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Avviamo Maria alla prostituzione


di maktero
20.03.2024    |    419    |    3 6.0
"Fece un paragone, io avevo guadagnato di più ma ero più esperta come puttana, mentre Maria aveva guadagnato di meno ma era una neofita..."
Terminata la contrattazione sulla vendita di Maria quella puttana di sua madre se ne esce tutta soddisfatta per il compenso ricevuto per la vendita del figlio.
Mia sorella si esprime dicendo che già da stasera vuole cominciare a guadagnare con noi e che ci porterà a battere.
Ci dice di nutrirci e poi di lavarci e clisterizzarci per la serata.
Io e Maria affamate ci gettiamo in cucina a mangiare tutto ciò che troviamo; sazie ci osserviamo meglio.
Noto in Maria uno sguardo rassegnato; forse sto equivocando su quella impressione.
E chiedo a Maria se sia felice di quanto le stia accadendo?
Lei mi risponde di esserne entusiasta ma che nello stesso tempo si sente triste dall'essere stata abbandonata da sua madre.
E che quest'ultimo sentimento prevale sulle sue aspettative.
Comprendendo la sua sensazione capisco che devo fargli dimenticare sua madre, violentandola per farle capire qualé la sua nuova condizione.
Mi maneggio il cazzo per farlo indurire e poi quando è abbastanza tosto prendo Maria, gli alzo il culo, gli appoggio la cappella sul suo buco e poi comincio a spingere.
Me la inculo con violenza indifferente dei suoi gemiti, mi accorgo che ad un certo punto che, lei ancora fanciullesca, si mette a piangere come una verginella.
Eppure me la ero inculata prima, e non aveva fatto tante storie, perchè adesso questa differenza?
Capii che prima lo avevo fatto davanti a sua madre e che Maria si sentiva in un'altra condizione, una sensazione di protezione materna a cui evidentemente era abituata che la faceva sentire più a suo agio nel subire ogni oltraggio.
Comprendendo il suo sentimento di abbandono sempre di più, cercando di violarlo il più più possibile spingendo ed inculandola con più violenza possibile, senza pietà per farle comprendere che non aveva più la protezione della madre.
La stuprai in tal modo arrivandole dentro mentre lei continuava a piangere.
Lei con il culo pieno del mio sperma si accasciò continuando a piangere; povera stella, aveva subito per la prima volta una violenza sessuale senza il conforto della madre.
Cercai di distruggere ulteriormente i suoi sentimenti di protezione materna pisciandoli in faccia.
Fu in quel momento che mia sorella entrò in cucina e vedendomi mentre pisciavo addosso a Maria ci disse bruscamente "Che state facendo, stronze?".
"Vi siete dimenticate che dovete andare a battere."
"Andate in bagno a farvi una doccia ed a pulirvi il culo; svelte puttane".
Sollecitate da quell'Incitamento ci avviammo svelte verso il bagno, ci facemmo una doccia e ci pulimmo il culo infilandoci il doccione all'interno reciprocamente.
Ci asciugammo e ci recammo in salotto, tutte belle pulite, pronte ad offrire i nostri giovanissimi corpi a tutti i depravati che ne avrebbero voluto godere.
Mia sorella ci butto addosso delle magliette che indossammo scoprendo che arrivavano a malapena a coprire i nostri peni; poi ci diede dei marsupi dove avremmo dovuto mettere i soldi guadagnati.
Niente preservativi avremo dovuto essere inculate al naturale.
Uscimmo di casa sui miei piedi scalzi apprezzai il morso del ghiaino ; non sò se anche Maria amasse sentire le sensazioni sulle piante dei piedi.
Salimmo in machina; mia sorella ci portò in un posto in cui battono diverse trans, puttane e frocettine come noi.
Mia sorella ci disse di rimanere in macchina mentre lei avrebbe parlato con alcune persone.
La vedemmo dialogare con alcune persone.
Poi ritornò verso la macchina tornò alla guida e si diresse verso quella zona in cui ci era stato concesso di battere.
