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La quotidianità al "Sado Hotel".


di maktero
06.09.2023    |    390    |    3 8.7
"Stavo cagando nel cesso alla turca destinato a noi del personale quando Serena si affacciò all'uscio senza porta e mi disse di sbrigarmi perchè dovevamo..."
Stavo cagando nel cesso alla turca destinato a noi del personale quando Serena si affacciò all'uscio senza porta e mi disse di sbrigarmi perchè dovevamo riportare Miriam al suo letto.
Mi affrettai a cagare, mi pulii con la mano perchè a noi non era concessa la carta igienica; mi sciacquai frettolosamente le mani nel lavandino lurido del nostro cesso e raggiunsi Serena nella "Sala Giochi".
I padroni stavano finendo di slegare Miriam, la trans, dai legami che l'avevano avvinghiata per il suo trattamento giornaliero.
La stronza si lamentava e gemeva ad ogni movimento, aveva il corpo coperto da segni di frustate, ematomi attuali e pregressi.
I padroni finirono di liberarla e ci dissero di riportarla al suo letto di contenzione.
Noi la trascinammo, quella grossa e pesante stronza, per le mani e i piedi.
La ponemmo sul suo letto e la legammo mani e piedi, mentre lei ci rendeva difficile l'operazione contorcendosi per il dolore.
Quando finalmente riuscimmo a bloccarla nella sua tormentosa posizione; Serena mi disse che quella sarebbe stata l'ultima notte con noi.
Guardando la cartella posta alla pediera del letto Serena aveva visto che la data di liberazione sarebbe stata l'indomani.
Espressi a Serena che Miriam mi piaceva e che ero dispiaciuta dal fatto che il giorno dopo sarebbe andata via.
Serena mi chiese crudelmente ti sarebbe piaciuto incularla o farti inculare?
Fui confusa dalla sua domanda; mentre concretizzavo i miei desideri lei, indifferente alla mia risposta, mi mise la mano sul culo massaggiandomi le chiappe, respirò profondamente evidentemente eccitata, per poi riprendersi velocemente e dicendomi dobbiamo pulire il bagno dei padroni e la loro camera da letto.
Rimani un poco con la tua Miriam e poi raggiungimi.
Poi altera si allontanò sputando in faccia con disprezzo alla troia che occupava il letto accanto.
Rimasi accanto al capezzale di Miriam che si agitava per il dolore, avrei voluto alleviare la sua sofferenza masturbandola, ma quella masochista aveva la cintura di castità.
Mi sentii attratta dai suoi capezzoli; erano stati martoriati dalle sevizie, erano gonfi arrossati, coperti di sangue fresco e rappreso, erano quasi irriconoscibili come capezzoli.
Doveva aver subito dei tormenti enormi da parte dei nostri padroni.
Quei pezzi di carne martoriati mi attraevano e cominciai ad avvicinare la bocca, per poi appoggiare le mie labbra e la mia lingua su quella carne.
Presi in bocca quegli straziati capezzoli e cominciai a succhiarli; delicatamente assaporando il gusto del sangue e del sudore che copriva quelle straziate gemme di carne.
Miriam reagii con lamenti, probabilmente soffriva al mio bacio, provai ed essere più delicata.
Ma sentii la voce, disperata e flebile, di Miriam che mi diceva fammi male, ti prego, fammi male.
Era una vera masochista, non le bastava mai il dolore, la ammiravo!
Cominciai a morderle i capezzoli, lei inarcava il suo corpo per il dolore e strillava, ma diceva continua.
Io continuai a mordere riempiendomi di sangue la bocca; quel liquido salato mi piaceva e mi eccitava, cominciai a masturbarmi mentre la troia si stava contorcendo sotto di me.
Le agguantai il cazzo stretto dalla gabbietta, cominciai a manipolarlo mentre le spompinavo i capezzoli.
l suo corpo si contorceva ed agitava, evidentemente presa da un una forte eccittazione.
Speravo di farla godere in quella maniera assurda.
Ed avvenne, mi accorsi che la mia mano che stringeva il suo cazzo ingabbiato si era riempita di un viscido liquido caldo.
Ero riuscita a far venire quella troia castrata spompinandole i capezzoli e masturbandoli il suo cazzo imprigionato.
Leccai le tracce di sborra che Miriam aveva lasciato sulla mia mano e poi continuai a masturbarmi.
Quando fui prossima a venire avvicinai il mio cazzo alla faccia di quella vacca, le disse di aprire la bocca e poi mi scaricai dentro di lei.
La guardai lungamente negli occhi le sputai in bocca e poi le dissi; cerchiamo di vederci dopo, lascia il tuo recapito, voglio avere ancora a che fare con te.
Mi allontanai da quel corpo martoriato ed amato con tristezza; vidi la troia imprigionata nel letto accanto che mi guardava con interesse.
Compresi i suoi sentimenti, le agguantai un capezzolo che strizzai con forza e mentre lei apriva la bocca per il dolore le feci colare la mia saliva in bocca.
Lei gustò il gesto ed assaporando la mia saliva mi disse vi auguro di trovarvi.

