi teniamo alla salute delle nostre vittime.
«Quindi la prima volta faremo così. – Continuò. – La solleviamo, la studiamo e la palpiamo entrambi, così le mostro come è riuscito il lavoro di recupero dei miei operanti. Poi le farò vedere come dare il colpo. Prima di passarla a lei la rimettiamo per altri 5 minuti in posizione sdraiata a terra.
- E dopo? – Domandai.
- Dipende da come lei riuscirà a colpirla. – Rispose. – Non faccia troppo in fretta, altrimenti sbaglia il colpo, ma non può superare i 5 minuti consecutivi.
- Capito.
- Pronto?
- Pronto. – Confermai.
Diedi un’occhiata all’amica che era con me nello scranno dei giudici, ma non riuscii a capire nulla dal suo sguardo.
Il capo fece cenno ai suoi e due verricelli cominciarono a sollevare la condannata per le caviglie, allargandole il più possibile le gambe. Quando non toccò più il materassino con la testa, il Capo fece fermare le carrucole e si avvicinò alle intimità rovesciate di Federica.
- Guardi – mi disse indicando le parti più belle – e mi dica se non abbiamo fatto un bel lavoro di restauro. La tocchi pure.
Francamente non avevo mai visto una donna nuda in quella posizione, così comoda per me e così scomoda per lei. Le si vedeva tutto e bene. Le natiche scoprivano del tutto la fessura e mostravano il buco del culo.
- È intatto? – Domandai al Capo indicando l’ano.
- Certo! – Rispose soddisfatto del suo lavoro. – Ora è solo più facile sodomizzarla. Provi con un dito.
Prima le accarezzai gli inguini, poi la fessura del culo e infine portai l’indice al buco del culo. Feci poca pressione e l’ano si rilassò facendomi scivolare dentro con facilità.
- Ha ragione! – Confermai meravigliato. – Ed è la prima volta che ho usato il dito indice invece che il medio,
- Questo per via della posizione a gambe in su. – Precisò.
Sfilai il dito e una inserviente venne a passarmi l’indice con una salvietta bagnata. Apprezzai il gesto. Palpai le natiche a piene mani perché in quella posizione non mi sarebbe capitato più.
- Ci rimane poco tempo, – disse il capo. – Tra un po’ dobbiamo rimetterla giù per 5 minuti.
- Posso avvicinarmi anch’io? – Domandò inaspettatamente l’amica che qualche ora prima l’aveva frustata.
Ci girammo a guardarla.
- Faccia presto, – le rispose il Capo. – Le do 30 secondi.
Lei si avvicinò, la guardò e le strofinò la figa con il taglio della mano. La stava masturbando.
- Ora basta, – disse il capo e fece abbassare l’appesa fino a rimetterla distesa, sempre pancia in giù con le mani legate dietro la schiena.
L’amica tornò al suo scranno e restammo in attesa del nuovo via.
Dopo qualche minuto, infatti, il Capo fece cenno ai suoi di azionare nuovamente le carrucole fino ad appendere la condannata con le gambe larghe e la testa a una spanna da terra.
- Mi osservi attentamente, – disse il capo dopo aver preso un tubo di cartone in mano. – Prima è bene masturbare la vittima come ha fatto la sua amica.
Passò il taglio della mano sulla figa di Federica, che provò inutilmente a stringere le gambe.
- Se lei preferisce accarezzarle il buco del culo – aggiunse, – va bene lo stesso. L’importante è che la vittima senta sempre il contatto con il suo carnefice.
Federica pendeva passivamente testa in giù, in attesa che il suo destino si compisse. I capelli sfioravano il tappetino. Non tremava.
Poi il capo sollevò le braccia con il tubo in mano e colpì la povera disgraziata sulla figa.
Tabummm!
- Aahhhhhhhhhhhhhhhhuuuuuuuhhaaaaaaaaaaaaaaahahaha!
Un urlo sovrumano era uscito dalla bocca spalancata di Federica, che si contorse fino a raccogliere la testa a mezzo metro da terra e a piegare le ginocchia. Poi dovette cedere alla gravità e tornò balbettando e tremando nella posizione a Y della sua figura. Si sentiva annientata.
- Venga, – disse il capo. – Tocca a lei.
Mi mise in mano il tubo.
- Ha visto come si fa, no? – Aggiunse. – Se sbaglia poco importa, quello che conta è che usi il massimo della sua forza.
Presi il tubo di cartone in mano anche se non riuscivo a stringerlo per via dell’emozione generata dalla situazione.
- Un consiglio, – concluse. – Tenga gli occhi aperti e guardi sempre ciò che deve colpire: la figa.
Si mise di fianco e io mi misi in posizione.
- La accarezzi, – dovette ripetermi.
Le passai la figa bagnata con la parte della mano tra l’indice e il pollice. Poi passai al buco del culo, era più forte di me. In quella posizione sarei rimasto guardarla per ore.
- Forza, – disse il capo, indicando l’orologio.
Strofinai il tubo sulla figa come per prendere la misura, poi alzai le braccia e…
- Con la massima forza… – Mi ricordò il capo. – O deve rifarlo.
Obbedii, dando un colpaccio alla figa di Federica con il tubo di cartone.
Stoooooooock!
- Uuuuuuuuuuaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!
Il suo urlo mi paralizzò. Diomio, cosa avevo fatto?
- Forza! – Mi incitò il Capo. – Fa a tempo di dargliene un altro.
Caricai nuovamente le braccia e, stavolta guardandole la figa, diedi un potente colpo sulle grandi labbra.
Stoooooooooooooockkk!
- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh! Aahhhhhhhhhhhhh!
I ragazzi fecero scendere nuovamente la condannata sul tappetino in modo che si riprendesse. Io mi girai per smaltire l’emozione, poi mi misi a guardarla mentre si dimenava a terra pancia sotto con le natiche che sbattevano.
Andai ad accarezzarle la fessura del culo, ma non si tranquillizzò.
- Forza, – disse il Capo dopo un’altra manciata di minuti. – Stavolta può dargliene almeno due.
- Non è che la rovino, vero?
- No… Ha ha! – Rise. – Però le farà un gran male. È una punizione.
Le guardai nuovamente le intimità mentre stava in quella posizione, la accarezzai provando un vergognoso senso di piacere.
Staaaaaaaaaaaaaooooooooooooock!
Senza preavviso le avevo dato un altro colpaccio.
Stoooooooooooooaaaaaaaaaaaaaack!
E gliene diedi un secondo.
Stroaoaoaoaoaoaoack.
Gliene diedi un altro, forse un po’ maldestro, ma il Capo non protestò.
La poverina aveva quasi esaurito le riserve di fiato e si limitò a contorcersi.
Il capo la fece riposare sui tappetini.
La accarezzai come si fa con un cane e poi, quando fu rimessa in posa, la accarezzai come si fa con un gatto. Già che c’ero, le misi nuovamente un dito nel culo con assoluta facilità. Poi le passai di sfuggita la figa e le diedi gli ultimi colpi.
Urlò come una forsennata, non la dimenticherò mai.
Infine la liberarono e la portarono nella propria cella.
- Voi potete andare, – ci disse il capo. – La condannata ha estinto la pena. Ve la farò portare in albergo non appena rimessa in sesto.
Io e l’amica tornammo in taxi all’hotel senza dire una parola. Solo verso la fine del tragitto le chiesi cosa ne pensasse.
- Io l’avrei frustata volentieri in quella posizione.
Beata sincerità.

