Le ragazze vogliono onorare le mie nuove tette

Ho il seno gonfio riempito di schifezza; ascolto le ragazze, entusiasmate per quella novità, che discutono su cosa fare per eccitarsi con la mia nuova condizione.
Un pò brille per la birra bevuta, ogni tanto mi strizzano le mie tette gonfie, ridacchiando.
Qualcuna propone di portarmi per strada a prostituirmi, con quelle tette avrei attirato molti clienti; un'altra propone di portarmi in un club di scambisti.
Intanto le ragazze continuano a bere ed a palpeggiarmi esprimendo commenti volgarissimi.
Tra mille discussioni passa la serata e le ragazze oramai ebbre dalle tante birre ingurgitate, sono sempre più intontite, e vaneggiando cominciano ad adagiarsi e una dopo l'altra, per addormentarsi.
Mi ritrovai in mezzo ad un cumulo di ragazze nude addormentate; la situazione era eccitante!
E' vero che avevo le mani ammanettate dietro la schiena, ma il mio cazzo era libero ed eretto.
La situazione ed i palpeggiamenti continui mi avevano eccitata ed il mio cazzo era lungo e duro e chiedeva soddisfazione.
Volevo proprio godere dal corpo di una di quelle ragazze, nude attorno a me.
Rivolsi la mia attenzione su Camille, quella nuova, quella dall'atteggiamento più sadico, quella da cui, ne ero certa avrei subito delle sofferenze ed umiliazioni mai provate prima.
Adagiai la mia faccia sulla sua fica, leccandole la sua splendida rosa finchè non si era inumidita a sufficienza.
Mentre le praticavo il servizio lei immersa nel sonno provocato dal'alcool reagiva gemendo sommessamente, girando la testa lievemente di qua e di là; benchè quasi incoscente il suo splendido corpo reagiva e sentii sulla lingua la presenza dei suoi deliziosi fluidi.
Era pronta, alzai la testa da quel fiero pasto e mi avvicinai infilando il mio cazzo duro in quella figa bagnata.
Lei reagì alla penetrazione con alcuni lievi spasmi; dei gemiti e delle parole sconnesse, mentre apriva gli occhi incosultamente, io spinsi il mio cazzo in fondo a quella calda vagina di lesbica sadica.
La pompai per bene, lei a mezzo tra sogno e realtà si dimenava, gemendo ed emettendo gridolini.
Non riusciva a riprendersi completamente per comprendere la realtà; probabilmente nel suo sonno alcolico avvertiva quanto le stava succedendo come un sogno erotico.
Un sogno che una lesbica come lei forse non aveva mai provato.
Pur eccitata mi trattenei dal venire subito, volevo provocarle degli orgasmi a quella troia.
Non ci volle molto e quella vacca nella sua condizione di semincoscienza, lubrificandomi il cazzo con i suoi caldi liquidi arrivò più volte.
Ero sodisfatta di aver fatto arrivare con un vero cazzo quella crudele lesbica.
Decisi di arrivare anch'o invadendole il suo utero con il mio sperma.
Al risveglio le avrei fatto presente la cosa, indicandole come prova il suo utero pieno dei suio liquidi e del mio sperma.
Mi aspettavo quindi una reazione furiosa che mi avrebbe fatto soffrire moltissimo.
Stanca mi adagiai anch'io cedendo al sonno con la mente piena per le punizioni che avrei subito per il mio comportamento.