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Io, Bruno e Alessandra - Capitolo 2


di Honeymark
18.12.2014    |    10.842    |    2 9.3
"Sembrava che avessero studiato da tempo la scena, e forse era così..."



Avevano acceso le luci come detto e una musica piacevole accompagnava i nostri pensieri. Sì, la serata era giusta per farmi rilassare.
Bruno si tolse l’accappatoio senza problemi e lo gettò sulla sedia. Lei invece lo sfilò lasciandosi guardare da me da dietro. Quando scoprì il culo mi sentii mancare il fiato. Lei sapeva cosa mi stava provocando e lui ne andava fiero. Non mi sentivo più un estraneo.
Scattai subito qualche foto su di lei e in particolare al culetto fantastico che aveva, poi i due cominciarono ad avvicinarsi come se stessero facendo le prove di scena. Continuavo a scattare, riprendendo i dettagli più belli, mentre si baciavano, mentre si accarezzavano, mentre si frugavano nelle intimità.
Sembrava che avessero studiato da tempo la scena, e forse era così. Insomma, adesso si stava realizzando anche un loro sogno. E io ero il fortunato realizzatore dei loro sogni.
Lui i sedette sul viso di lei e lei lo accarezzò tra le natiche, poi lei si mise sopra di lui come per prenderlo a smorza candela.
Poi si bloccarono e si sedettero suo bordi opposti del letto
- Scusaci Marco, ma non ce la facciamo.
Abbassai la Nikon.
- Vi capisco, ragazzi. – Dissi spiaciuto. - Se volete me ne vado.
- No, ti prego, - mi fermò lei, coprendosi con un cuscino. – Non è la tua presenza. Cioè sì, lo è, ma non come pensi tu. Ci stiamo divertendo da matti, ma a lui non funziona…
Lui, per essere più esplicitò, mi mostrò l’uccello. Che era moscio del tutto.
- Mi dispiace, - dissi. – Volete cha lo facciamo un’altra volta?
- No, devo farcela adesso. – Continuò Bruno. – Lo abbiamo sognato tanto che devo farcela. Non si ripetono mai le occasioni.
- Io un’idea ce l’avrei. – Dissi dopo un breve silenzio.
- E sarebbe?
- Siete pronti a fare tutto quello che vi dico?
Si guardarono.
- Certo che siamo pronti. Dall’inizio. Dicci cosa dobbiamo fare.
- Mettetevi a quattro zampe porgendomi il culo.
Obbedirono e anzitutto feci una foto.
- Più vicini, per favore, state a contatto.
Si avvicinarono. Altra foto.
- Giù la testa e allargate un po’ di più le gambe.
Devo dire che avevano entrambi un culo stupendo, perfino lui ce l’aveva liscio e senza peli, contrariamente alle gambe che erano maschili e muscolose. Lei era molto carina. Senza un pelo e con la pelle liscia dappertutto. Mi sentii contento di poterli vedere ignudi da vicino.
Erano uguali anche i buchi del culo, color chiaro, cosa che ho trovato di rado. Sembravano analmente virginali, forse lo erano.
Scattai un’altra foto, poi appoggiai sul tappeto la macchina fotografica e mi avvicinai a loro. Con un’iniziativa che non avrei mai pensato di avere, misi e mani sulle natiche esterne dei due e li accarezzai. Il suo pene diede un primo movimento percettibile, ma quando passai ad accarezzare il solco del culo di entrambi, gli si rizzò a dovere. Infine, quando presi in mano i loro sessi, il cazzo e la figa, erano entrambi e pieno regime.
- Perfetto, - dissi allontanandomi, anche se avrei preferito continuare a palparli così.
Presi la Nikon e ripresi a dare disposizioni.
- Bruno, mettiti in piedi e girati verso di lei. Alessandra, inginocchiati davanti a lui,
Una volta che fu a portata con la bocca, capì da sola cosa doveva fare, ma le diedi ordini lo stesso. A me piaceva darli e a lei obbedire.
- Mettigli una mano sotto l’uccello e accarezzagli le palle.
Lo fece.
- Adesso con la destra abbassagli il prepuzio e scoprigli il glande. Ecco brava.
Io continuavo a scattare foto.
- Baciagli la punta, brava, comincia a infilartelo in bocca,
Click-Click-Click.
- Dentro, di più…
Click,
- SMarcoalo…
Click-Click.
- Prendilo tutto fino in fondo… - Sfilalo, prendilo, succhialo, butta fuori la lingua che vedo se riesci a leccargli le palle così… Non importa, adesso cambiamo.
Feci altre foto, poi ordinai a Alessandra di mettersi alla pecorina e a lui di montarla così. Glielo infilò.
- Prendigli le tette in mano… Aspetta, che vengo davanti a fotografarvi il viso…
Click-Click.
- Tirala su tenendola per le tette…
Click click.
- Rimettila a quattro zampe che vi fotografo da dietro.
Mi portai dietro e li fotografai.
- Sdraiala pancia sotto… Chiavala… No, falle tenere le gambe strette e tu tienile ai lati… Bravo… Chiavala così… sì… Aspetta, le accavallo le caviglie…
Poi ordinai a lui di sdraiarsi pancia in su, quindi dissi a lei di prenderglielo in bocca e poi di infilarselo così, a smorzacandela. Stavolta il cazzo funzionava bene e ci riuscì. Scattai foto a raffica per avere la sequenza della penetrazione.
Li feci mettere un po’ in tulle le posizioni, a cucchiaio, a forbice, di lato, sempre scattando foto.
Alla fine chiesi loro come volevano venire, e anziché dirmelo me lo fecero vedere. E io scattai altre foto.