Lei fermò la macchina e ci fece scendere, io apprezzai molto il terriccio fresco sotto le mie piante dei piedi, quella sensazione mi faceva eccitare e non vedevo l'ora di succhiare cazzi ed essere inculata.
Lo avrei fatto anche gratis, ma sapevo che dovevo portare un reddito a mia sorella.
Lei ci lasciò lì dicendoci di darci da fare perchè voleva ottenere un buon guadagno.
Poi si allontanò; noi rimanemmo sole nel buio della notte, al margine di una strada su cui si sarebberò ben presto fermati dei porci per godere dei nostri giovanissimi corpi.
Difatti non passò molto che si avvicinò una macchina che si fermò davanti a noi; il guidatore sembrava scoppiare dal desiderio, era paonazzo con gli occhi fuori dalle orbite mentre ci guardava; io mi sentii orgogliosa di provocare una simile sensazione.
E mi avvicinai al finestrino della macchina come una vera troia, alzando elegantemente la maglietta esponendo il cazzo ed ancheggiando provocatoriamente.
Il tizio in macchina sembrava impazzito, il suo sguardo seguiva la mia esibizione da troia, con la bocca spalancata.
Capii che era mio e che gli avrei potuto chiedere qualunque cifra.
Al finestrino lui mi disse freneticamente che voleva il mio cazzo, che lo voleva in bocca ed in culo, parlava con un fare sconvolto dall'eccitazione.
Tirò fuori 200 euro, ed io gli dissi di uscire dalla macchina, lui quasi ipnotizzato uscì dalla macchina con i soldi in mano, io agguantai i soldi e li isi nel marsupio.
Poi il tizio si buttò voracemente sul mio cazzo cominciando a spompinarmi come affamato.
Mi feci spompinare finchè non fu abbastanza duro, poi dissi brutalmente a quel pervertito "Adesso ti inculo".
Lui esplose in un sì, sì fallo subito voglio il tuo cazzo, sembrava impazzito dal godimento.
Me lo inculai mentre si maneggiava il suo cazzo, lui arrivò urlando.
Ero entusiasta di averlo fatto godere così tanto.
Lui era così contento che mi diede altri 50 euro di mancia.
Poi mi diede un biglietto da visita, dicendomi che era disposto a pagare qualsiasi cifra per me.
Io presi il biglietto da visita e lo misi nel marsupio insieme ai soldi, baciai il tizio e gli dissi "Ci vedremo".
Effettivamente quel pervertito mi piaceva e avrei chiesto a mia sorella il permesso di frequentarlo.
Mi resi conto che Maria non c'era più; evidentemente era stata portata via da un cliente.
Si fermò un altro cliente che voleva solo un pompino; gli chiesi 50 euro, lui contratto 20 euro, poi ci accordammo per 30 euro.
Incassai i soldi e cominciai a lavorarlo di bocca.
Aveva il cazzo che puzzava, ma continuai nel mio compito fino a farlo sborrare nella mia bocca.
Il tizio accontentato se ne andò via senza dire una parola, mi sembrò parecchio antipatico.
Nel frattempo si fermò una macchina da cui scese Maria.
Lei mi disse di aver fatto 100 euro, facendo un pompino a due tizi e facendosi inculare da uno di loro.
Io le dissi che avrebbe dovuto chiedere di più per una simile prestazione.
Lei sembrava mortificata, ma in fin dei conti lei era alle prime armi.
La serata continuò con i clienti che si avvicendavano, noi ci demmo da fare.
Poco prima dell'alba arrivò mia sorella che ci raccolse.
Una volta a casa vennero svotati i marsupi, e mia sorella fece il conto dei soldi guadagnati.
Fece un paragone, io avevo guadagnato di più ma ero più esperta come puttana, mentre Maria aveva guadagnato di meno ma era una neofita.
Complessivamente il ricavato era soddisfacente e mia sorella ci disse che potevamo andare a riposarci.
Ciò voleva dire che potevamo adagiarci a terra da qualunque parte della casa non avendo un letto.
Sfinite, io mi accasciai per terra nel salotto e Maria andò a buttarsi a dormire chissà dove.






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