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Claudia, Dario e me - Seconda e ultima parte


di Honeymark
11.01.2020    |    6.772    |    6 9.7
"Andò alla sua valigia e ne estrasse uno..."
Pa prima parte è a questo link:
https://www.annunci69.it/racconti-erotici/tradimenti/Claudia-Dario-e-me-prima-parte_100544.htmlCapitolo 3.


Capitolo 3.


Giunto in camera, andai in bagno e feci la doccia.
Sotto l’acqua pensai un po’ alla situazione. Era stata perfetta, al punto di non lasciarmi soddisfatto. Lì per lì non ero sicuro che avrei accettato nuovamente di andare a letto con loro.
Decisi di andare a bere un rum di altissima qualità al bar dell’Hotel, quando suonò il telefono cellulare.
- Dove sei? – Mi chiese la moglie.
- Sto andando a prendere un porto al bar dell’albergo, – risposi.
- Posso unirmi a te? – Domandò.
- Viene anche lui? – Chiesi.
- No.
- Ci vediamo giù.

Impiegò 10 minuti prima di scendere, il che voleva dire che non era vestita quando mi aveva telefonato.
Quando la vidi arrivare, era splendida. Voleva fare colpo.
- Ho ordinato due porto di 20 anni di 20 anni, – dissi indicandoli. – Se non ti va, li bevo volentieri io tutti due.
- Hai gusti raffinati, – disse prendendo il bicchiere.
- Beh, vedo che te intendi...
- Senti, – disse accompagnandomi a un tavolino col bicchiere in mano. – Sento che c’è qualcosa che non va. Hai voglia di parlarne?
- Non ho difficoltà, – risposi. – È che mi sono sentito tagliato fuori. In realtà avete scoppato voi due, non noi tre.
- Non fa parte dei ruoli? Lo avevi detto tu.
- Questo è il ruolo di un bull, non il mio. – Precisai.
- I bull non sono così raffinati... – Obiettò. – Sono fuori di testa.
- Beh, a me piace partecipare. – Dissi con sincerità. – Non voglio una relazione, ma mi piace essere parte del triangolo.
- Con le altre coppie cosa fai?
- Una coppia di Palermo mi considera un grande amico di famiglia; quando arrivo a casa loro fanno festa. Una coppia di giovani mi ama come se fossi il loro moroso; moroso di entrambi voglio dire. Una coppia storica è masochista e si realizza quando li sevizio...
- Quindi vuoi essere il leader?
- Non necessariamente. Mi basta essere considerato alla pari, un complice. Comunque non un dildo umano. Per questo ruolo vi basta un bull, ve l’ho detto. E io non lo sono.
- Senti, – disse dopo aver assaggiato il porto per raccogliere i pensieri. – Ti ho telefonato per dirti alcune cose.
- Hai ragione, scusa.
- Primo, ci sei piaciuto.
Non dissi nulla.
- Secondo, c’è stata un’evoluzione nei nostri rapporti.
- Quelli tra te e tuo marito?
- Sì, ma riguardano anche te.
- Sentiamo.