Raggiunsi Serena nel salotto dove mi chiese hai salutato Miriam?
Io risposi di sì, poi freddamente mi disse io sto pulendo il salotto, tu occupati del bagno dei padroni che dovrà essere lustro.
Poi più caldamente e dolcemente mi disse dopo aver pulito le stanze dei Signori, potremmo avere un pò di tempo per noi.
Vorrei approfittare del tuo culo ti stà bene di prenderci un pò di piacere tra noi?
L'invito di Serena era veramente dolce e stimolante, risposi alla ragazza che poteva usare il mio culo come più le piaceva.
I suoi occhi si illuminarono e mi disse appena io ho finito qui e tu hai finito con il bagno, troviamoci nella stanza numero 1.
Lasciai Serena che mi guardava luminosa; era veramente arrapata.
Io ero contenta di concederle il mio culo, Serena era una ragazza bella e piacevole ed ero contenta di interrompere la monotonia degli affari domestici con qualche diversivo.
Chissà cosa avrebbero detto i padroni; ma in fin dei conti eravamo sii schiavi ma liberi di divertirci tra noi.
Finito di pulire il bagno dei padroni mi recai nella stanza numero 1; l'ì su quattro letti c'erano tre stronze che soffrivano per la costrizione.
Il loro coro di lamenti e gemiti era un bel sottofondo; mentre aspettavo Serena mi divertii ad appoggiare il cazzo sulle facce e sulle labbra di quelle stronze.
Non volevo venire senz'altro, Serena aveva dei progetti ben definiti per il mio culo e volevo essere arrapata per accogliere al meglio i desideri di Serena.
Quindi mi deliziavo, quasi annoiata, a strusciare il cazzo sulle facce di quelle troie impotenti legate ai loro letti di contenzione.
Mentre avevo cominciato a pisciare in bocca ad una troie arrivò Serena spalancando gli occhi per la scena mi disse finisci pure.
Io terminai di urinare in bocca alla stronza sotto di me.
Poi Serena mi disse abbiamo poco tempo prima che i padroni si accorgano che manchiamo ai nostri servizi.
Ma non si accorgeranno di noi per un pò per cui possiamo stare tranquilli.
Serena mi invitò ad avvicinarmi ad un angolo della stanza dove saremmo stati nascosti dallo sguardo dei padroni e, con un volto luminoso, anzi raggiante depose sul pavimento un grosso dildo ed uno strap-on ed un contenitore di gel.
Mi disse, sfolgorante, che non ne poteva più, lei amava i culi maschili ed il mio la eccittava più che mai.
Quasi infoiata mi disse che voleva prendermi, voleva sfondarmi il mio buco col dildo e poi penetrarmi con lo strap-on, sarebbe stata la sua felicità.
Era veramente sovraeccitata, mi disse che da quando ero arrivata era rimasta affascinata dal mio culo e che voleva assolutamente prendermi.
Io un pò intimorita da questa manifestazione di interesse per il mio culo ero un poco perplessa, ma non tanto per l'utilizzo del mio culo che era stato sfondato da tanti ma perchè esso fosse un simile stimolo per una donna, era una novità.
Ma questa novità mi pareva piacevole , e come non avrei esitato ad offrire il mio culo a chiunque di certo non mi sarei rifiutata di darlo a Serena.
E così le risposi; lei entusiasta, nascosti in un angolo tra i lamenti delle troie, mi riempì di gel per favorire la penetrazione, poi mi infilò dentro il dildo.
Lo accolsi con piacere, con immenso piacere sapendo che mi veniva da Serena.
Mentre mi infilava io la guardavo negli occhi, lei era veramente felice; il suo sguardo era luminoso come la luna piena, ed io rispondevo con uno sguardo altrettanto brillante.
Mentre mandava su e giù il dildo, parlava ma non sò cosa dicesse; erano frasi frammiste all'eccitazione da non essere compressibili.
Poi abbandonò il dildo con cui mi aveva aperta ed indossò lo strap-on e con violenza mi inculò.
Accolsi quell'oggetto con piacere sapendo che quella penetrazione avrebbe dato altrettanto piacere a Serena; la feticista del culo!



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