Era notte fonda quando ci chiamarono dalla reception dell’albergo per informarci che avevano portato la nostra amica e se volevamo scendere.
Scesi solo io e trovai Federica accompagnata da un paio di ragazzoni. Si reggeva in piedi bene e questo era positivo. Mi fecero firmare dei documenti e poi mi informarono delle ultime prescrizioni.
- Il Capo si raccomanda che lei questa notte la sodomizzi – disse uno dei due – altrimenti dobbiamo restare io e il mio collega per farlo personalmente.
- Eh? Cosa diavolo avete detto?
- Il Capo…
- Ho capito cosa avete detto.
- Ci dà la sua parola?
Guardai Federica come per avere conforto nella risposta.
- La parola gliela ho data io – disse la povera amica.
Ci lasciarono andare e io accompagnai Federica in camera nostra. L’altra donna si era alzata e l’aveva abbracciata.
- Vieni, – disse. – Ti lascio dormire con lui, io vado nell’altro letto.
- No, – sbottò Federica. – Dormiamo tutti tre nel letto grande.
- Sicura?
- Sì, voglio che Matteo mi sodomizzi.
- Non è necessario.
- Ho dato la mia parola.
Un quarto d’ora dopo Fede si era messa in posizione e io mi portai sopra di lei. L’amica mi prese il cazzo in mano e me lo guidò al buco del culo.
- Vai! – Disse, dandomi un buffetto sulla natica.
E io la sodomizzai con una facilità unica, grazie alla serie di molestie che le avevano fatto. Mentre la inculavo, l’altra – come aveva promesso – mi leccò i coglioni.