- La performance di stasera è stata quello che abbiamo sempre sognato. – Disse. – E ti ringraziamo.
Non commentai.
- Devi sapere che a lui piace essere dominato e a me piace dominarlo. – Aggiunse. – Ci siamo trovati e ci siamo innamorati per quello che siamo.
- Siete fortunati.
- Non del tutto. – Disse. – A me piacerebbe incularlo, a lui piacerebbe essere inculato da me...
- Ci sono falli artificiali per le coppie che voglio fare questo.
- Ci abbiamo provato. Non funziona... – Continuò, sorseggiando il rum. – Te la sentiresti di... sodomizzare anche mio marito?
La domanda mi attivò i ragionamenti laterali.
- A me piacciono le donne, – risposi dopo un po’. – Ma se tu mi lecchi le palle mentre lo faccio, perché no?
- No, – disse determinata. – Mentre lo inculi, è lui che deve leccare la passera a me. Per questo vogliamo un... terzo incomodo... He he
Alzò il bicchiere. Era dominante nel vero senso della parola.
- Possiamo alternare, – aggiunsi spontaneamente. – Una volta dirigi il gioco tu, una volta dirigo il gioco io.
- Allora riprendiamo domattina. – Rispose, sicura di sé. – E dimmi da dove vuoi che cominciamo...
- Voglio che prima mi lecchiate dai piedi alle ascelle. – Risposi, acquisendo complicità. – Passando dall’uccello. Alla fine decidi tu con chi vuoi che cominci.
- Vuoi sodomizarci entrambi in una stessa seduta?
- La parola «seduta» è un po’ asettica, – commentai. – Ma direi che è esatto. Proprio così.
- Ce la fai a farne due?
- Puoi contarci! Ce la farei anche stasera, ma ho voglia di dormire.
- Afffare fatto allora. – Disse soddisfatta di me. – Ancora una cosa.
- Dimmi.
- Una performance come quella che hai fatto stasera, vorremmo comunque farla ancora.
- Cioè lui legato e costretto a guardarmi mentre ti inculo?
- Sì.
- Con le mutandine di contenzione?
- Esatto.
- Posso anche frustarlo? – Domandai.
- No, quello lo faccio io, mentre mi lecca i piedi.
- Lo voglio anch’io.
Ci pensò e si immaginò la scena.
- Affare fatto, – disse anche lei come me, con malcelata soddisfazione.
- Perfetto, – conclusi. – Torniamo in camera.
- Allora vieni da noi domattina? – Domandò.
- Sì, – risposi. – Stasera ormai sono stanco.
- Anche noi. A che ora potresti venire in camera nostra?
- Alle 7 va bene?
- Ottimo. – Disse.
Ciavviammo all’ascensore.
- Posso chiederti cosa ti ha fatto cambiare idea? – Mi domandò appena si avviò l’ascensore.
Era un filtro per verificare se ero stato sincero.
- Anzitutto il fatto che sei una donna sopra la media, – Risposi guardandola. – E che alla fine abbiamo deciso insieme come spartirci tuo marito.
- Ma non hai detto che ti piacciono le donne? – Domandò ironica.
- Infatti ci sarai anche tu.


