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Il servizio fotografico capitolo 4


di Honeymark
26.01.2018    |    7.942    |    1 9.7
"Erano davvero belle, un capolavoro fotografico sia quando vidi le mani bianche di una sulla schiena nera dell’altra che viceversa..."
I capitoli 2 e 3 a questo link:
https://www.annunci69.it/racconti-erotici/trio/Il-servizio-fotografico-2-e-3-capitolo_83172.html


4.



Il venerdì sera arrivò in fretta e le due ragazze, Sonia e Margie, vennero nel mio studio a guardare le foto. Erano ansiose di vederle e rimasero colpite, come se non si fossero aspettate qualcosa di bello.
- Che ve ne pare? – Domandai.
- Fantastiche! – Disse Sonia.
- Superbe! – Aggiunse Margie.
- Vi pare che siano pubblicabili? – Chiesi.
- Direi proprio di sì, – rispose la prima.
- Assolutamente, – confermò Margie. – Siamo proprio l’allegoria dell’affiatamento in essere tra donne di razza bianca e nera.
- La portante erotica, che non viene mai meno in tutte le foto – precisò Sonia, – dà un forte interesse senza intaccare né l’atmosfera del Natale né lo spirito di tolleranza.
Diedi a loro due chiavette con le foto scelte, con la preghiera di guardarle anche a casa e di voler scartare quelle che non gradivano.
- Ne ho lasciata qualcuna per voi, non pubblicabile. – Dissi. – Sono foto ricordo.
- Quando pensi di farci il prossimo servizio? – Domandò Sonia con finta noncuranza.
- Pensavamo che volessi farlo stasera… – Aggiunse Margie con finta indifferenza. – Ci siamo portate il necessario.
Si riferiva alle calze.
- Sono ben felice all’idea di farlo stasera. – Dissi piuttosto incerto. – Possiamo farlo qui, nella mia sala di posa. Non mi serve la disponibilità di capi di abbigliamento.
Impiegai poco a mettere uno sfondo neutro e accendere le luci diffuse. Non mi servivano faretti. Poi presi la D300 che di solito passo a Jasmine e la misi su un cavalletto. Poi presi la D800 e verificai che tutto fosse in ordine.
- Allora, ragazze – iniziai, – direi di fare così.
Mi ascoltarono.
- Il servizio lo facciamo sulla falsa riga dell’altra volta ma spingendoci più avanti.
- Cioè vuoi farci fare uno spogliarello? – Chiese Sonia guardandomi furbetta.
- Sì, in coppia. – Risposi. – Io vorrei che vi spogliaste tra di voi.
- Ottima idea. – Commentò maliziosa Margie guardando l’amica.
Avevo capito che le due si erano affiatate molto e gradivano la scusa per abbracciarsi e chissà cos’altro ancora.
- Dicci come dobbiamo cominciare.
- Statemi di fronte e tenetevi strette col braccio alla vita.
Click click click.
- Sempre così, ma guardandovi in faccia.
Si guardarono quasi teneramente con i visi che si sfioravano.
Click click click.
- Abbracciatevi.
Si strinsero con calore, quasi emozionate.
Click click click.
- Sonia – dissi, – gira la schiena a Margie e tu Margie abbracciala da dietro.
Margie le strinse il seno senza che glielo avessi chiesto e Sonia chiuse gli occhi e piegò la testa sulle mani per godersi il contatto.
Click click click.
- Ragazze, denudatevi dalla vita un su. – Ordinai. – Poi abbracciatevi.
Le due si sfilarono le magliette e le gettarono lontane dalla scena. Poi Sonia slacciò il reggiseno di Margie e le accarezzò le tette. Poi si girò per far fare la stessa cosa alla nera.
Click click click.
- Vi abbracciate?
Si abbracciarono di gusto, poggiando tette su tette, quasi con tenerezza.
- Vi girate in modo che veda la schiena nuda di una a il viso dell’altra?
Click click click.
Erano davvero belle, un capolavoro fotografico sia quando vidi le mani bianche di una sulla schiena nera dell’altra che viceversa.
Click click click.
- Vi girate in modo che una abbracci l’altra che dà di schiena?
Lo fecero, contente della mia richiesta. Chi stava dietro le abbracciava anche le tette, in modo diverso da come lo farebbe un uomo… C’era dolcezza.
Si alternarono.
Click click click.
- Vi chiedo di rimettervi le magliette e di togliervi jeans e mutandine.