Si rimisero l’accappatoio e io mi asciugai il sudore.
- Come faccio per farvi avere le foto?
- Ci dai la schedina della Nikon. – Disse Bruno. – Domani te la ridò.
Non si fidavano a lasciarmi le foto, o quantomeno tutte, e facevano bene. Alla fin dei conti ero un estraneo e per giunta giornalista…
Sfili la schedina e gliela diedi.
- Senti Marco, - disse lui. – Domani sera, se vieni a cena da noi, ti facciamo vedere il servizio fotografico pulito e montato. Che ne dici? Sei libero?
- Con il lavoro che faccio non sono mai in grado di organizzarmi un sabato come si deve, - risposi. – Sì sono libero.
- Ci vediamo qui a cena alle 20?
- Ottimo. Cosa preparate, così porto il vino giusto.
- A te piace il pesce?
- Sì, certo.
- Affare fatto allora. A domani.

Tornai a casa super eccitato. Non avevo mai avuto un’avventura così. Ero davvero contento che la sera dopo sarei tornato da loro. E a guardare le foto.
Già, le foto… Io ho sempre due schedine in funzione nella macchina fotografica. Mi era capitato una volta che mi avevano sequestrato la scheda e da allora, visto che ce ne stavano due, le usavo doppie in parallelo invece che in serie. Aprii la Nikon e vidi che le avevo usate entrambe. Magnifico. Mi spogliai, andai in bagno, mi infilai a letto, accesi il portatile e inserii la schedina. Mi guardai con calma tutte le foto. I loro culi erano perfetti e per le prima volta ricordai con piacere di aver masturbato non solo lei ma anche lui. Sentivo ancora in mano la base dell’uccello che si induriva eccitandosi e la figa che si inumidiva. Basta toccare il buco del culo con un dito, che si eccitano sia le donne che gli uomini…
Guardai e riguardai anche la scena del pompino. Non lo stava sbocchinando, stava solo obbedendo a me. Provai una certa invidia nei confronti di Bruno, beato…
Alla fine, mi feci una sega. Me la ero meritata tutta.
E mi addormentai, col sorriso sulle labbra.

(Continua)
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