4.


La mattina dopo, telefonai alla loro camera
- Posso venire?
- Sì, certo. – Rispose la giovane. – Se vuoi, dopo possiamo fare colazione insieme qui da noi.
- Ottima idea.
Indossai l’accappatoio e uscii, spostandomi con circospezione. Bussai alla porta e mi aprì subito. Poi mise alla porta il cartellino «Non disturbare».
Stavolta erano in accappatoio anche loro.
- Ciao ragazzi! – Esclamai. – Tutto bene?
- Alla perfezione! – Rispose lui soddisfatto. – Siamo felici di averti con noi. E tu?
Non aveva saputo che volevo andarmene.
- Alla grande! – Risposi. – Con due amici come voi, chi non lo sarebbe?
Slacciai l’accappatoio e lo lasciai cadere a terra. Loro fecero la stessa cosa. Lei era bellissima, come si usa alla sua giovane età. Io e lui, invece, avevamo l’uccello moscio.
Salii sul letto.
- Datevi da fare, – li esortai. – L’uccello deve mettersi in posizione.
Come da copione, vennero a leccarmi partendo dai piedi. Passarono dagli inguini e si soffermarono sull’uccello, poi si applicarono alle ascelle. Una delizia; l’uccello si trovò presto soddisfatto e in posizione di lavoro.
- Ora ti inculo! – Dissi al giovane.
A quel punto, lei si sdraiò pancia in su e accolse il marito tra le gambe e le braccia. Poi il giovane si abbassò fino a portare la bocca al sesso di lei e io gli misi un cuscino sotto la pancia per metterlo in posizione comoda per me.
Teneva le gambe unite, ma lo lasciai così. Gli infilai la mano tra le natiche e cercai il buco del culo. Mi aiutò, allargando un po’ le chiappe. Sentii che era lubrificato e proseguii accarezzandogli i coglioni. Poi strofinai il cazzo sulla fessura del culo. Lui era più interessato a me che alla figa di sua moglie e attese con pazienza che glielo appoggiassi all’ano.
A me piacciono le donne e pertanto preferisco mille volte di più inculare una donna che un uomo. Ma in questi casi, quando si va a letto in tre, le cose cambiano. Il sesso diventa trasversale. Il più delle volte i due di coppia vogliono essere trattati alla pari. E, con la presenza di una donna, tutto diventa più facile. Inculare un uomo etero al cospetto della moglie dà un senso di dominio davvero appagante. In entrambi i casi gradisco che, mentre inculo uno, l’altro mi lecchi le palle. Come abbiamo visto, in questo caso lei non me le avrebbe leccate. Quindi mi concentrai sul culo di lui. Mi piace sempre vedere un uomo che mi porge il culo nudo. È come un omaggio al suo superiore. Ma soprattutto si godeva il fatto che la moglie lo stava facendo inculare per sé. La loro complicità era davvero encomiabile.
Il suo culo non era affatto male, d’altronde era giovane anche lui e si era depilato, probabilmente su disposizioni della moglie. Una volta appoggiato al buco del culo, lo lasciai scivolare dentro quel poco che bastava per infilargli la cappella.
- So che ti piace prenderlo nel culo, – gli dissi. – Ma devi concentrarti a leccarle la figa.
Lui obbedì. Appoggiò le mani agli inguini della moglie che teneva le gambe ben aperte e cominciò a leccargliela bene, con perizia. Si capiva che lo faceva spesso. A quel punto spinsi il cazzo, che si assestò dentro in due scatti ravvicinati.
Lui sollevò la testa con gli occhi chiusi a gustarsi la sodomia.
- Leccagliela, cazzo! – Dovetti insistere.
Provai a spingerlo sulla nuca per avvicinargli la bocca sulla figa, però senza più leccarla. Era troppo preso dalla sodomia.
Allora decisi di fare una variante e lo tirai indietro.
- Claudia, – dissi poi. – Abbassati e infilatelo.
Subito non capì, poi mise a fuoco. Si tirò avanti fino a prenderglielo in mano e farselo mettere dentro. Scivolò in vagina come un coltello caldo nel burro.
Allora cominciai a pomparlo con crescente veemenza, gustandomi il retto perfettamente liscio e accogliente del giovane. Mi accorsi che li stavo montando entrambi e cercai di trovare il ritmo giusto per tutti tre.
In breve cominciammo a gemere e nel giro di un minuto o poco più, venimmo alla grande. O perlomeno venimmo io e lui.
Il piacere di avergli riempito il retto di sperma andò ad alimentare il mio senso narcisistico e la mia sete di dominio. Mi ero fatto uno schiavo nuovo, che avrei condiviso con la moglie.
Ero consapevole di essere per loro un dildo umano, ma sapevo che mi avrebbero utilizzato come piace a me.