Portai loro le magliette ma non i reggiseni. Se le infilarono, quindi si abbassarono i jeans. A quel punto Sonia abbassò le mutandine a Margie, poi lasciò che l’amica facesse la stessa cosa con lei.
Click click click.
- Sedetevi come l’altra volta, alla Robe di Kappa. – dissi loro. – Poi sistematevi.
Ad ogni scatto si muovevano per cambiare posizione e mostrarsi di più. Avevano imparato in fretta. Fantastiche!
Click click click.
- Ora alzatevi e abbracciatevi in modo che chi abbraccia scopra il culo dell’altra per me.
Lo fecero e si alternarono.
Click click click.
- Mi girate la schiena e vi tenete le braccia in modo da sollevare le magliette a scoprire il culo?
Lo fecero di buon cuore.
- Giratevi verso di me e fate la stessa cosa, scoprendo la… passera.
Volevo usare il termine figa, ma alla fine ci avevo ripensato.
Fecero quello che avevo chiesto, tenendo le gambe pudicamente strette in modo che si vedesse poco. Pura femminilità, perché in realtà vedevo il pelo di entrambe. La nera aveva una folta pelliccia curata stretta, La bionda aveva un filino verticale che sembrava una freccia che indicava appunto la figa.
- Adesso toglietevi la maglietta.
Anche stavolta l’una la tolse all’altra con eleganza e voluttà.
Click click click.
- Abbracciatevi.
Lo fecero prima con delicatezza e poi con passione. Si insinuavano le gambe l’una in quelle dell’altra… Le tette si schiacciavano tra di loro e i muscoli delle natiche rientravano per muovere al meglio il corpo.
Click click click.
Le due ai accarezzarono e pomiciarono con gusto e determinazione. Gli piaceva proprio.
Ordinai loro di tenersi abbracciate ma di voltarsi verso di me prima e di schiena poi. Le loro tette dovevano essere la quarta per la bionda e la terza per la nera, se il colore non mi tradiva… I loro culi erano due statue marmoree, sode, invitanti.
Click click click.
Mi parve giunto il momento e provai a buttarla lì.
- Baciatevi!
Le due, con calma, avvicinarono le labbra, socchiusero gli occhi e si baciarono. Un bacio vero, con la lingua. Prima timido, poi convinto e infine appassionato. Poi si diedero da fare come due innamorati, accarezzandosi e frugandosi nelle intimità.
Click click click.
Click click click.
Poi le lasciai fare di iniziativa loro per un po’.
- Sdraiatevi, – provai a dire timidamente.
E loro lo fecero con calma, probabilmente senza avermi sentito. Si baciavano così, prima con Margie sotto, poi viceversa con la nera che dominava la bionda. Ripresi a fare foto, anche se la scena era fantastica al punto che mi sarebbe piaciuto guardare a basta.
Finalmente si girarono in modo che i loro visi combaciassero con i propri sessi e si baciarono così. Facevano il sessantanove femminile, che francamente non avevo mai visto. La cosa incredibile per me erano le loro lunghe dita affusolate che, con le unghie colorate femminili, accarezzavano rotondità femminili… Un apparente contrasto che generava un erotismo e una poesia unica.
Si fermarono senza venire e, con calma si alzarono senza coprirsi.
- Che ne dici? – Domandò Sonia portando le mani dietro la schiena. – Siamo andate troppo oltre?
- Macché, figuratevi! – Dissi, con la voce che mi si spezzava in gola.
- Beh, – commentò Margie. – Ci è venuto spontaneo. Ony soi qui mal y pense. Si vergogni chi pensa male.
Aveva citato il motto dell’Ordine della Giarrettiera.
- Vuoi che facciamo altro? – Chiesero.
- Beh, – dissi con un evidente doppio senso. – Qualche idea ce l’avrei…
- Per stasera basta. – Tagliò corto Margie per entrambe.
Corsero, bellissime e nude, a vestirsi. Sonia diede una sculacciatina a Margie, la quale si girò sorridendo e le accarezzò la figa. Poi in un baleno si erano vestite e sistemate la faccia, per poi scappare via.
Mi domandai se avevo visto giusto, ma le due macchine fotografiche conservavano la prova di quanto era accaduto.
Andai alla D300 che avevo messo sul cavalletto e fermai la ripresa che avevo avviato prima del servizio. Scaricai tutto nel portatile e mi guardai le foto e le riprese in tutta serenità.

Continua.
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