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L'inizio del mio lavoro al Sado Hotel


di maktero
29.08.2023    |    636    |    8 8.8
"Accedemmo ad un atrio, molto ampio, vidi che la ragazza che ci aveva aperto era nuda e molto piccola ed esile, il suo corpo era inoltre coperto da ematomi e..."
Ero sdraiata sul pavimento dove Luisa e Giovanna mi avevano ordinato di rimanere dopo avermi riportata a casa.
Le ragazze erano agitate, ma piacevolmente attive; si scambiavano un mucchio di discorsi che compresi solo in parte.
Capii che erano contente del guadagno fatto con il mio affitto ed erano esaltate dalla possibilità di guadagnare soldi con me.
Quei discorsi mi aggradavano, anzi mi eccitavano ero contenta di aver fatto guadagnare le ragazze e di averle rese cosi esuberanti.
Sentii che avevano un altro contatto per vendermi, od affittarmi, non era molto chiaro.
Si attaccarono al cellulare e cominciarono a parlare di un lavoro.
Dopo alcuni minuti di comunicazione salutarono l'interlocutore dicendoli che sarebbero state da lui tra un paio d'ore.
Le ragazze si alzarono dal divano e avvicinandosi verso di me mi dissero che mi avevano trovato un lavoro; mi ordinarono di alzarmi e di uscire.
Loro mi seguirono e mi caricarono nuda nel bagagliaio della macchina; il viaggio fù lungo dove soffri il caldo, e gli scossoni; quando la macchina si fermò avevo le ossa a pezzi ed ero distrutta.
Mi fecero uscire e ci avviammo assieme camminando su un piazzale di cemento sconnesso che feriva i miei piedi scalzi; arrivammo ad un portoncino metallico di un fabbricato basso che sembrava, anzi era un capannone industriale.
Giovanna suono il campanello e dopo poco venne ad aprirci una ragazza, dallo spiraglio della porta si vedeva solamente il volto di una ragazza molto giovane ci chiese chi eravamo e e Giovanna si presentò dicendo che eravamo attesi.
La sconosciuta espresse qualcosa come "mi avevano avvertito" spalancò la porta e ci invitò ad entrare.
Accedemmo ad un atrio, molto ampio, vidi che la ragazza che ci aveva aperto era nuda e molto piccola ed esile, il suo corpo era inoltre coperto da ematomi e striature di frustate.
L'anteprima era accattivante, nonostante che fossi sfinita cominciai ad eccittarmi ed il mio cazzo cominciò a sollevarsi, lo presi in mano, masturbandomi.
Le ragazze mi guardarono severamente e mi dissero di smettere, io a malincuore abbandonai il mio cazzo che comunque rimase eretto, attivato dal mistero che mi stava aspettando.
La sconosciuta, guardando il mio cazzo con interesse, ci disse con "nonchalance" di aspettare lì, e si avvio verso un corridoio che si apriva all'estremità dell'atrio.
Mentre aspettavamo in silenzio ci accorgemmo che che arrivavano alle nostre orecchie delle urla sommesse e dei flebili gemiti.
Compresi che tra poco avrei fatto parte di quella atmosfera di urla e gemiti; ero nervosa, eccitata per la prospettiva ed un pò spaventata per quel futuro incognito
Luisa comprendendo la mia particolare emozione cominciò ad accarezzarmi delicatamente il culo, mi toccò amorevolmente, quasi che quel toccò soave fosse un lenitivo per quello che senz'altro mi sarebbe aspettato in seguito.
Mi piaqquè molto sentire quell'affettuosa carezza sulle mie natiche.
Luisa mi voleva bene, ma poi improvvisamente mi infilò un dito nel culo; compresi che quel gesto serviva a rimarcare che in fondo ero una schiava e che ogni piacevolezza che potevo provare si sarebbe trasformata poi in una mia sofferenza.
Proprio mentre oscenamente nuda stavo lì con un dito nel culo, entrò nell'atrio un tizio, era nudo e molto allegro e mostrava un largo sorriso.
Il suo sguardo molto brillante si posò sulla mano di Luisa nel mio culo e si espresse dicendo; abbiamo qui della gente che ama divertirsi!
Mi piaceva, era veramente gioviale ed allegro, ed aveva un bel cazzo che avrei voluto spompinare.
Anche le ragazze sembravano elettrizzate da quel tipo tanto estroso tanto che aprirono dei sorrisi immensi; probabilmente anche loro avrebbero voluto farli un bel pompino o farsi chiavare da quel simpaticone.
Sempre molto giovialmente ci invitò ad entrare, aprendo la porta verso il corridoio in cui si era allontanata la sconosciuta.
Ci avviammo verso una stanza; un ufficio con una scrivania e delle seggiole; il tizio con un largo sorriso disse di chiamarsi Marco ed invitò le ragazze a sedersi.
Ma presumendo che io fossi la schiava, e chiedendo conferma alle ragazze, che assentirono, mi disse di inginocchiarmi in un angolo con la faccia verso il muro.
Il simpaticone cominciò a parlare con le ragazze, aveva un modo esprimersi veramente brioso e piacevole ed io cominciai a toccarmi pensando al suo cazzo.
Dalla mia posizione potei ascoltare tutto; e compresi quanto segue.
Lui con la sua moglie Eva gestivano quello che poteva essere definito come un Hotel per masochisti.
I masochisti ospiti erano di un tipo particolare, era gente che amava passare giorni e giorni su un letto di contenzione.
Alcuni volevano essere anche torturarti tra le nottate passate sul duro letto di prigionia.
Adesso, disse lui che il problema era la gestione degli schiavi; finora c'erano due addette che si occupavano di nutrire gli schiavi; di pulire gli ambienti, di preparare i pasti per lui e sua moglie ed altro.
Ma una delle schiave ultimamente è rimasta in cinta ed ha dovuto abbandonare il "servizio"; la schiava che è rimasta quella che avete visto non c'è la fa a compiere tutti i servizi e c'è bisogno di un aiuto,
Le ragazze dichiararono che io potevo assolvere ai vari compiti, espressero il mio curriculum di depravata e schiava e dichiararono si trattava solo di una situazione di prezzo.
Le ragazze negoziarono il mio stipendio che ovviamente avrebbero incassato loro.
Il simpaticone si trovò d'accordo e per confermare il contratto il tizio chiese alle ragazze di fargli un pompino.
Le ragazze senz'altro non aspettavano altro e si misero a succhiare quel bellissimo cazzo.
Io guardavo con la coda dell'occhio e avrei voluto partecipare a quella festa.
Ma i tre terminarono lasciandomi a bocca asciutta.
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