Dopo un po’ ci alzammo e indossammo gli accappatoi.
- Ordino la colazione, – disse lei prendendo il telefono. – Cosa volete?
Rispondemmo e passò la comanda alla cucina dell’hotel.
- Vado a lavarmi, – disse Dario. E si ritirò
- Allora, come è andata? – Mi domandò. – Valeva la pena?
- Calma, – risposi sornione. – Non è ancora finita.
- Lo so, ma fin qui?
- Inculare un uomo è sempre una cosa straordinaria per due etero, – dissi. – Ma ti è piaciuta la scelta di farti chiavare da lui mentre lo inculavo?
- Non l’avevo mai fatto... he he
Mi avvicinai a lei e le slacciai l’accappatoio.
- No, fermo. – disse. – Voglio che sia sempre Dario quando io e te facciamo sesso.
- Lui lo sa che stiamo pomiciando mentre è in bagno.
Le accarezzai una tetta, poi la palpai nel vero senso della parola. Arrossì, la cosa l’aveva sorpresa inaspettatamente. La lasciai e mi abbassai per andarle ad accarezzare il culo. Il tutto la stava eccitando più del necessario.
- Non ti palpa mai le tette, vero? – Dissi alzandomi.
Arrossì.
Sentii che Dario stava uscendo dal bagno e ci ricomponemmo.
- Mettiamo in ordine la stanza che stanno per portare la colazione, – disse al marito.
Poco dopo bussarono alla porta.
- Andate in bagno, – disse Dario. – Apro io.
Entrammo in bagno e, appena dentro, lasciammo cadere gli accappatoi. Ci saltammo addosso e l’uccello si mise presto sull’attenti. Ci basciammo appassionatamente. La palpai un po’ dappertutto e lei si eccitò da morire. Del resto anch’io. Essere soli ci caricava alla vecchia maniera.
Dario bussò alla porta.
- Venire, – disse. – La cameriera è andata.
- Esci, – le dissi. – Mi lavo l’uccello, ché dopo ti inculo.
Uscì.
Quando uscii anch’io, mangiammo tutto in fretta, affamati come lucci.
- Dario – dissi, – lo hai un altro tanghino di contenzione?
- Sì, certo! – Rispose felice della domanda.
- Dammene uno che te lo faccio indossare.
Corse ad aprire la valigia, lo prese, me lo mise in mano, lasciò cadere l’accappatoio e salì sul letto mettendosi a quattro zampe.
- Madonna che solerzia! – Osservai sorridendo.
Anche la moglie sorrise soddisfatta.
- Aiutami, – le dissi.
Lei lo infilò sul cazzo di Dario, lubrificò la pallina e me la mise in mano come la sera prima.
- Vai! – Aggiunse. – Tocca a te.
Presi la pallina, la appoggiai al buco del culo e la spinsi dentro senza difficoltà.
- Alzati e vieni qui. – Gli ordinai.
Lui non capì perchè, ma obbedì.
- Claudia, il frustino per favore. – Dissi allungando il braccio.
Andò alla sua valigia e ne estrasse uno. Me lo portò cercando di capire cosa volevo fare.
- Dario, inginocchiati e leccami i piedi!
Dario si mise in ginocchio davanti a me e cominciò a leccarmeli.
Sciaaack! Sciaaack!
- Impegnati di più! – Ordinai incazzato dopo avergli dato due scudisciate sulle natiche.
E lui si applicò al massimo.
Sciaaack! Sciaaack!
Gli avevo dato altre due scudisciate sul culo anche se stava leccando bene. Piaceva a tutti due. Anzi, a tutti tre.
- Claudia, tocca a te! – Le dissi passandole lo scudiscio. – Dario, ora lecca i piedi a lei!
Sciaaack! Sciaaack! Sciaaaack! Sciaaack!
Vidi che si stavano divertendo e io mi portai con calma sul letto.
- Forza, tornate sul letto! – Li chiamai dopo un po’, battendo la mano. – Facciamo il colpo finale.
Ero pancia in su, e Claudia si portò con la bocca all’uccello per farlo alzare.
- Lascia che lo faccia lui, le dissi tirandola a me.
Sentire le sue tette apporgiarsi al mio petto con delicatezza, mi scaldò presto l’uccello. Ma intanto lui non aveva perso tempo e me lo stava lavorando tra lingua e palato.
- Siediti sopra e infilatelo, – Dissi a Claudia.
Lei venne a cercarlemo con la figa e presto si sedette infilandoselo.
- Dario – continuai, – vieni a leccarle il culo. E alla svelta.
Lui si affrettò. Lei si piegò su di me in modo da facilitarlo. Poi iniziò a sfilarselo per fare spazio a lui che me lo prendesse in bocca, per poi reinfilarselo in corpo.
Continuammo un po’ così, fnché – sentendomi pronto – mi spostai di lato e la feci mettere in posizione prona. Capì al volo e poco dopo mi portai dietro di lei e, uccello alla mano, lo appoggiai al suo ano. Lei mi aiutò con movimernti astuti ed esperti per farsi inculare.
Scivolai dentro con facilità, godendomi così ogni attimo.
- Dario, vieni qui davanti a me. – Gli ordinai. – Guardami e poi mostrami il culo.
Lui obbedì come un cagnolino. Si portò davanti a me e si mise prono, per mostrarmi il culo. Vedevo perfettamente il suo buco del culo, dal quale usciva il cordino elastico. E notai che non solo era in tensione, ma che si stava tendendo ancora di più.
- Bravo! – dissi. – Ora vieni a leccarmi il culo, l’asta e le palle.
Corse a portarsi dietro e mi leccò la canna e le palle come gli avevo ordinato.
A quel punto avvertii il calore della polluzione che stava per sopraggiungere, con Claudia che non riusciva più a contenersi mentre le scivolavo dentro. Era uno di quei momenti che vorresti che non finissero mai...
Ma quando lui aumentò le attenzioni su di me con la lingua, dovetti lasciarmi andare in una eiaculazione senza pari.


5.


Verso le 11 telefonai ai ragazzi per dirgli che stavo facendo il check out all’albergo e se potevamo salutarci come si deve,
- Stiamo scendendo anche noi, – rispose Claudia. – Aspettaci.
Quando scesero, avevo già sistemato i conti. Lui andò a pagare e lei rimase con me.
- Come è andata? – Mi chiese nuovamente.
- Bene direi. Perché non ne parliamo a tavola? Facciamo un giro in centro e poi pranziamo in un ristorantino tipico.
- Ottima idea, – rispose Dario unendosi a noi. – Ne conosco un paio di deliziosi.

Andammo in un vicolo dove c’era una trattoria giusta. Ordinammo in abbondanza perché avevamo bisogno di mangiare. Alla prima portata iniziammo a parlare.
- Per essere la prima volta – cominciai, – direi che ve la siete cavata bemissimo. Tu hai una sottomissione totale. Daniela ha un caratterino non da poco.
- È quello che amo di più da lei, – disse Dario. – Io sono creativo, lei è pragmatica. Io farei di tutto e lei sa sempre tenere sotto controllo le situazioni.
- Da quad’è che vi siete scoperti cuck? – Domandai.
- Ha fatto tutto lei, – rispose. – Lei ha capito cosa mi piaceva e, dato che piaceva anche a lei, abbamo fantasticato a lungo, finché... Il resto lo sai. Cos’è che ti è piaciuto di più nel nostro incontro?
- L’aspetto sadomaso. – Dissi. – Le mutandine di costrizione... La frusta... Tu che me lo prendi in bocca per renderlo migliore per tua moglie... Tu che mi lecchi le palle mentre monto tua moglie... Io amo umiliare chi si eccita a essere umiliato.
- Ti è seccato mettermelo nel culo?
- No. Mi piacciono le donne, ma quando vado a letto con una coppia, a volte lo faccio. Fa parte dei ruoli. A te cosa è piaciuto di più?
- Le stesse cose. Prima me le faceva solo mia moglie... Ci hai realizzato un sogno erotico.
La moglie era restata ad ascoltarci.
- A te come è sembrato? – le domandai. – C’è qualcosa che ti avrebbe piaciuto fare e che non abbiamo fatto?
- Mi sarebbe piaciuto... – cominciò, senza sapere se finire la frase o no. – Mi sarebbe piaciuto... avere voi due entrambi schiavi...
- Cosa? – Esclamai. – Avresti voluto trattare anche me come lui?
- Sì, – rispose lui per lei. – È una fantasia tutta sua...
Lei annuì.
- Sai qual è il suo sogno ricorrente? – Domandò ancora Dario.
- Dimmi, – dissi confuso.
- Tu mi inculi e lei ti infila nel culo il tacco a spillo della scarpa in modo da controllarti col piede e sentire cosa prova...
- Una scena idilliaca, – risposi. – Ma io non ci sto.
- Non avevo dubbi, – intervenne lei sorridendo. – Ma siamo in vena di confidenze e, dopo la notte passata, possiamo anche riderci sopra.
- Dimmi però una cosa, – domandai allora. – E se io vi portassi una schiava?
- Spigati meglio. – Disse lei facedosi attenta, ma era molto curioso anche lui.
- Mi è venuta in mente adesso, – le risposi. – Bisogna ragionarci su, ma ho un’amica che ama essere umiltata e seviziata come Dario.
- E come ti vedi la scena’
La buttai lì.
- Se io mi inculo Dario e tu ti inculi la mia amica?
- Insieme?
- Esatto.
- Magari, prima li frustiamo mentre ci leccano i piedi?
- E ci leccano mentre scopiamo...
- Ehi, – disse Dario. – Mentre mi frustate e vi lecco i piedi, io voglio le mutandine di contenzione. Con lei come pensate di fare?
- Ci sono mutandine di contenzione anche per le donne, – rispose Daniela, che aveva ormai già le idee chiare.
- Ovviamente non mentre vi inculiamo, – Precisai.
Scoppiammo a ridere.
- Quando la organizziamo? – Domandai.
- Prima ci facciamo tre o quattro sedute tra noi tre come quella di stanotte. – Rispose diretta.
- E ogni quanto le facciamo?
- Una volta al mese, – concluse. – Salvo intese.

Fine.
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