Dormimmo fino a mattina avanzata, tanto avevamo gli aerei in partenza per Roma e per Gibuti solo la sera tardi.
Facemmo colazione con calma e iniziammo a parlare solo verso la fine.
- Posso chiederti alcune cose? – Domandai a Federica.
- Spara.
- Cos’è che ti ha dato più fastidio si tutta questa storia? – Le domandai.
- Le tue bastonate, ovviamente.
- Ovviamente… – Ripetei.
- E c’è qualcosa che invece ti è piaciuto? – Ebbe il coraggio di chiederle l’amica.
- Sì, – rispose inaspettatamente.
Mi feci più attento.
- E cosa? – Insisté l’altra.
Ci guardò in faccia per la prima volta, poi parlò.
- Le molestie. – Rispose. – Anzi, un tipo di molestie. Quando mi misero in piedi con la museruola legata in alto e le mani dietro la schiena.
- E cosa c’era di bello? – Incalzai.
- La cinquantina di turisti occidentali, maschi e femmine, ognuno dei quali mi diede dei colpi di paletta al cuneo… Si divertivano, i bastardi… E io trovai l’umiliazione qualcosa di sublime. Sono una pervertita?

Per tutta la giornata Federica fu lasciata nel reparto benessere dell’Hotel.
Pare impossibile, ma la misero in piedi piuttosto bene, tanto vero che potevamo lasciare l’albergo e andare all’aeroporto, dove io e lei avremmo proseguito per Gibuti e l’altra sarebbe tornata a Roma.
Una volta fatti i check-in, andammo a sederci in un bar, dove non servivano alcolici.
- Ci rifaremo a bordo, – disse l’amica diretta a bordo.
- Nel nostro volo credo di no, – dissi io. – Si va da un paese musulmano a un altro.
- Posso chiedervi una cosa? – Domandò poi Federica, che sembrava svegliarsi dall’altro mondo.
- Certo!
- Che ne dite di trovarci una o due volte all’anno per fare una seduta sadomaso?
- Era quello che volevo proporre, – disse l’amica.
- Cioè? – Domandai io.
- Ci troviamo e estraiamo a sorte chi deve essere frustato e chi deve frustare.
- O molestare, umiliare. – Aggiunse Federica. – Che è meglio ancora.
- Non male – dissi.
In quel mentre vedemmo arrivare il Capo con alcune guardie. Venne da noi.
- Problemi? – Domandai sulle mie.
- Non per voi, – rispose. – Siamo venuti a prendere una donna europea che arriva in volo.
- Cosa ha fatto?
- Non posso dirlo.
- Cosa le fate?
- Non posso dirlo.
- Senta, – dissi allora. – Potremmo assistere anche noi all’esecuzione di una pena a molestie?
Ci guardò.
- Pagando, certo che sì. – Rispose soddisfatto.
- Questa che state aspettando, è un’occidentale?
- Sì, – rispose finalmente.
- Possiamo molestarla colpendole il cuneo?
- Quando tornate da Gibuti? – Domandò.
- Fra tre giorni.
- Bene, allora fermatevi una giornata che ve la faccio «lavorare».
- Potremmo molestarla noi da soli, senza nessun altro turista?
- Pagando, perché no?
- Quanto?
- Mille? – Domandò. – In compenso vi farò assistere alla spogliazione e a tutte le fasi fin dall’inizio perché verrà processata e condannata la mattina del giorno in cui arrivate.
- Ehi, non vale! – Disse l’amica che partiva per Roma. – Io non ci sarò.
- Se vuole – le disse il Capo ironico, – la faccio condannare alle molestie per alcuni giorni di pena, così non ha problemi di albergo…
- No, grazie… Ha ha!
- Allora noi al ritorno ci fermiamo, – disse Federica. – La coincidenza per Roma c’è 16 ore dopo il nostro arrivo da Gibuti.
- D’accordo. – Concluse il Capo. – Manderò qualcuno a prendervi.
Ci salutammo.
Dopo una mezzoretta vedemmo il Capo passare nella direzione opposta, con una donna occidentale terrea in viso, ammanettata e accompagnata da due delle sue guardie. Era elegantissima in un tailleur griffato, scarpe di Gucci e una splendida chioma bionda. Passò davanti a noi apposta e ci strizzò l’occhiolino, come invitandoci a dare un’occhiata alla prigioniera.
- Cosa avrà fatto? – Domandò Federica.
- Non lo so, – dissi. – Ma so cosa potremmo farle…!
- Non vedo l’ora! – Esclamò Federica. – Te la immagini quando le sfileranno quel tailleur?
- E quando le abbasseranno le mutandine… – Continuò l’altra.
- Avrà meno di 40 anni e un culo superbo…! – Commentai.
- Anche il resto è fantastico, – aggiunse l’amica con l’acquolina in bocca. – Io torno fra tre giorni perché voglio molestarla anch’io e… frustarla!
Dopo altri 10 minuti arrivò un sms. Era del Capo.
- Allora che ne dite ragazzi, li vale 1.000 dollari in esclusiva per voi il primo giorno? Fanno 2.000 se la volete anche frustare e 3.000 se alla fine la volete violentare.

Fine
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per 600 frustate 8:

Altri Racconti Erotici in bdsm:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni